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I racconti della dottoressa Val
I racconti della dottoressa Val
I racconti della dottoressa Val
E-book145 pagine1 ora

I racconti della dottoressa Val

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Info su questo ebook

Una raccolta di racconti. Rimarrete sorpresi nel notare come alcune di queste storie potrebbero riflettere la situazione della vostra vita attuale.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita14 apr 2016
ISBN9781507128879
I racconti della dottoressa Val

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    Anteprima del libro

    I racconti della dottoressa Val - Valerie Hockert

    Valerie Hockert

    I racconti della dottoressa Val

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    Valerie Hockert

    e-mail: CollProf@aol.com

    Copyright:  © 2012 by Valerie Hockert  All rights reserved

    Nessuna parte di questo documento può essere riprodotta o trasmessa in alcuna forma o tramite nessun supporto, elettronico, meccanico, cartaceo o audiovisivo se non previa autorizzazione scritta dell’autrice.

    Sommario

    Introduzione

    L’ultima storia di pesca di John

    Le cimici

    Le avventure di Jackie e le cimici

    L’orecchio pigro

    Qualcuno riesce a sentirmi?

    Perché Joann ha lasciato Frank

    Le mucche degli Smith invadono la città

    I pomodori di Johnson, più grossi dei conigli.

    Randolph Torkelson è l’eroe della tapioca

    Ribelle incosciente

    L’autostoppista

    Una giornata al mare con gli Schwartzenbauer

    Ding dong! La strega è morta!

    Sarah ha fatto sparire la strega

    Scimmietta avventurosa

    Una chiacchierata con la nonna

    Tipo senza impegno

    Perché mi nascondo

    Gentiluomo d’azzardo

    Bollette e giocatori d’azzardo

    L’orgoglio della nonna C:\Users\valerie\AppData\Local\Microsoft\Windows\Temporary Internet Files\Content.IE5\DWSTQX30\MC900441361[1].png

    Il desiderio di una madre

    Janet voleva solo essere d’aiuto

    Philly

    Philly vuole essere una pianta

    Salpa la nave di Elizabeth Martinson

    Il candelabro C:\Users\valerie\AppData\Local\Microsoft\Windows\Temporary Internet Files\Content.IE5\DWSTQX30\MC900441361[1].png

    Criminale a credito

    Creditore pericoloso

    Il finto tonto

    Caro Tommy

    Ribelle in gabbia

    Appuntamento in prigione

    Avvicinati e tocca

    Fatti sentire e fai felice qualcuno

    Chi gioca di potere

    Gioco di potere

    Perché John non potè tornare a casa per le vacanze

    La famiglia al primo posto

    Me ne vado!  C:\Users\valerie\AppData\Local\Microsoft\Windows\Temporary Internet Files\Content.IE5\DWSTQX30\MC900441361[1].png

    Christie & Drew  C:\Users\valerie\AppData\Local\Microsoft\Windows\Temporary Internet Files\Content.IE5\DWSTQX30\MC900441361[1].png

    Introduzione

    Questa è una raccolta di racconti. Alcuni sono stati pubblicati in Personalità da evitare, altri in Racconti delle stelle, e per questo presentano più di un titolo. Tuttavia, in questa raccolta (e non nelle altre) sono inclusi i racconti L’orgoglio della nonna, Il candelabro, Me ne vado! e Christie e Drew.

    L’ultima storia di pesca di John

    «Non prenderai mai un pesce in questo modo». George era sbigottito.

    «Da questa parte», disse ancora la voce.

    «Hum?» George si voltò indietro. Lì, appena fuori dalla superficie dell’acqua, c’era un pesce enorme!

    «Ciao, George. Non puoi catturarmi, quindi non provarci nemmeno. Togliti quella espressione sbalordita dalla faccia e ascoltami.»

    «Perché dovrei dare retta ad un pesce?»

    «Perché io sono il Re Pesce " il re di questo lago. E un Re Pesce è sovrano dei suoi sudditi. Li avverto quando possono uscire a giocare con i gingilli che voi pescatori provate ad usare per ingannarci.»

    «Gingilli?»

    «Si: gli ami, le esche... tutta quella roba. Sai, se voi pescatori imparaste ad usare l’esca giusta, avreste più fortuna. Quelle esche fantasiose e sgargianti che utilizzate " ci attraggono solo verso la lenza, per via della loro luce. E poi di solito sono solo i pesci giovani che ci cascano. Noi, più anziani, più maturi e più grossi siamo esperti nel non farci fregare. Certo, ce ne sono alcuni che si perdono per strada. Come voi umani.»

    «Ma di cosa stai parlando?»

    «Non importa. Viviamo in un regno, e il nostro regno ha dei limiti; tuttavia continuiamo a moltiplicarci. E che ne facciamo delle eccedenze? Le diamo a voi!».

    All’improvviso il pesce scomparve tra le acque. George rimase seduto nella sua barca, in attesa che riemergesse. Provò a chiamarlo. «Vieni qui pesciolino! Signor bel pesciolino! Pesciolino, vieni qui, parlami!» e così via. Finalmente si decise a rincasare: stava facendo buio. Forse Mister Pesce aveva ragione. Forse stava usando l’esca sbagliata.

    Due giorni dopo ritornò al lago, precisamente nello stesso luogo dove aveva incontrato Mister Pesce. Lo chiamò, ma non ci fu risposta. Rimase seduto ad aspettarlo finché non fece buio di nuovo.

    «George! George! Svegliati!»

    «Uhm?» disse George mezzo addormentato. "Oh, Mister Pesce, cioè, volevo dire

    Re Pesce. Dove sei stato?»

    «Nel mio palazzo. Ehi, George, tu fai immersioni, non è vero?»

    «E tu come fai a saperlo? Non faccio una immersione da quando ero...»

    «Molto giovane, lo so. Senti, George, prendi l’equipaggiamento, indossalo, e fatti trovare domani a quest’ora nella punta più a sud di questo lago, vicino alla baia.»

    «Aspetta!» gridò George, ma ormai era troppo tardi. Mister Pesce era scomparso negli abissi. George decise quindi che sarebbe stato meglio andarsene e mettersi alla ricerca dell’equipaggiamento da sub, dal momento che sarebbe dovuto tornare il giorno seguente molto presto.

    Seguì le istruzioni, si infilò la muta da sub e si assicurò che tutto il resto fosse al suo posto, quindi si sedette su uno scoglio massiccio e attese il ritorno di Mister Pesce.

    Poco tempo dopo, Mister Pesce comparve. «George, voglio che tu mi segua. Ti porterò a fare un giro turistico».

    «Okay». Seguì il pesce come il servitore segue il suo padrone. Vide gli abissi abitati da ogni tipo di creatura " di ogni forma e colore. Alcuni pesci dallo sguardo truce lo resero un po’ nervoso, ma persino questi sembravano avere rispetto per il Re Pesce, quasi inchinandosi davanti a lui.

    «George! George! Osserva senza parlare. Se ti faccio una domanda, rispondi con un cenno del capo. Okay?».

    George annuì in segno di approvazione.

    «Adesso hai visto come i pesci del mio reame mi rispettino anche quelli grandi, dallo sguardo truce. Risaliamo verso la superficie. Seguimi. Riesci a vedere le barche lassù in alto? Vedi quelle luci? Sono le esche fantasiose che usate voi. Adesso guarda a sinistra vedi quei pesci che vi si stanno avvicinando?». A questo punto il Re Pesce formò una O con la bocca, come se stesse fischiando, sebbene George non udisse alcun suono. «Ecco, vedi George, stanno tornando indietro. Li ho avvertiti. Sai dove stavano andando? In direzione del cibo attaccato alla lenza di quel pescatore, all’estrema sinistra. Guarda in su verso la barca. Adesso traccia una linea immaginaria dalla barca fino a quelle alghe laggiù. Guarda più attentamente. C’è del cibo appeso all’amo che ondeggia tra le alghe " proprio dove si stavano dirigendo i pesci. Se guarda di nuovo in alto, sono sicuro che puoi quasi scorgere il filo da pesca. Ora torniamo indietro. Credo tu abbia visto abbastanza».

    «Beh, Re, adesso capisco che cosa intendevi quando parlavi di esche e di ami fantasiosi. Non c’è da sorprendersi che riesca a catturare qualcosa solo di rado. Grazie».

    «Oh, George, ti vedevo là fuori, giorno dopo giorno, e cominciavo a provare pena per te. Adesso avrai più fortuna. E non raccontare a nessuno della nostra breve avventura: non ti crederebbero comunque. D’altronde, non hanno mai creduto a nessuna delle tue storie».

    «Le mie storie? Ma come fai a sapere ...?». Ma il Re Pesce scomparve.

    George giurò che non avrebbe mai più raccontato un'altra storia di pesca. E quando andò di nuovo a pescare, portò con sé un amico " per raccontargli le sue storie, naturalmente.

    -Fine-

    Le cimici

    Le avventure di Jackie e le cimici

    «Ehi Jackie! Questa navicella spaziale è stupenda».

    «Proprio così».

    «Ma dove li hai trovati questi tipi?».

    «Oh, vuoi dire Omar?».

    «Dove l’hai conosciuto?».

    «All’aeroporto. Sai, dove Judd ha la sua attività. È entrato una volta quando ero di turno io " cercava un aeroplano.»

    «Probabilmente ne ha a migliaia, Jackie».

    «Probabilmente. Ma probabilmente nessuno come questo».

    «E non significa niente per te?».

    «Sai, Dot, quando Omar mi ha chiesto di venire qui con lui allo Space Point " beh, io ho sempre pensato che questo fosse un ristorante. Non credevo che avrebbe realmente cominciato a volare.»

    «Non lo fa, di solito», la interruppe un uomo che passava di lì.

    «Dio, quel tipo è proprio buffo. Basterebbe mettergli un paio di antenne sulla testa per renderlo identico ad un insetto " come se sbucasse fuori da un film di fantascienza. Forse è proprio lì che siamo adesso. Ci pensi: Jackie e Dot in un film di fantascienza?».

    «Oh, Dot, tu sei pazza. Sai, quando Omar mi ha chiesto di cenare qui, sono rimasta molto colpita, perché i biglietti sono molto costosi. Quindi ho detto subito di sì. E poi vengo a scoprire che questo posto è suo! E che vola e fluttua nello spazio. Sembra che io sappia davvero come trovarmi quelli ricchi, non è vero? Ehi, Dot, che ne pensi di quel tipo che ti ha presentato, ti piace?».

    «Non è male. Pare che abbia anche lui un sacco di soldi, e questo è quello che conta.»

    «A proposito di soldi. L’altra sera, quando sono uscita con Omar per cena, sono arrivata qualche minuto in ritardo. Gli ho spiegato che ero in ritardo a causa delle tende che avevo dovuto portare in lavanderia, perché vi avevo trovato delle cimici annidiate nelle trame. Lui mi ha risposto che avrei fatto meglio a buttarle, che me ne avrebbe comprate di nuove».

    «Ehi, Jackie, visto che Omar e Abdhul sono impegnati nella loro riunione segreta,perché noi non andiamo giù al bar?».

    «Segreta? Omar ha detto solo che credeva ci saremmo annoiate. Va bene. Ma per bere qualcosa: non per controllarli. Voglio dire, ricordati con

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