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Acquaviva: Mnemosyne e Lethe
Acquaviva: Mnemosyne e Lethe
Acquaviva: Mnemosyne e Lethe
E-book260 pagine28 minuti

Acquaviva: Mnemosyne e Lethe

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Info su questo ebook

Acquaviva - Mnemosyne e Lethe è un'ampia e mirabile silloge di poesie, divisa in otto cicli: Primi Sguardi; Infatuazioni; Amori e Altro; Intermittenze; Vertigine; Lassitudini; Distacco e Retorica; Inversi Ritorni. L'opera prende il nome dalla località marina dove l'autore soggiorna: luogo dal quale traggono ispirazione, in versatile trasparenza, alcuni tra i più efficaci componimenti poetici.

LinguaItaliano
Data di uscita30 ott 2011
ISBN9781465872906
Acquaviva: Mnemosyne e Lethe
Autore

Fernando D'Amico

Fernando D’Amico, è nato a Giuliano di Lecce, frazione di Castrignano del Capo. Avvocato, ha ricoperto funzioni di magistrato onorario ed è cultore presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università del Salento. Autore di varie pubblicazioni, è socio ordinario del Salotto Letterario "Artemisia Gentileschi”, nonchè membro dell'Eurolab of Post-modern Philosophy. Insieme a Jacques Wisman ha condotto diversi studi tematici sui testi biblici, alcuni dei quali pubblicati nella serie "From the books of the Bible", diretta da Richard J. McQueen.

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    Anteprima del libro

    Acquaviva - Fernando D'Amico

    Prefazione

    Desidero esprimere sincera gratitudine agli amici ed ai membri tutti del Salotto Letterario Parmense, Artemisia Gentileschi, per il loro solidale apprezzamento e per avermi dato l’opportunità di pubblicare questa silloge di poesie, la maggior parte delle quali scritte in età giovanile. Mi sia inoltre consentito rivolgere un particolare ringraziamento ad Alberto Sestrieri e Cinzia Alvani che hanno collaborato attivamente, fornendo il supporto tecnico necessario alla redazione grafica dell’opera.

    Primi Sguardi

    Forse, è

    per sempre

    che le ali piumate

    del vento

    fanno nitrire

    le onde del mare e

    schiudere

    in bianco candore

    il seme dell’anima.

    Tra i bagliori

    dell’imponderabile

    dove palpita il tempo,

    danza la musa

    discinta e velata

    dal peplo di ombre.

    Con passi felpati

    costeggia sentieri

    indiscreti

    sulle rive del cuore,

    ridesta col canto

    fronde appassite

    di corposa memoria.

    Coperta dall’onda,

    testa bruna

    di roccia tagliente,

    col tuo muso

    di coccodrillo

    ansimante,

    frangi nel vento

    di un sibilare remoto.

    Quando nel tuo occhio

    di giallo vetroso

    lo specchio d’acqua

    si rinnova,

    il bianco salino

    dell’estate

    è già solo ricordo.

    Attraverso le rasili

    foglie del tempo,

    decanta silente

    l’azzurro cielo

    dell’anima,

    nei distinti sentimenti

    che la quiete

    di un solco

    raduna.

    In oscure regole

    è rinchiuso

    un tormento radente

    che incide

    la memoria dei sogni,

    come un vissuto

    denso di nubi

    nel fosco brusìo

    del ricordo.

    Nell’andare e

    nel tornare

    di una mattina,

    scorre vuoto

    un dolore nevralgico,

    anche se è sabato.

    Qualche giorno fa

    è scesa la neve

    ed è quasi Natale.

    Nel sole d’estate,

    non può restare

    un fisso pensiero,

    tutto è dissolto

    in un bacio breve,

    ma intenso,

    che apre la radice

    di motivi profondi,

    per celare un istante

    che si risveglia

    negli abissi del cuore.

    Anelare

    tra i vapori dell’anima,

    due braccia tese

    di porto

    verso il mare.

    La foschia della sera

    avvolge il tramonto

    e addensa

    sul volto

    la ragnatela di ombre,

    un silenzio

    ancor più cupo

    insinua il ritorno.

    Nei tuoi occhi si specchia

    tenera vita,

    il colore dell’iride

    mi dice

    che la tua gente amò,

    un tempo,

    il verde dei boschi e

    l’azzurro cielo del mare,

    nei miei,

    se vi guardi,

    scorgerai l’amore

    per la fertile terra.

    Del senno di poi

    sono piene le fosse,

    ma le fosse

    sono

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