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Le poesie non hanno nome: Los poemas no tienen nombre
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Le poesie non hanno nome: Los poemas no tienen nombre
E-book131 pagine30 minuti

Le poesie non hanno nome: Los poemas no tienen nombre

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Nessuna vita è scontata.
In primo luogo, perché non è scontato il vivere né - tanto meno - il voler vivere. In secondo luogo, perché ogni esistenza può rivendicare la propria unicità ed extra-ordinarietà nel suo breve affacciarsi, con rapido guizzo, al bordo del nulla da cui presto sarà inghiottita di nuovo. Nella raccolta Le poesie non hanno nome - esordio letterario di Anna Atzeni - il turbinoso groviglio esistenziale dell’autrice non appare scontato, però, anche per una terza ragione: la caparbia volontà, o insopprimibile necessità di non fare “sconti”, appunto, al proprio sperimentare la vita fuori dai binari tracciati e dai limiti imposti (dalla famiglia d’origine, dal luogo di nascita, dalla lingua materna, dai codici sociali più comuni e accettati...) assumendo con fragile coraggio il rischio di farla deragliare, alla sofferta ricerca di una autenticità che, come la linea dell’orizzonte, si pone sempre un po’ oltre lo sguardo mentre, muovendoci nella sua direzione, cerchiamo di raggiungerla.
LinguaItaliano
Data di uscita19 mar 2016
ISBN9788899685034
Le poesie non hanno nome: Los poemas no tienen nombre

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    Anteprima del libro

    Le poesie non hanno nome - Anna Atzeni

    ANNA ATZENI

    LE POESIE NON HANNO NOME

    LOS POEMAS NO TIENEN NOMBRE

    AmicoLibro

    Anna Atzeni

    Le poesie non hanno nome

    Los poemas no tienen nombre

    Proprietà letteraria riservata

    l’opera è frutto dell’ingegno dell’autore

    © 2016 AmicoLibro

    via Oberdan 9

    75024 Montescaglioso (MT)

    www.amicolibro.eu

    info@amicolibro.eu

    Prima Edizione

    marzo 2016

    a Gabri

    Una vita non scontata

    Nessuna vita è scontata.

    In primo luogo, perché non è scontato il vivere né - tanto meno - il voler vivere. In secondo luogo, perché ogni esistenza può rivendicare la propria unicità ed extra-ordinarietà nel suo breve affacciarsi, con rapido guizzo, al bordo del nulla da cui presto sarà inghiottita di nuovo. Nella raccolta Le poesie non hanno nome - esordio letterario di Anna Atzeni - il turbinoso groviglio esistenziale dell’autrice non appare scontato, però, anche per una terza ragione: la caparbia volontà, o insopprimibile necessità di non fare sconti, appunto, al proprio sperimentare la vita fuori dai binari tracciati e dai limiti imposti (dalla famiglia d’origine, dal luogo di nascita, dalla lingua materna, dai codici sociali più comuni e accettati...) assumendo con fragile coraggio il rischio di farla deragliare, alla sofferta ricerca di una autenticità che, come la linea dell’orizzonte, si pone sempre un po’ oltre lo sguardo mentre, muovendoci nella sua direzione, cerchiamo di raggiungerla.

    L’urgenza di scrivere che, per dirla con la Szymborska, conduce una mano mortale a compiere così la sua vendetta, trova da sé, nei versi della Atzeni, la forma del proprio ribollente fluire in disegni melodici e ritmici spesso ruvidi, graffianti, lontanissimi da apollinee ricomposizioni forzatamente armoniose di una realtà intima che è magma inquieto, brace viva sotto la pagina in cui si rapprende, senza placarsi.

    Scavalcato il recinto della coscienza, le parole balzano fuori - talvolta come scaglie di pietra affilate e taglienti - a disegnare non il solipsistico ripiegamento di un ego che di sé si appaghi: attraverso la scrittura, lo vediamo semmai proteso verso l’esterno, rabdomante che sonda tutte le possibilità di relazione con l’altro, in fuga dalla prigionia di una frustrante monodimensionalità.

    La doppia veste linguistica in cui le liriche qui raccolte si offrono al lettore non è frutto di un intervento di riscrittura a posteriori e a freddo, ma si produce come una sorta di geminazione spontanea già nella fase del loro concepimento. Il passaggio dall’italiano allo spagnolo - e viceversa

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