L'Italia è una Repubblica Democratica fondata sulla scuola
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Anteprima del libro
L'Italia è una Repubblica Democratica fondata sulla scuola - Giordano Casonato
© La Chiave di Sophia
www.lachiavedisophia.com
Email: redazionesophia@gmail.com
© Comeeta Learn
www.comeetalearn.com
Copertina di Alessia Trentin
Progetto grafico a cura di stART
Dare Forma alla creatività
Ebook a cura di CityCenter
www.citycenter.it
Dicembre 2014
INDICE
Prefazione, di Valeria Genova
Introduzione
Premessa
PARTE I: CONTESTO E METODO
Il contesto familiare, educativo e sociale
Il metodo di lavoro
PARTE II: LA FAMIGLIA
La famiglia investigatore privato
La famiglia avvocati
La famiglia ripetizioni
La famiglia di Nazareth
PARTE III: REATI STUDENTESCHI
La spendita di banconote false
Il furto
Riflessioni
Lo spaccio
PARTE IV: SCUOLA, PERSONA E TALENTI
Massimiliano il provocatore
Irene, il prof, l’economia aziendale
Annalisa la cubista
Carlo e i pappagalli
Riccardo: una sfida per la scuola
PARTE V: I DOCENTI
I docenti
Resoconti finali di una relazione docente-dirigente autentica
Celebrare la fiducia
Il pescatore
Il borseggiatore
PARTE VI: IDENTITA’ DELLA SCUOLA
Scuola – Documenti - Relazione
Un panino lungo tre metri
Festa di fine anno
Concerto e identità della scuola
Il profilo dell’educatore
PARTE VII: SCUOLA-LAVORO
Tra scuola e lavoro: Jhanos, Giulia e Roberto
Alessio ed il colloquio di lavoro
Stefano offre una competenza
PARTE VIII: PROSPETTIVE INTERNAZIONALI
Cristina e la scuola inglese
Scuola italiana e scuola internazionale: dialogare per cambiare
Il profilo dello studente nel collegio del Mondo Unito di Duino
Il sistema scolastico nelle Scuole IB: il profilo dello studente
Collegio Montserrat di Barcellona
PARTE IX: NUOVA PROPOSTA
Proposta giuridica
Proposta politica
Proposta operativa: la scuola internazionale dei talenti
Ringraziamenti
Per approfondire
Giordano Casonato
PREFAZIONE
di Valeria Genova
Quelli che sognano di giorno sono consapevoli di tante cose che sfuggono a quelli che sognano solo di notte.
Edgar Allan Poe
Il sogno accompagna la vita dell’uomo sin da quando è bambino.
Da piccoli si sogna in grande, da adulti i sogni rimpiccioliscono di fronte alle difficoltà che la vita ci pone davanti, rendendoci consapevoli che, forse, bisogna essere cauti e calpestare il suolo con pesanti piedi di piombo per non rischiare il fallimento.
Ci sono, però, fortunatamente adulti che, nonostante tutto, sognano ancora e lo fanno in grande.
È il caso dell’autore di questo libro, Giordano Casonato, che ci propone un saggio tipico del sognatore incallito.
Un adulto che sogna, con i piedi per terra, una rivoluzione nel mondo della scuola.
Parliamo, dunque, di un tema delicatissimo nel nostro Paese, quello dell’istruzione e del sistema scolastico, forse ormai troppo obsoleto, forse rigido...ma sostanzialmente privo di relazione.
I termini più ricorrenti utilizzati dal nostro autore sono relazione e fiducia: direi che il primo non può rinunciare al secondo e viceversa.
Non vi può essere relazione tra persone senza fiducia, ma la fiducia non si può costruire
senza una solida relazione interpersonale tra le parti.
Ecco che da questi due concetti, all’apparenza semplici e banali, si costruisce il sogno
di questo adulto che vola in punta di piedi cercando di mettere le-ali alla scuola.
La scuola, attraverso il racconto di esperienze personali da Docente e da Dirigente Scolastico, viene presentata, dal nostro autore, dal punto di vista umano, delle persone che vivono il luogo scuola giornalmente: studenti e docenti.
Parliamo, appunto, di Persone che per loro natura sono in relazione con se stesse e con il mondo che li circonda ed è, quindi, necessità innata quella dell’uomo di relazionarsi con l’Altro.
La relazione non è da intendersi solo tra soggetti simili tra loro, ma tra soggetti pensanti e consapevoli di sé: studenti e professori si relazionano all’interno della scuola continuamente ma ancora troppo poco.
La relazione visibile, oggi, all’interno del sistema scolastico italiano è artefatta ma soprattutto distaccata: io sono il docente, tu il mio allievo, questa è la nostra relazione
. Lo studente conosciuto solo attraverso il suo profitto scolastico e la famiglia lasciata in disparte: ciò crea una spaccatura profonda nella costruzione di un rapporto di fiducia vero tra studente e docente.
La fiducia non è rappresentata dal bel voto per entrambe le parti, la fiducia si costruisce anche attraverso il brutto voto spiegato e capito, attraverso il rimprovero per il bene e non fine a se stesso, attraverso l’alleanza tra la scuola e la famiglia.
Il Dottor Casonato sogna in grande, troppo in grande
.
Perché?
Perché il desiderio di avere una scuola semplicemente basata sul concetto di fare il bene dello studente, per inserirlo nella società consapevole delle sue aspirazioni ma anche dei suoi limiti, deve essere considerato un sogno esagerato se non un’utopia?
La scuola nasce per trasmettere cultura, ma anche educazione alla vita e alla comprensione di ciò che voglio fare da grande
, in piena complicità con la famiglia che deve sempre essere il primo punto di riferimento per uno studente.
La scuola, per voler essere trasgressivi, deve aiutare lo studente, non tanto a conoscere a memoria il teorema di Pitagora, ma a capire se il teorema stesso sarà fondamentale nella vita di quei ragazzi.
La scuola deve prendere per mano i ragazzi e mostrare loro la bellezza della cultura senza ansia, senza minacce, senza distacco, ma con il coinvolgimento, il dialogo, la comprensione e l’amore.
La scuola non deve trovare dei pochi talenti tra tanti studenti, deve scoprire il talento insito in ogni ragazzo: ognuno è portato per qualcosa e se quel qualcosa esula dalle materie scolastiche, attraverso la relazione, si cerca di accrescerlo e motivarlo ugualmente.
Le relazioni più durature sono quelle mosse dalla passione: l’insegnante appassionato della sua materia e che guarda più in là di un voto, sarà in grado di stabilire una relazione di complicità basata sulla fiducia, perché la passione appassiona, contagia chi ci sta accanto.
In questo libro, pagina dopo pagina, il lettore vivrà molte vite diverse, verrà coinvolto e si appassionerà del modo, del nostro autore, di leggere la scuola: innovativo, certo, ma assolutamente doveroso per tornare a considerarla un luogo di relazioni vere.
Il lettore si convincerà che il sogno dell’autore non è impossibile, ma è come un volo verso mete più calde, lungo, difficile ma necessario per la sopravvivenza del nostro Paese che deve allontanarsi dalle fredde terre dell’individualismo e della burocrazia.
La Persona di contro al voto.
La Relazione di contro al distacco.
La Fiducia di contro al sospetto.
Il Talento di contro al giudizio.
Più persone e meno carte.
Più relazioni e meno istituzionalità
.
Più fiducia e meno apatia.
Più talenti e meno pre-giudizi.
La scuola con le-ali, un sogno terreno.
Valeria Genova
La chiave di Sophia
INTRODUZIONE
Ho immaginato per pochi istanti un cambio di paradigma della nostra Costituzione.
Ho sognato di vedere un popolo e la sua classe politica che, per un attimo, mettessero al centro dell’agenda politica la scuola.
Ho così cominciato a ragionare sulle conseguenze di questo cambiamento.
Finalmente una nuova stagione di rinnovamento!
Un nuovo modo di definire gli obiettivi strategici di una nazione.
La scuola al centro dell’attenzione della società civile.
La scuola che mette al centro lo studente.
Lo Stato che mette al centro il cittadino.
Poi il risveglio!
La realtà mette a nudo quanto i sogni siano difficili da realizzare. E se il sogno diventasse una visione?
Se questa visione fosse condivisa da altri?
Se per un attimo ragionassimo sul bene del futuro e non solo su quello del presente?
Se fossimo in grado di aprire una piccola breccia nel muro del conservatorismo per costruire strade nuove di lento ma inesorabile, cambiamento?
Se provassimo a cambiare marcia e direzione?
Se per una volta, invece di cominciare dall’alto, facessimo le riforme dal basso, coniugando il meglio della tradizione italiana, con il meglio della tradizione europea e internazionale?
Se ci lasciassimo globalizzare dal meglio della pedagogia straniera e globalizzassimo il meglio di quella italiana?
Se gli aspetti normativi e sindacali conoscessero una nuova stagione mettendo al centro il bene dello studente, sia esso bambino/a, ragazzo/a, giovane o uomo/donna?
Se, se, se … con i se
e con i ma
non si realizza il rinnovamento e soprattutto non si cambiano le tradizioni.
«Di se
e di ma
sono pieni i fossi», diceva mia nonna.
La speranza sta abbandonando la scuola italiana!
La speranza affidabile, una declinazione più concreta della generica speranza, ancora non si intravede.
Perché allora rassegnarsi alla realtà se non ci piace?
Perché cessare di continuare a far crescere un motivo di speranza dentro di noi?
E ancora: come credere alla nuova stagione di cambiamento se i problemi accumulati negli anni distruggono qualsiasi possibilità di costruire un futuro che parta dallo studente?
Ho una convinzione profonda: sono io il primo a dover credere e sperare in un cambiamento.
Meglio che allora non scriva cosa dice uno dei tanti proverbi veneti coniati appositamente per chi vive sperando.
Meglio ignorare i lamenti di coloro che mi credono un sognatore, un uomo che fa poesie.
Meglio non ascoltare le tante voci che si levano in coro per dirmi di lasciar perdere.
Meglio non abbandonare la strada intrapresa ventitré anni fa quando mi avvicinai alla scuola con gli occhi del sognatore, del visionario e mi sono trovato fuori da questo mondo senza quasi accorgermene!
Ora che il sistema scolastico ha ricondotto all’obbedienza le persone fautrici del cambiamento, sento la necessità di capitalizzare la mia esperienza a favore del bene delle future generazioni.
Ho imparato che l’innovazione è una disobbedienza che va a buon fine e, sulla strada della disobbedienza innovatrice, intendo muovermi.
Mi hanno definito un disturbatore del presente
.
Ringrazio di cuore il professor Z. A. dell’Università di Padova per tale descrizione.
Quindi ritengo di dover disturbare il quieto sonno non solo di chi si riposa per ripristinare le energie perdute, ma anche di chi vive nella diffusa mentalità dell’indifferenza al cambiamento che nella società italiana è rappresentata benissimo da un vecchio detto veneto: no vago a combatar!
Tanti, troppi sono gli studenti che ho conosciuto e che si ritrovano dentro contesti lavorativi dove non riconoscono il valore della scuola.
Tanti, troppi sono gli studenti che hanno costruito mondi artificiali dove stare bene con se stessi, e questo era l’obiettivo loro e dei loro genitori, ma senza prospettive per il futuro lavorativo.
Tanti, troppi sono gli adulti distratti dalle cose che non contano e ammaliati da un’idea di società dell’effimero e dell’immagine, contrapposta ad una società delle buone e autentiche relazioni vissute dentro progetti di bene e speranza per il futuro.
A partire da tutto ciò intendo rivitalizzare la scuola.
A partire da tutto ciò intendo offrire una speranza alle giovani generazioni.
A partire da tutto ciò intendo rilanciare con vigore le priorità da cui i partiti politici italiani e le Istituzioni repubblicane potrebbero ripartire per rifondare il sistema scolastico italiano.
Utopia?
Sogno?
Visione?
Sì, utopia, sogno e visione viste come fasi di un processo di cambiamento inesorabile al quale il sistema Italia potrà rivolgersi per rilanciare il futuro della nazione.
Dall’utopia al sogno, dal sogno alla visione, dalla visione agli obiettivi e dagli obiettivi alle azioni concrete per credere che l’Europa non sia solo uno scenario possibile, ma anche uno spazio dove collocare la nuova riforma della scuola italiana.
L’educazione alla cittadinanza mondiale, in chiave europea e interculturale, è l’orizzonte nel quale potremmo muoverci per creare la spinta al cambiamento.
La visione è quindi verso una scuola Internazionale delle culture, delle lingue, delle relazioni, delle connessioni, delle competenze, dei profili, dei valori, dei talenti e dei sistemi pedagogici integrati per il bene della persona.
Dare significato a queste etichette linguistiche diventa la chiave di questo lavoro.
Tuttavia prima è utile definire il contesto sociale, economico, politico e giuridico dentro al quale ci muoviamo.
L’analisi può aiutarci a definire lo scenario di riferimento dentro il quale collocare in modo più efficace la proposta.
Pur tuttavia sono consapevole dello sforzo, e anche dei limiti della mia esperienza scolastica sia in qualità di insegnante che di dirigente scolastico di una nota scuola paritaria.
Vivo però la speranza affidabile che famiglie, dirigenti scolastici, docenti, studenti o anche politici, possano trovare in questo libro il desiderio di affrontare il mare aperto del rinnovamento, prima ancora che cogliere gli elementi tecnici su cui agire nel cambiamento. Ciascuno facendo la sua parte. La scuola potrà cambiare se tutti lo vogliamo insieme, convintamente e con grande speranza verso il futuro che ci attende.
PREMESSA
Le riflessioni sulle due importanti riforme scolastiche introdotte nel sistema italiano dal 1923 al 2008, la prima, e dal 2008 ad oggi, la seconda, ci portano a distinguere le motivazioni che erano alla base delle scelte compiute dai governi di allora.
La Riforma Gentile serviva al Governo fascista per realizzare un sistema scolastico centralista, gerarchico e autoritario.
La Riforma Moratti-Gelmini, nasceva dalla forte esigenza di risparmio nella finanza pubblica; né l’una, né l’altra motivazione sono da ritenersi oggi convincenti per generare il cambiamento di prospettiva nella scuola.
Per cercare bene le motivazioni sulle quali fondare il nuovo assetto istituzionale della scuola, intendo partire dal contesto familiare, educativo, sociale, economico e giuridico dentro il quale elaborare la proposta.
Cercherò di raccontare l’esperienza vissuta nella scuola per trarre gli insegnamenti che possono servire ad una riflessione attenta e puntuale, indispensabile premessa per una concreta proposta di cambiamento.
Giordano Casonato
L’ITALIA È UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SULLA SCUOLA
Verso un nuovo modello pedagogico:
la Scuola Internazionale dei talenti
Dedico questo libro a Gian Marco, ragazzo di 20 anni che ho conosciuto in uno dei corsi per disoccupati organizzati dalla cooperativa che ho fondato 14 anni fa, il Gruppo Insegnanti Formatori di Oderzo.
A te Gian Marco, che avevi una famiglia, avevi una morosa, avevi una squadra di calcio, avevi anche trovato lavoro e a 20 anni hai deciso di lasciarci.
A te dico: Accolgo il tuo messaggio: in questa vita, ciò che conta davvero è essere, non avere. E’ andare oltre le apparenze. E’ realizzare i propri sogni. E’ valorizzare i propri talenti. E’ cercare di dare senso alla propria esistenza.
Mi metto in cammino e cercherò la strada che porti al significato della vita, insieme ai tanti giovani che avrò la fortuna, il dono e l’opportunità di incontrare, sorretto solidamente dal sostegno della mia meravigliosa famiglia.
Alla mia meravigliosa famiglia e agli adulti che vorranno condividere con me il sogno di una società fondata sulla scuola.
PARTE I
CONTESTO E METODO
Il contesto familiare, educativo e sociale
Viviamo un tempo e un contesto sociale alquanto nuovi sotto il profilo delle relazioni umane, delle sfide dell’educazione e delle nuove opportunità di studio. L’invasione della tecnologia nella vita quotidiana sembra inarrestabile e la presenza dei nuovi media, così diffusa e capillare, sembra ricondurci dentro un diluvio di informazioni alla portata di tutti, poco utile a costruire pensieri strutturati nella coscienza delle persone. Alla relazione si sostituisce la ‘connessione’ che costituisce la nuova privilegiata forma di relazione interpersonale.
Tuttavia Internet è solo uno dei tanti cambiamenti indotti dalla rivoluzione digitale, la cui tecnologia non può essere semplicemente interpretata come strumenti
: la rivoluzione digitale è tale perché la tecnologia è divenuta un ambiente da abitare, una estensione della mente umana, un mondo che si intreccia con il mondo reale e che determina vere e proprie ristrutturazioni cognitive, emotive e sociali dell’esperienza, capace di rideterminare la costruzione dell’identità e delle relazioni, nonché il vissuto dell’esperire.
(L’era digitale e la sua valenza antropologica: i nativi digitali - Tonino Cantelmi)
Dobbiamo quindi considerare che il rapporto con la realtà e l’approccio alla conoscenza dei cosiddetti ‘nativi digitali’ ovvero i nostri piccoli e grandi studenti, sono ormai significativamente diversi da quelli dei ‘figli di Gutenberg’.
(Nativi digitali - MIUR)
La società attuale risulta fluida, liquida, sempre più libera di essere ciò che vuole, ma meno disponibile a riconoscere le sue origini per cercare strade nuove. È una società ‘liquido-moderna’ in quanto le situazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini e procedure... In una società liquido-moderna gli individui non possono concretizzare i propri risultati in beni duraturi: in un attimo, infatti, le attività si traducono in passività e le capacità in incapacità... La vita liquida è una vita precaria vissuta in condizioni di continua incertezza... La vita nella società liquido-moderna non può mai fermarsi. Deve modernizzarsi (leggi: continuare a spogliarsi quotidianamente di attributi giunti alla propria data di scadenza, e a smontare/togliere le identità di volta in volta montate/indossate) o perire