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Un dono del Cielo
Un dono del Cielo
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E-book65 pagine49 minuti

Un dono del Cielo

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Info su questo ebook

Dopo che le è stato diagnosticato un tumore altamente aggressivo, Christiane Auge comincia a guardare in se stessa e a occuparsi di aspetti della sua vita che fino a quel momento non ha avuto il coraggio di affrontare. Si troverà in situazioni che richiedono determinazione e coraggio, e con l’aiuto della sua insegnante spirituale e terapeuta imparerà a conoscersi e ad avviarsi verso la guarigione. E’ un viaggio interiore descritto lucidamente e con sincerità, in tutte le sue crisi e ricadute, e di pagina in pagina si viene accompagnati verso una visione ampia e profonda degli eventi della vita, anche dei più traumatici. Il pregio del racconto di Christiane sta proprio nella semplicità con cui affronta un tema fondamentale: il nostro rapporto con l’esistenza su questa terra, il nostro ruolo nel renderla veramente degna di essere vissuta.
LinguaItaliano
Data di uscita21 mar 2015
ISBN9786050366884
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    Un dono del Cielo - Christiane Auge

    raccolto

    Un dono del Cielo

    Il mio cammino verso la guarigione

    Christiane Auge

    Un dono del Cielo

    Il mio cammino verso la guarigione

    Titolo originale Ein Geschenk des Himmels

    Traduzione di Giuliana Giuliani

    Questo libro è il mio ringraziamento

    per l’amore e l’aiuto che ho ricevuto.

    Il primo passo

    Se vuoi giungere alla porta della vita

    devi metterti in cammino, cercare una via

    che non è segnata nelle carte

    e non è descritta nei libri.

    I piedi batteranno contro le pietre,

    il sole brucerà

    e ti farà sentire la sete,

    le gambe si faranno pesanti,

    il carico degli anni ti piegherà.

    Ma a un certo punto comincerai

    ad amare quel cammino

    perché riconoscerai che è il tuo.

    Inciamperai e cadrai

    ma avrai la forza di rialzarti.

    Prenderai vie traverse, sbaglierai strada,

    ma ti avvicinerai alla meta.

    L’essenziale è osare il primo passo,

    perché lì, all’inizio,

    attraversi la soglia ed entri nella vita.

    Wolfgang Poeplau

    Capitolo 1

    L’antefatto

    Possono capitare, nella vita, lunghi periodi in cui ci si sente intrappolati in un vicolo cieco. E’ una situazione interiore che tante persone conoscono, quindi non serve che io spieghi nei particolari come ero arrivata alla sensazione di essere estranea alla mia stessa vita, e di non avere le forze per cambiarla. Allora abitavo a Leer, una cittadina che si trova cento chilometri a ovest di Brema, insegnavo in una scuola elementare e allevavo mio figlio Benjamin. Giorno dopo giorno, anno dopo anno, mi sforzavo di essere una buona madre e una brava insegnante, ma diventavo sempre più debole nel fisico e nella psiche. Durante le vacanze estive mi chiedevo dove avrei trovato le energie per tornare al lavoro, anche perché le continue emicranie mi sfinivano. Trascorrevo molti pomeriggi sdraiata sul divano senza riuscire a occuparmi della casa ma non mi decidevo a cercare un aiuto perché volevo dare l’impressione che fosse tutto a posto. In realtà la mia vita ristagnava. Gli amici mi consigliavano di aver cura di me stessa, però non volevo riconoscere che da tempo ero malata nel corpo, nell’anima e nello spirito. A volte pensavo anzi che una malattia vera e propria, riconosciuta e identificabile, mi avrebbe portato sollievo; Se venissi ricoverata in ospedale per una settimana, mi dicevo, poi nessuno penserebbe che devo mandare avanti tutto bene.

    La nostra insegnante Mao* una volta aveva detto: Pensate bene a quel che chiedete nelle vostre preghiere, perché potrebbero venire esaudite!

    E io, ci avevo pensato bene? Chissà, certo è che quel mio desiderio fu esaudito ben presto. Un giorno di settembre mi accorsi che avevo un nodulo nel seno destro e capii subito che non era una delle solite cisti

    innocue. La ginecologa mi disse che era meglio fare un prelievo istologico per accertarsi che non fosse niente di serio; sapevo che non è il caso di andare a punzecchiare un tumore perché si rischia di diffondere le cellule maligne, ma accettai il suo consiglio perché fui presa alla sprovvista, e forse perché avevo fretta di sapere di che si trattava. C’è anche da dire che allora non osavo discutere con i medici, e poi cercai di convincermi che non avevo niente da temere, anche se passai quel fine settimana nell’ansia.

    La biopsia non diede un risultato chiaro, per sapere con sicurezza di che cosa si trattava bisognava operare; mi feci togliere il nodulo nella clinica di Aurich, una cittadina a trenta chilometri da Leer, e aspettai per tre giorni il risultato dell’esame istologico. Ero abbastanza serena perché l’intervento era stato semplice, in ambulatorio, la cicatrice mi dava poco fastidio e potevo stare una settimana a casa dal lavoro. Così cominciò la storia della mia malattia, e della singolare guarigione.

    *Mao Brøndlund, insegnante e terapeuta danese. Vedi anche Ascoltando Mao di Giuliana Giuliani, edizioni Fermenti, Roma.

    Capitolo 2

    Vai per la tua strada

    Tre giorni dopo l’operazione tornai all’ospedale di Aurich per ritirare il risultato dell’esame istologico. Andrà tutto bene, continuavo a ripetermi.

    Avevo chiesto a mia sorella Gertrud di accompagnarmi ma nella studio del medico entrai da sola, e da quel momento mi sembrò di essere scivolata nella scena di un film: il medico mi spiegò

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