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La fattoria di Federico, fiabe per bambini, genitori e nonni.
La fattoria di Federico, fiabe per bambini, genitori e nonni.
La fattoria di Federico, fiabe per bambini, genitori e nonni.
E-book103 pagine56 minuti

La fattoria di Federico, fiabe per bambini, genitori e nonni.

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Info su questo ebook

I prati sono verdi, il cielo è azzurro, le acque dello stagno trasparenti...Non senti forse, già, l'odore del fieno appena tagliato, il profumo della terra bagnata dalla pioggia primaverile, la carezza, lieve, sul viso del Ginestrino, venticello gentile, profumato di fiori selvatici. Nelle acque e sulle rive dello stagno della fattoria, incontrerai tanti amici per trascorrere, insieme, momenti lieti e spensierati...Vieni con i tuoi genitori e i tuoi nonni, ci divertiremo.
LinguaItaliano
Data di uscita1 feb 2018
ISBN9788827803899
La fattoria di Federico, fiabe per bambini, genitori e nonni.

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    Anteprima del libro

    La fattoria di Federico, fiabe per bambini, genitori e nonni. - Federico Nenzioni

    bambini.

    CON OCCHI DIVERSI

    Mi chiamo Paolino, sono un bambino di sei anni, un po’ piccolino per la mia età, ma molto attento a quanto mi sta intorno. Papà e mamma, forse pensando che non sia in grado di capire certe cose, parlano spesso liberamente in mia presenza. Esprimono pareri e giudizi nei riguardi di persone e cose ritenendo che io, occupato a giocare o a disegnare, non ci faccia caso o non capisca; invece comprendo benissimo ciò che dicono anche se certi particolari mi sfuggono.

    È soprattutto nei riguardi di Evelina, zia della mamma, che spesso i miei genitori scherzano e spettegolano un po’.

    Il mio papà dice che è una zitella impicciona, che mette il naso in cose che non la riguardano, la mamma, ridendo, risponde che sarebbe più carino definirla nubile, che ha un grande cuore e ci vuole bene.

    Di tutto questo discorso ho capito che zitella e nubile significano pressappoco la stessa cosa, ma mentre so che cosa vuol dire zitella: signorina già avanti negli anni, un po’ acida e impicciona, il significato di nubile mi sfugge, ma visto che è la parola che mamma preferisce, penso che abbia un significato migliore dell’altra.

    Zitella o nubile che sia, io voglio bene a zia Evelina. Quando viene a trovarmi mi porta un giocattolo, un libricino o un astuccio di matite colorate e mi abbraccia e mi bacia pungendomi le guance con i suoi baffetti; che i baffi siano una caratteristica delle zitelle o nubili che dir si voglia?

    Mi sto dilungando non a caso su zia Evelina, perché è proprio di lei che vi voglio raccontare.

    Ieri mi ha portato ai giardini Margherita. Con mille raccomandazioni di guidare con prudenza, la mamma mi ha legato stretto stretto al mio seggiolino da viaggio posto sul sedile posteriore dell’auto della zia e mi ha messo in testa il caschetto della bici, cosa questa, a mio parere, fuori luogo e di cui mi sono vergognato un pochino.

    Le capacità di automobilista di zia Evelina sono argomento di scherzo da parte dei miei genitori. Possiede una vecchia auto tutta ammaccata di cui, dice il mio papà, è ormai impossibile capire a quale modello appartenga.

     Il tragitto dal marciapiede sotto casa, dove zia aveva parcheggiato, ai giardini è cominciato male.

    Zia Evelina si è immessa nel traffico senza guadare e c’è mancato poco che un furgoncino ci investisse.

    Il guidatore, sbracciandosi, le ha urlato dietro qualcosa che non ho capito: era un’offesa o un complimento?

    La zia è diventata tutta rossa proprio come Giorgina, la mia cuginetta di 13 anni, che arrossisce tutta quando le dicono una cosa carina.

    In questo caso, però, penso fosse un’offesa, perché poco più in là, dopo aver superato un incrocio con il rosso, un passante le ha urlato dietro la stessa cosa dell'autista del furgoncino.

    A questo punto ho cominciato a chiedermi chi le avesse dato la patente di guida, stessa domanda che le ha urlato dietro un signore quando ha rischiato di essere investito sulle strisce pedonali.

    Ma il meglio doveva ancora venire. Nel parcheggiare l’auto, urtava il segnale di divieto di sosta che crollava su una bicicletta che a sua volta cadeva sul tavolino di un bar rovesciando la tazzina di caffè sul vestito del signore che la stava bevendo.

    Sistemate alla bene e meglio le conseguenze dell’incidente, mano nella mano, ci siamo diretti alla giostrina all’altro capo dei giardini. Nell’attraversare l’ampio prato che porta alla giostra, ci siamo imbattuti in un grande cane senza museruola che faceva i bisognini.

    I cani, soprattutto quelli grossi, mi fanno un po’ paura; mi sono rifugiato dietro la zia che in modo gentile ha fatto presente alla proprietaria del cane che in un luogo pubblico, frequentato da bambini, è obbligatoria la museruola e che per i bisognini c’è uno spazio pensato apposta e le ha indicato dove.

    La signora ha ringraziato, ma si vedeva benissimo che non era contenta della lezione di educazione civica che la zia le aveva impartito.

    Anche gli adulti sono permalosi, ma fanno fatica ad ammetterlo. A nessuno, grande o piccolo che sia, piace essere criticato e, poi, ciascuno vede le mancanze degli altri e non le proprie: papà, ad esempio, critica la guida di zia Evelina, ma a volte si comporta allo stesso modo, passa con il rosso e non dà la precedenza ai pedoni sulle strisce, l’unica differenza è che quando gli gridano dietro non arrossisce.

    Un’altra cosa che ho notato è che quando qualcuno, come con il padrone della giostra, prende zia Evelina per mia nonna, si affretta a dire che non lo è, dilungandosi in spiegazioni; non è per caso che il fatto di essere considerata nonna la faccia sentire più vecchia?

    Anche la mia mamma, che è molto più giovane, quando compie gli anni è molto triste e chiede a chi

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