Cuori (e nuvole) a colazione: Perché l'amore è fatto anche di sorrisi
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Info su questo ebook
Seconda edizione, ampliata, di “Nuvole a colazione”, il primissimo chick-lit dell’autrice lombarda.
Francesca Baldacci, scrittrice e giornalista, con una maturità classica e una laurea in Lingue in tasca, pubblica dal 1979, ha esperienze editoriali in svariati campi: è stata cronista di calcio, ha collaborato con varie testate di riviste per ragazzi (dal “Giornale di Barbie” a “Topolino” e altre riviste Disney). Per la Miremi Editore nel 2012 ha scritto a quattro mani con Gabriele Lorenzi, tastierista della mitica Formula 3, (il gruppo di Lucio Battisti), la biografia di questi, dal titolo “La macchina del tempo”. Con la Sperling & Kupfer nel 2014 ha pubblicato “Vacanze da Tiffany”, tradotto anche in Olanda. Ma non ha mai smesso di scrivere romanzi e racconti per le riviste. On line si possono trovare anche diversi suoi ebook autopubblicati perché, dice, le danno un gran senso di libertà.
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Anteprima del libro
Cuori (e nuvole) a colazione - Francesca Baldacci
http://write.streetlib.com
Francesca Baldacci
CUORI (E NUVOLE) A COLAZIONE
romanzo breve
COLOPHONE
Riferimento diritti d'autore
Tutti i diritti sono riservati. La proprietà di questo ebook è dell'autrice, e sono vietati in qualunque forma l'uso e la riproduzione anche solo parziale del contenuto.
Cuori (e nuvole) a colazione
nuova edizione
by Francesca Baldacci
progetto cover: Le Muse Grafica
2017
All’Associazione Ex Alunni Liceo Classico A.Racchetti
PRESENTAZIONE
Fanny vive la sua vita di ragazza d’oggi come una specie di corsa ad ostacoli, visto che ha sempre la testa fra le nuvole: specie da quando Mauro l’ha lasciata. L’aiutano gli amici del cuore, ex compagni di liceo, nonché vicini di casa: Patty, Rosy e Gianni. E l’utilitaria Tenebrosa, la borsa Gnam-Gnam con cui va al supermercato. Finché non si scontra, proprio qui, con un individuo insopportabile, Fausto. Insopportabile, ma terribilmente fascinoso. Chi è mai costui? Lo scoprirà solo in seguito, e in maniera del tutto inaspettata…
Seconda edizione, ampliata, di Nuvole a colazione
, il primissimo chick-lit dell’autrice lombarda.
CHI È L’AUTRICE
Francesca Baldacci, scrittrice e giornalista, con una maturità classica e una laurea in Lingue in tasca, pubblica dal 1979, ha esperienze editoriali in svariati campi: è stata cronista di calcio, ha collaborato con varie testate di riviste per ragazzi (dal Giornale di Barbie
a Topolino
e altre riviste Disney). Per la Miremi Editore nel 2012 ha scritto a quattro mani con Gabriele Lorenzi, tastierista della mitica Formula 3, (il gruppo di Lucio Battisti), la biografia di questi, dal titolo La macchina del tempo
. Con la Sperling & Kupfer nel 2014 ha pubblicato Vacanze da Tiffany
, tradotto anche in Olanda. Ma non ha mai smesso di scrivere romanzi e racconti per le riviste. On line si possono trovare anche diversi suoi ebook autopubblicati perché, dice, le danno un gran senso di libertà.
1
SCONTRO AL SUPERSTORE
Uff. È tardi, tanto per cambiare.
La sveglia sul comodino sembra guardarmi di traverso.
E che colpa ne ho, se mi sono svegliata alle quattro pensando a Mauro, perché avevo sognato che mi baciava ancora, e poi mi sono riaddormentata alle cinque e mezza? Chiaro che poi quando è suonata, alle sette e quarantacinque, non l’ho sentita!
Sbadiglio, con i piedi cerco le mie ciabattone pelose, che naturalmente non trovo – di solito ci metto almeno cinque-sei minuti per trovarle tutt’e due, ogni giorno – e poi mi fiondo in bagno.
Patty, poveretta, sta ancora dormendo e la lascio in pace.
Ieri sera aveva la febbre a trentotto e mezzo, mi ha chiesto se questa mattina potevo fare io la spesa.
Le ho risposto che per me andava benissimo: sempre se si fidava di me, ovvio.
La domenica, nel supermercato qui vicino, una volta al mese, c’è lo sconto del dieci per cento su tutta la spesa. Aprono alle otto e mezza e di solito è bene presentarsi un po’ prima, se no c’è da litigare per via del carrello.
Patty mi ha detto che è uno strazio, però, di questi tempi, preferisco anch’io risparmiare un pochino, quando è possibile.
Quando esco dalla doccia torno in camera, mi vesto al buio con le prime cose che trovo, e poi corro in cucina per fare una colazione veloce, un caffè in piedi e due fette di pan tostato con un velo di margarina sopra.
È la prima parte della giornata in cui ho la testa fra le nuvole. Se sono grigie o chiare o nere, per il momento ancora non lo so. Dipende da quello che mi riserva il resto…
Okay, cosa mi manca, adesso?
La lista della spesa, la borsa Gnam-Gnam, plastificata con sopra un micione e un coniglio, che uso sempre in questi casi perché è molto capiente, e poi… ma sì, i soldi contanti.
Non mi piace la carta di credito.
L’ho usata per un certo periodo e mi si è prosciugato il misero conto in banca che possiedo: non immaginavo di avere le mani bucate e invece…
Mia sorella Donata dice che dovrei usare la carta prepagata, secondo lei è comoda. Dovrei provare, ma con la testa che ho…
Bene, tutto a posto.
Vado a trovare Patty, le dico pianino che sto uscendo per la spesa, e mugugna un sììììì
piagnucoloso, poi si gira dall’altro lato.
Esco e chiudo la porta dietro di me.
È da circa due mesi e mezzo che abito con Patty.
Il patatrac è successo giusto tre mesi fa, quando Mauro mi ha piantato in quattro e quattr’otto, dicendomi che tanto io e lui non ci saremmo mai sposati. Non se la sentiva di sposare una squinternata dalla testa ai piedi come me .
Quindi si è trovato un’anima gemella, perfetta e ordinata come lui, antipatica come poche, poi mi ha scaricata.
Stavamo in affitto in un bilocale, dunque abbiamo dovuto disdire il contratto e io, che non me la sentivo di tornare da mammà, ho preferito trasferirmi a casa di Patty.
Patty è stata mia compagna di liceo e nella stessa piccola palazzina stanno altri miei ex compagni: Rosy, nell’appartamento al piano rialzato, e Gianni, di fianco a noi, mentre nell’altra abitazione c’è la padrona dell’intero condominio, Lara, che non è per niente simpatica.
Mentre arrivo al superstore con la mia minuscola utilitaria, che ho chiamato Tenebrosa per via del suo carattere a volte ombroso (se ha la luna storta non parte, per motivi a me ignoti), trovo per miracolo un posto libero.
Questa è la mia giornata fortunata, vuoi vedere?
Intanto esco, mi preparo con la monetina del carrello e mi rendo conto con orrore che ce n’è uno soltanto.
Accidenti, lo sapevo, sono arrivata troppo tardi!
Be’, forse ce la faccio.
Allungo il passo, sono quasi in dirittura d’arrivo quando inciampo in un avallo del terreno e mi faccio anche male.
Così mentre sto arrancando verso l’unico carrello disponibile, zoppicando, un odioso tizio senza male al piede mi supera in volata e me lo soffia sotto al naso.
Lo so che non è colpa sua, ma mi vien voglia di strozzarlo.
«Eh no, c’ero io, prima!», dico ad alta voce. «E mi sono anche fatta male!»
Non ha molto senso, capisco, ma non posso farne a meno.
Il tizio odioso si gira lentamente: «Sta parlando con me?»
È un bel tipo: occhi blu, sguardo assassino, barba leggermente incolta, fisico asciutto niente male. E non so come, ma ha un’aria vagamente familiare.
In un altro momento magari lo avrei considerato meglio. Adesso non è proprio il caso. Sono troppo arrabbiata.
«Secondo lei…?»
«Ah, è colpa mia, se lei si fa male nell’intento di raggiungere il carrello? Davvero divertente. E potrebbe anche guardarsi allo specchio, prima di uscire di casa.»
Mi lancia un’occhiata di totale disapprovazione, come se fossi un rospo flaccido, anziché una ragazza anche abbastanza carina quale mi ritengo, poi si avvia con l’ultimo carrello verso l’entrata del supermercato, togliendomi ogni speranza.
Potrebbe anche guardarsi allo specchio
: e chi si crede di essere, Mister Universo? Che razza di presuntuoso.
E così mi tocca aspettare.
Figuriamoci, hanno aperto da un quarto d’ora il superstore, adesso hai voglia, prima che torni indietro qualcuno: dentro c’è già una ressa tremenda!
Per fortuna una donnina anziana dall’aria allegra esce dopo una decina di minuti con un sacchetto della spesa stracolmo (non so come abbia fatto in così poco tempo, ma tant’è) e riesco a reperire un carrello.
Entro poco dopo, lancio un’occhiata allo specchio dell’ingresso del superstore e capisco che cosa voleva dire il tizio antipatico, quando mi ha detto che dovevo guardarmi prima di uscire di casa. Sotto il giubbotto ho lasciato la giacchetta del pigiama, quella coi pinguini sopra!
Si vede anche molto bene.
Questa non mi era ancora capitata
, penso.
Poi, abbottonandomi il giubbotto sino al collo, comincio a guardarmi attorno, intanto prendo la lista dalla tasca, spulciando gli articoli segnati: quando mi accorgo, con raccapriccio, di aver portato con me la lista della scorsa settimana.
E quella che ho finito di compilare ieri sera? È rimasta a casa, ovvio.
Dovrò prendere tutto a memoria. Ad averla…! La memoria, intendo.
E figurarsi, ho anche sonno, sono stordita per il sogno fatto e mi addormenterei volentieri tra una scansia e l’altra.
Bene o male qualcosa riesco a ricordare e alla fine arranco fino alla cassa, esausta.
Manco a dirlo, finisco proprio dietro all’odioso tizio ruba-carrelli. Do un’occhiata a quello che ha comperato: verdure fresche, un sacco di frutta, pesce, niente leccornie.
Dev’essere un salutista convinto, del resto è anche magro come un chiodo. Secco, oltre che antipatico. Proprio come avevo immaginato.
Mi lancia un’occhiata di sufficienza, e capisco che anche lui mi ha spiato il carrello: dentro ci sono un bel po’ di scatole di gelatini e anche qualche dolcetto pronto!
Cerco di non badare a lui, poco dopo è il mio turno, pago, infilo tutto nella borsa Gnam-Gnam, che è piena fino all’orlo, più un altro paio di borsone di tela variopinta, e schizzo fuori.
Non vedo l’ora di tornare da Patty, chissà come sta!
Sto per uscire con Tenebrosa dal parcheggio e quasi sbatto contro l’auto dell’insopportabile salutista.
Ci salutiamo cordialmente mandandoci a quel paese, infine me ne torno a casa.
Per fortuna Patty è sveglia e sta meglio.
È già al computer, dice che vuol mostrarmi una cosa: è una mail che arriva dalla nostra associazione di Ex Alunni del liceo, a cui siamo iscritte tutt’e due. Ne fanno parte anche Rosy e Gianni.
«Pensa che idea carina», mi informa, «volevo già dirtelo ieri, ma non stavo bene… Stanno organizzando un corso di ripasso di latino e greco, se abbiamo voglia di dare una rinfrescatina ai nostri studi classici. E le lezioni saranno tenute, sai da chi? Fausto Adriani, te lo ricordi?»
«Sì che me lo ricordo: due anni più di noi e un testone di capelli ricci. Era bravissimo in greco e latino! Davvero, un’idea carina: mi piacerebbe riprendere i contatti, anche se ero un disastro e facevo delle versioni mostruose…»
«È stata Rosy a segnalarmelo, anche lei vuole prenotarsi. Ci andiamo tutti e quattro?»
«Verrebbe anche Gianni?»
«Se glielo diciamo noi, viene di certo, lo convinciamo», asserisce Patty. Poi fa una smorfia: «Sono ancora debole, meglio che me ne ritorno a nanna. Mi hai preso il miele all’eucalipto? E la pappa reale?»
Divento viola: la nota, già!
«Scusa, Patty. La pappa reale l’ho presa, il miele no. Sai, ho lasciato a casa la lista della spesa. Vuoi che vada fuori ancora?»
«Ma no, dai. Lascia stare. Nessuna meglio di me ti capisce, ragazza… Magari lo chiedo ai miei cugini, Giorgio e Assunta. Lo ordinano direttamente dall’apicultore che conoscono.»
Comunque sistemo tutto in frigo e nella credenza, mentre la mia amica illustra il corso.
Sembra animarsi solo parlandone.
Comincerà la settimana prossima, due sere, di martedì e di venerdì, dalle diciotto e trenta alle diciannove e trenta.
Sembra piuttosto accessibile.
Si terrà in un’aula del nostro liceo, il Consiglio direttivo ha chiesto l’autorizzazione, ed è stata concessa.
«Direi che l’orario va bene per tutti», mi dice, «tu gestisci il tuo lavoro di traduttrice come vuoi, io e Rosy lavoriamo insieme fino alle sei del pomeriggio nello studio notarile di zio Vincio, e Gianni che fa l’istruttore in palestra può scegliere i turni con i suoi soci.»
Zio Vincio
, per la cronaca, è zio Vincenzo, zio di Rosy, che è laureata in Giurisprudenza proprio come Patty.
«Verissimo… okay, si può fare. Mi servirà anche per togliermi da questo pensiero antipatico. Ci penso ancora, a Mauro, sai?»
«Certo che lo so. Si vede molto bene. Che cosa ti dico sempre, Fanny? L’amore porta un mare di guai. Meglio starne alla larga.»
Patty è divorziata da due anni, dopo essersi sposata con l’amore di sempre, Daniele.
Non era successo niente di particolare: semplicemente, una volta sposati avevano capito di non amarsi più, di non sopportarsi più. Piatti frantumati, urla da raccapriccio: questo era il loro standard di vita coniugale.
Dopo un po’ non ne avevano potuto più, e si erano lasciati.
Io, però, che conosco bene Patty, capisco che sotto sotto lo ama ancora, il suo Daniele.
Quando lo vede, per caso, in giro, diventa più distratta del solito: anche più di me. E le vengono perfino le chiazze in faccia.
Nel suo caso, però, le distrazioni in genere riguardano la cucina. Ha una passione folle