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Blue Note
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E-book144 pagine1 ora

Blue Note

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Info su questo ebook

Emozioni e ricordi, pensieri e sensazioni di momenti mai vissuti, suggestiva commistione tra realtà e illusione... Blue Note è un'intensa ondata di parole che talvolta con eleganza, altre con durezza, parla di amore e passione, desiderio di verità e personale ricerca di quiete, con l'obiettivo di cogliere quell'istante che forse permette di comprendere la vita e tutte le sue molteplici sfumature. Blue Note è un porto sicuro per le anime dannate, un contenitore da cui pescare riflessioni e immagini, musica e sollievo, energia e tranquillità.
LinguaItaliano
Data di uscita25 gen 2014
ISBN9788867930555
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    Anteprima del libro

    Blue Note - Nick AsEver

    © Edizioni SENSOINVERSO

    Collana OroArgento

    www.edizionisensoinverso.it

    ufficiostampa@edizionisensoinverso.it

    Via Vulcano, 31 – 48124 – Ravenna (RA)

    ISBN 9788867930555

    1° edizione – Gennaio 2014

    © 2014 - Copyright | Tutti i diritti riservati

    Sensoinverso - P.I. 02360700393

    Crezione e impaginazione eBook | http://creoebook.blogspot.com

    Nick Asever

    BLUE NOTE

    Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono fittizi o usati in modo fittizio. Tutti gli episodi, le vicende, i dialoghi di questo libro, sono partoriti dall’immaginazione dell’autore e non vanno riferiti a situazioni reali se non per pura coincidenza.

    A Jason Eli Becker

    e Freddie Mercury

    Prologo. Mi sento una dannata! Anzi lo sono! Lo resto, nonostante tutto. E non è maledettamente piacevole scoprire che in fondo, dove nessuno può vedere, nulla è cambiato?

    Accade a volte che le barriere tra realtà, sogno e immaginazione si sgretolino.

    Allora tutto s’intreccia, s’amalgama, si confonde, perde definizione e identità.

    Dove sta la verità? Proprio là, nel punto esatto in cui non esistono più linee e contorni.

    - DO# -

    PRIME CHIACCHIERATE CON LA MORTE

    Come mille lame fredde di morte

    Come gelo che sigilla l’anima

    Come fuoco che brucia che rode che soffoca

    Come artiglio di fiamma

    Spada di ghiaccio

    Che trafiggono il cuore

    E lo irrigidiscono

    E lo sgretolano

    Come cenere al vento

    Di una vita

    Andata

    Passata

    Dimenticata?

    No

    Perduta

    ----------------

    Il cielo.

    Il cielo di notte con tante nubi tetre e rare stelle.

    Lontana, dall’altra parte, la Luna. Piena.

    Lo vedete? Riuscite a immaginarlo?

    Un’immensità senza fine, enorme, vuota, lontana.

    Indescrivibile il senso di solitudine,

    del grande respiro che lascia.

    Per me, invece, una cupola scura, tanto bassa

    che una collina spingerebbe con la sua gobba per elevarsi un po’ più alta.

    Che senso di nauseante soffocamento.

    Una campana di vetro nero.

    La Luna, una fioca speranza di quiete,

    di effimera pace interiore.

    Lontana.

    Oltre.

    ----------------

    Dragons fly / Draghi volano

    Like butterflies / come farfalle

    Through the air / attraverso l’aria

    In the shining skies / nei cieli splendenti

    Drawing the hope / disegnando la speranza

    Draining the pain / drenando il dolore

    Painting the world / dipingendo il mondo

    Of colouring light / di luce da colorare

    But still I wait /Ma io ancora aspetto

    And still I cry / be ancora piango

    searching for peace / alla ricerca di pace

    In the darkest skies / nei cieli più scuri

    Dragons fly / Draghi volano

    Like dragonflies / come libellule

    With fairy wings / con ali fatate

    And magic eyes / e occhi magici

    Casting a spell /gettando un incantesimo

    Over the earth / sulla terra

    Sprinkling the dust / spruzzando polvere (magica)

    On illusory dreams / su sogni illusori

    But still I’m awake / Ma io sono ancora sveglio

    And still I feel / e ancora sento

    The suffering clawing / la sofferenza lacerare

    My broken wings / le mie ali spezzate

    ----------------

    Un riflesso indefinito,

    dimentico dove sono

    ma subito mi colpisce

    la grigia figlia del tempo.

    È gelosa, la piccola

    bugiarda.

    Crudelmente egoista,

    non mi vuol lasciar libera.

    Ma in un raggio di luce,

    un riflesso indefinito,

    sogghignando spiego le ali

    e volo via con lui.

    ----------------

    Certo in bontà potrà aver peccato

    ammaliando con grazia barocca.

    Certo non avrà la perfezione

    d’una marmorea statua bianca.

    Certo non la divina bellezza

    delle eterne essenze eteree,

    ma

    è l’ebbrezza di un fresco mattino,

    il cui piacere infiamma il cuore,

    la dolcezza di un cioccolatino,

    la quiete per un’anima stanca,

    l’amore che sboccia puro

    sulle labbra rosee d’un giovane

    uomo.

    ----------------

    Voi tristi anime figlie della notte

    Che sì nel lusinghier piacer vivete

    Dei frutti della trasgression godete

    E per il frivolo siete civette.

    Venite silenziose alle mie porte

    Della mia notte avrete visione:

    ora ascoltate con molta attenzione

    il dolce canto della bella morte.

    ----------------

    …Ho udito il tuo grido d’amore,

    Angelo mio, ti prego, canta ancora!

    La tua voce infiamma il mio cuore,

    di te mi inebrierò fino all’aurora.

    …E col pensiero andrò lontano

    sognando il giorno in cui stringerò la tua mano.

    Sarà allora la mia ricerca finita

    E con le labbra sfiorerò le tue dita.

    ----------------

    Come il perfido fanciullino che stringe un’esile farfalla tra le mani e la fa prigioniera sotto una campana di vetro per il suo solo piacere, così il tempo mi incatena a questa realtà nera e, come la farfalla muore sbattendo le ali alla ricerca disperata della libertà che vede oltre il vetro, il quale però non può infrangere con il suo volo, così muoio io per il desiderio di averti.

    ----------------

    Senza di te il cielo è diventato buio:

    le stelle hanno smesso di brillare.

    E la Luna fioca copre mesta la Terra

    di un pallore mortale.

    ----------------

    Come luce è questo mio amore che provo per te!

    Nove mesi per poi tornare nel buio: tornerà quella luce a risplendere?

    Come candela è la mia anima finché la tua fiamma arde: col tuo fuoco la consumi!

    Ma come può sopravvivere il mio cuore, s’è come occhio che senza luce non vede?

    ----------------

    La mia anima La mia anima La mia

    diventa diventa anima diventa marea

    marea marea quando vedo te, quando

    quando vedo te, Luna. Luna. vedo te, Luna.

    ----------------

    Era una notte nera e pioveva. Lui batteva alla porta con insistenza, implorando di entrare. Il cielo era attraversato da tuoni e fulmini. Non so perché fossero così restii ad aprire quella porta; alla fine però gli permisero di entrare.

    Appoggiò la testa sulle mie ginocchia e si rannicchiò infreddolito sulla panchina di ferro battuto sulla quale sedevo, da non so quanto tempo, vestito da soldato.

    Io gli carezzavo furtivamente i fradici capelli dorati. Lui teneva gli occhi socchiusi e tremava.

    Non so se fosse bagnato a causa della pioggia o se fosse madido di sudore: molto probabilmente si trattava di entrambe le cose. Certo era che non stava bene, ma a chi importava?

    Avrei voluto rassicurarlo, confortarlo, stringerlo forte al mio petto, baciare quelle giovani labbra rosse… Invece rimanevo immobile a fissare quel volto divino, diviso tra la meraviglia, il piacere e la paura di essere scoperto. Perché, nonostante attorno a me non vedessi nessuno, sapevo che alle mie spalle occhi curiosi e malvagi non aspettavano altro che godere della vista della mia anima messa a nudo, del mio essere nella sua vera identità, per poterne fare oggetto di scandalo, derisione, pettegolezzo, scherno.

    Ma lui non ne aveva alcuna colpa e io dovevo assolutamente proteggerlo.

    La terra sotto i nostri piedi tremava, no, eravamo noi che ci stavamo muovendo. Il ferro color carbone della panchina, così abilmente lavorata, era gelido, l’atmosfera tesa, l’aria pesante, la luce soffusa.

    Sta’ tranquillo. Andrà tutto bene… gli sussurrai improvvisamente all’orecchio, chinando leggermente il capo, ma alzando lo sguardo e continuando a muovere freneticamente gli occhi a destra e a sinistra per controllare se qualche guardia si stesse avvicinando. Ed eccone comparire una proprio davanti a me, in fondo, a sinistra, da una porta laterale. Sogghignava malignamente, con le braccia conserte sulla grossa pancia; poi, girando e alzando leggermente la testa verso destra, ma continuando a fissarci, iniziò a formulare con quella voce roca e irritante parole incomprensibili: discuteva con un’altra guardia che, appoggiata allo stipite della porta, era rimasta nell’ombra.

    A un tratto calò il silenzio. Nel grande salone, ogni tanto, dalle enormi

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