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Sul bus per l'enclave
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Sul bus per l'enclave
E-book166 pagine1 ora

Sul bus per l'enclave

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Info su questo ebook

È un percorso lungo, per molti tratti tortuoso, vario nel paesaggio che cambia e nelle sensazioni che di volta in volta suscita. Un viaggio molto simile al difficile e lungo percorso di “normalizzazione” nelle relazioni tra Kosovo e Serbia.
I circa 500 chilometri che separano la capitale serba Belgrado dal paese di Goraždevac, enclave serba nel Kosovo occidentale, rappresentano una sorta di metafora di tutto ciò.
La descrizione dei luoghi attraversati e le relative riflessioni di viaggio hanno lo scopo di incuriosire e porre dubbi piuttosto che fornire certezze confezionate; moltiplicare le domande piuttosto che accontentarsi di poche, granitiche certezze. Per questo motivo il lettore troverà in evidenza delle parole chiave (avvenimenti, luoghi, nomi, sigle) messe come “esca” alla sua curiosità. Parole che potranno servirgli per estendere e approfondire, fare più “sua” se vorrà, la conoscenza dei fatti descritti.
Gli unici consigli veri e propri che si incontreranno di tanto in tanto sono quelli che mostrano, dal particolare al generale, l'attitudine al viaggio in sé, quasi come ideale, indipendentemente dal percorso seguito.
In fin dei conti, non vi è un continuo interscambio tra ciò che vediamo fuori di noi e ciò che sentiamo dentro di noi? I due aspetti non si influenzano a vicenda? La vita stessa è un viaggio dove ti guardi attorno, un viaggio in cui ti guardi dentro.
Nel racconto di questo viaggio c’è un frammento della mia vita.
LinguaItaliano
Data di uscita24 dic 2016
ISBN9788822880833
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    Anteprima del libro

    Sul bus per l'enclave - Francescorocco "Ciccio" Tulliani

    Francescorocco Ciccio Tulliani

    Sul bus per l'enclave

    UUID: 4a868f4e-60e9-11e7-abe7-49fbd00dc2aa

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Sommario

    Istruzioni d’uso

    Chi, dove e perché

    Cosa, come e quando

    I. Da Belgrado alla Raška

    La partenza. Si salutano gli amici: si torna in base!

    ​Da ricordare per il prossimo viaggio (#1)

    Parole chiave (#1)

    Bonus Track #1

    Pronti, via! On the bus to Nowhere

    Da ricordare per il prossimo viaggio (#2)

    Parole chiave (#2)

    Uno strano flashback

    Nel cuore del viaggio, la verde Valle dell’Ibar

    Da ricordare per il prossimo viaggio (#3)

    Parole chiave (#3)

    Intrecci nella natura

    Una pausa… ristoratrice

    Da ricordare per il prossimo viaggio (#4)

    Parole chiave (#4)

    Bonus track #2

    Incroci al punto ristoro

    Da ricordare per il prossimo viaggio (#5)

    Parole chiave (#5)

    Bonus track #3

    Qualche immagine

    II. Ingresso in Kosovo e arrivo a Klina

    Di nuovo in marcia, il Kosovo è lì

    Ingresso a Kosovska Mitrovica tra speranze e tensioni

    Da ricordare per il prossimo viaggio (#6)

    Parole chiave (#6)

    Bonus track #4

    Il ponte della discordia

    Fragoline di bosco

    Da ricordare per il prossimo viaggio (#7)

    Parole chiave (#7)

    Da Osojane riprende l’odissea delle soste

    La strada verso Klina: la luce fuori dal tunnel

    Qualche immagine

    III. Attraverso il Dukagjin

    Verso luoghi più familiari

    Da ricordare per il prossimo viaggio (#8)

    Parole chiave (#8)

    Bonus Track #5

    I segni della guerra

    I simboli di una terra che cambia

    Il nuovo che avanza

    Da pericolo a protettori? La storica svolta dell’unfixing

    Da ricordare per il prossimo viaggio (#9)

    Parole chiave (#9)

    Bonus Track #6

    Qualche immagine

    IV. Peć / Pejë

    Alle porte della città, dopo nove ore di viaggio

    Signori, si cambia: ora proseguo a piedi

    Da ricordare per il prossimo viaggio (#10)

    Parole chiave (#10)

    Bonus Track #7

    Verso la stazione

    Gli eroi d’importazione nel Kosovo indipendente

    Sul vialone della Regina

    Da ricordare per il prossimo viaggio (#11)

    Parole chiave (#11)

    Bonus Track #8

    Qualche immagine

    V. Il centro e l’albergo

    Un ventaglio di opportunità

    Speranza nel futuro: rompere col passato

    Una persona, una stanza, una notte

    Qualche immagine

    Postfazione

    Ringraziamenti

    "Un viaggiatore senza spirito d’osservazione

    è come un uccello senza ali"

    (Saadi Shirazi – poeta persiano del XIII Sec.)

    Per commenti, chiarimenti o semplicemente per uno scambio di opinioni il mio contatto è: tullianifra@icloud.com

    Istruzioni d’uso

    Come si legge questo racconto? Almeno in due modalità differenti. Se ne può scegliere la lettura integrale e completa semplicemente partendo dalla prima pagina e arrivando all'ultima (che novità, eh?). Oppure si può compiere un percorso più agile perché alcune parti del racconto (come si faceva in redazione, dove gli ingombri a disposizione potevano ridursi all'ultimo momento...) possono anche essere tralasciate senza perdere il filo del ragionamento. Sono quelle che io ho chiamato le bonus tracks, piccole sacche di divagazione e di approfondimento che possono essere anche lette in un secondo momento, o non lette affatto.

    Poi, di tanto in tanto, ho voluto aggiungere dei piccoli post-it su suggerimenti di viaggio un po' più specifici, che mi ero proposto essere il plus di questo lavoro. E qui finisce la mia parte. Avevo però intenzione di dare alcune dritte su come fare anche la vostra parte, in un lavoro che si completa, teoricamente, in infiniti modi diversi.

    Per questo motivo, chi ne avesse voglia, troverà di tanto in tanto delle parole-chiave su cui suggerisco di approfondire, nella maniera in cui ognuno preferisce: la ricerca su internet è ormai lo strumento più semplice e immediato, suppur insidioso, ma non dimentichiamo che esistono ancora i libri e le enciclopedie, oppure si può chiedere a qualche amico più esperto nel settore: ehi, ma hai sentito mai parlare di...?. Infine, si possono fare ricerche sui cataloghi online delle librerie, magari questo può essere lʼinizio di un nuovo filone d'interesse e di conoscenza.

    I soldi per viaggiare a volte finiscono, ma la voglia di imparare non deve finire mai!

    Prima di entrare nel vivo della narrazione, vi mostro il contesto, servendomi dell'ormai classica sfilza di interrogativi rappresentata da: Chi? Cosa? Come? Dove? Quando? Perché?

    Chi, dove e perché

    A metà del 2012 ricevetti il telegramma che decretava il mio impiego, di lì a sei mesi, in missione estera [1] . Ero stato designato per occupare una posizione riservata ai ruoli dei Sottufficiali dell'Aeronautica Militare, a cui appartengo.

    Negli anni passati avevo girato i Balcani in lungo e in largo, ma se ora la Forza Armata non me ne avesse dato la possibilità, difficilmente, devo ammetterlo, avrei deciso di visitare questa specifica zona. E sarebbe stato un errore, col senno di poi.

    Fui assegnato in Kosovo, a Peć [2] , dove sin dallʼinizio della presenza NATO, l' area in questione fu posta sotto la responsabilità italiana. La storia dei Balcani mi aveva sempre appassionato, rendendomi chiara l'importanza di quella regione. Avevo sentito parlare delle sue molteplici bellezze artistiche, dei suoi antichi e misteriosi monasteri, e avevo letto la storiografia mista a leggenda riguardante la famosa battaglia del Campo dei Merli, cioè Kosovo Polje (1389), una base epica molto forte e suggestiva per il sentimento nazionale serbo.

    Arrivai in Kosovo il dicembre successivo, accolto all'aeroporto di Đakovica (gestito allora dall'Aeronautica Militare, che avrebbe lasciato il sito definitivamente nel 2014) da mezzo metro di neve e un freddo pungente, mitigato dal calore dei colleghi che, come sempre, accolgono l'arrivo di un nuovo contingente.

    Ero emozionato e speravo sinceramente di avere così l'occasione di conoscere meglio quell'angolo di Balcani delle cui tensioni e dei cui limiti e problemi (ma anche delle cui immense bellezze storiche e naturali) in Italia conosciamo ben poco. Fui un po' sorpreso quando i miei amici serbi mi dissero «Siamo contenti che tu vada, così potrai prestarci gli occhi e raccontarci delle bellezze che vedrai, le quali ci sono attualmente precluse. Chissà in futuro…».

    Il futuro non lo conoscevamo allora e non lo conosciamo adesso. A darci qualche indizio in più possono essere solo gli attori politici delle diverse parti, e il susseguirsi dei loro colloqui e degli eventuali accordi definitivi che, tutti si auspicano, arriveranno.

    La storia degli incontri diplomatici Serbia-Kosovo ci ha insegnato che il percorso è ancora lungo (i summit li chiamano round, come le riprese di un incontro di boxe, e siamo arrivati ormai in doppia cifra) ma ci fa anche presagire che, dopo troppi anni di odio e di conflitti (non svaniranno con una firma, è vero), le due parti sono intenzionate ad arrivare, prima o poi, ad un compromesso.

    [1] Tecnicamente, nell'ambiente militare, si chiamano O.F.C.N., cioè Operazioni Fuori Confini Nazionali.

    [2] Per mia facilità ed abitudine personale userò i nomi serbocroati in uso nell’ex-Jugoslavia, ma per completezza d'informazione riporto gli attuali nomi in albanese delle località che citerò nelle pagine seguenti, specificandone solamente il caso definito e non la forma indefinita del nome: Peć sta per Peja; Kosovo sta per Kosova (che in albanese è femminile), Kosovo Polje sta per Fushë Kosovë; Đakovica sta per Gjakova; Goraždevac sta per Gorazhdec; Ibar sta per Ibri; Kosovska Mitrovica sta per Mitrovica; Zvečan sta per Zveçani; Priština sta per Prishtina; Trepča sta per Trepça; Istok sta per Istog; Osojane sta per Osojan; Klina sta per Klina; Zajmovo sta per Zaim.

    Cosa, come e quando

    Dicembre 2012 - Luglio 2013, in Kosovo ci sono stato sette mesi, e di una cosa ero cosciente durante la mia missione: si trattava di un momento storico molto particolare.

    Dopo la guerra civile di fine anni '90, i bombardamenti NATO del '99 e la conseguente massiccia presenza militare straniera, dopo gli scontri del 2004 (il punto più critico della reazione kosovara contro i serbi, le loro case e le loro chiese), dopo la dichiarazione unilaterale di indipendenza del 2008, era proprio in quei mesi che le due parti in causa avevano iniziato ad incontrarsi per iniziare il dialogo diplomatico patrocinato dall'UE e dall'allora Lady P.E.S.C. [1], la baronessa Catherine Ashton.

    È dell’aprile 2013 lo storico accordo di Bruxelles sui 15 punti di trattative da cui far ripartire una effettiva apertura delle relazioni internazionali tra lo Stato originario (che non ha alcuna intenzione di riconoscere l’indipendenza del Kosovo) e il nuovo Stato secessionista, da anni sotto protettorato ONU. Un periodo storico a cui ho potuto assistere da vicino, e di cui ho avvertito aspettative, speranze, attesa e tensione.

    Cosa si fa quando capita di essere nel posto (storico) giusto nel momento (storico) giusto? O si racconta tutto agli amici una volta tornati a casa, oppure si scrive un qualcosa per fissare la memoria. Agli amici ho riservato storie più brevi, e se avranno voglia di sentire anche questa, se la dovranno leggere da soli. Pertanto, chiunque voi siate

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