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Pieno di luna
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E-book58 pagine51 minuti

Pieno di luna

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In un presente molto simile al nostro, in cui le tecnologie intelligenti ti seguono e perseguono ovunque, Altiero, un anziano docente universitario, per trovare pace ai propri ricordi e rimorsi decide di sottoscrivere un abbonamento di prova con la Società Trasparenze che invia sulle autostrade della coscienza ideogrammi di meditazione.
Ma forse qualcosa si inceppa perchè lentamente il suo presente abitato da una ripetitiva quotidianità e da una governante efficiente, si mescola col passato: una moglie evasiva o evasa, una figlia adolescente problematica, un nipotino imprevisto, un adolescente in cerca delle proprie radici. Riuscirà a riemergere dal "Pieno di luna" e tornare alla realtà?
LinguaItaliano
Data di uscita14 mar 2014
ISBN9788869090097
Pieno di luna

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    Anteprima del libro

    Pieno di luna - Enrica M. Corradini

    Corradini

    CAPITOLO 1

    C’è un’ora in cui i fantasmi della notte non ancora defilati perdono potere, ed è proprio questo il momento in cui si genera l’angoscia. Una presenza sempre più evanescente, vuota, luce rada che, trafiggendoli, rende loro trasparenza. Sono i trapassati, i nostri fantasmi notturni che col favore delle tenebre ci vengono a visitare; visitatori inopportuni che si confondono nel giorno, pronti a riprendere forma appena esso si sfuma.

    Non più vivi ma non ancora morti. Raramente compaiono all’inizio del riposo, la stanchezza fa da baluardo alla loro leggerezza, il peso del sonno profondo li trattiene pressati come sotto una botola di cemento armato, poi, man mano che il sonno si alleggerisce, prendono forza ed emergono dall’ultra-mondo. Che cosa sia l’ultramondo non ci è dato di saperlo, si sa solo che è il regno in cui le forze ultrasottili dominano incontrastate: si rivela alla coscienza col favore delle tenebre per poi sfuggire come acqua tra le dita all’apertura delle palpebre, allo scroscio dello sciacquone del vicino, a un piccolo rumore secco e improvviso; i trapassati come sirene stazionano in attesa del canto dell’upupa che le ammalia e le inquieta, paralizzati si bloccano interrotti dalla luce che li relega all’invisibilità impotente. Non sono vampiri che suggono sangue dalle carotidi di anemiche fanciulle come api dai fiori, loro vogliono esserti, essere-in-te, pervadere la tua mente come la luce pervade loro. Se ti svegli quando la notte s’è dileguata, non ci sono pericoli di sorta, ma se per caso lo fai nel lasso di tempo tra i due stati, allora il pericolo è reale perché diventi trafiggibile ostaggio, potresti entrare nell’altra dimensione, di cui si conoscono solo suoni remoti che attraversano il buio assoluto con stridio di freni: non li avete mai sentiti nel cuore della notte? No? Pensateci bene e fate caso, se mai, la prossima volta.

    Appena si rese conto d’essere sveglio, rimase assolutamente immobile col corpo e con la mente, il calore pulsava alle sue tempie. Cercò di rincorrere la coda di un sogno che però gli guizzò via, pensò che fosse meglio stare a occhi chiusi facendo finta di dormire ancora un poco. L'aria che muoveva il tendone della stanza era inquieta. Sapeva che avrebbe dovuto attendere impietrito che la luce inondasse la stanza cancellando inesorabilmente quell’attesa pregna di rumori e scricchiolii. Fuori sulla strada gli operai della Nettezza Urbana svuotavano cassonetti, i loro rumori lo rassicuravano, se ci fosse stato un pericolo, lo avrebbero segnalato loro stessi con un silenzio improvviso che tranciava le loro risate innaffiate dal grappino ingoiato a colazione col primo caffè. Erano in molti a pensare che fossero degli incoscienti a lavorare sulla linea di confine, correvano voci di trapassati infognati che attaccavano gli ignari risucchiandone la mente o quel che di essa restava. In realtà gli addetti erano vaccinati contro i trapassati, esattamente come contro il tifo, erano già stati, per motivi diversi, nell’altra dimensione e ne erano miracolosamente usciti, dunque per certi versi ne erano immuni. Automaticamente venivano assunti in azienda con stipendi cospicui e allo scadere del contratto lasciavano il lavoro con pensioni d’oro; da quel momento trascorrevano gran parte della giornata seduti in poltrona a fissare uno schermo a volte, più spesso a fissare un punto sul muro davanti a loro in uno stato vegetativo che poteva durare anche alcuni anni.

    Far parte della squadra non era una scelta personale, ma un dovere sociale per coloro che per varie ragioni erano stati toccati da quella sorte e per motivi ancora sconosciuti erano ritornati nella prima dimensione.

    Ne facevano parte ex avvocati, insegnanti, scrittori, chirurghi, baristi, contadini, sacerdoti, maestri zen, barboni, olimpionici, sacerdoti, infermieri, politici, esercenti, mantenuti.

    Quando, ancora a occhi chiusi, gli apparvero due spruzzi di luce consecutivi in sequenza temporale lenta, si rilassò per un attimo, erano gli ideogrammi del giorno che, come led luminosi, apparivano segnalando l’apertura degli occhi. Il loro blando effetto amnesico collaterale, descritto con precisione all’atto della stipula del contratto, era affatto secondario; l’ideogramma assegnatogli lo avrebbe accompagnato per tutta quella settimana di novembre. Lui aveva accettato un abbonamento-offerta con la Società Trasparenze che inviava sulle autostrade della coscienza, a chi ne facesse richiesta per una settima, un mese o per un anno, ideogrammi di meditazione.

    Gli era apparso Luna d’autunno: la scoperta progressiva durante l’arco della settimana del suo significato gli

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