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Dolce Vittoria
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E-book206 pagine2 ore

Dolce Vittoria

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Info su questo ebook

Pur di salvare il posto di lavoro dei dipendenti del suo reparto, Victoria James rinuncia al proprio ruolo in azienda e alla vita agiata che conduce. Ma così perde anche l’uomo che pensava di amare. Decide di tornare a Memphis, nel Tennessee, per recuperare il rapporto con il nonno e costruire una nuova vita. Quando però tutto ciò che possiede le viene rubato, teme di non potercela fare. Chad Kirkpatrick, il primo amore che le ha spezzato il cuore e ora agente di polizia, corre in suo aiuto. Ma dodici anni non si cancellano in un istante. Riuscirà Victoria a lasciarsi il passato alle spalle? E Chad sarà in grado di perdonarla? 
All’interno le ricette per preparare i piatti di Victoria, della cucina tipica del Tennessee.

LinguaItaliano
Data di uscita8 mar 2018
ISBN9781547520367
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    Anteprima del libro

    Dolce Vittoria - Angela Kay Austin

    Dolce Vittoria

    di Angela Kay Austin

    traduzione in italiano di Mara Lock

    Dolce Vittoria

    Pur di salvare il posto di lavoro dei dipendenti del suo reparto, Vittoria James rinuncia al proprio ruolo in azienda e alla vita agiata che conduce. Ma così perde anche l’uomo che pensava di amare. Decide di tornare a Memphis, nel Tennessee, per recuperare il rapporto con il nonno e costruire una nuova vita. Quando però tutto ciò che possiede le viene rubato, teme di non potercela fare. Chad Kirkpatrick, il primo amore che le ha spezzato il cuore e ora agente di polizia, corre in suo aiuto. Ma dodici anni non si cancellano in un istante. Riuscirà Vittoria a lasciarsi il passato alle spalle? E Chad sarà in grado di perdonarla?

    All’interno le ricette per preparare i piatti di Vittoria, della cucina tipica del Tennessee.

    Dolce Vittoria

    di Angela Kay Austin

    traduzione in italiano di Mara Lock

    Copyright 2018 Angela Kay Austin

    Published by: Vanilla Heart Publishing

    ––––––––

    Electronic Edition, License Notes

    Questo ebook è concesso in licenza solo per uso personale. Questo ebook non può essere rivenduto o ceduto ad altre persone. Se desideri condividerlo con altri, ti preghiamo di acquistare una copia per ogni persona a cui è destinato. Se stai leggendo questo libro e non l’hai acquistato, o non è stato acquistato solo per il tuo uso, ti preghiamo di restituirlo al proprietario e di acquistare la tua copia. Grazie per avere dimostrato rispetto per il duro lavoro dell’autore.

    Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in alcuna forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, compresa la fotocopia, la registrazione o qualsiasi sistema di memorizzazione e recupero di informazioni senza previa autorizzazione scritta dell’editore, fatta eccezione per l’utilizzo di brevi citazioni in una recensione.

    Dolce Vittoria

    di Angela Kay Austin

    Sommario

    Capitolo Uno

    Capitolo Due

    Capitolo Tre

    Capitolo Quattro

    Capitolo Cinque

    Capitolo Sei

    Capitolo Sette

    Capitolo Otto

    Capitolo Nove

    Capitolo Dieci

    Capitolo Undici

    Capitolo Dodici

    Capitolo Tredici

    Capitolo Quattordici

    Capitolo Quindici

    Capitolo Sedici

    Capitolo Diciassette

    Capitolo Diciotto

    Epilogo

    Ricette da Sweet Victory

    More Great Books by Angela Kay Austin

    Bio dell’autore e Foto

    Dedica

    La crisi economica ha cambiato la vita di molte persone, inclusa la mia. Quando la vita ti costringe a modifiche inaspettate... Come ti comporti?

    Recentemente mio fratello è stato licenziato.  Completamente sgomenta, ho visto la sua forza e la sua determinazione nel volere provvedere alla sua famiglia e nel prendersi cura di loro. Quando gli chiedo come riesce ad andare avanti, lui mi risponde semplicemente ...un giorno alla volta, sorellina, un giorno alla volta. 

    Dedico questo libro a mio fratello e a tutti coloro che sono stati colpiti da questa crisi economica.  Tutto quello che serve è un nuovo giorno.

    Ringraziamenti

    In gennaio sono stata licenziata, e la mia vita è cambiata.  Dal punto di vista economico, ovviamente, ma anche come dice una delle mie più care amiche è cambiata anche ...la traiettoria... della mia vita.  Credevo di sapere dove stessi andando.

    Quando hai 18 anni cominciare qualcosa di nuovo è eccitante. A 21 anni un nuovo inizio significa che il mondo ti sta accogliendo a braccia aperte. A 35, 40, o 50 non è necessariamente così emozionante. Anzi può fare paura.

    In questo libro ho voluto analizzare che cosa significa ricominciare a 30 anni. Che cosa succede se le possibilità a tua disposizione non sono le possibilità che tu vorresti?

    Le persone di stancano di sentire le tue lagne, uh voglio dire i tuoi stati d’animo.  Ma io sono grata che le mie amiche e la mia famiglia non l’abbiano fatto.

    Chris e Keni non sono stati solo fonte di ispirazione, ma mi hanno aiutato ad affrontare tutte le mie frustrazioni mentre io scavavo dentro me stessa per raccontare la storia di Vittoria James.

    Grazie a tutti quelli che mi hanno mandato indicazioni su impieghi, articoli di economia e quant’altro.  Per me ha significato davvero molto.

    Dolce Vittoria

    di Angela Kay Austin

    traduzione in italiano di Mara Lock

    Capitolo Uno

    ––––––––

    Montagne imponenti si stagliavano all’orizzonte. Disegnavano tante ombre scure sull’asfalto illuminato dalle luci dei lampioni, e creavano un effetto maculato. Da almeno tredici ore erano le uniche compagne di viaggio di Vittoria Marie James.  Il navigatore satellitare sul cruscotto le aveva segnalato la strada da seguire fin lì. Ora, con quella voce petulante le stava sottolineando la totale incapacità di trovare l’uscita giusta a solo un’ora di distanza da Memphis, la città della sua infanzia.  La pausa di cinque minuti per una tazza di caffè veloce – che aveva finito per macchiare i pantaloni grigi della tuta – si stava trasformando in un incubo. Aggiornamenti automatici un corno. Le luci intermittenti rosse e blu, accompagnate dal suono della sirena della polizia, erano un dono dal cielo. Accostò a lato della statale 240 e rimase ad aspettare.

    L’agente scese dalla moto e si avvicinò alla sua auto. Erano le due di notte passate, e lei da oltre mezz’ora stava girando attorno allo stesso punto, era davvero stanca. Non sapeva come venirne a capo. Memphis era una grande città del Tennessee. L’andatura di quella figura in controluce, illuminata dai fari della moto, le era familiare. Nel vedere l’uomo avvicinarsi alla sua macchina le si annodò lo stomaco.  Chad Michael Kirkpatrick.  Il destino sapeva essere davvero crudele. 

    Abbassò il finestrino e fissò i riccioli biondi che sbucavano da sotto il casco e sottolineavano gli occhi scuri. Una volta amava mettere gli occhiali, ma forse con quel casco erano scomodi, pensò Vittoria. 

    Patente e libretto, per favore.

    Vittoria si infilò prima nel vano portaoggetti e poi con la testa dentro il portafoglio, mentre lui con sguardo freddo e distante rimase in attesa. Lanciò un’occhiata alla scritta Kirkpatrick sulla targhetta e rimase a guardarlo mentre gli porgeva i documenti. Cos’altro avrebbe dovuto dire o fare? Sapeva che presto o tardi avrebbe dovuto affrontarlo, ma non dopo quasi quattordici ore passata dentro una macchina invasa da contenitori del fast food e bicchieri di carta del caffè. E sicuramente non mentre indossava abiti macchiati.  Le loro dita si sfiorarono durante il passaggio dei documenti. Santo cielo, un tocco così lieve era sufficiente per sommergerla con un’ondata di ricordi. E non tutti esattamente piacevoli. Dio santo, come poteva averlo ferito così tanto?

    Con un sospiro raddrizzò la schiena, spingendo in avanti il suo piccolo seno; si allungò e lasciò cadere le spalle, ma senza dire nulla.  Posò le mani in grembo e rimase seduta in silenzio. Stava solo cercando di cancellare dalla memoria la sensazione di quelle mani che si erano sfiorate oppure non gliene importava affatto? Vic, signorina James, l’ho vista girare intorno più di una volta. Per caso si è persa? 

    Sì, agente Kirkpatrick. 

    Agente Kirkpatrick. Di solito il comportamento formale era una prassi, ma non questa volta e nemmeno era voluto. Lui la osservò giocherellare con le dita sugli indicatori del cruscotto.

    Lei guardò il GPS incorporato nel cruscotto e gli assestò qualche colpetto con la mano.  Per qualche strana ragione, questo stupido aggeggio non mi sta portando dove dovrei andare.

    Lui sapeva esattamente dove era diretta, me se lei non aveva intenzione di dirglielo non lo avrebbe fatto nemmeno lui. Quindi dove sta andando? Forse posso aiutarla.  Le disse mentre le restituiva i documenti.

    Devo solo riuscire a trovare Elvis Presley boulevard, da lì poi posso andare da Lamar, ma il maledetto GPS continua a rispedirmi indietro sull’autostrada. E ora devo fare benzina.

    Non stava parlando di qualcosa che non si potesse risolvere, eppure lui vide che gli occhi di lei si stavano riempiendo di lacrime. Da dove veniva? E dov’era suo marito o il suo compagno o fidanzato che fosse? Era così che lo chiamava il bollettino del liceo: fidanzato.

    L’agente annuì, fissando la strada davanti a loro. Signorina James, se esce alla prossima trova il distributore. Faccia il pieno e poi riprenda l’autostrada verso sud. Dopo circa dieci miglia vedrà il cartello con l’uscita che cerca.  Le porse un bigliettino. Se si perde di nuovo, mi chiami.

    Lei prese il bigliettino da visita e tornò a osservare quegli occhi. Si fissarono solo per qualche breve istante. Lei si voltò e lui abbassò la visiera del casco prima di risalire sulla moto. Rimase a guardarla mentre riportava l’auto in carreggiata e poi si avviò per tornare al suo luogo di appostamento, mimetizzato tra alberi e cespugli. Vittoria era di nuovo in città, e dalle dimensioni del rimorchio agganciato all’auto, sembrava che avesse tutte le intenzioni di fermarsi. Perché? Spense le luci e decise che non erano fatti suoi.  Lei si era comportata come se fossero perfetti estranei, e se ne era andata senza nemmeno dire un semplice ciao.

    Dopo dodici anni lui non l’aveva dimenticata.  Come poteva smettere di pensare a lei, ora che l’aveva vista di nuovo? Rannicchiato nel suo nascondiglio, ricordò tutto. Il liceo. Il loro bambino. Quasi. Perché torturarsi nel ricordo di qualcosa a cui lei aveva deciso di rinunciare? Cercò di strapparsi quei pensieri dalla mente. Lei non era più la stessa, ascoltava musica gospel e viaggiava in una macchina piena di immondizia. 

    Controllò l’orologio. Il suo straordinario stava per finire, tra poco sarebbe potuto andare a casa e buttarsi a letto. Ogni giorno nelle ultime due settimane, quando non aveva fatto gli straordinari si era impegnato in uno dei tanti lavoretti part time. Aveva bisogno di ogni singolo centesimo. 

    Il vento fischiava attorno al casco mentre Chad accelerava la moto a manetta. Sapeva che non avrebbe dovuto, ma era stanco e non vedeva l’ora di sprofondare nella sua poltrona preferita davanti alla TV. Farsi un panino e dormire per almeno una decina di ore. Invece, una chiamata dalla radio di servizio lo obbligò a tornare indietro prima di rientrare in centrale. Dannazione. Voleva davvero dormire un po’. Gli straordinari per pagare le lezioni di Paige lo stavano distruggendo. 

    Dal centralino gli avevano comunicato di andare in un quartiere che da sempre registrava numeri da record nelle chiamate notturne: violenza domestica, furti d’auto, effrazioni e qualche rapina.

    Una benzinaia gli si avvicinò prima ancora che lui potesse smontare dalla moto.  Corporature esile, con pochi capelli e il trucco sfatto, probabilmente sembrava di una decina di anni più vecchia. Le luci fluorescenti sopra la sua testa le illuminavano la pelle grigia e mettevano in risalto le macchie sull’uniforme. Il passo spavaldo e l’accenno di sorriso civettuolo gli confermarono che la donna era più giovane di quello che sembrava. Jenny era il nome sulla targhetta. 

    Agente. Lo spazio tra gli incisivi le fece emettere un sibilo. Agente, la tipa dentro ha bisogno del suo aiuto. Si è allontanata un momento e le hanno rubato la macchina.

    Lui diede un’occhiata intorno, ma non vide niente.  Nessuna traccia di vetri rotti a terra, bastoni, sassi, niente.  Signora, dove si trova la donna?

    Dentro. Le ho dato dell’acqua per calmarle i nervi.

    In questo quartiere nessuno aveva mai delle telecamere in funzione, ma lui fece lo stesso la domanda di rito.  Telecamere in funzione?

    No, signore, ma io ho visto abbastanza.

    Okay, mi lasci prima parlare con la vittima e poi vengo da lei.

    Jenny gli fece strada, varcò la soglia della porta e poi si fece da parte, permettendo così all’agente di vedere la vittima. Vittoria. Cosa diavolo ci faceva lì? Lui l’aveva mandata dal benzinaio che stava da tutt’altra parte. Erano dodici anni che non viveva più a Memphis, ma non ricordava davvero più niente? O forse voleva solo dimenticare tutto? 

    Con gli occhi rossi e gonfi lei fissava inespressiva le fila di buste di patatine. Il suo corpo si afflosciò improvvisamente come un palloncino sgonfio; scivolò dalla sedia pieghevole e cadde a terra. Lui corse – ma non abbastanza velocemente – e vide la sua testa colpire il pavimento. 

    Le si accovacciò di fianco, si sfilò casco guanti e le spostò delicatamente i riccioli neri che le avevano coperto gli occhi. Si sfilò la giacca e gliela appoggiò sotto il capo. Lei spalancò gli occhi quando lui le prese il polso per controllare il battito. 

    Lentamente sussurrò. Mikey.

    Mikey. Nessuno l’aveva più chiamato Mikey da quando lei se ne era andata.  Stai bene? Le chiese squadrandola da testa a piedi. Poi fece scivolare le sue dita dalla fronte alla guancia. Come va la testa? Le rughe che gli attraversavano la fronte si distesero.

    Sto bene.  Rispose lei mentre cercava di risollevarsi.  Che cos’è successo?

    Lui sfilò la mano e gliela appoggiò sotto lo sterno per impedirle di alzarsi. A quel contatto lei sentì il battito del cuore accelerare. Stai qui tranquilla un momento. Sei svenuta e hai battuto la testa. Aspetta un minuto. Senza dire una parola, lei ubbidì. Stai bene? Le chiese

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