Un tempo altrove

Di Alessandro Forlani

ANTOLOGIA (75 pagine) - FANTASCIENZA - Cinque storie distopiche che raccontano il passato della razza umana.

Per una serie di circostanze grottesche non c'è mai stata una Notte di Natale; il Portogallo del XVI secolo sopporta il tallone degli Aztechi invasori. Gli Este di Ferrara e Re Luigi XIV si contendono il primato dello sbarco sulla Luna; nella Russia zarista di Alessandro Romanov, dove tutti bevono Zar-Kola, il bolscevismo non ha attecchito. Domani mezzo mondo sarà invaso dall'oceano: il teppismo abissale, e le nuove etnie di Los Angeles, saranno un bel problema per un'ex-poliziotta. Cinque storie distopiche di Alessandro Forlani.

Alessandro Forlani insegna sceneggiatura all'Accademia di Belle Arti di Macerata e Scuola Comics Pescara. Premio Urania 2011 con il romanzo "I senza tempo", vincitore e finalista di altri premi di narrativa di genere (Circo Massimo 2011, Kipple 2012, Robot e Stella Doppia 2013) pubblica racconti e romanzi fantasy, dell'orrore e di fantascienza ("Tristano"; "Qui si va a vapore o si muore"; "All'Inferno, Savoia!") e partecipa a diverse antologie ("Orco Nero"; "Cerchio Capovolto"; "Ucronie Impure"; "Deinos"; "Kataris"; "Idropunk"; "L'Ennesimo Libro di Fantascienza"; "50 Sfumature di Sci-fi"). Vincitore del Premio Stella Doppia Urania/Fantascienza.com 2013.

• Lingua: Italiano
• Editore: Delos Digital
• Data di uscita: 8 set 2016
• ISBN: 9788865308240

Anteprima del libro

a cura di Diego Bortolozzo

Alessandro Forlani

Un tempo altrove

Antologia

Prima edizione settembre 2016

ISBN 9788865308240

© 2016 Alessandro Forlani

Copertina: Franco Brambilla

Edizione ebook © 2016 Delos Digital srl

Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano

Versione: 1.0

TUTTI I DIRITTI RISERVATI

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Indice

Il libro

L'autore

Un tempo altrove

Prefazione

Mareah & Juliette

Zar-Kola

Distopia di Natale

Spazio 1669

Prologo (1616)

1.

2.

3.

4.

Intermezzo (1655)

5.

6.

7.

8.

Epilogo (20 luglio 1669)

Tlaloc verrà

1.

2.

3.

4.

5.

6.

7.

8.

9.

10.

Epilogo.

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Il libro

Cinque storie distopiche che raccontano il passato della razza umana.

Per una serie di circostanze grottesche non c'è mai stata una Notte di Natale; il Portogallo del XVI secolo sopporta il tallone degli Aztechi invasori. Gli Este di Ferrara e Re Luigi XIV si contendono il primato dello sbarco sulla Luna; nella Russia zarista di Alessandro Romanov, dove tutti bevono Zar-Kola, il bolscevismo non ha attecchito. Domani mezzo mondo sarà invaso dall'oceano: il teppismo abissale, e le nuove etnie di Los Angeles, saranno un bel problema per un’ex-poliziotta.

Cinque storie distopiche di Alessandro Forlani.

L'autore

Alessandro Forlani insegna sceneggiatura all'Accademia di Belle Arti di Macerata e Scuola Comics Pescara. Premio Urania 2011 con il romanzo I senza tempo, vincitore e finalista di altri premi di narrativa di genere (Circo Massimo 2011, Kipple 2012, Robot e Stella Doppia 2013) pubblica racconti e romanzi fantasy, dell'orrore e di fantascienza (Tristano; Qui si va a vapore o si muore; All'Inferno, Savoia!) e partecipa a diverse antologie (Orco Nero; Cerchio Capovolto; Ucronie Impure; Deinos; Kataris; Idropunk; L'Ennesimo Libro di Fantascienza; 50 Sfumature di Sci-fi). Vincitore del Premio Stella Doppia Urania/Fantascienza.com 2013.

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Prefazione

Questa antologia di racconti distopici raccoglie lavori realizzati nell'arco di quattro anni. Li ho ordinati per epoche (o piuttosto dis-epoche!) dall'oggi hydropunk fino a Natale dell'anno 0: ma, per quello che riguarda le date di stesura, il più vecchio è Tlaloc verrà (2010); quindi Spazio 1669 e Distopia di Natale (2011); Mareah & Juliette (2012); infine Zar-Kola (un'idea del 2013 completata nel 2014). Nascono quasi tutti da esigenze di concorsi letterari, tranne un paio di divertissement pubblicati su blog; sono apparsi in disordine qua e là su siti web e altre antologie. Soprattutto per un autore immaturo, quale mai smetterò di sentirmi, quattro anni è un intervallo molto lungo: nello stile, la struttura, le idee; nelle proprie esigenze e il rapporto con i lettori cambiano (devono, cambiare) moltissime cose; sono convinto lo noterete. E spero, quand'anche vi piacessero i racconti più vecchi, che apprezzerete quelli più recenti.

A chi scrive questo genere di fantascienza, questi bivi perturbanti nella Storia, di solito si chiede – si spera sbigottiti – – ma come ti è venuta l'ispirazione per?!… – e qui, a seconda delle vostre preferenze, Napoleone che vince a Waterloo o l'Arciduca scampato a Sarajevo; la svastica sul Cremlino e il Campidoglio o Marilyn Monroe che muore di vecchiaia.

Riguardo alla distopia, la mia becera, ma sincera risposta, è che scrivo di epoche e circostanze che mi piacciono perché sì (per esempio il XVII, XIX secolo e gli imminenti futuri). Soprattutto, mi è sempre dispiaciuta la macro-antistoria; gli enfatici racconti con Giulio Cesare protagonista o l'anti-cronache in technicolor delle Battaglie di Lepanto: preferisco le vicenducole fra le pieghe del tempo; di gente messa in mezzo o capitata per caso.

Con, tuttavia, sorprendenti cornici.

Esempio: Mareah & Juliette l'ho scritto dopo avere scoperto, sulle pagine di un magazine femminile, che vive in California una certa Hannah Fraser, di mestiere sirena (!): ho pensato a un presente hydropunk dove le sue doti non siano, soltanto, spettacolari o sportive; bensì la conditio dell'attuale umanità per evolvere in aquaticus. È una storia di madre e figlia, di razzismo epistemologico, e di chi – in ogni mondo che cambia – si accanisce o non è capace di cambiare altrettanto.

Zar-Kola è un ipotesi sul regime sovietico stroncato sul nascere dal successo di una bibita: nella storia è bastato la bevessero tutti i russi, non ho scomodato Vladimir Ul'janov. È un racconto che fra me ricomincio ogni volta quando vedo, tutt'attorno, ogni giorno, gli epiloghi proverbiali dei tarallucci e del vino.

Spazio 1669, che è anche il racconto più macchiato di fantasy, anticipa a Re Sole lo sbarco sulla Luna, ma presuppone il torto marcio di Galilei e mi ha costretto a riscrivere certe stanze d'Ariosto. È la storia d'un valletto francese in un mondo, suo malgrado, che è davvero al centro del cosmo tolemaico; e cose incomprensibili e più grandi di noi tutti – l'alchimia, per esempio, che all'epoca era scienza… – funzionano punto e basta e ci lasciano a bocca aperta.

Tlaloc verrà, su un Portogallo del Cinquecento conquistato dagli Aztechi, è la storia di un'orfana, e di un vecchio soldato, all'ombra di piramidi nelle piazze di Lisbona. La bambina vede bene che non c'è nulla di strano; l'anziano si ostina a riavvolgere la matassa, a correggere il turning point fra quell'altro e questo multiverso. Troppo tardi si accorgerà che il mondo è già andato avanti ma lì, nelle strade affollate di occidentali e di indios, Montezuma e Cortés già sepolti da un pezzo.

Distopia di Natale è un'illazione maligna su una serie di circostanze, miserabili e eccezionali, che quella notte fondamentale per l'intera Cristianità, l'anno 0 del calendario, avrebbero potuto mandare tutto in malora: la negligenza di un funzionario Romano e il becero razzismo d'una vecchia affittacamere; l'apice del misticismo di un rabbino egoista e questioni di coltello fra ladri e beduini. Credo di averlo scritto un mattino di lunedì!

Perciò: proprio perché non siete chissà chi di immortale, di illustre, e vivete dietro l'angolo della Storia, allorché rientrerete da queste pagine a casa vostra state attenti a non pestare farfalle…

Alessandro Forlani

Ho avuto il piacere di conoscere Alessandro Forlani leggendo i suoi racconti, piccole perle letterarie, divertenti quanto coinvolgenti.

La capacità tecnica dell’autore,