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Domani è un altro giorno
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E-book101 pagine1 ora

Domani è un altro giorno

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Info su questo ebook

Questo è il racconto di un'avventura. L'avventura di una donna guarita dalla leucemia. Un'avventura che l'ha arricchita così tanto da permetterle di "regalare" un po' della sua forza a tutti quelli che non ne hanno abbastanza. L'autrice ha raccontato la sua storia trasmettendo emozioni così intense e così vere che fanno "sentire" quanta forza può esserci nella voglia di vivere.
Domani è un altro giorno, può essere tradotto in - non perdere mai la speranza - ed è diventato negli anni, un vademecum della sopravvivenza emotiva sia per chi si trova in un percorso di malattia, sia per i caregivers o chi ha solo bisogno di ridefinire la propria scala di valori.
Questa storia è un incantevole dramma da leggere tutta d'un fiato.
 
LinguaItaliano
Data di uscita15 dic 2016
ISBN9788890321207
Domani è un altro giorno

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    Domani è un altro giorno - Maria Grazia Saberogi

    Maria Grazia Saberogi

    Domani è un altro giorno

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    www.facebook.com/saberogi

    PROPRIETA' LETTERARIA RISERVATA

    Maria Grazia Saberogi © 2009

    Edizione digitale 2016

    UUID:

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    indice dei contenuti

    Prefazione

    Dedica

    Nessun dolore

    Il vuoto

    Facciamo come se...

    Fatemi tutto per tornare a vivere

    Mi alleo con la chemio

    Il tempo di ascoltare il corpo

    Doveva pur esserci una ragione

    La speranza di vita chiusa in un sacchetto

    Ritrovarsi

    Quei dieci passi di stanza

    In quale gruppo voglio stare

    Ora ho paura

    Tutto è nuovo

    Le proiezioni stanno diventando realtà

    Adesso

    Vi presento Sienail

    Ringraziamenti

    Prefazione

    Questo racconto è un pezzo della mia vita, un tratto acuto della durata di poco più di sei mesi, ma che mi appare lunghissimo, intenso e pregno di fatti, di emozioni e di paure.

    Avevo 37 anni, un marito e due figli di 9 e 5 anni, quando mi diagnosticarono la mia cara leucemia mieloide acuta, quella che tutti chiamano fulminante. Vivevo la mia vita di mamma e di moglie tra le problematiche comuni di queste tante situazioni, dove il tempo da dedicare a sé si rivela poco o forse, neanche si cerca più. Non mi cercavo più neanche riflessa su uno specchio.

    Poi la vita mi ha preso tra le sue braccia ineluttabili e mi ha scosso forte e profondamente, la vita... che mi ha costretta a guardare dritto in faccia il suo contrario, dove c'è il buio, dove le separazioni diventano definitive, dove quel che hai fatto hai fatto ed un'altra possibilità non ci sarà. Mi ha portato all'improvviso sull'orlo del baratro, tenendomi giù la testa in modo che avessi il tempo di guardare quel nero, quella profondità, quel vuoto. Avevo gli occhi sbarrati, terrorizzati... ohhh che dolore, che angoscia, che senso d'incompiuto si prova avvicinandosi a quella linea della fine, ho pensato di aver fatto troppo poco, di aver detto nulla o quasi, di non aver visto le meraviglie della terra. Ho sentito che avevo due mani che non avevano mai creato e plasmato materia, due braccia che troppo poco avevano avvolto e dato calore e ho sentito che stava concludendosi un modo di essere inconsapevole e lontano dalla mia essenza. Niente sarebbe stato come prima. Era come se un tornado stesse passando in me e stesse spazzando via schemi mentali, pregiudizi, abitudini, convinzioni radicate e un'intera visione della vita.

    Tutto era andato in pezzi e tutto era da ricostruire e ricucire, i frammenti li sentivo tutti nel mio mondo, potevo decidere cosa tenere e cosa lasciare e ho iniziato un viaggio in luoghi sconosciuti dove mi orientavo solo con la bussola del benessere. Quanta forza, quanto impegno e determinazione per difendere il mio corpo e tenermi questa vita. Non mi sono arresa, la volontà di riprendermi la mia esistenza ha avuto la meglio su tutto.

    Sono uscita dal tunnel nero dove la malattia mi ha condotto, ne sono uscita nuova e rafforzata, ma soprattutto desiderosa di condividere e trasmettere ad altri questa straordinaria energia di rinnovamento e di passione per la vita.

    Ci sono voluti molti anni per rimarginare le ferite che la malattia ha fatto non solo nel corpo, ma anche nell'anima...poi ho potuto scrivere, facendo un viaggio a ritroso nelle emozioni che ho ritrovato ancora intatte come tutti i ricordi di quei giorni. Durante il ricovero, finché ho potuto, ho scritto qualche riflessione, ma poi gli effetti delle cure hanno preso il sopravvento ed il lavoro lo ha poi fatto solo la mente.

    Durante il mio ricovero nel reparto di Ematologia del policlinico di Siena ho conosciuto e stretto amicizia con persone straordinarie, facenti parte di una equipe che mi ha supportato e guidato nelle cure mediche e nella cura dell'anima. Mi hanno fatto sentire a casa, protetta e sicura, tanto da permettermi di impiegare tutte le mie energie sul mio apparato riparatore.

    In situazioni così gravi in cui spesso é a rischio la vita e la degenza ospedaliera é lunga e forzatamente in solitudine, gli aspetti psicologici che un malato deve affrontare sono quelli che spesso si tende a mettere in secondo piano. Fondamentale é dunque fornirgli un sostegno morale mettendogli a disposizione elementi che lo aiutino a non perdere la speranza del domani.

    Mi auguro che questa mia testimonianza possa servire ai malati per imparare a trovare la forza, ai medici ed infermieri per capire meglio i pazienti, a tutti gli uomini e le donne per guardarsi dentro più profondamente. Vorrei che le persone non si vergognassero più della loro malattia e che un giorno, neanche troppo lontano, tutti potessero raccontarla ad altri trasferendo loro la propria esperienza.

    Queste pagine sono fatte di pensieri maturati in quel lungo viaggio dell'anima, ora leggibile da un punto di vista totalmente nuovo. É un libro asciutto nel linguaggio, senza una parola di più, nė una di meno, una sorta di vademecum della sopravvivenza emotiva di un malato. 

    Maria Grazia Saberogi

    Dedica

    Alla mia mamma Teresa, 

    che non ha avuto una seconda possibilità.

    Nessun dolore

    cap. 1

    Girare un risotto è un gesto quotidiano che migliaia di persone compiono ogni giorno, ma ci sono dei momenti che si stampano nella nostra mente così nitidi da rendere anche quel singolo gesto impresso a fuoco dentro di noi.

    Gesti che leghiamo ad eventi o situazioni particolari che hanno poi cambiato la nostra vita.

    Amo molto cucinare ed il risotto è uno dei piatti preferiti dalla mia famiglia, provo sempre un certo fastidio, quando il telefono squilla e devo allontanarmi dai fornelli specie negli ultimi momenti di cottura che sono così delicati.

    La cena è pronta, quando, ecco il trillo.

    Non voglio far rispondere Francesco, mio marito, che è qui vicino a me e racconta della sua settimana al lavoro; amo sempre così tanto ascoltare i suoi racconti che non voglio che si deconcentri e perda il filo. Lui è con la famiglia durante il fine settimana, perché la sua sede di lavoro non è vicino a casa. 

    Rimango sorpresa quando sento che a chiamarmi è il nostro medico di famiglia, il dott. Marini: Signora l’ho cercata tutto il pomeriggio, finalmente la trovo. Mi ha chiamato il laboratorio d’analisi dell’ospedale, dicono che vanno ritirati i risultati al più presto, che qualcosa non va. Mi dispiace, io avevo l’ambulatorio aperto e non sono potuto andare. Così domattina ci vada subito, poi mi chiami, anche se è sabato la raggiungo.

    Buio nella testa. Strana procedura questa di chiamare a casa! Tutte quelle ore di buco dove sono stata cercata e non trovata... cosa voleva dire? È vero la mattina sono andata a fare un prelievo di sangue, ma chi immaginava che sarei stata chiamata poi; non ci ho proprio più pensato. Evidentemente il medico non aveva i nostri numeri di cellulare per rintracciare me o almeno Fra.

    Non mi sentivo troppo in forma quel pomeriggio, ma avevo deciso di portare ugualmente i bambini alle giostre. La cosa accadeva molto raramente, non la trovo entusiasmante, ma loro sono ancora piccoli e meritano di divertirsi. Giorgio ha nove anni, ed è un bambino che vive di grandi passioni che crescono

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