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Il mio mondo sulla pagina-Opera Omnia
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E-book113 pagine1 ora

Il mio mondo sulla pagina-Opera Omnia

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Info su questo ebook

Sono Rosario Becchina, ho 23 anni, e sono uno studente di Lettere dell'Università degli Studi di Palermo. Dal 2010 milito in movimenti giovanili di estrema sinistra, di impronta anarchica o comunista. Nel 2013 affino le mie doti politiche, ed aderisco all'Unione degli Universitari di Palermo, il Sindacato studentesco del quale attualmente faccio parte. Dal 2014, con la mia prima pubblicazione, inizia il mio percorso di saggista, poeta e scrittore. Questo libro contiene tutte le mie opere, edite e inedite.
LinguaItaliano
Data di uscita18 ott 2016
ISBN9788822857286
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    Anteprima del libro

    Il mio mondo sulla pagina-Opera Omnia - Rosario Becchina

    voi...

    32

    POESIE E SAGGI

    PROLOGO

    Cari lettori, care lettrici, questa mia opera d’esordio, dal titolo spartano, contiene appunto brevi componimenti poetici, frammenti di un’identità che è alterità, che, attraverso le parole, ibrida sé stessa. In me tu non troverai il sussiego sdegnoso e sprezzante, la lontananza del Poeta, perché non basta provare emozioni, come io sto facendo. Con questa opera stupida ed ignorante, io voglio farti provare le emozioni di una vita. Ricordo come se fosse ieri, era l’Ottobre 2010.Perchè, giovane studente, decisi di lottare? Ebbi a fianco tante persone, con tanti rumori, con tanti silenzi, carichi di gioia e di dolore, ma anche di rabbia e di riscatto. E nelle piazze, e nei centri sociali, io, come un novello Siddharta, ho scoperto il mondo. Ho capito: se tu la strada non la conosci, allora non conosci nulla. Adesso ho 23 anni e gli amici che ho sempre accanto li chiamo compagni, da cum panis, ovvero coloro che mangiano lo stesso pane, spesso dolce, spesso amaro, spesso salato, mai insipido, all’Università.

    Questa opera ignorante che cosa contiene? Emozioni prima di tutto, schegge impazzite di attimi isolati, nani che sfidano giganti. Venti componimenti poietici, nel senso che fanno poiesi, e non poetici, corredati di venti commenti, in prosa.

    Ciao dunque, caro lettore, cara lettrice, e grazie a te.

    INDICE

    Le poesie presenti in quest’opera hanno seguente titolo:

    1: AMORE

    2: AZIONE

    3: CORTEO

    4: CENTRO SOCIALE

    5: ASCOLTACI

    6: GIOVANI E BELLI DI VISO E D’IDEA

    7: COMPAGNI

    8: CHI SIAMO NOI?

    9: HO VISTO UN CITOFONO

    10: CORAGGIO

    1: Amore

    Dove nasce

    L’ amore?

    Può nascere in

    Una piazza tra

    Cariche e lacrimogeni? Egli

    E già li, se

    Lo si vuol vedere

    Amore, per

    Un’idea,

    Amore, tra

    Due compagni

    Lo stesso, andare

    In piazza, è

    Odio? No

    Sarà forse, ma

    Mosso da amore

    Odiano, ma chi?

    Coloro

    Che, vinti

    Dalla vita

    Hanno, forse

    Scordato

    L’amore

    Questa primo componimento vuole aprire uno spunto di riflessione su qualcosa che mi stà molto a cuore: l’idea che, nel cuore di chi lotta, ci siano rabbia ed odio, la secolare menzogna. La ragazza che, non ricambiato, amai, la conobbi, per prima, durante un corteo. 15 Ottobre 2011, Roma, Piazza san Giovanni. Era dietro di me. E mi fermai, come un allocco. Quello fu amore? Non lo so, ancora oggi non trovo una risposta. Ma so, ci potrei giurare, che chi lotta perché nessuno resti indietro, di amore ne ha forse troppo, talmente tanto da odiare. Chi? Proprio chi non è più capace di amare. E poco importa se viene concupita un donna o un’idea. Odiano, non perché non sanno amare, ma proprio perché amano troppo.

    2: Azione

    Azione, che è?

    Mettere

    Un piede

    Oltre il consentito

    Salire

    Ed accovacciarsi, proprio sopra

    La pietra dello scandalo

    Violare la

    Zona vietata

    Del senso comune

    Mi dissero, un giorno

    Se pensi, poi

    Agisci

    Mi dissero che

    L’azione è quando

    L’idea vince

    Sulla ragione

    Il tema dell’azione mi stà particolarmente a cuore. In gergo dell’autonomia, specie in ambienti di estrema sinistra, la parole azione indica comunemente un atto di disobbedienza civile, che si concretizza, di solito, rompendo un divieto, proprio perché non si può, facendo ciò che è vietato, proprio perché è vietato, manifestando proprio la dove non si piò manifestare o quando è vietato. Allora mi sono chiesto, perché il divieto scatena, in certi ambienti, la voglia di essere infranto? Proprio perché l’idea è più forte di tutto, e la ragione abdica ad essa. Ed è pericoloso? Anzi e formativo. Basta che non si tratti chi lo fa come criminali, perché non sono criminali. Quando faranno del male ad un loro simile forse lo saranno.

    3: Corteo

    Corteo, corteo

    Si grida

    Da ogni parte, in

    Ogni lato, in

    Ogni angolo, in

    Ogni cantuccio. Ma

    C’è qualcuno, che non si può.

    Ma oggi

    No

    No

    No

    Basta, e invece si

    A spinta, ci

    Si riprende

    Ciò che avete

    Preso voi

    Ai nostri

    Fratelli

    Oggi voi

    I romani

    Noi

    I samaritani

    Il corteo è per mè un punto chiave del mio ragionamento, insieme simbolo è atto. Per lo stesso fatto di configurarsi in movimento, è un’onda, e per il solo fatto di sfilare, rappresenta, quando chiede uguaglianza e diritti, il simbolo, possiamo dire il vivo significante di questa uguaglianza e di questi diritti. Infatti, se nel comizio vi è una persona in posizione sopraelevata, nel corteo chi è davanti, chi comanda, in caso di problemi si fa male prima: dunque chi comanda è svantaggiato.

    4: Centro sociale

    Occupiamo!!! Fu

    Detto, ma

    Dunque

    Si occupa

    Rendiamo , ciò

    Che era vuoto

    Pieno

    Lo spazio, Lazzaro,

    Morto

    Vive

    Di Lazzari nuovi

    Cio che

    Non era

    Adesso è

    E poi? Se

    Lazzaro non deve

    Morire

    Meglio

    Che i

    Lazzari

    Lo nutrano

    Col pane, delle

    Idee

    A volta, molto spesso, mi è stato chiesto se io sia favorevole o contrario alla pratica dell’occupazione. Sarò chiaro: per me occupare uno stabile a scopo abitativo, a scopo sociale, occupare una scuola, costituisce un atto di ribellione, e di superbia, fortissimo. Si ritiene di saper gestire un posto meglio, supponiamo dello Stato. Se si occupa un posto, e si fanno entrare solo i sodali, si è perso tempo. Se occupate per i Lazzari, per i poveri, bisogna che entrino tutti. Vi sentite provocati? Volevo provocarvi.

    5: Ascoltaci

    Presta orecchio

    Vecchio, alle

    Voci

    Foci di idee

    Di chi

    Sogna

    Fosti giovane, tu

    Fosti gagliardo, e

    Non lo sei più

    Se loro, per

    Strada

    Urlano, ascolta

    Dicesti

    Che non

    Sai sognare

    Usa

    Le loro teste

    Questa poesia nasce da un’ episodio capitatomi quest’estate: ero in vacanza con i miei amici, persone con le quali per due settimane ho diviso praticamente tutto. Un giorno qualcuno disse che la vecchia e la nuova generazione erano in conflitto, e mi arrabbiai, perché non lo potevo concepire. Questo componimento è inserito al centro di quest’opera ignorante,

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