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Astro del ciel
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E-book192 pagine2 ore

Astro del ciel

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INDAGINE STORICO-CULTURALE SUL RAPPORTO TRA ANTICHE CREDENZE E CULTURA MODERNA. IL PRESENTE SAGGIO ANALIZZA CON PUNTUALITA' E RIGORE STORICO, ANCHE IL FENOMENO DELLA TRASMIGRAZIONE DI TANTI MITI PAGANI NELLA RELIGIONE CRISTIANA DEI PRIMI SECOLI, COMPRESO L'ANTICHISSIMO RITO DEL SOLSTIZIO D'INVERNO, TRASFORMATO NELLA SOLENNITA' CRISTIANA DEL NATALE.
LinguaItaliano
EditoreGibo Mitis
Data di uscita16 nov 2014
ISBN9786050336634
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    Anteprima del libro

    Astro del ciel - Gibo Mitis

    GIULIANO

    PREMESSA

    La condanna di Cristo fu indubbiamente un atto iniquo, indipendentemente dal fatto che appartenesse alle divinità o che fosse un umano predicatore. Tuttavia l’aspetto più incredibile di quella tragedia, è che proprio coloro che si ritengono i massimi seguaci del loro Salvatore cioè i cattolici, sono i primi a crocifiggerlo costantemente, nel corso delle loro esistenze terrene.

    Cristo venne torturato ed ucciso, non da questa o quella società, ma dalla eterna ottusità di chi sente di avere un particolare merito, svolgendo la parte del cieco fedele; l’episodio ricordato non è limitato nel tempo, ma si ripete ogniqualvolta viene accusato un qualsiasi personaggio, solo per le sue idee. Se si riesce a comprendere questo concetto, risulta chiaro che un identico significato della crocifissione, è anche quello attuato dalle torpide menti dei vicari di Cristo, quando hanno combattuto ogni apertura mentale, con feroci repressioni durate secoli. Ancora oggi tentano di evitare la stampa o la lettura di testi oggettivamente storici, ma in contrasto con le tante falsificazioni costruite nei secoli, dal cristianesimo e dalla Santa Sede in particolare. E’ per tale motivo che Cristo viene costantemente torturato ed ucciso, proprio da coloro che dicono di rappresentarlo in Terra e dai loro seguaci. I papi del cattolicesimo hanno cresciuto un tipo di fedeli che si affidano più volentieri ad una pessima copia, piuttosto che all’Originale.

    Cristo in moltissimi casi è come se si fosse presentato in veste di fustigatore per combattere anche l’operato della Santa Sede, onde richiamare le sue principali guide, ai compiti che si erano preposti di seguire. Un identico atteggiamento di quando Gesù in vita, accusava gli ipocriti traditori del suo ebraismo. Persino qualche cattolico ha ricevuto la forza o la grazia divina, per censurare gli atteggiamenti dei papi, che regolarmente si sono allontanati sempre più dai principi cristiani. La fine che fecero questi contestatori, ritenuti eretici od inviati del demonio è ampiamente documentata.

    Una funzione più o meno equivalente a quella di un futuro pontefice, al tempo di Cristo la rivestiva Caifa, il massimo sacerdote giudeo che rappresentava la voce di Dio per i suoi fedeli, quindi anche le sue indicazioni andavano rispettate senza la minima critica. Per Caifa Cristo era un bestemmiatore da uccidere senza attenuanti. Il popolo dei suoi ciechi seguaci, ipnotizzato dalla fede urlava crucifige! Crucifige!

    Con la medesima presunzione degli antichi giudei, persino S. Francesco sarebbe stato il primo a pretendere la condanna di Gesù, atto che ha più volte dimostrato di condividere, analizzando la sua biografia, privata delle tante agiografie.

    Nel Cantico del sole o delle Creature esprime amore e spiritualità per ogni animale o cosa, compresa sorella morte, ma non per coloro che il suo papa considerava nemici. La prima caratteristica dello stesso San Francesco cattolico non era l’umiltà, perché nel più profondo intimo, lo comandava una forma di ipotetica superiorità; si riteneva appagato e degno di eterni riconoscimenti, adeguandosi ciecamente al volere di colui che considerava il VICARIO di Cristo. A parte il raggiungimento dei suoi desideri, per i quali fu pronto a condizionare il pontefice. Per molto altro ha sempre evitato accuratamente di giudicare l’agire del suo papa, alla luce di una coscienza caritatevole o spirituale, ed è stata proprio la sua chiusa obbedienza a costui, che ne ha fatto uno dei principali santi.

    Francesco d’Assisi nacque nel 1182 e morì nel 1226; Innocenzo III era nato nel 1160 e cessò di esistere nel 1216; pochi decenni di differenza tra il poverello ed il suo papa.

    Pur di vedere approvato il suo ordine, S. Francesco ebbe vari colloqui con Innocenzo III, venendo anche beffeggiato da costui, senza mai rinunciare alla sua idea; più di altri sapeva perfettamente che tipo fosse quel pontefice.

    Quando lo stesso papa, nel 1202 indisse la IV crociata contro gli infedeli di Gerusalemme, S. Francesco la seguì per combattere, tentò persino di convertire il sultano alla sua religione ritenendola la migliore, senza minimamente concepire che le stesse crociate, erano azioni perfettamente opposte agli insegnamenti cristiani. Era questo un ulteriore preconcetto di presunzione, del tutto opposto alla modestia, sul quale sorvoliamo, ma il suo caro pontefice fu uno dei più feroci persecutori, soprattutto di cristiani non cattolici.

    S. Francesco non provò mai e poi mai, nessuna pietà per costoro e non accennò ad una sola parola di condanna per l’operato di Innocenzo III, neanche quando quel terribile criminale, si scagliò con estrema crudeltà contro inermi popolazioni pacifiche.

    Migliaia e migliaia di morti, compresi donne, vecchi e bambini anche lattanti, che non fecero modificare di una virgola, la fede del poverello nell’operato di Innocenzo III.

    Furono colpiti Catari, Valdesi, Albigesi; contro alcuni di essi venne anche indetta una pubblica crociata; S. Francesco nonostante sapesse perfettamente, approvava quegli orrori ed eccidi.

    E’ ovvio e lampante che se fosse vissuto come fedele di Caifa, avrebbe condannato con identica ottusità mentale, lo stesso Cristo. E se ciò accadeva ad un essere tanto attento alla spiritualità, figuriamoci quale eccesso di cieca superbia avvolgerà tutti i cattolici, quando a partire dalla controriforma del Concilio di Trento del 1542, potranno anche fregiarsi di una presunta assoluzione dal significato cosmico, che dovrebbe candeggiare a ripetizione, ogni animo privato della sua coscienza.

    Ma cosa è questa fede che ci permette di compiere i più gravi misfatti, nella convinzione di essere addirittura premiati?

    Fides et Ratio è una recente enciclica in proposito, emanata nell’ottobre del 1998 dal pontefice Giovanni Paolo II, con il contributo del cardinale Ratzinger, ma fede e razionalità non hanno alcun elemento in comune, quindi arrampicarsi sugli specchi e ricevere massimi attestati di lode, fa venire a mente la favola di Andersen intitolata I Vestiti nuovi dell’imperatore. Grandi dignitari di corte, per timore di fare la figura di gente ignorante, lodavano le nudità del re, come se fossero rivestite di magnifici abiti.

    Solo un innocente bambino gridò per primo: l’imperatore è nudo! Innocenti bambini non ancora omologati, nel cattolicesimo sono molto rari, comunque neanche un cieco fedele adulto, sarebbe in grado di leggere per intero quella magnifica enciclica suonata a quattro mani; meno che mai riuscirebbe a comprenderne il senso. Provare per credere.

    I tempi cambiano e tante consapevolezze, dovrebbero prendere il posto di miti ed antichissime superstizioni, come ad esempio quelle riguardanti miracoli, apparizioni, guarigioni, pianti in lacrime e sangue che in origine accompagnavano la fede dei pagani per i loro santi protettori, di secoli precedenti a Cristo, oltre alle credulità per gli innumerevoli prodigi delle divinità e dei numi, che successivamente hanno determinato una identica fede per Cristo, Madonne ed identici santi, esaltati dalle idolatrie del cattolicesimo.

    Oggi iniziamo a conoscere il meccanismo della evoluzione ed il comportamento AUTONOMO di masse di neuroni cerebrali e non. Da pochi decenni abbiamo la certezza che il genere umano, come tutto l’universo che ci circonda, muta in continuazione, subiamo un continuo cambiamento od una evoluzione, mentre fino a pochi anni orsono, si pensava che tutto fosse rimasto identico, a come ogni generazione osservava l’umanità del suo tempo ed il contesto circostante.

    A parte probabili principi di vita provenienti da altri corpi celesti, l’uomo come animale particolare del pianeta Terra, esiste da milioni di anni ed anche egli è stato sempre diverso. Prima di poterlo classificare come tale, ha passato diverse fasi, compresa una che lo rendeva assai simile ad un topo. Niente di fantascientifico, ma tutto evidente persino nel corso del nostro accrescimento embrionale.

    Quale fosse il primo uomo descritto dal Vecchio Testamento, non potremmo definirlo mai, comunque anche saltando precedenti forme ed altre centinaia di miglia di anni, non avrebbe avuto alcun bisogno di coprire le cosiddette nudità, ben nascoste da una folta pelliccia. Meno che mai avremmo bisogno di un Salvatore per assurde colpe, forse di un ominide simile ad una scimmia o precedente.

    Ci sono volute ulteriori centinaia di migliaia di anni, prima che potessimo comprenderci tra noi tramite un linguaggio, eppure man mano che il Signore creava il mondo, compreso un primo uomo già bipede, nudo ed evoluto, gli sussurrava i nomi di ciò che andava formando. Concetti semplicissimi, da considerare come assurdità, ma ancora il più importante è sapere con quale tipo di Adamo, ebbe a discutere il Signore. Oggi pur volendo avere fede, non sarebbe possibile capire chi fu il primo rappresentante di tutta l’umanità, che ebbe la forza straordinaria, di contrastare persino il suo Creatore.

    Da tempi infiniti, sempre una fede cieca ci ha indotti ad immaginare che avessimo bisogno di un Salvatore dell’umanità, ma siamo impazziti del tutto o cosa? Tutto un complesso di astrazioni senza senso, potrebbe crollare come un castello di carte, solo prendendo atto che la fede non è un dono divino, ma una ulteriore presunzione umana; in tal caso franerebbe all’istante ogni filosofia soteriologica; improvvisamente non avremmo più la necessità di affidarci ad uno dei tanti Salvatori, tipo Prometeo od allo stesso Gesù Cristo.

    La fede fa brutti scherzi, impedendoci di crescere; è ancora la stessa fede che per millenni ha fatto credere ad alcuni, che i maschi avessero una costola in meno della donna ed infinito altro da vergognarci. Oggi per chi vuole sapere c’è moltissimo da riparare e possiamo anche comprendere il percorso che ci ha condotti alla fede. Non si perde niente di niente, anzi riusciremmo ad interagire con la massima umiltà, persino con meravigliosi extra terrestri, quali sono i vegetali.

    Un moderno Salvatore sarebbe colui che riuscisse a ridare una completa libertà intellettiva e di coscienza, anche ai ciechi fedeli più ottusi.

    Non Fides et Ratio, ma intelletto che spiega la fede, è molto più semplice e lineare da comprendere, anche se moltissimi sono ancora convinti che perdere una superstizione tanto atavica, comporterebbe la loro dannazione eterna.

    A partire dai frequenti sconvolgimenti geologici, una volta cessato un qualsiasi fenomeno distruttivo, è emersa sempre una sola categoria di umani dotati di neuroni astratti, costituita dai sopravvissuti.

    Dal tempo dei tempi, ciascuno di costoro ha cercato un suo particolare motivo, per giustificare la propria salvezza, mentre i tantissimi che non furono altrettanto fortunati, non solo non hanno potuto esprimere la loro rabbia e disillusione; meno che mai hanno procreato discendenti, ai quali trasmettere le loro esperienze negative.

    Quando a loro volta gli eredi dei sopravvissuti hanno subito qualcosa di simile, essendosi salvati hanno incrementato la fiducia in qualche comportamento cervellotico, mentre ancora una volta, coloro che furono molto più fiduciosi in un loro idolo, che si comportarono sotto ogni aspetto religioso, assai meglio di altri o che seguirono le stesse superstizioni, ma non ebbero fortuna, non incisero mai in senso opposto.

    Generazione dopo generazione, tutto ciò che chiamiamo fede, si é confermato ancora e sempre in una sola direzione, senza la minima possibilità di un’esperienza contraria. Questa in sostanza è una delle tante aberrazioni della nostra astrazione, che però va avanti imperterrita, di padre in figlio.

    A lungo andare i geni della riproduzione risultarono sensibilizzati in tal senso; da un certo tempo in poi, fin dal concepimento, assieme a tante altre caratteristiche, già abbiamo ricevuto un DNA che svilupperà la struttura corporea, ecc. Inoltre senza neanche saperlo, dovremo rispettare tantissime astrazioni di nessun significato. Tra queste una che riteniamo assai importante, ci induce a credere in qualcosa che potrebbe tenerci lontani dalle negatività. In termini allegorici è come se si formasse un contenitore, già predisposto per accogliere tutto ciò che concerne qualsiasi astrusità sul tema fede. Ciò avviene anche per il linguaggio e tanto altro, ma da millenni il nostro egocentrismo ci ha convinti che la fede sia un segno distintivo, un dono particolare che proviene ancora e sempre, dal Cielo.

    Purtroppo questa fede ci ha condotti assai lontano da un certo denominatore comune, dell’intera sfera biologica. Potremmo chiamarlo Consapevolezza universale, ma è proprio quel misterioso accomunamento, che dovrebbe renderci umili e gratificati nelle stesso tempo, godendo appieno di quel meraviglioso segreto che unisce TUTTI gli appartenenti al principio VITA.

    I diversi culti sono tanti e possono variare con frequenza, mentre il concetto generale della fede, continua imperterrito a crescere senza avere nessuna opposizione. Quando un qualsiasi contesto, più o meno religioso, si è attestato nel serbatoio della fede, è quasi impossibile modificarlo od anche semplicemente controllarne il valore oggettivo, con la razionalità di adulti.

    Ecco perché anche un cattolico guidato dalla fede, sarebbe il primo ad uccidere persino Cristo, purché lo richieda l’autorità religiosa alla quale ha ceduto la sua etica, la sua naturale spiritualità, la sua capacità di valutazione, la sua intelligenza, ecc.

    La paura dell’ignoto è tanta, quindi continuare ad affidarsi al primo che ci ha invaso la mente infantile, ci svincola dalla necessità di usare il nostro pensiero di adulti. In tali condizioni è quasi impossibile, poter valutare cosa ci hanno messo in testa, addirittura da prima di nascere.

    A distanza di molte generazioni, tuttavia riusciamo ad esaminare con una certa intelligenza, almeno le più fantasiose credulità del passato remoto. Preso atto di questa realtà, è forse molto più semplice immedesimarci da subito, nella condizione di chi un domani, si troverà a giudicare il pensiero religioso del nostro oggi

    Al tempo di Cristo in particolare, erano molti i miti che morivano e risorgevano; TUTTI i tanti culti pagani dei Misteri, avevano una equivalente quaresima e Pasqua di RESURREZIONE, in forma di ricorrenze annuali.

    Quali fatti e condizioni, permisero di farci credere che un uomo vero, e non un mito sia risorto?

    Non appaiono riferimenti bibliografici al testo che segue, perché nato come ricerche personali, dopo aver accertato che seguendo dottrine, corsi spirituali, Azione Cattolica, ecc. si intendeva fare dell’autore, anziché un credente convinto, uno dei tanti creduloni di sempre.

    Subentrato l’estro di farne una pubblicazione, sarebbe stato quasi impossibile risalire ad ogni scritto consultato. La semplice soluzione è stata quella di riportare solo fatti, che sono presenti in un medio dizionario enciclopedico, tralasciando tanto e tanto altro.

    Buona lettura.

    LA PARTICELLA DI DIO

    Gibo Mitis

    ASTRO DEL CIEL

    PARTE PRIMA

    Le recenti ricerche riguardanti l’origine della materia e dell’intero universo potrebbero essere paragonate al biblico desiderio di innalzare la torre di Babele. Un tempo si tentava di raggiungere la sede di Dio in CIELO, mentre al giorno d’oggi si vorrebbe compiere un’equivalente offesa, cercando di imitare la Sua Creazione, tuttavia il vero affronto non è quello di osare qualcosa di presuntuoso o di genericamente offensivo nei confronti di Dio, ma è esattamente il contrario, nel senso che si vorrebbe

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