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Storia della vita di Fernando, poeta infelice
Storia della vita di Fernando, poeta infelice
Storia della vita di Fernando, poeta infelice
E-book68 pagine1 ora

Storia della vita di Fernando, poeta infelice

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Fernando, il protagonista di questo breve testo teatrale, è un poeta che preferisce la letteratura alla vita, il sogno della sua immaginazione all’ebbrezza della realtà, la finzione d’amore all’amore di una donna vera. Attorno alla sua tragica scelta di astenersi dalla vita, ruotano quelle di Sonja, giovane ingenua e bellissima che s’innamora del poeta; di Dionisio, fratello di Fernando, che invece sceglie di vivere; di Cesare, uomo politico ambizioso e spregiudicato a cui Sonja è promessa sposa, la cui sola meta è però il potere; e di Simplicio, umile sguattero di Sonja, a cui sfuggono le ipocrisie degli ‘uomini seri’ ed inseriti nella società, che si attiene alle antiche verità del gioco, dell’infanzia, della spontaneità…Sulla scorta di Pessoa e Dostoevskij, una storia che vuole essere testo narrativo, testo teatrale, ma non solo: anche il racconto di una generazione che, sempre più spesso, preferisce alla vita il sogno, alla realtà l’astrazione, alla decisione l’attesa, alla volontà l’apatia, e che rischia di attraversare la vita senza mai davvero coglierla. Anche la formula teatrale, in questo senso, non è scelta casuale, ma necessità espressiva: la letteratura in questo testo va verso la vita, i personaggi si trasformano in uomini vivi; l’aleatorietà delle parole lascia spazio alla plasticità dei gesti, alla prossimità dei contatti, alla fisicità della carne… Un’esortazione a svegliarsi dal torpore, ad uscire dalla stanza per immergersi nella folla e nel mondo-per ingaggiare la sfida che ciascuno deve vincere con sé stesso e con le proprie paure per poter davvero vivere, davvero amare…
LinguaItaliano
Data di uscita13 nov 2016
ISBN9788822864888
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    Anteprima del libro

    Storia della vita di Fernando, poeta infelice - Luca Gritti

    Luca Gritti

    Storia della vita di Fernando, poeta infelice

    UUID: 854cbcd4-a9ba-11e6-a1e6-0f7870795abd

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write (http://write.streetlib.com)

    un prodotto di Simplicissimus Book Farm

    Indice dei contenuti

    Personaggi

    Prologo

    I atto

    II atto

    III atto

    IV atto

    V atto

    Epilogo

    Ed è allora che io capisco, con una chiara visione, come sarebbe facile cacciare questo tedio se io semplicemente avessi la forza di volerlo davvero cacciare. Noi viviamo attraverso l’azione, cioè attraverso la volontà. Noi, coloro che non sanno volere (esseri geniali o pezzenti) siamo affratellati dall’impotenza.

    Il Libro dell’Inquietudine, Fernando Pessoa

    "Avremo ottenuto molto per la scienza estetica se siamo giunti, non solo per giudizio logico ma anche per immediata certezza, all’idea che lo sviluppo dell’arte è vincolato dalla duplicità di apollineo e dionisiaco (…). Per portare vicino a noi questi due impulsi immaginiamoceli innanzitutto come i due universi artistici del sogno e dell’ubriachezza"

    La Nascita della Tragedia, Friedrich Nietzsche

    Si vuole vivere, ed io vivo, anche a dispetto della logica

    I Fratelli Karamazov, Fëdor Dostoevskij

    Personaggi

    Cesare: Aspirante politico, promesso sposo di Sonja

    Sonja: promessa sposa di Cesare

    Dionisio: amante della vita, contraltare del fratello, Fernando

    Fernando: fratello di Dionisio, ama la sua opera e abdica alla vita

    Simplicio: inserviente di Sonja

    Sebastiano e Lorenzo: i due editori dell’epilogo, impersonati dagli stessi due attori a cui sarà affidato il prologo

    Prologo

    (Entrano in scena due attori che saltano e si guardano attorno, appoggiandosi sul terreno con le mani, il primo si ferma prende il pulpito e comincia a parlare)

    Attore 1: Buonasera a tutti, spettatori! Sappiate fin d’ora che questo spettacolo è per voi: parla a voi e-chi può dirlo- parla di voi. È una storia come se ne sono raccontate tante, e di cui forse oggi se ne sente pure troppe: è una storia d’amore.

    Attore 2: Oh, sappiamo cosa penseranno ora i nostri ascoltatori: ecco, un’altra storia d’amore, un’altra tragedia d’amore; un’altra noiosa riedizione di vecchie e struggenti vicende: Paolo e Francesca di nuovo? Di nuovo Romeo e Giulietta? No, no, non v’ingannate: quella che stiamo per raccontare non è una storia d’amore come le altre; né è soltanto una storia d’amore-per certi versi (questa è la beffa di questa vicenda; la sua tragica, grottesca unicità) non lo è ancora.

    Attore 1: E infatti Paolo e Francesca, Romeo e Giulietta, scontarono il loro amore: ma l’amore vero, l’amore compiuto, l’amore dei baci e delle carezze, l’amore degli sfioramenti e delle ritrosie vinte: la loro pena fu causata dalla loro più stellare felicità; la loro luce prima di consegnarsi alle tenebre arse con la più splendente brillantezza di cui sono capaci le vite umane.

    Attore 2: E infatti, non val bene morire, dopo aver vissuto? Non è meglio morire, che non vivere affatto? Il vero dannato, non è colui che vive la vita nella paura, che soffre ogni giorno di una strisciante e angosciosa paura della morte? Ogni paura della morte, infatti, è anche paura della vita, perché tutte le cose della vita comportano almeno un minimo margine di rischio, di rischio fatale. In fondo, vivere è l’unico modo che abbiamo di morire. E si bestemmia, infatti, se si dice che un istante d’amore vale l’inferno, o almeno la morte? Se si dice che il vero inferno non sta nel dolore, da cui passò anche il Cristo, ma dalla noia, dall’inazione, dall’ozio sterile ed inoperoso? Se si dice che astenersi dalla vita è il peggiore degli inferni, la più angusta delle clausure? Forse si bestemmia, e allora eviteremo di dirlo nuovamente: ma nella vita, chi non fu colto da questo dubbio?

    Attore 1: Ebbene, a differenza di queste storie, la nostra storia d’amore non gronda sangue: è anemica, onirica, è racchiusa in una proiezione, in sogni infranti di cui noi oggi raccogliamo, mesti, i cocci. Questa è la storia di un amore che non fu, di una vita che non fu. La nostra non è una storia di ferite, di cadute, di rivolgimenti. È la storia della vita che bussa alla porta di un uomo, sordo ai suoi richiami, che prega giorni davanti alla sua porta, la sfonda, e gli grida, grida con la voce che possiede la vita, la voce dei bambini che nascono, dei vecchi che ridono, delle donne che amano, degli uomini che combattono, e gli urla: " Vivi! Vivi! Non ti sarà data un’altra occasione! Ogni giorno in più è anche un giorno in meno! Vivi, vivi qui ed ora, esci da questa camera opprimente e polverosa; esci da questa esistenza imputridita, esci ed immergiti nella folla, nella vita che si muove! L’amante della vita entra nella folla come in un immenso serbatoio di elettricità! Vivi" (Egli, quando inizia il discorso diretto della vita, si alza in piedi e si rivolge all’altro, che invece è accovacciato)

    Attore 2 (inizia il discorso da terra, immusonito): E l’uomo che è seduto, ch’è fermo, ch’è sordo, che è insensibile, che sdegnosamente rifiuta, che guarda la vita dall’alto in basso

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