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Furia
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E-book72 pagine58 minuti

Furia

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Info su questo ebook

Quando gli zombie arrivarono, John e sua moglia Sally affrontarono una sfida che non avevano mai potuto immaginare quando la loro bambina si trasformò.

Qualche mese dopo i due trovano rifugio, ma per uno slancio di gentilezza John viene morso da un suo compagno infetto, ed ora è prigioniero nella stessa base dove aveva trovato rifugio con sua moglie.

Ma lui è immune, uno su milioni, ed i rifugiati lo vogliono morto.

Scappa.

Catturato da uno scienziato pazzo, viene geneticamente modificato con sangue di zombie, diventando qualcosa di primordiale più che di inumano... FURIA.

Un freddo calcolatore lunatico... un mostro con un solo obiettivo: ritrovare sua moglie.

LinguaItaliano
Data di uscita1 gen 2017
ISBN9781507166949
Furia

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    Anteprima del libro

    Furia - Lee Pletzers

    NOTA: Questa storia è stata scritta tweet per tweet dal 28 ottobre al 10 febbraio. Doveva essere una flash-fiction scritta solo per il Twitterverse. Non vi era niente di preparato e sebbene non avessi intenzione di scrivere una storia sugli zombie, diciamo che sono come apparsi sulla scena da soli. I personaggi sono stati una sfida notevole, quindi ho tenuto gli zombie, ho aggiunto la perdita, il dolore, uno scenziato pazzo con un animaletto non morto ed un personaggio controllato dalla... collera. Un'emozione così potente da sottometterlo completamente.

    Un ringraziamento speciale a Doree Anne di ZOMBIESEATPEOPLE.NET per le sue competenze editoriali. Ringrazio anche Aline S. Iniestra per i suoi numerosi commenti ai tweet.

    Scopri di più su Lee Pletzers su

    http://horwtr.wixsite.com/website  

    Twitter ID: @threeand10

    Fu improvviso. L'inferno si riempì, ed i morti si riversarono nelle strade. I tombini esplosero, le entrate delle metropolitane crollarono sotto il loro peso, gli antifurto strillarono ed echeggiarono in ogni dove. Il settanta percento del mondo morì in quella notte.

    Sally ed io la scampammo, ma a volte vorrei che non fosse così. Skyler non ce la fece. Aveva solo tre anni. Prima pensavo di essere un ragazzo gentile e di buon cuore, ero solo un qualsiasi bonaccione che lavorava coi computer, capace di beccarsi facilmente un pugno e non altrettanto di sferrarne uno, ma da quella notte di tre mesi fa... nel mio cuore è rimasta solo la collera. Mi è servita parecchio, alle volte. Ho spaccato teste armato soltanto dei vecchi, logori guanti da operaio di mio padre.

    Passò un mese prima che ce ne andassimo di casa. A volte, come in questa fredda notte di pioggia, mi chiedo se sia stata la scelta giusta, ma giusta o sbagliata che sia ormai non ha alcuna importanza. Dobbiamo concentrarci sul presente. <>

    Era buio pesto, ma Sally aveva una vista migliore della mia. Mi ci volle qualche istante per vedere quella sagoma scura nella notte. Aveva la forma di uno di quei grossi casolari tipici del sud degli States, gli stessi che si vedevano nei film in bianco e nero. Ci avvicinammo cautamente, attenti a non fare il minimo rumore.

    Era una notte silenziosa, non si udiva né il gracidare delle rane, né il ronzare degli insetti. Misi una mano sulla spalla di Sally, che si fermò. Qualcosa che non andava. Un rametto si spezzò. Ci accucciammo con le spalle contro l'albero, facendo del nostro meglio per nasconderci. Avevamo entrambi un'arma, ma eravamo a corto di munizioni, quindi presi i guanti e li infilai ignorando il dolore alla mano ferita. Sally mi guardò preoccupata, come ogni volta. Non avrei affrontato i non morti con un guanto solo.

    Sentii strascicare dal terreno umido del bosco alle nostre spalle. Si avvicinava scandito dal trepidante battito del mio cuore. Buttai giù il nodo che mi stringeva la gola, e Sally mi strinse la mano. Era pronta con la sua calibro 38. Le feci cenno con la mano: soltanto uno. Si doveva essere allontanato dal gruppo. Era uno di troppo. Girava tutto attorno al numero, se erano in gruppo, com'erano soliti fare, continuavano ad avanzare ancora ed ancora, finché non vincevano. Ma non oggi. Non questa volta. Quel bastardo non si sarebbe rialzato mai più.

    Le Feci un cenno col capo. C'era quasi. Scattai in piedi con l'adrenalina che mi correva nelle vene, saltai da dietro l'albero con la guardia alzata e mi trovai faccia a faccia con una Glock.

    Disorientato, abbassai i pugni. Non avevamo visto nessuna persona viva, normale e che respirava da settimane, a parte quei folli teste di cazzo nel furgone 4x4.

    Un dolore improvviso ed acuto mi esplose alla base del capo e caddi a terra. Un altro uomo comparve stringendo in mano un manganello da poliziotto, sghignazzando mentre mi si offuscava la vista. Non erano brave persone. Sperai che non avessero trovato Sally, poi il buio mi inghiottì.

    Mi svegliai in una stanza scura con un forte mal di testa. Ero sdraiato su un duro, freddo pavimento di legno. Rotolai sulla pancia con un gemito di dolore per poi sollevarmi sulle mani e le ginocchia. Una voce imitò il mio verso nell'oscurità. Profonda, amara, e che non celò rabbia. Non era Sally. Mi alzai in piedi subito e combattendo le vertigini cercai di abituarmi alle tenebre. Non ci stavo riuscendo. Sentivo un rauco respiro alla mia sinistra. Non volevo fare un singolo passo in quel buio.

    Uno strascicare di piedi e catene si avvicinò, ma non mossi un dito. Poi le catene si fermarono e venni investito da un tanfo orribile. A qualche centimetro di distanza riuscii a scorgere la vaga sagoma di un teschio deformato. Scure sfumature di grigio danzavano e si contorcevano dagli zigomi e dal mento. Anche in quell'oscurità sapevo che era... pelle, talmente putrida che si stava staccando dalle ossa.

    Lo spavento

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