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Una storia invisibile
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E-book119 pagine1 ora

Una storia invisibile

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Info su questo ebook

Cos’è l’invisibile? Talvolta anche le storie lo possono essere. Quando tutto accade, anche in positivo, spesso non si ha voce o voglia di parlarne. Ecco allora che arriva la storia ed è lo stesso docente tutor che la racconta.
La storia accade nel 1999 in un piccolo comune del Sud, a Montemesola, in provincia di Taranto che l’autore descrive come: "un piccolo comune dell’area interna tarantina sud-orientale, proprio adagiato sulla collina più alta della murgia martinese, in un alternarsi di declivi come una fanciulla addormentata sulla cresta di un’onda”.
Un piccolo dramma sconvolge un gruppo di lavoratori, in parte donne, di un’azienda tessile che fa spalline; il titolare dell’impresa sparisce e delocalizza la sua azienda in Albania.

Catapultate in un corso di qualificazione professionale incontrano l’autore che in qualità di tutor, le assiste e stimola verso l’autoimprenditorialità, difatti il corso si trasforma nella costituzione di un’impresa sociale. Il libro come una sorta di diario di bordo racconta questa esperienza mettendo in risalto tutti i protagonisti con le loro storie personali, i conflitti caratteriali e i vari docenti. Sullo sfondo un area interna, con i suoi paesaggi, la sua storia che diventa sempre più nitida fino a far cambiare il punto di vista di chi pensa che nei piccoli centri non “accade mai nulla”.
LinguaItaliano
Data di uscita10 set 2015
ISBN9786050414653
Una storia invisibile

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    Anteprima del libro

    Una storia invisibile - Roberto De Giorgi

    STORIA

    Introduzione

    Montemesola, un piccolo paese della provincia jonica, dalla vocazione agricola e artigianale, dalle facce antiche e rassicuranti: quattromila e cinquecento anime. Qui una piccola azienda tessile colloca i suoi lavoratori in mobilità. Non torneranno mai più al lavoro e questo loro lo sanno. Nulla di strano, storia piccola e comune, come tante altre,  di crisi economica di un territorio difficile. Nulla che valga la pena raccontato, che possa trascinarsi da una riga all’altra di un libro, che possa essere visibile. Nulla che possa avere il respiro più di qualche testimonianza su qualche giornale del capoluogo che dista 18 km dal paese.

    L azienda occupava in prevalenza donne, alcune veramente giovani Da un giorno all’altro lo spettro della disoccupazione per parecchie di loro, così come per alcuni uomini. Il pretesto del libro di Roberto è il corso di formazione professionale che si è svolto nel paese per qualificare questa forza-lavoro e farla diventare una figura professionale. Una figura capace di affrontare la sfida dei tempi moderni, diremmo con un parafrasare un po’ banale e poco accattivante.

    Ma questo è solo un pretesto, un motivo, un incipit per parlare di altro dove andranno a finire i cammini spezzati e articolati a fatica di gente di fabbrica. Ecco una storia che merita d’essere raccontata. Non sempre, soprattutto nel Sud Italia, prevale la logicadell’associazionismo, n’è facile ricominciare, non sempre le spe­ranze di persone, che vogliono ancora dare il loro contributo in termine di idee, lavoro, forza civile e umana, diventano qualcosa di più di parole troppo facili da dimenticare. Quello che è successo a Montemesola, dopo il corso di formazione professionale organizzato da SMILE Puglia, contraddi­ce la consuetudine di tutte le cose fin troppo viste nel nostro terri­torio. Qui è il racconto della storia vera di uomini e donne che diventa anomala e dà senso al libro.La logica dell’individualismo feroce o del ripiegamento nel privato in quanto donne, mogli e spesso madri, quindi con un’iden­tità sociale definita, che spesso in un piccolo paese del meridione deve bastare, lascia il posto ad una possibilità nuova e diversa.La risposta dei lavoratori in mobilità è stata forte, chiara, decisa, la risposta di chi non torna indietro, dopo anni di impegno, di  costruzione di rapporti all’interno del posto di lavoro, di autono­mia economica; è la risposta di persone che sfidano il territorio, le istituzioni locali e la loro capacità di stabilire rapporti con nuove realtà economiche. Come quella d’una cooperativa sociale. La cooperativa so­ciale TRE ARCHI, che nel nome conta i tre archi nel paese nel quale nasce ed al suo interno conta le ragazze e i ragazzi del corso di formazione.  Da lavoratori dipendenti a protagonisti economici della vita del paese nel quale vivono, da lavoratori in mobilità a soci di una cooperativa. Una auto-impresa collettiva che l’Amministrazione Comunale coinvolgerà nella gestione di servizi esistenti o da in­ventare insieme e che avranno bisogno di persone qualificate e appassionate della qualità della vita, del luogo in cui vivono e nel quale crescono i loro figli. Ma non solo, la cooperativa potrà accet­tare le nuove sfide, che nel territorio s’apriranno e che riguarderan­no la riqualificazione turistica di un centro che può offrire sicura­mente molto. Un turismo diverso, affiancato dalla cura e dall’amore per l’ambiente e per le costruzioni rurali immerse nella natura, da un nuovo modo di relazionarsi al paesaggio che ci circonda.  Portando tutto ciò, insieme a nuove possibilità lavorative, significati nuovi per Montemesola e per la sua  storia.

    Abbiamo tutti da imparare dalla storia di queste persone, dalla bella civiltà che umanamente  e socialmente hanno saputo creare. Il nostro sguardo sulle loro vite è uno sguardi carico di partecipazione emotiva, come ogni volta che ci troviamo di fronte a persone che fanno qualcosa per migliorare la propria condizione e sono d’esempio per quella degli altri

    Maurizio Romanazzo all’epoca dell’uscita del libro Sindaco di Montemesola

    Prefazione

    Ci sono molti modi per fare un lavoro e ci sono tanti modi per parlarne. Roberto De Giorgi ha scelto di raccontare una straor­dinaria esperienza di lavoro e d’impegno sociale alla maniera del cronista che assapora il piacere sottile di ricercare, nel disordinato verificarsi di mille fatti quotidiani, il significato delle cose. Quel filo rosso della storia che muta il destino d’una comunità. Nasce, così, un racconto tanto vero da sembrare costruito nella fantasia di un impenitente idealista. L’autore compie un’incursione nel mondo impegnativo e stimolante della Formazione Professionale. Entra in punta di piedi. E si muove al di fuori di modelli operativi già strutturati per ritro­varsi spettatore privilegiato, ed attore insieme, d’eventi che appa­iono affascinanti e singolari.Non c’è alcuna pretesa di affrontare in modo sistematico i temi della Formazione Professionale. Così tutti i ritardi della gestio­ne dei Fondi Strutturali, i limiti della programmazione degli inter­venti, il nodo della qualità della formazione in una situazione di crescente difficoltà del mercato del lavoro restano le questioni cen­trali da sciogliere. Ma si collocano sullo sfondo dei fatti narrati.  Come nubi grigie d’un temporale sempre incombente.  Eppure, la tentazione di parlare delle cose che non funzio­nano nella giovane Europa dell’entroterra di una provincia meri­dionale deve essere stata forte, per Roberto De Giorgi. Ma è prevalsa la speranza, la voglia di parlare di quel po’ di buono che si va realizzando per incoraggiare ciascuno a fare meglio e di più.Una Storia Invisibile è una sorta di diario di bordo di un corso di formazione professionale, finanziato dal Fondo Sociale Europeo e destinato a lavoratori iscritti nelle liste di mobilità. Ma non è solo questo. Anzi, è soprattutto un ragionare lucido e paca­to, quasi sottovoce, sul valore intrinseco e reale della formazione professionale. La riflessione si snoda sul campo

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