Trekkie of Mars 1-Literary Abduction
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Info su questo ebook
I racconti presenti nel romanzo sono:
-New Life (Racconto pillola di fantascienza)
-Dottor Jack (Racconto breve steampunk horror)
-La nuova speranza (Racconto lungo post apocalittico)
-Bunny (Racconto lungo steampunk)
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Anteprima del libro
Trekkie of Mars 1-Literary Abduction - Samantha Baldin
S. Baldin
Literary abduction
Literary abduction
S. Baldin
Edizione novembre 2014
ISBN 9786050332483
Autopubblicato con Narcissus.me
www.narcissus.me
___________________________________________________
Edizione digitale realizzata da Simplicissimus Book Farm srl
___________________________________________________
UUID: 9786050332483
This ebook was created with BackTypo (http://backtypo.com)
by Simplicissimus Book Farm
Indice
CAPITOLO 1 – Evento straordinario in fiera a Lucca
CAPITOLO 2 – Non cambi mai
New Life
CAPITOLO 3 – Cena a base di steampunk e demoni
Dottor Jack
CAPITOLO 4 – Live in Porta S. Donato
La nuova speranza
CAPITOLO 5 – Un coniglio nella teiera
BUNNY
CAPITOLO 6 – Abduction
Note finali:
Literary Abduction©2014 è depositato.
Questo romanzo è un’opera di fantasia. I personaggi sono invenzioni dell’autrice e i luoghi citati servono per dare veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti e persone, vive o scomparse, è casuale.
L’opera contiene quattro racconti:
-New Life (Racconto pillola di fantascienza)
-Dottor Jack (Racconto breve steampunk horror)
-La nuova speranza (Racconto lungo post apocalittico)
-Bunny (Racconto lungo steampunk)
Altri lavori presenti negli ebook store:
-BIO (Romanzo cyberpunk/quantum fiction suddiviso in due ebook, parte prima e seconda. Trovate tutte le info e gli estratti in epub gratuito sul sito www.biocyberpunk.com )
-D-Ice (Racconto lungo di fantascienza)
Contatti:
mail akasha4000bc@gmail.com
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Fiera di Lucca, ultima frontiera.
Eccovi i viaggi straordinari di due amici, Carlo e Renzo, iniziati durante la loro prima fiera.
Diretti verso il raggiungimento del profitto, saranno rapiti dalla loro fin troppo fertile fantasia fino a arrivare là dove nessun fan è mai giunto prima!
CAPITOLO 1 – Evento straordinario in fiera a Lucca
Per quanto Renzo saltelli davanti alla cabina verde dei bagni pubblici e cerchi di concentrarsi su qualcosa che non sia liquido, sente nel profondo di essere al limite. Intreccia le gambe e cerca con lo sguardo disperato qualcosa per distrarsi.
La parete del padiglione Games della fiera Lucca Comics and Games
è bianca e ruvida; un tendone nomade eretto nei pressi delle mura storiche della cittadella che ospita, ogni anno, gente proveniente dall’Italia intera e non solo. Sparsi come cespugli colorati, in molti si radunano fuori lungo la parata dei cessi, come la chiama lui.
Per ingannare l’attesa, ammira i costumi dei cos’player; persone sconosciute che, indossando i panni degli eroi degli anime giapponesi e dei film più famosi, diventano d’improvviso familiari.
Una Creamy beve una Coca Cola gigante risucchiando con avidità dalla cannuccia gli ultimi sorsi mentre l’amica, una guerriera Sailor poco identificabile, mangia del ramen preso alla macchinetta; lo spaghetto è aspirato dalle labbra costrette in una morsa che lo fanno sbattere frenetico come un’anguilla disperata.
Renzo scuote il capo, ci sono troppi richiami subliminali fluidi.
L’odore di soia del ramen è intenso, ma è sormontato dal profumo delle salamelle del mega-panino che sta azzannando Lupin con i suoi due amici poco distante; un Lupin III in giacca verde, nel vederlo Renzo sorride per l’ottima scelta. E per un istante sembra abbassarsi il suo stato di allarme interno, che scende a giallo.
Sospira per il momento di quiete mentre Gigen, a pochi passi da Lupin, inizia a fischiare un motivetto agitando il cappello nero. Pensa a una congiura nei suoi confronti. Ghemon, da buon Samurai, non lo farebbe mai. Infatti, è zitto e buono nell’angolo. Lo fissa intensamente sperando che la sua calma possa dargli qualche istante ancora, ma quando prende una bottiglietta di plastica e l’apre, già solo il suono del tappo che sprigiona l’aria repressa lo fa sobbalzare. Quando Ghemon prende a sorseggiarla lento, gli sembra di sentirla mentre scende in gola…
L’acqua che scorre come una cascatella.
Acqua.
Renzo si morde il labbro e strizza gli occhi. Riporta il suo stato di allarme a massima allerta.
Sta scoppiando, è ufficiale!
Tenta un cauto avvicinamento verso la porta del cesso, ostinatamente chiusa, preferendo una strisciata controllata dei piedi lungo la ghiaia: lenta, ma decisa. Muove una gamba, poi l’altra sospirando a ogni passo come fosse il passaggio di testimone di una staffetta.
Giunto al traguardo, picchia col palmo aperto la porta di plastica; due colpi col capo chino.
«Luca, per il Grande Nagus, esci! Mi sto pisciando addosso!»
«Ho quasi fatto» risponde la voce dell’amico dall’interno. «Un momento ancora.»
Il sole di fine ottobre è insolitamente intenso e, unito al sudore, sta mettendo a dura prova il suo impeccabile trucco da Ferenghi di Star Trek. Renzo sente scollarsi di botto l’orecchio sinistro che, con il lobo gigante che si ritrova, già resta appiccicato per miracolo. Lo controlla rapido picchiettandosi il lato del volto.
«Non ce l’ho un momento!» grida.
Il rumore sordo dello scarico segna il termine dell’attesa. La mezza luna della serratura da rossa diviene verde e la porta si apre.
Renzo alza lo sguardo e digrigna i denti.
Luca gli sorride come un vero Klingon mostrando più un ghigno provocatorio che altro. Abbassa la testa per uscire e le treccine gli solleticano gli spallacci di gommapiuma che riproducono un’uniforme da guerriero davvero ben fatta. «È tutto tuo, Ferenghi» lo sfotte. Gli occhi chiari, mezzi nascosti dalle sopracciglia finte unite alla cresta pronunciata, palesano quanto trovi comica la situazione. «Il clima è ottimale come su un pianeta di classe N.»
«Mo’ vattene, va!» lo scansa Renzo con accento parmense, che esce pronunciato nei momenti intensi. Fa un respiro a pieni polmoni e, trattenendo il fiato, entra rapido nella cabina. Gira la serratura con foga senza guardare.
Armeggiando velocemente, ma con cura il prezioso costume che indossa, riesce infine a liberarsi del gravoso bisogno. Come se una ragazza Dabo gli stesse massaggiando i lobi, prova l’estasi tanto agognata. E anche se l’ambiente è invaso dal pungente odore del disinfettante, Renzo alla fine sorride sollevato.
Quando termina, si sistema la cerniera premendo lo scarico di gomma col piede.
Il liquido verdastro sta ancora scendendo e già Renzo è con la mano sulla serratura. Tenta di girarla senza riuscirci. La scuote serrando gli occhi e gonfiando le guance, il credito d’aria sta esaurendosi. Il conflitto tra l’asfissia per mancanza d’ossigeno e il soffocamento per la puzza ha solo il tempo di un nuovo scossone più deciso alla porta.
«Zio bon’!» Ormai è rassegnato a subire il lascito di Luca, che per tenore avrebbe potuto creargli un’Opera lirica da inneggiare in tutta Kronos. Afferra la serratura con entrambe le mani cercando di smuoverla, ma nulla. Però, nota un innaturale inserimento del blocco nel foro adiacente; la plastica s’è deformata impedendo il ritorno dello stesso nella posizione originale.
«Ahò! Stai morendo, laddentro?» grida qualcuno fuori dal forte accento romano.
«S’è incastrata!» gli risponde notando la sagoma dello sconosciuto nella fessura, indossa una maglia rossa e un grosso cappello di paglia.
«Menaje subito!» consiglia il tipo vestito da One Piece di cui non ricorda il nome, forse è il protagonista. «È plastica. Se spacca.»
«Tu dici?»
«Me sposto. Daje!»
Renzo indietreggia di un passo e osserva la porta con uno sguardo di sfida. Una spallata decisa e torna in stand dal suo amico Carlo. Dai! Che sarà mai?
«Ce la posso fare» si dice per incoraggiarsi.
Assume la posizione da Ferenghi che si lancia all’assalto di una montagna di latinum; si mette di lato e, col combinato di gamba e braccio destro piegato più faccia di Quark seria, colpisce la porta.
***
«Ma dove caspita è finito Renzo?» si domanda Carlo sistemando meglio l’orecchino da Bajoriano, controlla la parte attaccata al padiglione auricolare, accarezza la catenella e cerca conferma nella chiusura al lobo. Una riproduzione fedele di quello che indossa Akorem Laan nell’episodio diciassette della quarta serie di Deep Space Nine, mica uno qualunque.
Rimasto solo in stand da oltre mezz’ora, inizia a essere nervoso per il ritardo dell’amico oltre che preoccupato per la grande quantità di merce esposta. Il tavolo davanti a lui è lungo solo tre metri e per questo è stracolmo. L’ultimo ordine fatto con tutti i gadget di Star Trek è