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Mi ricordo di quando Hemingway si uccise
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Mi ricordo di quando Hemingway si uccise
E-book49 pagine36 minuti

Mi ricordo di quando Hemingway si uccise

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Info su questo ebook

Si tratta di alcuni racconti e due storie fantastiche, scritti dagli anni Sessanta ai primi degli anni Ottanta, ispirati alle vicende biografiche dell'autore: l'amore per Anna, un breve viaggio nel mondo spirituale, le esperienze nella scuola, che alla fine gli fanno rimpiangere di non aver seguito l'ideale iniziale, di dedicarsi interamente alla scrittura, sostenuto in ciò da riconoscimenti ufficiali delle sue capacità e talento.

Il titolo c'entra soltanto con il primo racconto, in generale sta ad indicare la passione dell'autore per Hemingway, di cui conosceva ogni opera

IL LIBRO NON E' DI PUBBLICO DOMINIO
LinguaItaliano
Data di uscita29 dic 2016
ISBN9788822882523
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    Anteprima del libro

    Mi ricordo di quando Hemingway si uccise - Maurizio Manna

    Note

    ANNI '60

    Mi ricordo di quando Hemingway si uccise, sparandosi col fucile da caccia grossa in bocca, perché ...non riusciva più a scrivere nemmeno una riga: quello che mi impressionò soprattutto fu di non poter comprendere come una cosa del genere fosse possibile. Nel 1961 avevo la bellezza dei sedici anni e per molte ore al giorno battevo in modo furibondo sui tasti della mia Olivettilettera 22 poesie, racconti e persino articoli di cronaca per i due quotidiani locali, oltre ad una collaborazione con la rivista letteraria( pubblicata nel capoluogo di provincia) Lo scambio.

    Il direttore di questo quindicinale mi propose un giorno di preparargli, al più presto, un pezzo di colore, come si diceva allora , lasciandomi la più ampia libertà sulla scelta dell'argomento purché non fosse cattiva letteratura.

    Eccolo:

                                                                                                     I NOSTRI VECCHI

    Se andrete la sera sui moli, troverete dei vecchi che aspettano le barche: guardano il buio del mare, l'acqua fangosa del porto.

    Ripensano.

    Portateli all'osteria, date loro un toscano, un bicchiere di vino: e vi diranno che sono stati giovani, che han fatto la guerra, e che hanno pescato, hanno pescato i pesci volanti.

                                                                                                                -----

    Il caffè della stazione ospita tre o quattro vecchietti che sorbono lentamente la birra e guardano i treni.

    Quando arriva una bella ragazza, si leccano i baffi e occhieggiano, vispi.

                                                                                                                 ----

    Nei viali lunghi, ombrosi, dell'ospedale passeggiano verso il tramonto i cronici. Vecchi ormai soli coi loro pigiama, le loro vestaglie bisunte. A chi passa chiedono una sigaretta, qualcosa.

    Passeggiano, e ogni tanto, stanchi, si siedono sulle panchine di legno a parlottare tra loro - parole rade e di malumore - di tempi lontani. Potete andarci, una volta: il posto è bello, c'è silenzio.

    Loro sono sempre lì, dimenticati: ma aspettano.

                                                                                                                 ----

    Alcune signore

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