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Zoja Sperstad L’artista dell'armonia universale e dell'amore venuta dal Nord: SAGGIO/CATALOGO DEL “DOPPIO” VERNISSAGE DI SANREMO DELL’ 8/9 FEBBRAIO 2023
Aniello Saravo Cronache di un'Arte Universale: Monografia biografica di un grande Maestro
Dema Focarelli: L’Arte dell’Emozione nell’Introspezione
Serie di e-book5 titoli

DISANDROARTE

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Info su questa serie

Il catalogo della prima mostra romana di un’artista venuta dal lontano Nord, Zoja Sperstad, risulta essere anche una piccola quanto sorprendente monografia light del critico d’arte e d’architettura internazionale Ermanno Di Sandro sulla sua interessante nonché personalissima arte figurativa, quella di un’artista universale che al contempo è anche uno straordinario personaggio che mostra di possedere doti più uniche che rare, oggi si direbbe eccezionali, come la capacità illimitata di guardare con ottimismo in avanti e di percepire sensazioni le più disparate e apparentemente insignificanti
     Zoja Sperstad mostra di avere risorse incredibili che la fanno viaggiare con la mente grazie alle sue opere, ma anche fisicamente nei tanti viaggi che intraprende con coraggio e semplicità in giro per il mondo, trasmettendo il suo linguaggio ovunque, in mostre collettive e personali, nelle istituzioni, nelle gallerie, tra poco sicuramente nei musei e grandi pinacoteche internazionali. Perché i capolavori di Zoja Sperstad meritano notorietà ed un plauso generale nonostante un linguaggio complesso ma che appare anche semplice e certamente accattivante, armonioso quanto colto, bello quanto universale, ricco di spunti che sanno emozionare e ammaliare.
     Per l’Autore risulta difficile e una vera e propria sfida concentrarsi sulle innumerevoli contaminazioni del suo linguaggio, perché soggiogato dalle emozioni e dalla sua poetica, dalla trasmissione dell’essenza stessa della sua anima femminile di Donna moderna ma contemplativa e legata ancora al classicismo figurativo, che predilige a discapito del freddo astrattismo, che aborra nel vero senso del termine, e che purtroppo – secondo il suo franco ma altrettanto fermo punto di vista – dilaga nel mondo globalizzato tutto uguale a se stesso. 
     A Zoja - scrive sempre l’Autore - non piace che tali opere che si esprimono secondo un linguaggio indifferente alle diverse culture che avrebbero dovuto generarle, siano praticamente tutte simili per pennellate, materiali, linguaggio unico globalizzato, certamente spettacolari ma povere di spunti culturali, e che siano legate all’attuale business imperante nel mondo tendente ad emarginare la vera arte figurativa, sinonimo di bellezza universale e di armonia. Ella ama trasmettere armonia e amore, non tensioni, perché il suo mondo interiore è meraviglioso, sereno, ed Ella sa vedere – come i lettori avranno modo di apprendere leggendo e osservando attentamente il testo - il bello supremo in ogni cosa, in ogni momento - benché triste o grigio – della vita.
     Un volumetto interessante e fuori dal comune che mette in luce anche il variegato mondo e pensiero dell’Artista, che afferma con convinzione che tra le persone la felicità è contenuta nella reciproca attenzione, e che la cortesia, soprattutto quella di Zoja, genera solo rispetto e amore. Diremmo noi Universale!
     
 
LinguaItaliano
Data di uscita7 mar 2021
Zoja Sperstad L’artista dell'armonia universale e dell'amore venuta dal Nord: SAGGIO/CATALOGO DEL “DOPPIO” VERNISSAGE DI SANREMO DELL’ 8/9 FEBBRAIO 2023
Aniello Saravo Cronache di un'Arte Universale: Monografia biografica di un grande Maestro
Dema Focarelli: L’Arte dell’Emozione nell’Introspezione

Titoli di questa serie (6)

  • Dema Focarelli: L’Arte dell’Emozione nell’Introspezione

    1

    Dema Focarelli: L’Arte dell’Emozione nell’Introspezione
    Dema Focarelli: L’Arte dell’Emozione nell’Introspezione

     Dema Focarelli L’arte dell’emozione nell’introspezione di Ermanno Di Sandro      Il testo è una monografia biografica e critica, un vero e proprio saggio sull’arte a torto poco notata di un’artista della Tuscia viterbese, classe 1951, che l’autore considera di grande talento e umiltà. Dema Focarelli non ha di fatto mancato l’aggancio ai circuiti artistici mediatici ed espositivi più rilevanti ed accreditati per suo demerito, ma per una cronica incapacità dell’attuale sistema dell’arte italiana nel promuovere forme di espressione artistica slegate da quelle tanto in voga oggi facenti capo alla nuova arte globalizzata, indistinguibile da autore ad autrice, da nazione a nazione, da continente a continente, la quale purtroppo predilige mezzi espressivi nuovi ed accattivanti da vetrina, che fanno spettacolo, collegati direttamente alla frenetica e più audace evoluzione delle tecnologie, soprattutto digitali. Queste ultime sanno creare uno spettacolo per le masse, dunque per questo accettabile, lontano però da una reale e fertile creatività come fu quella degli straordinari protagonisti del secolo appena trascorso.      Per il Di Sandro Dema Focarelli mostra al contrario nel suo interessante percorso, in quanto artista di qualità e libera da schemi precostituiti, una straordinaria abilità manuale quasi artigianale, quella stessa abilità e quegli stessi contenuti artistici, espressivi ed emozionali che hanno reso l’arte italiana così apprezzata e riconoscibile nel mondo in passato, anche in quello di perlomeno quaranta anni fa e giù di lì. Poi tutto ha preso una piega diversa, come spiega in più pagine l’autore, con un’accelerazione sempre più incalzante, fino al blocco totale, improvviso e imprevedibile, del 2020, anche se provocato da altri motivi. Insomma una frenata improvvisa che egli non può che considerare in parte un toccasana di cui un po’ tutti avevano un gran bisogno, che dà nuovamente il giusto valore alla riflessione, al silenzio, alla pace, alla calma che non significa essere statici, ma semplicemente donne e uomini che si riappropriano del pensiero, del loro pensiero e capacità di giudizio.      Dunque, Dema ha inteso l’arte non come una direzione obbligata, imposta dall’alto e dai galleristi, opinionisti e critici, prediligendo al contrario un suo filone artistico dettato solo e unicamente dalla sua ragion d’essere, dal suo temperamento, dal suo “io”. E bene ha fatto, perché i risultati si vedono ora e si vedranno sempre maggiormente alla lunga, nel tempo, quando il pubblico si sarà stancato dello spettacolo dell’arte che, alla fine, nulla lascia nell’animo umano di ciascuno di noi

  • Zoja Sperstad L’artista dell'armonia universale e dell'amore venuta dal Nord: SAGGIO/CATALOGO DEL “DOPPIO” VERNISSAGE DI SANREMO DELL’ 8/9 FEBBRAIO 2023

    3

    Zoja Sperstad L’artista dell'armonia universale e dell'amore venuta dal Nord: SAGGIO/CATALOGO DEL “DOPPIO” VERNISSAGE DI SANREMO DELL’ 8/9 FEBBRAIO 2023
    Zoja Sperstad L’artista dell'armonia universale e dell'amore venuta dal Nord: SAGGIO/CATALOGO DEL “DOPPIO” VERNISSAGE DI SANREMO DELL’ 8/9 FEBBRAIO 2023

         “Quando ho recentemente conosciuto l’artista russa, naturalizzata norvegese, Zoja Sperstad, pittrice figurativa a caratura internazionale, appena nel giugno 2022, mi sono immediatamente reso conto di trovarmi di fronte ad una grande personalità del mondo dell’arte, una Donna dalle capacità artistico-compositive strabilianti, piena di risorse creative, di fertili esperienze dovute al suo vissuto e ai suoi studi filosofici nonché riflessioni etiche e artistiche sulle sorti del mondo.      Mi sono reso conto che Zoja ha una visione del mondo e dell’universo che è difficile afferrare nella sua complessità e interezza, perché potrei considerarla a pieno titolo una fuoriclasse nei campi che fanno capo al linguaggio iconografico-espressivo, capace quest’ultimo di veicolare con immediatezza il suo mondo agli ammirati spettatori che contemplano le sue opere così belle, così straordinarie, così ricche di luce e di colore, così profonde…” “When I recently met the Russian artist, naturalized Norwegian, Zoja Sperstad, figurative painter of international caliber, just in June 2022, I immediately realized that I was facing a great personality in the art world, a Woman with artistic ability -amazing compositions, full of creative resources, fertile experiences due to her experience and her philosophical studies as well as ethical and artistic reflections on the fate of the world.       I realized that Zoja has a vision of the world and of the universe that is difficult to grasp in its complexity and entirety, because I could fully consider her a champion in the fields that belong to the iconographic-expressive language, the latter capable of conveying with immediacy his world to the admired spectators who contemplate his works so beautiful, so extraordinary, so rich in light and colour, so profound…”

  • Aniello Saravo Cronache di un'Arte Universale: Monografia biografica di un grande Maestro

    2

    Aniello Saravo Cronache di un'Arte Universale: Monografia biografica di un grande Maestro
    Aniello Saravo Cronache di un'Arte Universale: Monografia biografica di un grande Maestro

    “ANIELLO SARAVO, CRONACHE DI UN’ARTE UNIVERSALE ” Sinossi di Ermanno Di Sandro      Il libro ripercorre in poche ma intense pagine la vita umana e artistica di un grande artista nonché maestro d’arte italiana, secondo il personale ma illuminato punto di vista del suo autore, Ermanno Di Sandro, scrittore e critico d’arte. Soprattutto esso condensa del pittore-scultore-fotografo la sua evoluzione artistica tra passato, presente e futuro, le contaminazioni artistiche, le sue riflessioni e principali tappe, la solitudine, le fragilità, con disarmante franchezza ma anche con sincera spontaneità e freschezza, con l’approvazione dello stesso artista. Perché di un artista occorre conoscere anche i lati più oscuri e meno edificanti per poterne apprezzare sempre più nel tempo la sublimità e straordinarietà della sua arte.      “In un cerchio ristretto la vita e lo spirito si restringono: l’uomo cresce con il crescere dei suoi sogni e scopi di vita…” Sembrerebbe essere questa la metafora che guida il maestro Saravo dettandone l’attività artistico-pittorica e - recentemente – anche scultorea. Egli dipinge di frequente l’altro aspetto del capitalismo fintamente emozionale, come amano definirlo oggi taluni esperti di finanza e comunicazione, ed ha il coraggio di proiettarci nei risvolti più umani quanto reconditi della vita metropolitana, nella quale siamo tutti soggiogati e preda di messaggi pubblicitari occulti o meno, incoraggiamenti all’acquisto facile, al consumismo selvaggio che non porta alla vera felicità dell’uomo. Con il Saravo sembra di trovarsi spesso nella metropoli milanese dei nostri giorni, ma con alcuni riferimenti alle trasformazioni urbane e sociali della Parigi della seconda metà dell’Ottocento, quella delle nuove esperienze artistiche impressioniste e post impressioniste in una città in tumultuosa espansione a discapito dei sempre più acuti contrasti sociali. Poi, quasi come per incanto, sembra che egli ripercorra le periferie desolate del Sironi di città anonime di inizio Novecento, ed il clima di una società in repentina evoluzione.      Il suo percorso artistico si alimenta spesso e volentieri degli sguardi degli “ultimi umili”, forse un giorno di quelli dei clochard e dei nullatenenti che vivono nell’indigenza ed in un costante stato di bisogno, di quelli di coloro che sono stati scacciati e relegati in un angolo stradale dai bagliori della ricchezza e nell’oblio di zone buie, appartate ed inaccessibili, ma parimenti accessibili alla sensibilità di un artista indagatore di talento, consacrato sempre più ma meravigliosamente umile. Com’è giusto che sia.      Per il Saravo l’arte è libertà assoluta dello spirito, è fantasia, liberata dalle tante forze negative del mondo che imbrigliano quotidianamente il genere umano.  

  • Un Monumento per Norma: Storia del monumento dedicato alla più piccola vittima del naufragio dell'Andrea Doria

    4

    Un Monumento per Norma: Storia del monumento dedicato alla più piccola vittima del naufragio dell'Andrea Doria
    Un Monumento per Norma: Storia del monumento dedicato alla più piccola vittima del naufragio dell'Andrea Doria

    Un Monumento per Norma Storia del monumento dedicato alla più piccola vittima del naufragio dell’Andrea Doria Anno 1956: due giovani coniugi del Sud Italia, Tullio Di Sandro e Filomena Pellegrino, quest’ultima chiamata affettuosamente Filina, insieme alla piccola Norma, la loro unica figlia, vivono felici il loro matrimonio a Milano nel sereno trascorrere dei giorni. Sono belli, liberi da angosce, dubbi o turbamenti: una famiglia normale ed onesta, si direbbe oggi. Desiderano però costruire un futuro migliore per la loro preziosa ed amata figlia, per cui il 18 luglio di quell’anno, ignari del proprio destino, s'imbarcano al porto di Napoli sull'Andrea Doria, gloriosa ammiraglia nonché fiore all’occhiello e vanto della rinata marina mercantile italiana. Quella data ed i giorni successivi alla partenza sono diventati come una personale eredità storica che sarà presente fino alla fine dei giorni dell’autore del libro, nel suo DNA, perché a lui sembra di esserci stato in quel viaggio d’oltreoceano che tanto segnò la vita dei suoi sventurati genitori. Egli è figlio e fratello dei protagonisti, ed in ben tre dei suoi libri che raccontano la loro triste vicenda non elabora un resoconto ma un vero e proprio racconto che ragiona sulla fatalità e l'elaborazione del lutto, mentre quasi tacitamente, in rispettosa punta di piedi, egli sottolinea drammaticamente la fine del desiderio di quel mondo americano mediante il tema visivamente potente del naufragio che coinvolse la sua adorata famiglia di allora. Ma egli in realtà non era ancora nato, perché ciò avvenne oltre 2 anni dopo quell’immane tragedia. Il libro dunque è considerato dallo stesso autore come un saggio artistico-celebrativo dedicato alla memoria della sorellina scomparsa e mai conosciuta, ma anche alle fasi di creazione e realizzazione di alcune lodevoli iniziative a lei dedicate, come il monumento celebrativo collocato a Colli al Volturno, paese natio del padre di Ermanno, nonché padre della piccola Norma. Norma, la bimba perita a neppure 4 anni d’età a seguito delle operazioni di salvataggio effettuate poco prima dell’inabissamento della turbonave italiana Andrea Doria, colata definitivamente a picco il 26 luglio 1956; il monumento, ovvero un’innovativa struttura artistica collocata in un’area verde acquisita poco tempo prima nel comune molisano, un ridente paese da cui si ammirano in lontananza l’affascinante e dominante gruppo montuoso delle Mainarde e, più vicino, il tratto iniziale del Fiume Volturno che sgorga dalle fascinose sorgenti di Rocchetta al Volturno, darà lustro per sempre all’intera vicenda e a tutte quelle storie di emigrazione che hanno riguardato molti nativi del posto. Sono altresì citate ampiamente nel libro le 3 artiste che hanno supportato l’autore in questo suo sogno progettuale, ed a cui la madre - sia di Ermanno che di Norma - commissionò altrettante lastre-sculture in altorilievo nel giugno 2018, nelle quali si sarebbero ispirate con potente e suggestiva creatività al trapasso di Norma negli attimi più drammatici: trattasi di Iula Carcieri, Maria Comparone e Rosanna Di Carlo. La monografia è dunque un resoconto degli attimi finali della tragedia, ma anche delle molteplici e complesse fasi di costruzione e installazione dell’artistica struttura costruita dalla Ditta De Fusco s.r.l. di Caianello (CE), la quale ha realizzato con competenza ed accuratezza tra il 2018 e il 2019 sulla base dei disegni progettuali di Ermanno Di Sandro.Testo di Ermanno Di Sandro

  • "ZojaRomArt”: Un tuffo nella Roma Barocca di Zoja Sperstad: Un Progetto Espositivo fuori dagli schemi per Zoja Sperstad – la “Stella Polare dell’Arte” – lungo i sentieri del suo immaginario nella Città Eterna

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    "ZojaRomArt”: Un tuffo nella Roma Barocca di Zoja Sperstad: Un Progetto Espositivo fuori dagli schemi per Zoja Sperstad – la “Stella Polare dell’Arte” – lungo i sentieri del suo immaginario nella Città Eterna
    "ZojaRomArt”: Un tuffo nella Roma Barocca di Zoja Sperstad: Un Progetto Espositivo fuori dagli schemi per Zoja Sperstad – la “Stella Polare dell’Arte” – lungo i sentieri del suo immaginario nella Città Eterna

    Il catalogo della prima mostra romana di un’artista venuta dal lontano Nord, Zoja Sperstad, risulta essere anche una piccola quanto sorprendente monografia light del critico d’arte e d’architettura internazionale Ermanno Di Sandro sulla sua interessante nonché personalissima arte figurativa, quella di un’artista universale che al contempo è anche uno straordinario personaggio che mostra di possedere doti più uniche che rare, oggi si direbbe eccezionali, come la capacità illimitata di guardare con ottimismo in avanti e di percepire sensazioni le più disparate e apparentemente insignificanti.       Zoja Sperstad mostra di avere risorse incredibili che la fanno viaggiare con la mente grazie alle sue opere, ma anche fisicamente nei tanti viaggi che intraprende con coraggio e semplicità in giro per il mondo, trasmettendo il suo linguaggio ovunque, in mostre collettive e personali, nelle istituzioni, nelle gallerie, tra poco sicuramente nei musei e grandi pinacoteche internazionali. Perché i capolavori di Zoja Sperstad meritano notorietà ed un plauso generale nonostante un linguaggio complesso ma che appare anche semplice e certamente accattivante, armonioso quanto colto, bello quanto universale, ricco di spunti che sanno emozionare e ammaliare.      Per l’Autore risulta difficile e una vera e propria sfida concentrarsi sulle innumerevoli contaminazioni del suo linguaggio, perché soggiogato dalle emozioni e dalla sua poetica, dalla trasmissione dell’essenza stessa della sua anima femminile di Donna moderna ma contemplativa e legata ancora al classicismo figurativo, che predilige a discapito del freddo astrattismo, che aborra nel vero senso del termine, e che purtroppo – secondo il suo franco ma altrettanto fermo punto di vista – dilaga nel mondo globalizzato tutto uguale a se stesso.       A Zoja - scrive sempre l’Autore - non piace che tali opere che si esprimono secondo un linguaggio indifferente alle diverse culture che avrebbero dovuto generarle, siano praticamente tutte simili per pennellate, materiali, linguaggio unico globalizzato, certamente spettacolari ma povere di spunti culturali, e che siano legate all’attuale business imperante nel mondo tendente ad emarginare la vera arte figurativa, sinonimo di bellezza universale e di armonia. Ella ama trasmettere armonia e amore, non tensioni, perché il suo mondo interiore è meraviglioso, sereno, ed Ella sa vedere – come i lettori avranno modo di apprendere leggendo e osservando attentamente il testo - il bello supremo in ogni cosa, in ogni momento - benché triste o grigio – della vita.      Un volumetto interessante e fuori dal comune che mette in luce anche il variegato mondo e pensiero dell’Artista, che afferma con convinzione che tra le persone la felicità è contenuta nella reciproca attenzione, e che la cortesia, soprattutto quella di Zoja, genera solo rispetto e amore. Diremmo noi Universale!        

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