Un moderato delirio: Sopravvivere a Bari
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Anteprima del libro
Un moderato delirio - Renato Nicassio
SpazioTempo
Collana di Narrativa e Poesia/6
curata da
Alessandro Lattarulo
RENATO NICASSIO
Un moderato
delirio
sopravvivere a bari
Nuova edizione riveduta e ampliata
febbraio 2014
ISBN 978-88-8459-320-7
WIP Edizioni Srl
Via Capaldi, 37/A - 70125 Bari
tel. 080.5576003 - fax 080.5523055
www.wipedizioni.it - info@wipedizioni.it
In copertina:
Nighthawks
fotografia di Manlio Ranieri
è vietata la riproduzione, anche parziale,
con qualsiasi mezzo effettuata,
senza l’autorizzazione dell’Autore e dell’Editore.
In quel momento capisci che non esistono antidoti,
solo veleni più lenti.
Antonio Scurati, La seconda mezzanotte
LA PREFAZIONE STRUGGENTE DI UN FORMIDABILE GENIO
Ours is essentially a tragic age.
So we refuse to take it tragically.
D. H. Lawrence
Questo libro nasce in acqua. Come il tipo di parto in voga tra i vip d’oltreoceano ma senza i soldi dei vip d’oltreoceano. L’idea di questo libro ha origine mentre il sottoscritto e alcuni suoi amici (nessuno dei quali è un vip) erano a mollo nel mare Adriatico e stavano parlando del suo blog, Il blog struggente di un formidabile genio. Ho aperto questo blog qualche mese fa (il perché lo spiego sul blog stesso e quindi non lo rifaccio) e più meno settimanalmente scrivo un articolo su qualcosa. Un sabato come un altro scrissi un post sul Chiringuito
intitolato L’etica Barese e lo Spirito del Chiringuito. Lo pubblicai verso l’ora di pranzo e andai a mangiare sperando di beccare qualcosa di decente in tv che, se ci fate caso, il sabato pomeriggio non c’è quasi mai. Al mio ritorno era successo il finimondo: migliaia di persone avevano letto, condiviso, amato e odiato quel post. Non ci potevo credere.
Un paio di mesi dopo, come detto, mi trovavo in acqua e, non mi ricordo perché, riproposi la mia meraviglia: com’è possibile che un post, ironico e un po’ paraculo, sul Chiringuito
abbia attirato l’attenzione di diecimila persone? La risposta del mio amico fu una domanda: Perché non scrivi un libro mettendo insieme questo tipo di articoli? Una specie di guida sui posti e locali di Bari scritta col tuo stile. La risposta del sottoscritto fu una risposta: sì, hai ragione! Potrebbe funzionare!
Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. E in questo caso il mare c’era davvero. Gran parte di questo libro è stato scritto in Agosto, prima di andare al mare e dopo esserne tornati, nelle pause che mi prendevo dalla stesura di un saggio sui romanzi collettivi di Ford Madox Ford e Joseph Conrad. Che, ci tengo a dire, non hanno nulla a che fare con quest’opera. Per loro fortuna.
Ho iniziato a scrivere con in mente un’idea e quando ho finito di scrivere mi sono reso conto di averne realizzata una diversa. Una specie di guida sui posti e locali di Bari scritta col tuo stile. Questa era l’idea di partenza. E già che la gente mi attribuisse uno stile era una cosa che mi metteva angoscia. Ma mi sono fatto coraggio e mi sono messo a lavorare. Man mano che proseguivo mi accorgevo che mi stavo allontanando dal progetto. Ma non mi importava perché mi divertivo e perché ero convinto che il progetto – allora – fosse migliore.
E dunque qual è il risultato finale? Beh, lo dico chiaramente: non una specie di guida sui posti e locali di Bari scritta col mio stile. Una guida presuppone indicazioni, consigli, certezze. Vai lì perché ci si diverte. Non andare là perché è una fregatura. In questo libro non c’è nulla di tutto ciò. Cosa c’è allora? C’è il susseguirsi di varie scene indipendenti che però, messe insieme, danno conto di quella che potrebbe essere una serata a Bari. L’ordine con cui sono disposte è grosso modo cronologico e copre un arco temporale che dalla spossante ricerca del parcheggio in centro arriva fino al cornetto del ritorno. E pure oltre, purtroppo. I posti, i locali di Bari ci sono. E sono importanti. Ma sono sullo sfondo. Ciò che è in primo piano sono le persone.
In un certo qual modo mi piacerebbe poter dire che questo libro è un racconto, un po’ ironico e un po’ sentimentale, di quello che tentano di fare le persone la sera a Bari, tra panzerotti e pub, tra conti alla romana ed economie terrificanti, tra litigi e rimpatriate, tra telefonate e vie di fuga.
Non lo nego: è un racconto generazionale. Il linguaggio usato, i riferimenti fatti, i locali frequentati, la musica ascoltata, tutto può essere pienamente colto e (spero) apprezzato da quella generazione che galleggia tra i venti e i trent’anni. Forse avrei dovuto scriverlo subito, magari anche sulla copertina. Giusto per specificare chiaramente il target di riferimento. Così se una pensionata di sessantasette anni fosse stata interessata al libro ci avrebbe pensato bene prima di comprare un’opera che molto probabilmente non può comprendere totalmente. Se ciò è accaduto, me ne scuso. Però, signora, non si arrabbi: magari le piace comunque e in ogni caso comprandolo ha aiutato un giovane. Sia contenta.
Ma allora hai fatto molto di più di quello che ti eri prefissato. Hai scritto una guida generazionale!
Ecco, un commento del genere mi mette i brividi. E necessita di una risposta chiara: no, non l’ho fatto. Rileggendo quanto ho scritto temo di non aver trovato un solo, misero, sparuto consiglio alla mia generazione. Statisticamente l’espressione più frequente nel libro è non so
. Tante domande ma nessuna risposta. Mi scuso di nuovo.
Una precisazione tecnica prima di concludere. Il sottoscritto ha sempre pensato che le parole, una volta messe su carta, siano sempre altra cosa rispetto alla realtà. Quindi il solito trito avvertimento che in un libro ogni riferimento a fatti e persone realmente esistenti è puramente casuale
è secondo me del tutto inutile. Com’è ovvio, questo libro si basa su fatti, su posti e su persone reali. Ma, com’è altrettanto ovvio, ho spesso e volentieri modificato elementi e svolgimenti