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Mutamenti
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E-book256 pagine2 ore

Mutamenti

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Dal 1900 al 2013.

Una storia di bambini che diventano adulti. Lo sport che praticano è come una qualsiasi attività umana.

Tutta la storia è collocata dal mondo contadino a quello industriale.
Sogni, aspirazioni, impegni, successi, delusioni e mutazioni del mondo circostante che cambiano e travolgono principi e morale.

Un susseguirsi di storie passate raccontate dai protagonisti che si confrontano con la storia vissuta dall'autore.

LinguaItaliano
Data di uscita15 lug 2013
ISBN9788898337057
Mutamenti
Autore

Enzo Pettinelli

Enzo Pettinelli at 8 years old begins to play ping-pong in the parish church of San Martino, in Senigallia. When playing double matches with his twin brother Giovanni as a partner, they are invincible. Enzo, like all children, plays football, volleyball, swims, skates. In skating he is 4th at the National Championship. When he is older he dedicates himself to ping-pong, right up to the National championship of B division. Then he feels that ping-pong can be played in a different way. He is fascinated by the musicality of the rhythm and by the beauty of the technical gesture. He leaves the agonistic activity and dedicates his time teaching this Sport. Three young lyceum students follow him: one of them, Domenico Ubaldi, will become later the President of “Tennistavolo Senigallia”, a club founded by them in 1959 and in 2010 rewarded by the CONI with the Gold Star for Sports merit. The first Italian titles arrive. For the 100th anniversary of the reunification of Italy, two youngsters of Pettinelli’s school are called to join the national team at the International exhibition in Tourin in 1961. After this event the parish priest of San Martino, Father Giuliano Grassi, covers the courtyard and creates a little gymnasium. A sales representative of sport equipment, Neri Ravini, accidentally sees the gymnasium, he gets touched by seeing so many little children around just one “rickety” table, and gives 3 bright new tables as a gift. The game, based on aesthetic beauty and on musicality, gives more incentive and new Italian titles. A sponsor, Otello Montesi, gives economic help, without asking nothing back. The results come and bring the Club at the first place in Italy. The school, already opened, opens further, and receives players from all Italy. Including players that play or have played against each other . Pettinelli will be many times the Italian National team’s coach, coach of the Republic of San Marino. Honorary Member of the Republic of Malta, for the given collaboration. Among his pupils we remember: Costantini, record of presence with the National team; Moretti, Cardinali and Ricci that will be many times at the World Championship, European Championship and at the Mediterranean Games. The work and passion of this “Great Teacher” for ping-pong, has inspired the film director Claudio Colombo that has realized a feature film, “Shot”, already winner at two festivals, dedicated to him. Among the actors we remember Enrico Beruschi, that has skilfully interpreted Enzo Pettinelli’s part. ITALIANO: Enzo Pettinelli a 8 anni inizia a giocare a ping-pong nella parrocchia di San Martino, nella città di Senigallia. Nelle partite di doppio in coppia con il fratello gemello Giovanni, sono imbattibili. Enzo, come tutti i bambini, gioca a calcio, pallavolo, nuota, pattina. Nel pattinaggio e’ 4° ai Campionati Nazionali. Quando è più grande si dedica al ping-pong, fino al Campionato Nazionale di serie B. Poi sente che il ping-pong può essere giocato in modo diverso. E’ affascinato dalla musicalità del ritmo e dalla bellezza del gesto tecnico. Abbandona l’attività agonistica e si dedica all’insegnamento di questo Sport. Lo seguono tre giovani liceali; uno di loro, Domenico Ubaldi, diventerà Presidente del “Tennistavolo Senigallia”, società da loro fondata nel 1959 e premiata dal CONI nel 2010 con la Stella d’Oro al merito sportivo . Arrivano i primi titoli italiani. In occasione del Centenario dell’Unità d’Italia, due giovani della scuola di Pettinelli vengono convocati in azzurro agli Internazionali di Torino del 1961. In seguito il parroco di San Martino, Padre Giuliano Grassi, fa coprire il cortile e crea una palestra. Un rappresentante di articoli sportivi, Neri Ravini , capita per caso nella palestra, si commuove nel vedere tanti bambini intorno a un solo tavolo “ sgangherato “, e regala 3 tavoli nuovi di zecca. Il gioco, basato sulla bellezza estetica e sulla musicalità, produce stimoli e nuovi titoli italiani. Uno sponsor, Otello Montesi, fornisce l’aiuto economico, senza chiedere nulla in cambio. Arrivano i risultati che portano la Società al primo posto in Italia. La scuola, già aperta, si apre ulteriormente, e ospita giocatori da tutta Italia. Compresi avversari che giocano o hanno gareggiato contro. Pettinelli sarà più volte tecnico della Nazionale Italiana, tecnico della Repubblica di San Marino. Membro onorario della Repubblica di Malta, per la collaborazione prestata. Tra i suoi allievi si citano: Costantini, record di presenze in azzurro; Moretti, Cardinali e Ricci parteciperanno più volte a Mondiali, Europei ed ai Giochi del Mediterraneo. Il lavoro e la passione di questo “Grande Maestro” per il ping-pong, ha ispirato il regista Claudio Colombo che ha realizzato un cortometraggio, “Shot”, vincitore già di due festival, dedicato proprio a lui. Tra gli attori ricordiamo Enrico Beruschi, che ha interpretato magistralmente la parte di Enzo Pettinelli.

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    Anteprima del libro

    Mutamenti - Enzo Pettinelli

    I

    NTRODUZIONE

    C’è una città, c’è un uomo, c’è un progetto culturale che vive attraverso uno sport. Ci sono i sogni, i ricordi, le aspettative, la coscienza dei cambiamenti che accompagnano sempre il passare del tempo e dipingono una realtà che a volte fugge dalle proprie radici.

    Se La città del ping-pong è la storia affascinante di un’avventura raccontata ai coetanei, Frammenti ne allarga l’orizzonte dai primi del secolo scorso fino ai giorni nostri. Non più, o solo, racconti di azioni vissute, quindi, ma anche sensazioni per storie tramandate e che per questo assumono i contorni sfumati della narrazione.

    La scelta di raccontare fatti ed episodi lasciando indeterminati i personaggi in carne ed ossa accentua il carattere autobiografico del libro ma al tempo stesso permette di non vivere come cronaca una storia lunga oltre settant’anni. Per chi, come me, ha vissuto molte delle situazioni descritte, è un ritrovarsi di amici, aneddoti, stati d’animo, sogni, scelte coraggiose. Per altri è guardare, attraverso gli occhi ed il cuore dell’autore, il racconto della vita di una comunità.

    Senigallia è stata al centro di una delle più belle storie sportive che si possano raccontare, quella del ping-pong, che fa diventare uno sport povero e popolare una opportunità per proporre un progetto pieno di valori e di eticità, senza rinunciare al successo agonistico. Va sicuramente ascritto all’autore il merito di non essere salito in cattedra nonostante i risultati raggiunti e di aver spiegato, con serenità ed un certo distacco, che è possibile dare segno di appartenenza ad una comunità coinvolgendone i suoi figli.

    Il lettore che si avvicina per la prima volta rimarrà colpito sicuramente dalla miscela di richiami storici, di poesia racchiusa in certi racconti, di riflessi psicologici colti nei campioni, dell’affetto con cui alcune persone hanno incoraggiato ed aiutato il tennistavolo senza chiedere nulla in cambio. Si accorgerà anche di come sia complesso ed articolato confrontarsi con il resto della nazione quando si parte da una piccola città rivieresca. Infine, che senza una forte identità non è possibile raggiungere traguardi ambiziosi.

    La vita non è una fiaba in cui tutto fila per il verso migliore. La vita è anche lacerazione dalle proprie origini quando non c’è più condivisione delle regole di fondo, dei principi di un comune vissuto. Il ping-pong senigalliese non fa eccezione e questa suo essere normale evidenzia la straordinarietà del percorso effettuato.

    La bellezza del libro di Pettinelli consiste nell’essere un libro per tutti, stratificato in piani paralleli, quasi indipendenti tra loro e legati dalla figura dell’autore. Sicuramente ognuno troverà qualcosa che penserà essere stato scritto proprio per sé. Come in una chiacchierata lungomare l’odore della salsedine stimola le confidenze tra amici, il lettore di Frammenti è avvolto da un clima amichevole che ferma il tempo e dà spazio alle emozioni. Alla fine si ha la sensazione di essere comunque un attore della storia letta anche se si appartiene ad un altro tempo e non si riconosce chi sia questo o quel personaggio che viene descritto dalle azioni e non dal nome. Poco importano i nomi, è più importante capire in che contesto il progetto culturale della scuola è nato e si è sviluppato. E Pettinelli ci è riuscito benissimo.

    Domenico Ubaldi

    Presidente Tennistavolo Senigallia

    I ^ PARTE

    POKER DI CUORI

    DURANTE LA GUERRA 1940-1944

    Mi trovo a casa. Sono solo con mia madre. È una giornata di sole. L’aria di primavera si spande. La finestra del cortile spalancata.

    Da una finestra di fronte, ad alto volume, una radio, una voce e un frastuono di voci.

    Mia madre si avvicina al davanzale e mi chiede con voce decisa di fare silenzio. Ancora un lungo frastuono. Mia madre pronuncia con voce preoccupata e con le lacrime agli occhi: Guerra! Guerra!. Poi corre verso la camera, si getta a faccia in giù, di traverso sul letto matrimoniale. E piange a dirotto. Io non capisco. Le urla, mi sembrano di festa. Il mio stato d’animo è di disagio e di incomprensione.

    Il mio ricordo passa al giorno in cui si presenta mio padre alla porta, vestito da militare e con il fucile.

    Un pranzo con tante parole e grande preoccupazione. Però mio fratello ed io eravamo attratti dal fucile appoggiato al muro della cucina. Più alto di noi. Un enorme calcio di legno marrone scuro. La canna di ferro su cui la baionetta era agganciata con la punta in giù.

    Dopo qualche tempo, ricordo che degli uomini prendevano mobili e letti e li coricavano in un carro trainato da due buoi grandi e bianchi. Sopra mia madre con mia sorella in braccio. Io e mio fratello, a piedi, a camminare dietro il carro. Andavamo in campagna, dai parenti. Durante il trasloco, ricordo che mi hanno sollevato da terra e mi hanno messo seduto in fondo al carro, sul bordo, le gambe a penzoloni. Una sensazione eccitante. Mi muovevo anche se ero fermo. La strada sotto i miei piedi scorreva leggera. La città, con il fumaiolo dell’Italcementi, si allontanava sempre più.

    Il cielo azzurro. Il sole illuminava i campi come tanti rettangoli di colori. Mi sentivo felice. Mia madre ci darà altri due gemelli, femmina e maschio. Io ero troppo piccolo per capire. Tutto il giorno a giocare con mio fratello e i cugini nei campi. Mia madre con cinque figli e con mio padre a Rodi. Uno zio in Africa. Un altro prigioniero che riuscirà a scappare. Duemila chilometri a piedi. Di notte per i campi e nascosto di giorno. Quando lo vediamo comparire dal buio, abbraccio e grande festa.

    Prima di questo periodo, quello che è forse il mio primo ricordo. Avrò avuto circa un anno, mi trovavo in braccio a mia madre. Dalla porta della cucina entra mia nonna e si avvicina. Sento delle parole di agitazione. Io mi sento soffocato, ho un dolore al petto. Poi mi trovo sospeso e leggero, in alto, a poca distanza sopra mia nonna E la vedo che mi lancia in aria e mi riprende al volo. Mia madre vicina a noi. Nei loro visi leggo una grande sofferenza. Io, come avvolto da una luce bianca, sereno, felice, le osservo. Non capisco la loro preoccupazione. Vorrei rassicurarle. Poi all’improvviso, di nuovo, il forte dolore al petto. Il respiro difficoltoso. E di nuovo mia nonna mi lancia in aria e mi riprende. Mi rimarrà un grande ricordo di mistero e serenità.

    IL DOPOGUERRA

    "Chi vince è sorridente

    Chi perde si siede aspetta impaziente"

    La seconda guerra mondiale è appena finita. Fra le macerie e la polvere, gli alleati portano cioccolato, pane, formaggini, latte in polvere e sigarette. Si vive un momento d’euforia, c’è bisogno di dimenticare e vivere. Si aprono sale da ballo e cinema. I militari, con i pesanti scarponi, percorrono le strade della città in tutte le direzioni. Sono alti, allegri e sorridenti anche con noi bambini. Portano una musica nervosa con parole incomprensibili. Sento la mancanza delle dolci note di Lili Marlen e ogni volta che l’ascolto vedo i suoi capelli d’oro.

    Poi gli alleati salgono su grandi camion e ci lasciano, cantando. Nelle vie del centro e della periferia appaiono macerie che proiettano ombre d’angoscia. Tutt’intorno si respirano abbandono, miseria e fame. Si riaprono le parrocchie della città. I giovani vi confluiscono e riempiono le sale, i cortili ed i piccoli campi da calcio. È un ritrovo importante non solo perché c’è sempre qualcosa da mangiare, ma anche perché si organizzano giochi di ogni genere. Calcio, dama, shanghai, corse con i sacchi, albero della cuccagna, caccia al tesoro e naturalmente il ping-pong che insieme al calcio è l’attività più amata. In alcune parrocchie come la mia, San Martino, non c’è uno spazio all’aperto e così il ping-pong diventa un gioco affollato e importante. Aspettiamo impazienti il nostro turno su una lunga panca. Quando giochi dimentichi tutto ed entri nella sfida per mantenere il posto. Chi perde esce, si rimette seduto e ricomincia l’attesa.

    Parrocchia S. Martino - Via F.lli Bandiera; Via Marchetti

    I TAVOLI LÌ COSTRUISCONO I FALEGNAMI

    "Veloci passan contenti

    noi cerchiamo il mistero dei loro talenti"

    I tavoli da gioco costruiti dai falegnami, si trovano dislocati un po’ in tutta la città. In ogni parrocchia ce n’è almeno uno. Quando si costruisce un nuovo tavolo è un avvenimento. Fra i ragazzi non si parla d’altro e si aspetta, giorno dopo giorno, la fine dei lavori.

    Bottega del falegname - Via F.lli Bandiera

    Durante la lavorazione, un via vai di bambini in piccoli gruppi e di ragazzi più grandi fanno visita nella bottega. Ricordo che il falegname vicino alla parrocchia di San Martino ci lasciava entrare, un po’ compiaciuto e anche molto comprensivo. Cosa rara in quei tempi per una persona adulta. Durante le visite giornaliere, immersi nella segatura che sale e scende, la sega circolare occulta le nostre voci, imbianca ogni cosa, ci lascia un profumo dolce di legno. Per dei bambini il senso dell’opera è affascinante: dal semplice legno, un tavolo da ping-pong tutto per noi. Si osserva con stupore il lavoro che cresce e non si perde l’occasione di osservare se in qualche angolo c’è un ritaglio di compensato, oramai inutilizzabile, ma buono per costruire una racchetta da ping-pong.

    Arriva il giorno tanto atteso, il tavolo verde fiammante è pronto. Siamo almeno una ventina; sotto la guida del falegname sorridente, solleviamo il tavolo come una piuma, attraversiamo con attenzione la grande porta della bottega e, cantando e vociando per le vie della città, portiamo il tavolo nel locale grande della nostra parrocchia. Anche il sostegno della retina è stato costruito, da un fabbro. Bello massiccio, che resiste bene ad ogni urto.

    Nella sala c’è già un vecchio tavolo che risale a prima della guerra. Sui bordi di fondo è riportata una striscia di legno nuova che contrasta con il resto del tavolo. Oramai appare decrepito, alla vista del nuovo.

    Era un’abitudine di noi ragazzi colpire lo spigolo del tavolo con il taglio della racchetta. Quando si perdeva un punto ricordo che più di una volta alcuni giocatori rimanevano con il manico in mano mentre il piatto volava via verso l’alto, con il divertimento di chi guardava e la delusione sconsolata di chi aveva compiuto il gesto. Questo guardava e riguardava il manico che stringeva in mano, oramai inutile, e usciva dal gioco con un finto sorriso. Poi si girava con timore verso la porta, per vedere se qualcuno dei dirigenti si fosse accorto del gesto.

    Fra i ragazzi c’è spesso violenza. Alcuni gruppi entrano nella parrocchia, creano scompiglio, poi sono scacciati o se ne vanno. Sono i giovani ai margini della società. Hanno più fame di noi, stanno diventando uomini troppo presto e non si capisce se dietro hanno una famiglia.

    Il responsabile della parrocchia riceve con sorrisi ed evviva i parrocchiani dalle buone maniere, che non fanno nulla per noi. Per comperare le palline, andiamo a raccogliere qualche residuo bellico: ferro, ottone ecc. che poi vendiamo allo stracciaro. Qualche volta ci rimane qualcosa per acquistare, dal giornalaio, le avventure di Tex, il piccolo sceriffo e Flash Gordon.

    S. Martino: oratorio

    Nel ricreatorio S. Cuore della parrocchia del Duomo si fa una scelta importante: una stanza viene attrezzata solo per il ping-pong. L’accesso, per i più giovani, è severamente vietato. L’ambiente è frequentato dai giovani studenti delle scuole superiori. Sono i figli delle famiglie bene. Ben vestiti, educati, parlano a bassa voce. Noi li guardiamo con un po’ di rancore, quando passano veloci per entrare nel loro regno. Li conosciamo tutti per nome, li osserviamo bene, soprattutto i più bravi, cercando di scrutare cosa abbiano di diverso.

    L'ACQUISTO DI UNA RACCHETTA

    Ricordo che uno di noi aveva acquistato una racchetta in un negozio di giocattoli. A noi non piaceva, ci risultava un corpo estraneo. Era bella, ricoperta con gomma e puntini verdi; il manico era avvolto in pelle marrone. Il legno non si vedeva più ed emanava un profumo strano. Per noi, che avevamo visto dal legno nascere il tavolo e dal compensato avevamo costruito con entusiasmo la nostra racchetta con un seghetto a traforo, quell’attrezzo elegante stonava. Poi da quella racchetta non usciva mai un buon suono Usarla era più difficile, soprattutto con avversari che usano racchette di legno. Noi non lo sapevamo, ma le racchette di legno non ricoperte con gomma, erano bandite dalla federazione internazionale.

    Giocare contro le racchette di legno era un po’ come giocare contro un antitop (racchetta con gomme insensibili all’effetto, prodotta in seguito, negli anni ’60).

    Intanto il CSI (Centro Sportivo Italiano) organizza tornei che partono dalle parrocchie con fasi cittadine, provinciali, regionali e nazionali.

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