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Disanima
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E-book131 pagine58 minuti

Disanima

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Info su questo ebook

Alzarono lo sguardo, la libreria era di fronte a loro.
Aprirono ogni volume e lessero pagine a caso.
Distesero muscoli e nervi, allentarono le stringhe dello spirito.
Vi scoprirono fenditure e crepacci di vita, elevazioni e precipizi, lacrime e sorrisi.
A interrompere la lettura pochi, isolati commenti.
Si distrassero un attimo e le pagine non c’erano più, spariti i libri, spariti gli autori.
Nulla, forse, era mai esistito.
Non ricordo più quando.
Nemmeno dove.
LinguaItaliano
Data di uscita13 gen 2014
ISBN9788865379431
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    Anteprima del libro

    Disanima - Davide "Red" Guernelli

    cummings

    PREFAZIONE

    Racconti, romanzi e segreti mai rivelati, storie di vite sepolte dal tempo, frammenti di dialoghi rapiti e dispersi, amori nascosti in camere oscure. E ancora autori vivi, estinti, svaniti nel niente, ricchi, suicidi, drogati, perfetti o tramortiti dalla vita.

    Questo non è un romanzo, non è una storia.

    Semplicemente una raccolta di pagine rubate da libri invisibili di autori invisibili, adagiati in quella libreria invisibile così viva, reale e sempre presente dentro di me.

    Sono le pagine che sento mie, che amo e che ogni tanto mi permettono di fermarmi e pensare.

    Dialoghi, riflessioni, pensieri, realtà, fantasia, pagine di libri così tanto improbabili da diventare probabili.

    Chi non ha mai desiderato aprire un libro e leggervi le parole che avrebbe voluto sentire in quel preciso istante?

    Tutti abbiamo dentro di noi una libreria invisibile e non possiamo farci nulla perché parte integrante del nostro vivere.

    Nessuno escluso.

    DISANIMA

    Non sei la prima persona che mi suggerisce una lettura.

    Sarà il particolare rapporto che ci unisce, questo costante odio-amore che ci trattiene, un vincolo surreale, ma…

    Leggendo il libro di Philip Roth ho provato a immaginare il preciso istante in cui l’avevi letto tu, le medesime righe, come una sorta di sincrono al passato.

    E, ancor più a fondo, immaginavo i tuoi ragionamenti, le tue impressioni e sensazioni. Cosa potevi aver provato tu leggendo ogni singolo concetto? Avevi avuto i miei stessi pensieri? Gli stessi fremiti?

    Le stesse ansie – paure – godimenti?

    Non credo.

    Noi non siamo la stessa persona, soli sul cuor della terra.

    Ma altrettanto sono certo che, pur in minima percentuale, qualcosa di simile dobbiamo aver pensato perché altrimenti nulla ci unirebbe e mai mi avresti consigliato Roth e soprattutto io non lo avrei mai letto se non avessi avuto la certezza di questo.

    Non si consiglia a un vegano una fiorentina di sette etti.

    Tra carnivori ci si intende.

    (Stella Sherman – Il lascito, pag. 68)

    [Quella strana somiglianza tra il passato prossimo del verbo leggere, ho letto e il letto.]

    Non riesco a sopportare l’idea che tra noi ci sia questo. Ti ho forse fatto del male? Ti ho maltrattata?

    Un anno fa.

    Da allora hai un altro, ma nonostante questo vieni lo stesso sotto casa mia a far pascolare il cane.

    Ti ho sempre sorriso, mi hai sempre sorriso, mi hai sempre cercato e ora mi hai tolto la parola, levato lo sguardo e tutto assume la pesantezza dell’irrecuperabilità.

    Noi uomini, voi donne.

    Sono separazioni antiche, lontane, quasi a delineare profondi solchi nella terra, radici aggrovigliate, inquinamenti morali a intersecarsi e frapporsi tra noi, una linea gotica.

    Noi fatichiamo a immergerci nei vostri gineprai mentali, labirinti di Meride, Cnosso e Minotauro, noi Dedalo, noi Icaro, noi maschi senza ali, cere sciolte in partenza.

    Invecchiando ho imparato che non c’è nulla da capire.

    Non si tratta di dispregio o calcolo mirato, ma siamo solo il logico risultato di anatomie mentali differenti: troppo emotivamente contorte, eccessivi mutamenti d’umore, repentine variazioni di direzione, seguirvi è impossibile.

    Ho sprecato fiato perché ormai sei indifferente.

    (Spero che i cinesi rapiscano il tuo cane e lo cucinino arrosto nel microonde, con contorno di patate al rosmarino).

    (Naomi Delly – L’esteta, pag. 5)

    [Arriva poi quell’età in cui finisce per sempre la presunzione di capire le donne. Si chiama rassegnazione.]

    Alla cassa è quasi un corpo a corpo. Le file sono talmente lunghe che c’è tutto il tempo per riflettere e osservare chi hai attorno e l’attesa diventa meno noiosa: guarda che scarpe, senti che puzza, bella donna…

    Ballerine, trench blu, unghie appena accennate, capelli castani, borsina antinquinamento pronta all’uso, mamma al seguito.

    È lei la sfida perfetta: brava moglie, brava figlia, brava mamma, l’inarrivabile.

    – Si ricorda il prezzo? – le chiede la cassiera.

    Come puoi fare una simile domanda? Io, ad esempio, compro a caso, mi serve qualcosa e lo acquisto senza tanti calcoli o meditazioni.

    – Un euro e 40, – azzarda la signora in trench blu.

    La cassiera annuisce.

    Mi sento trafitto dallo sguardo soddisfatto di chi ha appena risposto esattamente alla domanda di un quiz a premi. Mette in bella mostra il bancomat come a dirmi: Io me ne sto andando, ora o mai più.

    Ed è in questo momento che gioco d’anticipo e sfodero la mia carta club fedeltà giallo arancio, è un messaggio sottile, forse un appuntamento, Vedi? Sono un fidelizzato, se vuoi sai come e dove trovarmi.

    Lei volta le spalle e sparisce verso l’uscita.

    Alla prossima dunque.

    Ci sarà? Sì, ci sarà. È una piccola città questa.

    (Edward Johnson – Nei pensieri di un killer seriale, pag. 12)

    [In amor vince chi fugge. E meno male che ero allenato quella volta che ho corso i 100 piani partendo dall’armadio di lei…]

    Spostando la mia ribaltina torinese in noce e ulivo, ho trovato un foglietto che avevo posto sotto una gamba per evitare fastidiosi traballamenti. Recita:

    "E continuiamo a distrarci

    ognuno sul proprio letto di

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