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Le Avventure di Joe e Zia Martha
Le Avventure di Joe e Zia Martha
Le Avventure di Joe e Zia Martha
E-book157 pagine2 ore

Le Avventure di Joe e Zia Martha

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Le Avventure di Joe e Zia Martha
Racconti brevi
Joe e Zia Martha vivono nel profondo sud degli States, ma potete trovare una coppia come questa in ogni parte del mondo. A zia Martha piace dondolarsi sulla veranda, Joe aspetta con ansia l’apertura della caccia alle anatre. Zia Martha vorrebbe che Joe si trovasse un lavoro sicuro e facesse un buon matrimonio di interesse, ma Joe finora ha resistito bene.

Il Compleanno di Joe
— La solita torta di mele e una camicia di felpa a quadretti rossi e blu come lo scorso anno?
Zia Martha scuote la testa con aria ansiosa prima di rispondere alla sua buona vicina Felicia.
— No, questa volta faremo qualcosa di diverso, ma mi puoi portare lo stesso un cesto di mele se vuoi. Le metto nella paglia in cantina, buone per la prima occasione.
— Mmm, niente torta niente camicia, cosa regala quest’anno zia Martha al suo piccolo Joe per il compleanno? E' per domenica prossima, giusto?
— Sono davvero in ansia, Felicia. Siediti qui un momento. Joe se ne sta tutte le sere a suonare il tamburo, dice che vuole mettere su una banda musicale. Appena arriva a casa comincia a suonare quel suo dannato tamburo, senza le scarpe e con un calzino bucato, dal buco spunta l'alluce. Quando grugnisce gli porto qualcosa da bere e da mangiare.
— Oh, povera Martha, che situazione incresciosa. Quest'anno potresti regalargli una scatola di sigari e un paio di calzini nuovi.
— No Felicia, ci vuole qualcosa che gli faccia dimenticare quel suo cilindro, coperto con pelle di somaro o qualcosa del genere. Quest’anno gli regalo una puttana.
— Santo cielo Martha, non vorrai mandare il piccolo Joe da solo in una di quelle case piene di donnacce.
— Certo che no, mi credi tanto stupida e inesperta? Ne faremo venire una qui in casa la domenica pomeriggio. Lo sceriffo, che conosce tutti per via del suo lavoro, mi ha dato un numero di telefono. Stai qui che proviamo a chiamare.
— Hello, Servizio Escort, cosa posso fare per te? — risponde una voce di donna appuntita.
— Oh, siamo qui io e la mia vicina Felicia, vorremmo una brava ragazza istruita per il mio Joe.
— Quanti anni ha il vostro ragazzo, zia Martha?
— Sarebbero trentasei giusto domenica. Ci stavamo chiedendo, Felicia e io, se la ragazza non potrebbe venire dopo l'ora di pranzo e starsene con Joe fino all'ora di cena, e se non si potrebbe venire a scegliere.
— Il vostro Joe ha gusti particolari?
— Suona il tamburo, ma deve migliorare. Quanto ci verrebbe a costare la ragazza?
— Uhm, diciamo duemila dollari tutto compreso. Un prezzo speciale per Joe e zia Martha.
— Non ci sarebbe qualcosa a meno per il mio Joe?
— Volevo mandarvi una delle ragazze migliori, ma se venite a visitarci potete scegliere qualcosa a meno, diciamo sui milleottocento dollari, non abbiamo proprio niente di buono a meno.
— Non credo di poter affrontare una spesa simile.
— Potete sempre comprare un tamburo nuovo al vostro Joe, ci si sente zietta.

LinguaItaliano
Data di uscita22 ott 2011
ISBN9781465986658
Le Avventure di Joe e Zia Martha
Autore

John Gerard Sapodilla

Mi hanno detto che sapevo scrivere e io ci ho creduto.Il Cuoco del Miramare e L’uovo SbattutoIl cuoco non può sopportare zio Filippo, E’ un istinto naturale, sentimento diffuso tra i nipoti che hanno la sventura di uno zio di successo. Zio Filippo da parte sua non fa che rendere peggiore la situazione, col suo comportamento immobile da dietro il vetro tenuto dalla cornice, sarcastico fissa suo nipote. Zio Filippo è il cordone blu della famiglia, chef reclamato e blandito dai ristoranti di Parigi, Londra, New York, per l’insuperabile supremo medaglione alle erbe di Provenza in crema ai tre formaggi svizzeri.Come ogni mattina, prima di uscire al lavoro, il cuoco si mette in testa il cilindro da chef e al collo il cordone blu, si ammira tra estasiato e invidioso allo specchio, rimette a post e prende la porta. Anche lui un giorno avrebbe avuto un gilet e un orologio d’oro con catena come il fottuto Filippo.Quante volte, nel giorno di chiusura, furtivo e di soppiatto, il cuoco è andato alla cucina del Miramare a provare la ricetta del medaglione: tante volte le galline convocate all’assaggio ci hanno raspettato con le zampette per allontanarsi scotendo il capo.Tutte le creature hanno il loro segreto, la vergogna nascosta del cuoco è il guscio dell’uovo. Per fare l’uovo sbattuto è necessario frangere il guscio sull’orlo del bicchiere che accoglierà la chiara. Non si può fare altrimenti. Questa operazione causa una frattura nel sistema nervoso del cuoco, gli trema la mano.Per porre rimedio, egli a messo a punto un metodo innovativo. Aperto lo sportellino di una stia, la gallinella salta giù e si allontana disinvolta, il calcio nel sedere del cuoco la sorprende innocente, crack.

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    Anteprima del libro

    Le Avventure di Joe e Zia Martha - John Gerard Sapodilla

    Allegri Canguri

    La Bella Cangurina

    Nino e Kathe

    Datti una Mossa

    La Bella Cangurina

    Nella stagione degli amori la bella cangurina fa la pipì attorno al maschio canguro da lei scelto. E’ possibile che anche le nostre ragazze primitive usassero la stessa tattica per attirare i cavernicoli, ma gli usi di quei tempi della pietra sono andati comunque persi.

    Purtroppo la tattica della bella cangurina non è sempre vincente. Non di rado accade che una sgualdrina di cangura le rubi il maschio attirandolo con un odore più penetrante. Alla bella cangurina non resta che il suicidio. Queste sono le storie che si raccontano in giro. E se avete qualche dubbio state a sentire cosa accadde quel giorno a Mario Macaroni.

    In meno di un paio d’ore Mario sarebbe arrivato a casa, gli pareva di sentire il profumo della zuppa di fagioli, che di sicuro era pronta a accoglierlo. Lui aveva guidato il suo furgoncino attraverso i Flinders Rangers, senza incrociare un’anima, ma ora un’ombra si agitava sull’erba al lato della strada. Dalla figura e da come si dondolava alla luce dei fari, Mario comprese che si trattava di un canguro femmina. Doveva stare molto attento. Non passa un secondo che la cangura smette di dondolarsi e comincia a saltellare. Stai attento, Mario, è un trucco per distrarti e non farti capire le sue intenzioni, tieniti al centro della strada. Quando una cangura ha visto arrivare i tuoi fari , e si mette a saltellare sul lato della strada, devi sapere cosa fare. Mario è un vero uomo della boscaglia australiana e sa tutto sulle cangure ai lati della strada. Questi inaffidabili animali si mettevano a saltellare indifferenti, fino a quando non gli arrivavi a pochi metri, a questo punto si suicidavano, scartando all’improvviso di fronte al veicolo, in modo che l’urto fosse inevitabile. Mario non faceva mistero della sua avversione ai canguri, i canguri non gli piacevano, sono creature ingrate, pronte a ripagare la gentilezza con una violenza improvvisa. Insomma lui andava d’accordo con dingo e emu, koala e wombat, ma mai a quanto pare con i canguri.

    Mario Macaroni era un tipo astuto. Adesso accelera con se avesse intenzione di sorpassare la cangura e poi frena proprio quando lei salta di fronte al veicolo. L’animale, privato della sua scena tragica, saltella via verso una recinzione e cerca di saltare la rete di filo di ferro.

    Dovete sapere che i canguri hanno sempre una estrema fiducia sul fatto di poter superare qualsiasi cosa con un salto, così il nostro canguro prende decisamente velocità ed esegue un gran salto, che nelle intenzioni avrebbe superato anche una casa di due piani. Il salto non riesce. Le sue zampe posteriori prendono l’ultimo filo in alto della rete e la cangura ricade con la faccia in giù. Nella caduta i piedi delle zampe posteriori rimangono intrappolati tra due fili della rete, il che significa che rimane completamente prigioniera, sospesa con la faccia a terra.

    Mario esce dal furgoncino e si rende conto della situazione. C’è un grosso animale con un odore del diavolo che, impigliata nella rete, lo guarda con un’aria da pecorella. Poiché a lui non pare probabile che gli riesca di sollevare l’animale, l’unica soluzione è usare un paio di cesoie sul filo in alto. Dopo il taglio della rete le zampe posteriori e la coda della cangura scivolano a terra. Ma invece di rimettersi in piedi e saltellare via allegramente, la strana creatura se ne rimane giù annusando e brontolando. Cosa non andava? Mario gentilmente dà qualche colpetto sulle costole dell’animale. All’improvviso la cangura salta in piedi e gli si aggrappa con le corte zampe anteriori attorno al collo. Ora questo può sembrare a un osservatore occasionale un gesto d’affetto, ma lui sapeva che lei si stava preparando a sollevare una delle zampe posteriori e a squarciargli lo stomaco. Lui aveva visto cose del genere capitare ai cani da caccia, che avevano messo un grande canguro rosso con la schiena contro un albero.

    Che poteva fare? Mario grida, cerca di liberarsi, ma senza alcun risultato. Allora in un momento di vero genio getta le braccia intorno al collo della cangura e si avvolge con le gambe attorno al suo corpo. La cangura grugnisce e fa un debole tentativo di portare le sue zampe posteriori in posizione da spingerlor svincolarsi dall’abbraccio, ma con poche speranze.

    Che situazione ridicola, un uomo dall’aria rispettabile, piuttosto rotondo, con le braccia e le gambe avvolte a una cangura dall’odore disgustoso. Proprio mentre lui stava pensando alla prossima mossa da fare, la cangura decide di averne abbastanza e che Mario non è il suo tipo. Così lei comincia a saltellare per il prato aperto, insieme a Mario appeso.

    Dopo quello che sembra un tempo infinito, la cangura all’improvviso si ferma e Mario si ritrova a sporgere su un burrone alto dieci metri. L’animale si era fermato, perché non poteva andare avanti, a meno che evidentemente non decidesse di gettarsi nel vuoto. Ma le cangure non trovano dignitoso questo tipo di suicidio, loro vogliono finire contro un’auto.

    Mentre lei sta considerando le alternative, Mario ha già deciso che dieci metri sono un salto troppo alto per lasciarsi andare in quel punto. Tuttavia egli nota che, pochi metri più a destra c’è un fitto cespuglio di lantana, Se riesce a convincerla a muoversi sul ciglio, potrebbe riuscire a lasciarsi cadere sulla pianta.

    Adesso come riuscire a far muovere una cangura, mentre sei aggrappato stretto alla sua pancia e ti dondoli sull’orlo di un precipizio? Non ci sono precedenti e così bisogna improvvisare: morde l’orecchio sinistro della cangura, quello che si trova prova vicino alla sua bocca. Con un grugnito di dolore la cangura apre le zampe, fa un saltello nell’aria e muove miracolosamente verso destra. Mario scioglie braccia e gambe da attorno alla femmina, si dà una spinta e cade nella lantana.

    Dieci minuti dopo emerge dal cespuglio con qualche graffio, per vedere la cangura, da lui salvata da una sorte miserabile, impassibile ritta sulle zampe sull’orlo del burrone, che gli gira le spalle e saltella via. Mario risale, rientra nel suo furgoncino, mette in moto e senza guardarsi indietro si allontana il più rapidamente possibile.

    A casa sua moglie gli gira intorno.

    —Sei piuttosto in ritardo, Mario, e hai uno strano odore di femmina addosso.

    — Non ci crederai, me ne sono stato abbracciato a una grossa femmina di canguro.

    — Non vorresti fare un bagno?

    — Sicuro.

    — E questi graffi che hai dappertutto, Mario? Sempre la tua cangura?

    — Mi sono salvato per un miracolo incredibile. Ho fatto un salto in un burrone e mi ha fermato un cespuglio di lantana.

    — Bene, Mario. Credo che me ne starò per qualche tempo via da mia madre. Ti puoi fare una zuppa di fagioli.

    Nino e Kathe

    by Kathe Ardizzone e Sapodilla

    Quando Nino mi aveva pregato di dare del Voi a sua mamma, in segno di rispetto, avevo serrato le labbra per evitare di ridere, ma poi non mi era riuscito di resistere:

    — Quante mamme hai, Nino? Non tenermi in ansia.

    Se ne era rimasto ingrugnito tutto il giorno, quella volta.

    Mia suocera, dopo tanti anni, è ancora contrariata dal fatto che qui, a Boom Boom Bah, si parla inglese. Se vuoi parlare con lei, se vuoi che lei entri nel tuo negozio a comprare qualcosa, devi imparare il dialetto calabrese. Anche O’Hara, il policeman della sua strada, ha dovuto piegarsi; per spiegarle che lei non poteva attraversare col rosso, anche se era cugina del sindaco al paese. O’ Hara voleva anche che lei smettesse di chiamarlo Luiggi, specialmente quando ci sono altre persone, ma se ne è dovuto fare una ragione.

    Vi ho detto tutto questo per evitare ogni equivoco, infatti mi riferivo solo a lei, non a tutti i parenti, quando stamattina l’ho chiamata al telefono:

    — Mamma Concettina, dovete venire qui da noi domenica mattina, voglio fare una sorpresa a Nino.

    Non ha perso tempo a dirmi di sì, chiaro che sarebbe venuta. Piuttosto c’è voluta un’ora per convincerla che Nino non soffriva di mal di stomaco e i suoi nipotini non piangevano per tornare in Calabria con nonna.

    Domenica mattina. La tragedia.

    — Nino, ti ho fatto un bel piatto di spaghetti con le polpettine al sugo, come le mangiavi a casa tua.

    Tra un sorriso di compatimento e lo scuotere della sua testona, Nino si mangia tutto il piatto:

    — Non sono male, ma non sono come li faceva mia madre.

    Faccio fatica a non prendere il coltello:

    — Strano, perché li ha fatti proprio la tua mamma.

    Nino guarda verso la cucina e abbassa la voce:

    — Che ci vuoi fare, questa volta non sono venuti al dente, sarà per via dell’acqua che in questa casa è diversa dalla sua. E poi ci voleva più aglio nelle polpette.

    Ora potete immaginare una valanga che travolgente precipita a valle, un torrente di lacrime che nessuna forza umana riesce a contrastare? Questa è la furia che appare dalla cucina, nero demone a maledire suo figlio Nino:

    — Questa femmina ti ha rovinato, te la volesti prendere contro la mia volontà. Il sangue mio, il sangue del mio sangue non mi riconosce.

    Il nipotino piccolo le corre dietro, le tira la veste:

    — Nonna, nonna, perché piangi, perché te ne vai?

    La nonna lo stringe disperata:

    — Povera creatura mia, in questa casa infame dovevi nascere. Ma ci sta nonna tua che ti protegge.

    Datti una Mossa

    Stamattina mi sono svegliata proprio di buon umore, specialmente dopo aver sentito i miei adorabili vicini gridare come pazzi.

    Va bene, vicini, io capisco che lei si è divertita con un altro, più di una volta, e che lei è una zoccola, una puttana, una fottuta piccola bastarda, una prostituta; ma ragazzi è Domenica, sono le sette di mattina e io voglio dormire. Deve essere dura gridare a quel modo per due ore di seguito. Respira ragazzo.

    A parte questo, sono proprio sicura di aver sentito una sedia, o qualcosa di quella dimensione, che si rompeva da qualche parte nel loro appartamento. Mi va di rimanere viva almeno per una altro poco.

    Ma io credo che lui non la può perdonare, uhm? Come dico sempre: quando in una relazione c’è stato un tradimento, la fiducia necessaria nella relazione se ne è andata e non potrà mai tornare del tutto.

    Mi sento una diavoletta. E allora stasera gli vado a bussare alla porta e gli dico Compare, dacci una taglio alla vostra relazione adesso, perché con buona probabilità se ti ha tradito è sulla strada di farlo di nuovo un giorno o l’altro. Allora datti una mossa e impara da quello che è successo.

    Uova Fritte

    L’Uomo col Cappello Largo

    Il cameriere non se la sente di buttarlo fuori, l’uomo ha la barba di due o tre giorni, non ha il soprabito, il bavero della giacca è rialzato, fuori gela, il cappello è nuovo ma gli sta largo, come se il vento lo avesse portato via a una testa più larga. Non è la prima volta che un cliente di questo tipo viene buttato fuori, ma l’uomo ha l’aria di chiedere un pasto caldo come ultimo desiderio prima di buttarsi dal ponte.

    — Si accomodi prego. – Il cameriere lo conduce dietro alla colonna, accanto alla porta, al tavolo piccolo per due, male illuminato.

    L’uomo si siede, mette il cappello sul tavolo, non chiede il menù.

    — Le porto

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