Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Letteratura per il popolo--I Veleni della religione cattolica (critica ai sacramenti)
Letteratura per il popolo--I Veleni della religione cattolica (critica ai sacramenti)
Letteratura per il popolo--I Veleni della religione cattolica (critica ai sacramenti)
E-book275 pagine4 ore

Letteratura per il popolo--I Veleni della religione cattolica (critica ai sacramenti)

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

E' convinzione comune che la chiesa cattolica sia depositaria unica di moralità, di giustizia e di fratellanza, ma coloro che condividono questi elogi sono all'oscuro del passato tenebroso di costei. Molti fedeli ignorano come nel mettere in pratica quei "nobili aggettivi", costei abbia creato un sistema di indottrinamento e di convinzioni così perfetti da condizionare psicologicamente ed ingannevolmente miliardi di cittadini inesperti. Nessun lettore può rimanere insensibile di fronte all'immensa ricchezza della città del Vaticano, alla corruzione morale di molti membri e quali mezzi abbia adoperato per raggiungere tale meta. Riteniamo che i più persuasivi, i più insidiosi ed i più velenosi siano i cosiddetti "Sacramenti catechistici", un ammasso di falsità e di pericolosità, come dimostrato nel presente saggio.
LinguaItaliano
Data di uscita14 nov 2022
ISBN9791220369138
Letteratura per il popolo--I Veleni della religione cattolica (critica ai sacramenti)

Correlato a Letteratura per il popolo--I Veleni della religione cattolica (critica ai sacramenti)

Ebook correlati

Etica e saggi religiosi per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Letteratura per il popolo--I Veleni della religione cattolica (critica ai sacramenti)

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Letteratura per il popolo--I Veleni della religione cattolica (critica ai sacramenti) - Lorenzo Divittorio

    Capitolo I

    DELL'INUTILITÀ DELLE PREGHIERE

    Passeggiata notturna del papa Francesco

    La storia dell’umanità insegna che la maggior parte degli uomini, fatto eccezione per le primissime creature quando cioè il loro cervello era ancora limitato, hanno invocato almeno una volta nel corso della propria vita l’aiuto di una qualsiasi divinità onde ottenere un personale beneficio. A seguito di questo assioma, è logico l’affacciarsi in ogni cittadino molteplici interrogativi ai quali pretendere logicamente delle risposte non di certo prefabbricate, bensì logiche, condivisibili e razionali. A parte quelle relative all’esistenza indimostrabile di una ipotetica divinità di cui abbiamo abbondantemente parlato nei miei precedenti saggi⁸, quello che ci preme dimostrare in questo scritto è chiarire innanzitutto quesiti di diversa natura.

    Che cosa sono le preghiere che la saggistica cristiana divide in preghiere laiche e preghiere religiose? Quando si devono ritenere giuste o sbagliate nel porgerle? Le preghiere religiose innanzitutto sono esse davvero valide? Abbiamo una efficiente documentazione che accerti la reale risposta da parte della divinità invocata in merito a quanto richiesto oppure è un autentico inganno, com’è nostra convinzione? Che differenza c’è tra la preghiera religiosa ed una preghiera laica?"

    E’ ampiamente risaputo che la preghiera in ambito fideistico è ritenuta il mezzo più idoneo cui fanno ricorso i credenti per ottenere qualcosa da uno sconosciuto Dio, mentre non si accorgono della grande illusione cui vanno incontro. Quando, infatti, si verificano sulla terra dei fenomeni distruttivi e terribili, quali terremoti, maremoti, fulmini, sconvolgimento atmosferici oppure la presenza di gravi malattie genetiche che sfuggono ancora alla scienza medica, questa divinità interviene o lascia tutto all’arbitrio dell’uomo?

    E’ risaputo che preti, cardinali e papi addebitano allegramente ed ingiustamente ai peccatori uomini la causa di tutte le calamità e le disgrazie per cui sarebbe inevitabile e giustificabile che Dio scenda con ira a colpirli. Così, da esperti furbi, riescono ad occultare egregiamente il vero scopo delle loro affermazioni che si riducono ad una supremazia politica e alla conquista di una smodata ricchezza. E’ allora il caso di chiedersi: Ma il coronavirus e le sue varianti, nonostante il fiume di preghiere invocanti la cessazione della sua deleteria minaccia, è davvero un flagello di Dio, come spesso viene spifferato da qualche ignorante prete e non solo semplice prete?. Ma come fanno costoro a sapere ciò? Non è il loro un linguaggio prefabbricato, falso, incosciente, truffaldino? E non si accorgono che si ammalano e muoiono anche loro, nonostante che notte e giorno sono a contatto diretto con quel dio che avrebbe dovuto proteggerli? Ed ecco perché, non ricevendo aiuto alcuno da costui, la chiesa cattolica e dintorni fanno ricorso coscientemente a delle forme di stregoneria per accalappiare gli sprovveduti ed impauriti credenti. Questa è una verità che non può sfuggire a nessuna persona dotata di equilibrata razionalità. Di esempi dimostrativi di quanto sopra se ne possono addurre moltissimi tratti non solo dal loro libro sacro, ma soprattutto dalla quotidiana vita degli ecclesiastici.

    L’ultima manifestazione d’inganno popolare, che genera persino una forma d’ironia e crea seri interrogativi, a nostro giudizio, è quella che si riferisce a quel viaggio notturno che papa Francesco si è degnato molto preoccupato di fare all’inizio dell’invasione non solo in Italia, bensì in tutti i continenti del maledetto coronavirus e precisamente il 15 marzo del 2020.

    Le motivazioni di quell’infelice improvvisata e negativa passeggiata lo toccavano direttamente da vicino per un preciso suo egoistico interesse. Avendo constatato che oltre ai laici credenti e non credenti morivano anche i preti e le suore, impaurito e turbato che il suo esercito si assottigliava sensibilmente, è partito di volata dal Vaticano per raggiungere un sito caro al popolino. A piedi, come un solitario pastore che va in cerca del perduto gregge, costui accarezzava nel suo ingenuo cuore l’illusione e la convinzione che, pregando un crocifisso particolare, quel morbo invisibile sarebbe scappato via e, quindi, sarebbe cessata la pandemia o che, per lo meno, egoisticamente avrebbe potuto risparmiare la vita della prediletta casta sacerdotale.

    Ognuno, in verità, attinge acqua dal proprio pozzo per abbeverarsi, ma nell’affrontare questo suo sacro diritto, secondo errata convinzione popolare, costui ha però commesso alcuni madornali errori sia sul piano giuridico e sia maggiormente in ambito teologico dando origine ad interrogativi di non facile soluzione.

    -illegale--Siamo in pieno lockdown, ma costui, senza pensarci due volte, ha infranto o violato le leggi italiane che vietano l’uscita di casa se non per gravi motivi accertati e documentati quali, ad esempio, per lavoro o per malattia e non già per soddisfare un personale capriccio. Ed infatti, la preghiera ad un crocifisso fuori sede non era contemplata tra i validi motivi di uscita di casa per cui costui ha voluto deliberatamente ignorarlo. E’ ampiamente risaputo che la chiesa cattolica, che a parole afferma che siamo tutti fratelli perché figli di uno stesso Dio-Padre, proprio in barba all’uguaglianza dei cittadini confermata e perfezionata lungo i secoli da leggi umane, gode, al contrario, stramaledettamente di grandi privilegi.

    Non è possibile credere che costui ignorasse queste limitazioni giuridiche se non vogliamo giudicarlo senza cervello per cui è ipotizzabile che, da furbo come tutti i commilitoni, abbia fatto la sua passeggiate proprio di notte presumendo di non incontrare vigilanza alcuna.

    Poiché costui non è stato né redarguito né invitato amichevolmente a rientrare a casa sua e neppure multato, a nostro parere, fregandosi del divieto, è una chiara manifestazione di caparbia ribellione alle leggi italiane e, dunque, passibile di giusta punizione come tutti i cittadini. Nell’intraprendere questo viaggio di piacere, è presumibile che costui non abbia avuto il tempo di leggere le notizie punitive pecuniarie nelle quali sono inciampati alcuni cittadini i quali, solo perché si sono affacciati all’uscio della porta per prendere una boccata d’aria pura od hanno fatto un giretto intorno alla casa non per divertimento bensì per sgranchirsi le gambe, sono stati giustamente multati.

    Siamo inoltre convinti che, a causa della mancata risposta da parte del crocefisso, dell’inutile inginocchiarsi a baciare i suoi freddi piedi di legno e dello farfugliare alcune parole magiche delle quali la chiesa ne fa abbondante uso, anche lui condivide intimamente come noi la tesi affermante la presenza del male sulla terra sia la prova più convincente dell’inesistenza del Dio cristiano e di tutti gli altri Dei. Ovviamente ciò non lo può manifestare apertamente come lo dichiarano gli atei perché la sua confessione convaliderebbe secoli e secoli di inganni e distruggerebbe quel benessere economico e quell’ autorità politico-religiosa acquistati con violenta repressione di cui è investita immeritatamente l’intera classe sacerdotale ancora oggi.

    -morale--Da un punto di vista dogmatico e morale poi la posizione del papa si presenta ancora più grave. Il rivolgersi ad una statua di legno è una chiara manifestazione della sua ignoranza biblica. Si deve arguire che non abbia letto il capitolo 20 dell’Esodo in cui il secondo comandamento mosaico afferma apertamente quanto ci piace trascrivere: Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. E’ ipotizzabile che, interessandosi di sola politica, delle banche vaticane, di crearsi una cerchia di cardinali a lui fedeli, abbia dimenticato qualche periodo storico della sua chiesa e che non abbia avuto tempo per leggere neppure l’intera seconda parte del romanzo Bibbia.

    Facciamo presente, infatti, che nell’intraprendere la bella camminata, seguita ovviamente a debita distanza da guardie del corpo e da compiacenti ripetute prese televisive che ne hanno trasmesso ed immortalato più volte la pietosa immagine, costui si era anche dimenticato delle parole che Matteo, dopo oltre 80 anni dalla morte del suo grande capo, ha lasciato scritto nel suo Vangelo (6,6). In esse si legge senza equivoci che: Tu, invece, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà pubblicamente. Constatiamo però che questa ricompensa non gli è mai arrivata, nonostante avesse la bocca secca per le infinite preghiere recitate.

    Ebbene non è difficile individuare in questa sua anomala dimenticanza da noi definita come una volontaria manifesta forma di ribellione al dettame evangelico, la convinzione che costui fosse mosso, al contrario, dall’ orgoglioso desiderio di essere piuttosto ammirato, applaudito, inneggiato dagli sciocchi e lodato da un'élite di interessati incensatori, compreso alcuni sprovveduti e adulatori Direttori di giornali e di televisioni.

    Non solo il comando mosaico ed i consigli di Matteo sono stati disattesi, ma la sua istintiva iniziativa ci spinge a chiedere a questo punto perché mai costui abbia sentito il bisogno di far ricorso proprio a quel crocefisso e non ad un altro. Eppure le stanze del Vaticano, le migliaia di chiese, le sedi degli uffici pubblici, le piazze, le cime delle montagne e perfino le camere di piacere dei postriboli sono tappezzate di crocifissi in molteplici dimensioni volgarmente nudi! Avrebbe dovuto o potuto rivolgersi benissimo al crocefisso di oro tempestato di gemme che porta pendente in bella mostra sul petto oppure a quello presente nella sua cappella privata onde instaurare un segreto dialogo col suo Capo celeste. Avrebbe potuto indagare sulle vere motivazioni del morbo e venire anche noi in tal modo a conoscenza se il covid-19 sia il frutto di un fanciullesco capriccio dell’Onnipotente nel voler vedere soffrire i suoi figli oppure mosso dal desiderio di ridurre il numero stragrande dei suoi figli esistenti sulla terra onde riempire i loculi vuoti in paradiso.

    -Con la sua passeggiata a quello specifico crocefisso l’argentino-romano Papa ha dimostrato miseramente di condividere quella convinzione di origine radicalmente popolare che ritiene incoscientemente quell’idolo di cartapesta appeso ad un legno essere più miracoloso degli altri crocifissi solo perché nel 1522 una tradizione, trasformata ad arte in autentica verità dalla furba casta sacerdotale, vuole che, dopo una mattanza di decessi, abbia fatto cessare a Roma la terribile pestilenza.

    Com’è prassi della chiesa cattolica, essa non si commuove minimamente anzi ne prova gioia allorquando, dopo la morte di quasi un intero paese, i suoi residui malconci viventi ringraziano il Signore per aver salvato l’ultimo fesso cittadino. Alla stessa comica scena si assisterà alla fine del covid-19! Quando cioè, dopo milioni e milioni di individui che non ci saranno più sulla faccia della terra e dopo soprattutto che la scienza medica riuscirà a debellare il nostro acerrimo nemico mostro, il Vaticano innalzerà, tra folgoranti illuminazioni la cui corrente elettrica sarà pagata dai creduloni, un solenne Te Deum di sincero ringraziamento a Dio per il suo sollecito intervento con finale e perché no di fuochi pirotecnici.

    E’ storico, infatti, che nei momenti di crisi politica, di disordine e di disorientamento sociale, disgraziatamente chi arraffa maggiori benefici è sempre la parte più eversiva, la più violenta e la più estremista che sa sfruttare molto bene a suo utile la situazione! Non mancano, infatti, gli esempi di un passato recente qual è stato l’avvento al potere di Hitler e di altri tiranni. Mussolini compreso, e tale sarà il caso della chiesa cattolica! Gli ultimi minchioni credenti che resteranno in vita, infatti, pur affranti e dolenti per la perdita immatura dei propri cari ai quali non hanno potuto chiudere neppure gli occhi, si precipiteranno nelle chiese ad accendere robuste bianche candele e lumini elettrici, affollando inverosimilmente le chiese che saranno aperte anche di notte. Allora si brucerà incenso più di prima dello scoppio dell’epidemia, appestando l’atmosfera delle città; si faranno oceaniche processioni ostentando sanguinanti Crocifissi e Madonne in lacrime; si affolleranno i conventi; si riempiranno i seminari, mentre la chiesa diventerà più opulenta grazie alle aumentate laute offerte e lasciti patrimoniali dei cittadini quale sacro compimento di un voto fatto in un momento di sconforto e soprattutto per non essere crepati come gli altri.

    Vogliamo sinceramente sperare che, dopo questo disastro mondiale e questo menefreghismo divino, l’umanità del futuro possa aprire gli occhi e che nessun cittadino saggio e razionale più possa credere che un semplice e insignificante pezzo di legna, ridotto in una forma antistorica, possa veramente fermare una pestilenza! Continuare a credere a queste favole è segno di una mentalità medievale che rasenta molto da vicino la pazzia.

    -Di logica conseguenza con l'andare alla chiesa di san Marcello al Corso, dove è gelosamente custodito quell’idolo del tutto simile a tante altre identiche copie, il Papa ha palesemente contribuito a convalidare la convinzione di molti credenti. Questi sostengono che molto probabilmente solo alcuni crocifissi siano ipoteticamente autentici benefattori dei terrestri ominidi, mentre la miriadi degli altri sparsi sulla terra appesi nelle aule degli uffici oppure alle pareti nelle case private, fissati a capo letto come uno spione sessuale o issati sulle montagne a somiglianza di spaventapasseri, siano da giudicare dei veri pupazzi, oggetti di nessun valore taumaturgico.

    Non c’è assolutamente bisogno di teologi per capire che venerare statue di legno, di gesso, di ferro non solamente non ha senso, ma va anche contro il loro medesimo leader. A voler credere al Vangelo è risaputo che anche Gesù stesso rifiutò di essere oggetto di culto per cui si domanda alla chiesa tutta perché sono stati inventati i santi e le madonne? La risposta è facilmente da ricercarsi nel compiacere il popolo dalla cui liberalità economica vive e vegeta l’esercito ecclesiastico.

    Un dubbio però ci assale nel non sapere come fare per distinguerli. E’ nostro desiderio di suggerire alla madre chiesa di far contrassegnare con un particolare segno di distinzione appiccicato sul petto di ogni crocifisso, ad imitazione delle croci di sangue stampati sugli usci per distinguere i bambini da eliminare nella Strage degli Innocenti oppure ad imitazione delle vergognose svastiche degli ebrei in campo di concentramento, al fine di non incorrere, noi miseri ignoranti cittadini, a commettere degli errori di devozione e permettere così di non farci sbagliare nell’individuare i crocifissi buoni e bravi tra quelli menefreghisti e figli di buona mamma.

    -Si era inoltre dimenticato che quell’idolo dinanzi al quale era andato frettolosamente senza inciampare ad inginocchiarsi devotamente era di cartapesta o di gesso o di duro legno, fornito per giunta di occhi che non vedevano, di orecchie che non sentivano, di pipì che non urinava e di lingua che non parlava. A causa di questo inanimato materiale era logico che costui non si degnasse di rispondere alle sue interessate invocazioni oppure è opinabile che in quel momento quel benedetto crocifisso, dominato da incipienti problemi di sordità, si trovasse privo dei costosi auricolari.

    In noi è motivo di disorientamento venire a conoscenza dell’ignoranza che quel Papa manifesta nel non ricordarsi che l’adorazione dei crocifissi non esisteva nella chiesa primitiva e che bisognava attendere il 788 d.C. perché venisse ufficialmente autorizzata. Ovviamente dal ricordo storico da costui ignorato si deduce che questa pratica è un’autentica superstizione, adattata a sottomettere psicologicamente il popolo analfabeta e a mantenerlo in una suggestionabile macroscopica ignoranza.

    - Dall’altro lato dobbiamo pure ringraziarlo perché ci ha confermato una verità universale e cioè che tutta la caterva di crocifissi, oltre alle migliaia di statue dei santi e delle madonne, anche se insistentemente pregate, non hanno nulla a che vedere con le esigenze del genere umano in quanto non esiste testimonianza alcuna che dimostri un loro minimo intervento. Sono costoro statue create per un unico preciso scopo: proselitismo propagandistico dalla cui feticistica devozione la chiesa cattolica ricava un lauto beneficio economico e fa arricchire nello stesso tempo i fabbricanti di immagini sacre.

    Tornato con le pive nel sacco e scornacchiato, come suol dirsi, per il fallimento, per salvare la figuraccia cui è andato incontro e ad evitare il sorgere di inevitabili critiche, ha sentenziato con la sua alta autorità che forse le preghiere pronunciate fino dall’inizio del covid-19, unitamente a quelle sue, non siano state sufficienti a commuovere il duro dolce cuore di Dio. Ha, quindi, solennemente invitato i credenti di tutto il mondo a pregare più intensamente, a celebrare più messe cantate anche senza la partecipazione del pubblico ed a creare apposite preghiere per la cessazione del coronavirus in sleale concorrenza con le nuove insulse canzoni scritte da qualche cantante fideista e tendenti ad esorcizzare, debellare l’agguerrita pestilenza. Non ci meravigliamo più di tanto perché è notoriamente risaputo che la chiesa non è nuova a far ricorso a questa forma di stregoneria.

    Ebbene, a conclusione dei nostri dubbi, ci chiediamo se proprio le preghiere cristiane sarebbero davvero efficaci per fermare la pandemia. Atteso che tutto ciò che esiste sul globo terrestre è opera divina, anziché pregare inutilmente, non sarebbe meglio che il Vaticano evitasse a creare nuovi fortunati cardinali ben remunerati ed investisse invece il suo immenso patrimonio non solo a favorire le ricerche sul covid-19, bensì anche nei confronti di altri interessanti studi scientifici e medici onde debellare quanto di certo è sfuggito alla creazione terrestre da parte dell’onnipotente Padreterno? Non facendo quanto consigliato, ci offre l’opportunità di considerare dio in possesso di desideri malsani come quello di voler approfittare della credulità della gente investendo di religiosità gesti e tempi che hanno poco a che fare con la fede.

    Distorsione e inutilità della preghiera

    "Ogni culto (e maggiormente quello cristiano) rinchiude in sé azioni di carattere magico e quindi di per sé superstizioso: tutte le preghiere, da quelle agli Dei primitivi a quelle rivolte agli Dei delle religioni attuali, afferma il Donnini⁹, costituiscono essenzialmente una forma di pressione sul mondo esterno, secondo le norme di una tecnica ingenua e illusoria. Quindi si presume che pregare è pretendere che le leggi dell’universo vengano annullate a favore di un singolo postulante, il quale però se ne confessa del tutto indegno".

    Ciò premesso, precisiamo che la preghiera per definizione cattolica è considerata il principale mezzo tramite il quale i credenti in questa religione s’illudono di poter ottenere qualcosa di positivo dal loro Dio. Il critico Albanesi aggiunge: Le chiese fomentano questa illusione, avendone in cambio un grande potere, come intermediarie tra il comune mortale e Dio. Noi, al contrario, aggiungiamo che non è assolutamente scandalistico definire invece la preghiera religiosa del tutto inutile, irrazionale, improduttiva e frutto amaro di una cultura ancestrale da tempo superata. Inoltre, è facile scoprire in questa pratica, esercitata soprattutto da estremisti credenti e da popolari cittadini privi di conoscenza religiosa, la presenza di un loro senso di solitudine, di disagio sociale e spirituale per cui sentono l’impellente bisogno di comunicare con qualcuno che, pur non conoscendolo né mai vedendolo, sia immaginariamente disponibile a comprenderlo e a rispondere. La preghiera si riduce, alla fin fine, ad un riempitivo di desolazione! Un rifugio da disperata ricerca di un affetto! Un pozzo in cui si finisce inavvertitamente per annegare! Ed esempi non mancano nella storia di questi frustrati!

    E’ più che corretto riconoscere e giudicare essere ancor più illogica ed irrazionale quella prassi largamente seguita dai più i quali fanno volentieri ricorso alla preghiera solo quando hanno bisogno di qualcosa; quando cioè si sentono tristi e scoraggiati dinanzi ai fallimenti; quando si sentono delusi per non essere stati esauditi; quando i malesseri fisici cominciano ad affacciarsi subdolamente quasi quotidianamente oppure quando le condizioni economiche non sono più quelle auspicate.

    Siamo sicuri che il 90% dei preti e superiori autorità sia convinto come noi che vano è pregare i crocifissi o i simulacri dei santi e delle madonne perché essi tutti non hanno né anima, né corpo, né vita. Per necessità propagandistica e per assecondare le consuetudini dei fedeli che hanno bisogno di qualcosa di tangibile alla san Tommaso, la setta sacerdotale finge ugualmente di credere assecondandoli.

    Poiché non si hanno immagini né di Dio né di Gesù Cristo e neppure della Madonna all’infuori di quelli costruiti dai pittori e scultori, la casta sacerdotale ben sa meglio di noi che tutte le statue cristiane non sono altro che degli autentici idoli creati dalla mano dell’uomo in fraudolenta sostituzione di quelli che la chiesa e la classe sacerdotale stessa hanno osato definire essere tali solo quelli delle religioni precristiane.

    Gli Dei dell’antica Grecia, quelli adorati dai nostri padri latini e tutta la fiumana degli Dei attualmente in auge, sono per i teologi di Roma falsi e bugiardi, ignorando caparbiamente e coscientemente che i quattro Dei cattolici (padre, figlio, spirito santo cui si è aggiunta ultimamente anche la dea madonna) si onorano degli stessi aggettivi. Solo che per non inciampare sullo stesso marciapiede, la furba classe sacerdotale ha saputo sostituire con sfacciata e vanitosa ipocrisia gli idoli delle religioni del passato con altrettanti idoli moderni attribuendo loro vita, miracoli ed avventure del tutto inventati. Nulla, dunque, è cambiato nei rapporti tra un pubblico incosciente e le ipotetiche divinità, eccezion fatta proprio per le preghiere che restano sotto l’illusorio dominio di una vuota speranza.

    E’ forse ardito e blasfema il nostro desiderio di rivolgere al Vaticano l’invito

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1