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L’enigma dell’ultima profezia
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E-book647 pagine7 ore

L’enigma dell’ultima profezia

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Info su questo ebook

Autore del bestseller Codice Vaticanus

Un segreto antico millenni sta per essere svelato

Secondo la tradizione, san Giovanni Evangelista ricevette la rivelazione che lo portò a scrivere il libro dell’Apocalisse in una grotta sull’isola greca di Patmos. E proprio questo luogo mistico sarà teatro di un annuncio epocale: le Nazioni Unite hanno convocato i delegati di tutti i Paesi e i rappresentanti delle religioni del mondo per comunicare che la Bibbia tramandata è un falso, il testo autentico è stato nascosto ai credenti per secoli dalle autorità ecclesiastiche. L’investigatore di polizia Max León, nominato consigliere politico dall’ambasciatore messicano in Grecia, è un tipo scettico per natura e non crede nelle coincidenze. E così, quando viene incaricato di sventare un attentato durante il fatidico annuncio, accetta senza esitazione. I membri di una setta che si fa chiamare “Le sentinelle dell’Apocalisse” hanno un piano per impedire che la verità venga rivelata al mondo intero. E non hanno paura di sporcarsi le mani di sangue. Per León ha inizio una missione pericolosissima sulle tracce del cosiddetto Documento J, che sia i sacerdoti sia gli attuali leader mondiali desiderano trovare e distruggere...

Un mistero sconvolgente sul libro più letto della storia dell’umanità sta per essere rivelato. 
Ma qualcuno vuole impedirlo.

«Un libro sconvolgente, che fa venire voglia di documentarsi.»

«Il cinismo di León è irresistibile e guida il lettore in una trama al cardiopalmo.»

«Non è semplice gestire un intreccio così complicato ma l’autore ha avuto un grande coraggio. Da leggere assolutamente.»

Leopoldo Mendívil López
È nato in Messico nel 1970. Ha lavorato come giornalista, autore di programmi televisivi e presentatore. La Newton Compton ha già pubblicato Codice Vaticanus. Il complotto.
LinguaItaliano
Data di uscita24 feb 2020
ISBN9788822744548
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    Anteprima del libro

    L’enigma dell’ultima profezia - Leopoldo Mendívil López

    L’enigma della Bibbia: la verità

    Un’avventura nel mondo antico

    In questo testo si fa riferimento a personaggi reali, molti dei quali viventi. La loro partecipazione ai fatti è stata romanzata per motivi di divulgazione e di intrattenimento. Tra questi vi sono dei rinomati archeologi. Vi preghiamo di perdonarci le licenze letterarie.

    Vari eventi storici sono stati compressi dal punto di vista temporale e geografico per ragioni di scioltezza narrativa. A tal proposito, chiediamo agli storici di essere indulgenti. Questo libro condensa i quattromila anni di eventi interconnessi in maniera intricata che hanno generato il sistema del mondo attuale.

    La versione originaria della Bibbia, che gli archeologi chiamano Sostrato, Fonte

    J

    o Bibbia Zero, è andata perduta. Tuttavia, essa è ancora sepolta in un periodo antico chiamato tarda età del Bronzo

    II B

    (1300 a.C.-1100 a.C.) e che fa parte del collasso dell’età del Bronzo; l’era in cui si pensa sia vissuto il vero Mosè. Gli studiosi continuano a cercarla.

    L’attuale versione della Bibbia, quella che oggi si trova nelle case di miliardi di persone, è una trascrizione alterata e contaminata da frammenti falsi che derivano dalla mitologia babilonese, fenicia, persiana e greca, i cui mostri e demoni sono ancora oggi visibili nei loro templi. Oggi gli scienziati sanno quali sono le sezioni fasulle delle Sacre Scritture e sanno come separarle nuovamente dall’autentica Fonte

    J

    , in modo da restituire al mondo una ricostruzione della Bibbia più fedele a ciò che Mosè, il suo corrispondente storico, vide sul monte Sinai.

    Una delle sezioni derivanti dalla mitologia persiana è la parte oggi più impressionante e temuta della Bibbia intera: il Libro dell’Apocalisse.

    Tra poche pagine il lettore conoscerà il padre della Chiesa originaria, il quale, insieme ad altri illustri padri della Chiesa, avvertì che accettare il Libro dell’Apocalisse avrebbe seminato una menzogna e deformato per sempre il futuro del cristianesimo; cosa che accadde.

    La ricerca è iniziata. L’esplorazione comincia adesso.

    Questo è il racconto non riportato nella Bibbia: la storia di come essa fu scritta. Questa è la verità mai rivelata al mondo. Intere parti dell’Antico Testamento e del Nuovo Testamento sono false.

    Il lettore conoscerà la Redattrice R, che non compare nella Bibbia in quanto ne scrisse gran parte; conoscerà il sacerdote Chelkia, che commissionò questo lavoro di riedizione, e gli interessi che egli servì; conoscerà infine i funzionari persiani che nel

    I

    secolo furono inviati presso l’impero romano per infiltrarsi nella crescente setta dei seguaci di Cristo e prenderne il controllo.

    Benvenuto all’origine.

    Alla ricerca della verità.

    Alla ricerca della verità

    Religiogenesi: processo mediante il quale i politici, antichi e odierni, modificano o creano le religioni dei popoli che desiderano conquistare o sottomettere (esempi: Muršili

    II

    , Artaserse, Tolomeo

    II

    , Ashoka, Nabucodonosor

    II

    , Costantino

    I

    ).

    Operazione nera della

    CIA

    : piano segreto, spesso immorale e illegale, operato occultamente dal governo degli Stati Uniti per sottomettere o distruggere Paesi; per questo scopo il governo si serve, tra le altre cose, del finanziamento al terrorismo (esempi: Ajax, Cyclone, Gladio, Condor, Safari, Mangosta, Fubelt, Timber Sycamore).

    Sosia o Doppelgänger: persona fisionomicamente identica a un’altra, anche se non esiste alcuna parentela tra di esse e se provengono da diverse parti del mondo.

    Anche tu, come me, credi che Gesù sia esistito e che cercò l’uguaglianza di tutte le razze. Davvero vogliamo prendere per vero tutto ciò che è scritto in questo libro arrivato fino a noi, pieno di contraddizioni, in cui Gesù parla di guerra, di odio, di sollevare gli uomini contro i fratelli?

    THOMAS JEFFERSON

    Presidente degli Stati Uniti, promotore dell’uguaglianza razziale e dell’antischiavismo.

    Lettera a William Short, suo ex segretario privato a Parigi e figlio adottivo, 24 ottobre 1820.

    Occorre piuttosto un trascendimento della lettera [nelle Sacre Scritture]. La parola di Dio stesso, infatti, non è mai presente già nella semplice letteralità del testo [della Bibbia].

    PAPA BENEDETTO XVI

    Esortazione apostolica Verbum Domini, 11 novembre 2012.

    I creazionisti [coloro che respingono la teoria scientifica dell’origine dell’universo, il Big Bang e la teoria dell’evoluzione di Charles Darwin] professano una dottrina per cui la Bibbia è verità alla lettera. Nella Genesi si descrive passo dopo passo ciò che Dio fece dal principio. […] Questa lettura della Bibbia è fallace. In effetti è piuttosto peculiare che nella Bibbia esistano tre diverse storie della creazione. Qual è quella veritiera? […] L’ordine degli avvenimenti in Genesi 2 non combacia con Genesi 1. Se si esamina la Bibbia come se fosse un libro di scienza, allora questi due capitoli non coincidono.

    GUY CONSOLMAGNO

    Astronomo dell’Osservatorio vaticano, gesuita, l’Astronomo del Papa.

    Intervista con Alissa Poh, università della California, 25 maggio 2008.

    Quando leggiamo nella Genesi il racconto della Creazione rischiamo di immaginare che Dio sia stato un mago, con tanto di bacchetta magica in grado di fare tutte le cose. Ma non è così.

    PAPA FRANCESCO

    Sessione plenaria della Pontificia accademia delle scienze, 27 ottobre 2014.

    Quando abbiamo iniziato a indagare sulle nostre origini servendoci di metodi e scoperte scientifiche, eravamo quasi terrorizzati. Avevamo paura di quanto avremmo potuto scoprire. Ma abbiamo trovato posto per la speranza. […] Sin dall’inizio della civiltà […] si è prodotto un bagno di sangue in nome della religione.

    CARL SAGAN

    Astrofisico statunitense, autore di Cosmos e collaboratore nelle missioni spaziali Viking e Voyager.

    Shadows of Forgotten Ancestors, ottobre 1993.

    L’opinione pubblica non è assolutamente a conoscenza di tutto questo [dibattito circa la veridicità della Bibbia]. Molti continuano a pensare che la Bibbia sia storicamente autentica, più di quanto gli accademici più conservatori siano disposti ad ammettere. Ciò è dovuto in parte al fatto che i sacerdoti non ne parlano. […] Il testo della Bibbia è tardivo, è stato scritto secoli dopo i fatti che essa descrive. […] Le due storie della Genesi somigliano ai racconti della creazione babilonesi.

    THE CIRCLE OF ANCIENT IRANIAN STUDIES (CAIS)

    Persia and the Creation of Judaism, 2015.

    La Genesi comunque conserva tuttora importanti tracce di antichi dèi e dee [anteriori alla religione ebraica] sotto la specie di uomini, di donne, di angeli, di mostri o di demoni. […] Gli autori inclusero molto materiale mitico [di culture e religioni precedenti], poiché il mito è sempre servito quale convalida di leggi sconcertanti, di riti e di costumi sociali in genere. […] Tutti i documenti sacri prebiblici [scritti in ebraico] sono andati perduti o sono stati intenzionalmente soppressi.

    ROBERT GRAVES

    , mitologo britannico, e

    RAPHAEL PATAI

    , antropologo ebreo-ungherese. I miti ebraici, 1963.

    I più antichi manoscritti [ritrovati] dell’Antico Testamento risalgono al 250 a.C.

    daniel bowman/INSTITUTE FOR RELIGIOUS RESEARCH

    Teologo, Is Today’s Bible the Real Bible?, 2015.

    La più grande codificazione della legge [Bibbia], incluso il Deuteronomio, ebbe luogo a Babilonia [quando gli Ebrei erano prigionieri dell’oppressione babilonese]. Nel 458 a.C. lo scriba Esdra e un gran numero di suoi compatrioti [che avevano vissuto come prigionieri a Babilonia] tornarono da Babilonia [diretti in Palestina, finalmente liberati da Ciro e Artaserse di Persia dopo che i Persiani avevano conquistato Babilonia e l’avevano sostituita quale potenza]. Giungeva così in Palestina uno scriba babilonese [Esdra] che aveva tra le mani la legge di Dio ed era rivestito di autorità in nome del re di Persia [Artaserse].

    JULIUS WELLHAUSEN

    Autore dell’Ipotesi documentale della Bibbia, secondo la quale quattro testi diversi e indipendenti, le prebibbie, andarono combinandosi progressivamente fino a formare un’unica religione [le fonti o protobibbie sono

    J, E, D E P

    ; le studieremo in questo libro].

    Prolegomena zur Geschichte Israels, 1885.

    Difatti, la Bibbia contiene più di un mito della creazione. […] A quanto pare l’autore di Genesi 1, probabilmente uno scriba ebreo che visse a Babilonia al tempo dell’esilio babilonese nel secolo

    IV

    a.C., creò una nuova versione di un vecchio mito, adattandolo al rigido monoteismo che stava prendendo forma nel giudaismo. […] Il dio marino primordiale [di origine sumero-babilonese, che si chiamò Tiamat in Mesopotamia, Iluyanka presso il popolo ittita e Lotan presso i Fenici].

    ELON GILAD

    Haaretz, 2 ottobre 2015.

    I miti sono narrazioni drammatiche collegate a formare una raccolta di documenti sacri, sulla cui autorità si fondò la prosecuzione di antiche istituzioni, di costumi, di riti e di credenze. […] Ogni capo che riformi le istituzioni nazionali oppure, come il re Giosia [in Giudea, attuale Israele], sia sollecitato a riformarle, deve premettere un codicillo religioso ai documenti originari o deve produrre un documento nuovo: questo comporta una manipolazione o un completo rifacimento dei miti.

    ROBERT GRAVES

    , mitologo britannico, e

    RAPHAEL PATAI

    , antropologo ebreo-ungherese.

    I miti ebraici, 1963.

    Il corpo del Deuteronomio non appartiene né a

    J

    , né a

    E

    , né a

    S

    [le prebibbie dalle quali, secondo l’Ipotesi documentale di Wellhausen, nacque la Bibbia], ma rappresenta una quarta fonte fondamentale del Pentateuco. Sembra abbastanza probabile che il Deuteronomio sia l’unico libro del Pentateuco esistente nella sua forma definitiva già prima dell’esilio [il periodo di prigionia degli Ebrei a Babilonia, tra il 597 a.C. e il 539 a.C.]. Sul trono sedeva un re giovane e facilmente impressionabile, Giosia. Si pensa che alcuni sacerdoti abbiano architettato e organizzato un ritrovamento delle leggi, che agli occhi degli jahvisti dovevano governare il re e il popolo, conferendo loro un carattere di chiara supremazia spirituale. Questo scritto, il Libro della legge, fu provvidenzialmente ritrovato nel [seminterrato del] tempio e presentato al cospetto del re [Giosia]. La dottrina fu attribuita alle parole di Mosè [e] considerata molto antica. […] Il piano dei sacerdoti funzionò alla perfezione. […] Grazie alla collaborazione entusiasta di Giosia, quella divenne la religione ufficiale del Paese [e, successivamente, la fonte da cui nacquero le religioni che attualmente dominano il mondo].

    ISAAC ASIMOV

    Scienziato, storico e genio statunitense.

    Guide to the Bible, 1969.

    Sicuramente furono sacerdoti e scribi a redigere il Deuteronomio; Giosia [allora re di Giudea] agì insieme a loro. Ma resta il dubbio sul fatto che [egli] fosse a conoscenza dell’inganno. […] [Israel] Finkelstein e [Neil Asher] Silverman [esperti dell’università di Tel Aviv, Israele], nel loro Le tracce di Mosè: la Bibbia tra storia e mito, sostengono che il Deuteronomio, la riforma religiosa [di Giosia] e il progetto storiografico [della sua rivoluzione religiosa nel secolo

    VII

    a.C.] servivano a uno scopo ben preciso: l’espansione territoriale del Regno di Giuda verso le terre di Israele del Nord, che erano state conquistate dagli Assiri (722 a.C.).

    FERNANDO KLEIN

    La Biblia Desnuda, 2006.

    L’obiettivo di questo libro è denunciare la più grande frode della storia.

    CARLOS ALFONSO RAMÍREZ

    La Verdad de Dios y el Terrible Fraude de la Biblia, 21 settembre 2011.

    Talete [di Mileto] visse al tempo della distruzione del primo tempio [di Gerusalemme] (585 a.C.), durante la prima dispersione degli Ebrei dalla Giudea (la terra di Israele) [quando il re Nabucodonosor di Babilonia ordinò la cattura in massa degli Ebrei per trasferirli come prigionieri a Babilonia]. Il fatto che Talete fu cacciato da Cananea, o Giudea, e che fosse diventato un cittadino di Mileto, una città greca, suggerisce la possibilità che la sua espulsione fosse il risultato dell’invasione della Giudea da parte di [Nabucodonosor di] Babilonia, quando il re Nabucodonosor saccheggiò Gerusalemme. […] È sensato affermare che Talete sapesse l’ebraico. Infatti, come suggerisce lo storico Elliot A. Green, il suo nome potrebbe essere la versione greca della parola ebraica tal, che significa rugiada.

    PAUL EIDELBERG

    Politico, storico e scienziato americano-israeliano.

    A Jewish Philosophy of History, 2004 [pp. 134-135].

    La Bibbia è il libro più venduto nella storia dell’umanità. […]. Non ci sono dubbi sul fatto che si tratti del libro più influente della storia. […] È stata tradotta in circa mille lingue e in soli centocinquanta anni (dal 1800 al 1950) ne furono vendute oltre un miliardo e mezzo di copie.

    RABBI KEN SPIRO

    Storico del Vermont College, Norwich University.

    The Impact of the Bible.

    Oggi circa tre miliardi e quattrocento milioni di persone [la metà del genere umano] praticano religioni abramitiche [derivate dalla Bibbia: ebraismo, cristianesimo e Islam].

    WALTER TAMINANG

    Perspectives on Mankind’s Search for Meaning, 18 giugno 2008.

    Molti passaggi [della Bibbia] non sono affatto autentici. Dobbiamo separare l’oro dalla feccia. Vi sono palesi interpolazioni e falsificazioni.

    THOMAS JEFFERSON

    Presidente degli Stati Uniti, autore della Dichiarazione d’indipendenza.

    Lettera a William Short, 13 aprile 1820.

    La sua religione [di Calvino] era il demonismo. Se mai l’uomo ha venerato falsi dèi, fu lui [Calvino] a farlo. L’essere descritto nei suoi cinque punti è […] un demonio dallo spirito maligno. Non credere in alcun dio potrebbe essere perdonabile, ma ingiuriarlo con gli atroci attributi di Calvino no.

    THOMAS JEFFERSON

    Presidente degli Stati Uniti, autore della Dichiarazione d’indipendenza.

    Lettera a John Adams [secondo presidente degli Stati Uniti], Blasphemous absurdity of the Five Points of Calvin, 2 novembre 1823.

    Ognuno ha il dovere e quindi il diritto di cercare la verità in materia religiosa.

    PAPA PAOLO VI

    Dignitatis humanae (Dichiarazione sulla libertà religiosa), 7 dicembre 1965.

    Conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi.

    GESÙ DI NAZARETH

    , citato dall’apostolo Giovanni.

    Giovanni 8:32, ca. 32 d.C.

    Mio padre Tudhaliya, grande re (

    AB-BA

    -ya-Za-Kan ku-wa-pi mTu-ud-ba-li-ya-a

    LUGAL.GAL

    ), divise la dea della notte dal tempio [della popolazione Samuha] (

    DINGIR

    w

    M/S-TU E. DINGIR

    W

    m).

    MURŠILI II

    Re di Hatti, ittita

    Tavoletta

    KUB

    32.133 (oggi presso il museo delle civiltà antiche di Ankara), ca. 1320 a.C.

    Quando seppe della loro condotta [dei sacerdoti suoi oppositori], Muršili

    II

    [re degli Ittiti nell’anno 1320 a.C., proprio all’epoca di Mosè] riscrisse le tavolette e impose le leggi e le norme del nuovo culto. Questo fu trasferito da Kizzuwatna a Samuha [Nord della Cananea, Sudest dell’attuale Turchia]. Ciò segnò lo sviluppo di un nuovo credo [e di un nuovo Dio], inaugurato dal re [degli Ittiti] e portato a termine dai professionisti del culto, ossia i sacerdoti. [La dea ittita introdotta era Sauska, dea della notte, identificata con la cananita Astarte-Asherah o sposa di Jahvè]

    ADA TAGAR-COHEN

    Teologa, università di Doshisha, Kyoto, Giappone.

    Violence at the Birth of Religion, febbraio 2005.

    Nonostante la grande importanza di Nabucodonosor

    II

    [di Babilonia] (604 a.C.-562 a.C.) nella storia di Babilonia e di Israele, le sue vere iscrizioni non sono state studiate in maniera esaustiva.

    NOGA AYALI-DARSHAN

    Università ebraica di Gerusalemme.

    A Redundancy in Nevuchadnezzar 15, 2012.

    La religione persiana era dualista, ossia dipingeva un universo in cui esistevano il principio del bene e il principio del male, indipendenti l’uno dall’altro e quasi ugualmente potenti [due dèi superiori anziché uno].

    Fino al ritorno dall’esilio [quando gli Ebrei furono liberati dalla prigionia a Babilonia per mano del re persiano Ciro il Grande], il giudaismo aveva avuto un solo Dio, considerato il creatore di ogni cosa, buona e cattiva. Ma dopo il ritorno [da Babilonia, tra il 458 a.C. e il 440 a.C.] sorse uno spirito del male. Satana, parola che in ebraico significa avversario. Satana, in eterna lotta con Dio, non compare nei testi biblici dell’epoca precedente all’esilio, né in quelli contemporanei all’esilio. Inizia a comparire negli scritti durante la dominazione persiana [come in] (Cronache, Giobbe).

    Insieme a Satana, gerarchie e orde di angeli e demoni entrarono a far parte della filosofia giudaica. […] Ma il giudaismo non arrivò mai a essere totalmente dualista [come invece era la Persia, la cui religione dualista era lo zoroastrismo]. Non si diede mai allo spirito del male l’opportunità di vincere Dio.

    ISAAC ASIMOV

    Scienziato, storico e genio statunitense.

    The Land of Canaan, 1971.

    Il suo primo obiettivo [del vero autore del Libro dell’Apocalisse] è [attaccare] Roma […] È profondamente adirato e afflitto per la guerra [di Roma contro gli Ebrei, nel 70 d.C.] […] Non ci sono indizi del fatto che egli avesse letto il sermone di Gesù sul monte, o i Vangeli, o le Lettere di san Paolo […] Il numero 666 è l’imperatore romano Nerone.

    ELAINE PAGELS

    Università di Princeton, autrice di Revelations: Visions, Prophecy & Politics in the Book of Revelation. Intervista con John Blake,

    CNN

    , 31 marzo 2012.

    Come leggo nel suo libro [An Explanation of the Apocalypse], lei sa che [il Libro della Rivelazione o Apocalisse] non è opera di san Giovanni, bensì di Cerinto [un noto eretico], vissuto un secolo dopo la morte dell’apostolo [Giovanni]. Io non le considero rivelazioni dell’essere supremo; non vorrei bestemmiare Dio imputandogli una presunta rivelazione in termini che sapeva nessuno avrebbe compreso […] Lo considero [il Libro della Rivelazione] il vaneggiamento di un maniaco […] con visioni spaventose.

    THOMAS JEFFERSON

    Terzo presidente degli Stati Uniti.

    Lettera al generale Alexander Smyth, 17 gennaio 1825.

    Secondo quanto ci dice Eusebio [vescovo di Cesarea], Caio, presbitero di Roma dal 210 al 217, scrisse: E anche Cerinto (il quale attraverso il suo Libro della Rivelazione, fingendo che sia stato scritto da un grande apostolo [Giovanni], ci infligge relazioni mostruose di sua stessa invenzione, come se gli fossero state mostrate da un angelo) dice che dopo la resurrezione verrà sulla terra il regno di Cristo [un impero terreno].

    GENERALE ALEXANDER SMYTH

    Militare e congressista statunitense.

    An Explanation of the Apocalypse, 1825.

    In questo nuovo secolo la ricerca di fisici, astrofisici e quantistici riguarda le leggi fondamentali con le quali fu creato l’universo e che ancora oggi lo regolano. Ossia, riguarda Dio.

    DAVID BOHM

    Fisico quantistico, ideatore della teoria di De Broglie-Bohm.

    Ottobre 1970.

    Voglio sapere come Dio creò il mondo […] Voglio conoscere i suoi pensieri.

    ALBERT EINSTEIN

    Citato da Esther Salaman in A Talk With Einstein, 8 settembre 1955.

    Il cardinale O’Connell, di Boston, mise in guardia tutti i cattolici in merito alla relatività [teoria di Albert Einstein]. Affermò che essa era una speculazione nebulosa tendente a suscitare un dubbio universale su Dio e sulla sua creazione […], una mortifera incarnazione dell’ateismo.

    Per contro, il rabbino Goldstein dichiarò solennemente che Einstein non aveva fatto altro che fornire una formula scientifica a favore del monoteismo.

    KEN WILBER

    Duke University, scienziato ricercatore.

    Quantum Questions, 1984.

    Viviamo in un mondo creato sulla base di leggi dettate da un’intelligenza. Sono arrivato a questa conclusione. Credetemi. Tutto quello che oggi chiamiamo caso, o destino, non avrà più senso in futuro. Per me è chiaro che esistiamo all’interno di un piano governato da leggi create e concepite da un’intelligenza cosmica, non dal caso.

    MICHIO KAKU

    Fisico teorico e pioniere della teoria delle stringhe.

    Il Big Bang [l’esplosione cosmica che secondo gli scienziati diede origine all’universo quattordici miliardi di anni fa], che oggi si pone all’origine del mondo, non contraddice l’intervento creatore divino ma lo esige.

    PAPA FRANCESCO (JORGE MARIO BERGOGLIO)

    Messaggio alla Pontificia accademia delle scienze, 28 ottobre 2014.

    […] Mediante la pubblicazione di Amoris laetitia [la gioia dell’amore] e mediante altri atti [papa Francesco, Jorge Mario Bergoglio] ha diffuso sette proposizioni eretiche circa il matrimonio, la legge morale e la recezione dei sacramenti.

    CARDINALI OPPOSITORI DI PAPA FRANCESCO

    Lettera di 25 pagine, Correctio filialis de haeresibus propagatis (Correzione filiale in ragione della propagazione di eresie), firmata dai cardinali Raymond Burke, Walter Brandmueller, Carlo Caffara e Joachim Meisner, 11 agosto 2017.

    Nota per chi prosegue la lettura di questo testo

    Quella che segue è una ricostruzione degli avvenimenti reali legati all’evento più misterioso della storia mondiale, evento che diede forma all’odierna civiltà occidentale e che coinvolse le tre religioni oggi prevalenti sul pianeta: ebraismo, cristianesimo e Islam.

    Le informazioni derivano dalle trecentottantadue antiche tavolette d’argilla oggi chiamate Lettere di Amarna, rinvenute nel 1887 presso gli scavi della duna di Tell al-Amarna, in Egitto, in quello che risultò essere il sotterraneo del centro di corrispondenza imperiale del faraone Akhenaton. Gli archeologi hanno comprovato che il nome dell’uomo responsabile di controllare la corrispondenza straniera e di occultarla al suo faraone era Tutu. Il suo ruolo in questo complotto fu cruciale.

    Quando la città venne proibita e sepolta dai successivi faraoni, situazione in cui rimase per i tremila anni successivi, gli edifici furono intenzionalmente sotterrati sotto tonnellate di sabbia del deserto. I palazzi vennero demoliti e sepolti. I templi del dio Aton furono smantellati e trasformati in rovine sotterranee. Proprio questo tentativo di cancellarle dalla storia salvaguardò le Lettere di Amarna dal deterioramento del tempo.

    Amarna divenne una specie di Pompei d’Egitto: un congelatore del tempo in cui tutta la documentazione antica fu preservata grazie a queste lettere segrete. Esse contengono documenti, comunicazioni, richieste di aiuto tra il faraone Akhenaton e i suoi governatori locali presso le sedi fortificate della Cananea, tra cui Urusalim, oggi nota come Gerusalemme. Tutto ciò risale proprio all’epoca in cui visse il Mosè storico, autore della Bibbia.

    Oggi queste lettere, codificate con i caratteri

    EA

    , si trovano in esposizione e in depositi ad accesso limitato nei seguenti musei: British Museum a Londra, museo dell’Asia Anteriore a Berlino, museo egizio del Cairo, museo del Louvre a Parigi, museo Puškin a Mosca e presso l’istituto orientale dell’università di Chicago.

    Tuttavia, nessuno ne conosce il contenuto a eccezione di un piccolo gruppo di storici, i soli ad aver accesso alla sequenza di Amarna.

    In pratica l’umanità ignora questo portale di accesso all’età del Bronzo, un’epoca oscura in termini generali a causa della mancanza di dati. Tali lettere sono infatti di dominio riservato. La gente non sa che esistono; non sa nemmeno che contengono elementi chiave sulla reale origine della Bibbia e sull’identità di Mosè, il quale, secondo la Bibbia stessa, è l’autore del contenuto originario.

    Cordialmente,

    Max León

    Polizia investigativa, ambasciata del Messico

    P.S

    . La giornalista inglese vuole uccidermi. Tutti abbiamo un sosia, un individuo identico a noi.

    0

    Epoca attuale

    Papa Francesco si trovava nei sotterranei del Vaticano, nell’oscura Necropoli (o città dei morti) situata davanti al portico interrato dell’antica basilica di San Pietro, inghiottita da quella attuale.

    Procedeva al buio sulla nuda roccia, tra le tombe più antiche: quelle dei primi pontefici.

    Gli archeologi lo guidavano proiettando la luce delle torce.

    «È qui», gli dissero.

    Si fermò un momento. Dalle crepe nel soffitto filtrarono polvere e tanfo di umidità.

    Papa Francesco emerse dalle tenebre e riuscì a distinguere il volto di marmo: il vecchio papa San Dionisio di Alessandria, detto il Grande, morto nell’anno 265.

    Il Santo Padre sentì una strana palpitazione al cuore. Si avvicinò con gli occhi socchiusi per mettere meglio a fuoco le parole scolpite nella pietra.

    «Cosa c’è scritto?».

    Non riusciva a decifrare l’iscrizione nel marmo chiaro sotto al volto del suo antico predecessore. L’archeologo ci passò sopra un grosso panno di flanella inumidito di solventi. Nascoste da duemila anni di polvere, emersero in quel momento delle parole. Fece luce con la torcia e finalmente riuscirono a leggere:

    το βιβλίο «αποκάλυψη» δεν γράφτηκε από τον απόστολο ιωάννη. δεν το έγραψε ούτε ένασ χριστιανόσ.

    «È greco», sussurrò l’archeologo al pontefice. «Dice: "Il libro chiamato Apocalisse non fu scritto dall’apostolo Giovanni. Non fu scritto nemmeno da un cristiano. Lo scrisse un impostore: Cerinto, il fondatore dell’eresia ‘cerintiana’. Cerinto è il vero autore del testo chiamato Apocalisse, che è una blasfemia"».

    Papa Francesco sospirò, e un po’ di polvere gli andò nel naso. Quelle parole gli fecero venire un dubbio immenso.

    «È questo il misterioso enigma sulla Bibbia? Il Libro dell’Apocalisse è falso?», gli chiese l’archeologo.

    Il papa deglutì; avvertì una grande stanchezza nel corpo, come uno stordimento.

    «San Dionisio non fu il solo a fare questa affermazione. Quattro padri della Chiesa insinuarono che ci furono due Giovanni, e che non fu Giovanni apostolo a scrivere l’Apocalisse».

    «Perciò è vero? Il Libro dell’Apocalisse, quello in cui credono milioni di persone… è falso? Perché nessuno lo ha mai detto ai fedeli?».

    Il pontefice distolse lo sguardo; riprese a fissare quel volto di marmo che veniva dal passato a rivelargli la verità.

    «Questo è solo l’inizio».

    1

    Isola di Patmos - Grecia

    Isola dell’Apocalisse

    Isola di Patmos

    Mar Egeo

    Isole Cicladi

    Località appartenente alla Repubblica ellenica

    Coordinate 37° 325' nord, 26° 541' est

    (L’isola in cui teoricamente, all’interno della grotta chiamata Σπήλαιο της Αποκάλυψης [Spelaio tes Apokalipses], Grotta dell’Apocalisse, l’apostolo Giovanni vide Gesù Cristo, il quale gli preannunciò la fine del mondo. Sempre in teoria Giovanni mise per iscritto questa rivelazione, che costituisce l’ultimo libro della Bibbia cristiana: l’Apocalisse di Giovanni, appunto, il cui personaggio centrale è l’Anticristo).

    In mezzo a un giardino di cipressi, con un sigaro appena pressato tra le labbra, l’investigatore della polizia Max Léon, che aveva accompagnato in Grecia l’ambasciatore messicano Dorian Valdés in qualità di consigliere politico, puntò la sua mitragliatrice, una

    HM4S

    nuova di zecca, verso un oggetto di ceramica grassoccio e sorridente appoggiato sullo steccato: un Babbo Natale.

    «Tu non esisti, faccia di culo. Sei solo una delle tante fandonie inventate dal genere umano. Perché dovrei credere a Babbo Natale? Ti ha creato la Coca-Cola». Gli sparò in testa.

    L’esplosione riecheggiò per tutto il giardino e Max avvertì l’odore della polvere da sparo. Intanto i pezzi di ceramica volarono tutt’intorno. Il revolver emanò del fumo pungente, impercettibile. Max fece ruotare l’arma tre gradi a destra e la puntò contro il primo dei nove nani che completavano la natività. Le statuette parvero tremare.

    «Nemmeno voi esistete, brutti stronzi».

    Sparò loro in testa, a uno a uno, con una serie di detonazioni della sua

    HM4S

    immacolata.

    Mentre le esplosioni martellavano l’aria, l’investigatore disse: «Sì, sì. Non li uccido. Li consacro». Ridacchiò. Quando inspirò, il sigaro prese a bruciare. Esalò un’altra boccata di fumo. Nel giardino, i suoi dieci colleghi messicani, anche loro ex agenti della scientifica, ridevano e scuotevano la testa.

    «È così che sfrutti il tuo tempo libero?»

    «Per me non esiste tempo libero. Non sono libero nemmeno di morire».

    «È a questo che ti serve il dottorato in Teoria dei sistemi complessi all’università di Yale? O quello in Pensiero laterale all’università di Stanford?».

    L’investigatore León ruotò il revolver di sei gradi più a destra e puntò i tre re magi che stavano sulla recinzione e portavano i loro doni.

    «Max, non prendertela con loro!», gli urlò Leto Flep.

    «Nemmeno voi esistete», sbottò Max rivolto ai re magi. Però esitò un momento. Li osservò in silenzio. Socchiuse gli occhi e mormorò: «O forse voi siete realmente esistiti?». Aggrottò le sopracciglia. «Un altro mistero per la scienza forense… I re magi sono esistiti davvero?».

    Sparò. Tuttavia, quando arrivò a Gaspare il revolver restò immobile, sospeso a mezz’aria. Il poliziotto non riuscì più a premere il dito sul grilletto.

    Ebbe timore.

    «So cosa mi sta succedendo», si disse. «È il timore reverenziale a frenarmi. È il timore reverenziale sancito nel codice civile del distretto federale, articolo 1820; la distruzione del pensiero. Per tutta la mia infanzia ho assorbito queste credenze religiose. Non importa se sono reali o meno: il rispetto adesso è reale… Ormai è impiantato nel mio cavolo di cervello». Si decise a premere il grilletto.

    Le statuette saltarono in aria.

    «Mi libererò di tutte le mie paure. Crederò solo in ciò che è reale». Si mise a urlare: «Si può indagare tutto! Si può capire tutto! Si deve scoprire tutto! Il mio lavoro è trovare la verità!».

    King Burger, il suo gigantesco amico di centoventi chili, arrivò nel giardino e corse verso di lui. Aveva in mano un piccolo cellulare che sembrava scomparire nella sua mano immensa.

    «Ti chiama l’ambasciatore. Devi rispondere, è urgente».

    Max León inspirò il suo sigaro di marca Delicado, caldo e gradevole. Poi prese il telefono e se lo portò all’orecchio.

    Il suo capo andò subito al dunque in tono solenne: «Non potevo dirti perché ti ho inviato sull’isola di Patmos. Ora te lo spiego. Ti ho mandato lì per supervisionare il coordinamento logistico e la sicurezza di un importante evento delle Nazioni Unite. Si svolgerà tra un’ora esatta al monastero di San Giovanni apostolo, in cima alla montagna che sta al centro dell’isola. Dal punto in cui ti trovi si vedono sia la montagna sia il monastero. Girati verso nord».

    Max León ruotò la testa in direzione nord e scrutò al di là della recinzione, verso la cima del monte Chora.

    «Sì, vedo il monastero».

    Davanti a lui si stagliava un gigantesco castello medievale fortificato, marroncino, con le torri merlate; una vera e propria fortezza antica. Notò uno sciame di elicotteri intorno all’edificio, al di sopra delle centinaia di case bianche circostanti, simili a un nido di specchi che riflettevano il sole.

    «Quel monastero è legato alla fine del mondo, all’Apocalisse», lo informò l’ambasciatore Valdés.

    «Cavolo». Max riprese a fumare. «E cosa devo fare? Occuparmi della sicurezza?»

    «Il prosegretario delle Nazioni Unite, Moses Gate, ha convocato lì i rappresentanti di tutti i Paesi e anche i capi religiosi di tutte le fedi. Farà un annuncio estremamente importante, lì al monastero; ha a che fare con la scoperta del papa in Vaticano. Moses Gate rivelerà al mondo chi è il vero autore della Bibbia e quali sono le parti false delle Sacre Scritture».

    Max inarcò le sopracciglia e morse il sigaro. Nell’aria si sentiva ancora l’odore della polvere da sparo.

    «Okay». Rinfoderò l’arma. «Perché mi manda lì?»

    «Tu sei il miglior investigatore della polizia che conosco. Sei il mio braccio destro. Hai un quoziente intellettivo pari a centoquarantacinque. Voglio che tu vada lì a impedire un omicidio».

    2

    Dal lato nord dell’isola, anche Creseto Montiranio osservò la cima imponente del monte Chora e il grande monastero sulla vetta. Era un giovane ex sacerdote, sentinella dell’Apocalisse, un fanatico con un quoziente intellettivo pari a settanta. Gli occhi neri e lucenti, adesso pieni di lacrime, di quel giovane bruno dal volto scavato ammiravano il colossale castello fortificato, costruito nel 1088: il monastero di San Giovanni apostolo, noto come Μονή του Αγίου Ιωάννου του Θεολόγου, Moné toi Agion Ioanni Theologon, il monastero di San Giovanni il teologo.

    Fissando le merlature dell’edificio, Creseto strinse a sé la sua grossa Bibbia e balbettò, con le labbra sottili e tremanti: «Apocalisse 20: E vidi un angelo che scendeva dal cielo con in mano la chiave dell’abisso e una grande catena. Afferrò il drago, il serpente antico, che è il diavolo e Satana, e lo incatenò per mille anni…».

    Dopodiché si incamminò verso il monastero, che sembrava più una fortezza, con le sue pareti lisce, le feritoie e le merlature. Sull’isola faceva caldo, come per quasi tutto l’anno. La giovane ex sentinella avanzò con coraggio, il pensiero rivolto unicamente alle parole dell’Apocalisse, finché non arrivò alle scale scavate nella roccia che lo avrebbero portato in cima al monte Chora.

    Non appena ebbe salito i primi gradini, recitò: «Quando i mille anni saranno compiuti, Satana verrà liberato dal suo carcere e uscirà per sedurre le nazioni che stanno ai quattro angoli della terra, Gog e Magòg, e radunarle per la guerra: il loro numero è come la sabbia del mare. E verrà la fine dei tempi».

    Con la sua tonaca nera, si inginocchiò su uno degli asimmetrici scalini di marmo. Una goccia di sudore cadde per terra. Non era il solo a fare quel cammino. Visitatori da tutte le parti del mondo e abitanti del luogo gli passavano accanto senza badare al fatto che si facesse il segno della croce in maniera compulsiva, pregando in silenzio con le labbra appena schiuse e sbattendo le palpebre. In quel luogo i dementi come lui erano una cosa normale.

    Serrò gli occhi con forza, come se soffrisse, senza allontanare la Bibbia dal petto; poi continuò a salire per la tortuosa scala di pietra bianca, tra le pareti squadrate dell’isola di Patmos, circondata dal mare. C’erano altri passaggi come quello: formavano una rete che conduceva in cima al monte Chora, come un labirinto. La sommità era il monastero di San Giovanni apostolo.

    «Signore, per favore non abbandonarmi in questo momento di sofferenza e di paura». Gli tremò il pomo d’Adamo. «Non so se sto facendo la cosa giusta».

    Si portò la mano all’orecchio quando sentì una voce maschile, con l’accento greco, nel minuscolo auricolare.

    «Sì, stai facendo la cosa giusta. Non pensare. Quando non saprai cosa fare, ci sarò io a indicarti la strada. Io sono il tuo intermediario con Dio». Ci fu una breve pausa. «Tu sei stato creato per difendere le Sacre Scritture. Dio non può risolvere tutto questo da solo. Ha creato noi per difenderlo, qui sulla terra, ora che questi uomini di scienza vogliono distruggere Lui e la Bibbia. Oggi tu sei Ha Mash-hit, l’angelo sterminatore di Esodo 12:23. Ricorda cosa fece lui in Egitto, contro i nemici, contro i primogeniti».

    Il giovane sacerdote continuava a sentir fremere la gola. Deglutì. Una lacrima gli cadde giù dalle palpebre chiuse. L’asciugò in fretta.

    «Va bene. Va bene».

    Riaprì gli occhi. In cima alla montagna, attorno al gigantesco monastero fortificato scuro come caffè, c’era una gran frenesia. Creseto Montiranio osservò il cielo: venti elicotteri militari del governo greco e altrettanti velivoli di reti televisive sorvolavano il castello. Nel frattempo, in mare, varie lance militari, alcune dotate di possenti missili intercettori, pattugliavano le acque che circondavano l’isola.

    «Arrivo».

    Si rimise in marcia verso il suicidio.

    A ogni scalino che saliva si stringeva al petto l’oggetto che più aveva amato nella vita: la sua grossa Bibbia.

    «Non ti deluderò, amato padre del cielo. Chiunque non abbia il segno del sangue alla porta della sua casa morirà. Esodo 12:23. Nel nome del padre, del figlio e dello Spirito Santo». Si fece ripetutamente il segno della croce.

    Per portare a termine la missione, nascondeva un’arma inconsueta nel suo tomo. Accelerò l’ascesa attraverso il labirinto di gallerie bianche, verso il segreto della Bibbia, in mezzo a centinaia di turisti.

    3

    Nel 39 d.C. un altro giovane, anche lui bruno e con gli occhi neri e lucidi, salì per quello stesso sentiero di montagna tra le rocce. Impaurito, si fece strada in mezzo alle piccole case fatte di tronchi, verso il tempio di Diana-Artemide.

    «Eyal! Azar! Aiuto!». Si voltò indietro. Vide l’orribile uomo che lo inseguiva, scortato da una folla di fanatici.

    «Catturatelo! Quello non è Giovanni il seguace di Cristo! Io sono Giovanni!».

    Il giovane si nascose in una sala del tempio. Il cuore gli batteva più forte che mai.

    «Quell’uomo vuole uccidermi! Predica nelle piazze usando il mio nome. Dice di essere lui l’apostolo di Gesù Cristo».

    Nessuno gli prestò ascolto.

    Su quelle rocce e sui passi di quel giovane trascorsero settant’anni.

    Giovanni apostolo morì, così come l’uomo che lo aveva perseguitato, Cerinto.

    Nel 130 d.C. un altro uomo, di una nuova generazione, Policarpo di Smirne, disse ai suoi giovani discepoli: «L’apostolo Giovanni non è più qui per raccontare ciò che accadde davvero, né come fu assassinato». Guardò in lontananza. «Ricordo che quando ero bambino, più piccolo di voi, lo ascoltai quel Giovanni, quello vero. E allora egli ci disse, con molta paura, che c’era un uomo che temeva. Si chiamava Cerinto, ed egli dovette nascondersi nel tempio perché quell’uomo voleva assassinarlo».

    Su quella rupe del monte Chora passarono altri settant’anni.

    Su quelle rocce adesso più fredde, un altro uomo, di una nuova generazione (195 d.C.), procedette fino alla vetta disabitata, verso il luogo in cui non esisteva ancora alcun monastero. Ireneo di Lione, vescovo dell’omonima città, sussurrò ai suoi alunni: «Nei primi giorni dopo la morte di Cristo ci fu un grande discepolo, di nome Giovanni. Era il più amato di tutti gli apostoli. Quando l’imperatore romano Domiziano intraprese le persecuzioni contro i cristiani, Giovanni si rifugiò qui su quest’isola, su questo monte, che era un tempio alla dea Diana».

    Il vescovo guardò la vetta selvaggia, coperta dai cipressi. Camminò sulle foglie. «Secondo Policarpo vi fu un uomo che Giovanni temette durante gli ultimi anni della sua vita: Cerinthus, o Cerinto».

    «Cerinthus?», chiese uno degli alunni. «Chi era Cerinthus?».

    L’anziano vescovo di Lione della provincia romana di Gallia, l’attuale Francia, scrutò le scure nubi rossastre all’orizzonte sul mar Egeo.

    «Cerinto è l’autore della più spaventosa eresia di tutti i tempi». Fissò il suo discepolo. «L’eresia sulla fine del mondo. È una blasfemia di origine persiana».

    Continuò a salire calpestando il tappeto di foglie secche tra i cipressi, in direzione della grotta dove un tempo Giovanni visse i suoi ultimi giorni. Era lì che avrebbero trovato la verità, il segreto della Bibbia.

    Sulle quelle stesse rocce trascorsero altri cinquant’anni. Ireneo di Lione morì, e così tutti i suoi discepoli.

    Un altro uomo, di una nuova generazione, avanzò sul monte Chora. Gli alberi erano stati abbattuti. L’uomo osservò i nuovi edifici in costruzione sulle rovine del tempio arcaico di Diana: le moderne scuderie di Decio. Era il vigoroso vescovo di Alessandria, città nel Nord dell’Egitto. Era il 250 d.C. ed egli aveva sessant’anni. Lo accompagnavano i suoi venti vescovi minori. Dionisio era il papa di Alessandria, una delle tre massime sedi del cristianesimo quando Roma non era ancora la sede unica.

    «Alcune persone hanno ripudiato il testo in circolazione, quello che chiamano Apocalisse o Rivelazione della fine del mondo». Continuò a salire per la montagna. «Quel libro non fu scritto da Giovanni, né si tratta di una rivelazione».

    I suoi accompagnatori rimasero scioccati.

    «Ma… Non è Giovanni apostolo l’autore di quel testo? Le prime parole dicono: Rivelazione di Gesù Cristo… al suo servo Giovanni…».

    San Dionisio papa sorrise. «Se voleste mentire, che nome utilizzereste? Non solo l’autore di quel libro non è nessuno dei discepoli di Gesù, ma non è nemmeno un cristiano. Stanno ingannando milioni di persone».

    I vescovi si guardarono l’un l’altro e scossero la testa. Dionisio il Grande disse loro: «Colui che scrisse il Libro dell’Apocalisse è un impostore». Fece una pausa. «Qualcuno ha tentato di imporre questa eresia persiana per modificare la religione di Cristo. Se voi non mi aiutate a scoprire la verità, allora questa aberrazione persiana diventerà realtà. In futuro non sapranno distinguere la verità dalla menzogna».

    Il loro proposito non andò a buon fine.

    Passarono milleottocento anni.

    Sulla montagna sorse una città: Chora, fatta di gesso e malta. Al centro fu eretto il gigantesco castello marroncino. Nel mondo nacquero e caddero cinque imperi, fino ad arrivare al secolo

    XXI

    .

    Il vento soffiò il tanfo di un elicottero

    PEGASOS ISR UAV

    dell’aviazione ellenica. Un altro giovane, di una nuova generazione, il sacerdote cattolico Creseto Montiranio, continuava a salire le scale di roccia tra le tortuose pareti bianche, verso l’attuale circondario di Chora, sudando.

    Respirò la brezza fresca del mar Egeo, insieme all’odore di olio d’oliva e di basilico. Patmos era una delle maggiori attrazioni turistiche del pianeta, grazie alla storia di Giovanni quale autore del Libro dell’Apocalisse. Oltre il monastero, Creseto osservò gli elicotteri dell’

    ONU

    .

    «Sia fatta la tua volontà, Signore dell’universo, Signore Gesù Cristo. Ora che incombe la fine dei tempi io sono il tuo servo. Io sono Ha Mash-hit. Io sono il tuo angelo sterminatore. I primogeniti pagheranno con il sangue, perché osano indagare sull’origine della Bibbia».

    4

    «Così mi piace».

    Il predicatore e politico Abaddon Lotan sorrise tra sé. Era un sessantacinquenne energico. Stava seduto alla sua monumentale scrivania di vetro nero. Sulla parete alle sue spalle erano appese sue fotografie insieme a presidenti degli Stati Uniti come Clinton, Bush e Trump.

    Mise giù la cornetta del telefono. Terminò la chiamata con il giovane sacerdote Creseto Montiranio, che lo aveva ascoltato tramite il piccolo auricolare nascosto nell’orecchio.

    «Le menti deboli sono facili da controllare, soprattutto quando mancano di fiducia in sé stesse».

    Si rivolse all’uomo anziano che gli stava di fronte. Era un uomo di Dio, a capo delle sentinelle dell’Apocalisse sull’isola di Patmos: Arthur O’Connell.

    «Non capisco qual è il compito di questo giovane. Che ordini gli hai dato?».

    Abaddon Lotan si chinò verso di lui, oltre la scrivania: «C’è un maledetto ambasciatore delle Nazioni Unite che vuole screditare la Bibbia basandosi sulla scoperta del papa nei sotterranei del Vaticano. Proprio qui, sotto al nostro naso, in questo monastero. Si tratta del Libro dell’Apocalisse. Lui e gli archeologi ebrei hanno intenzione di denigrarlo in presenza dei diplomatici di tutto il mondo, davanti alla stampa, con una copertura internazionale della

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