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La Dama Bianca: Il potere delle armi sacre
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E-book253 pagine3 ore

La Dama Bianca: Il potere delle armi sacre

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Info su questo ebook

Kassandra è la secondogenita di re Medoro. Bella e intelligente, è la preferita di suo padre che vorrebbe vederla salire al trono al posto di suo fratello Eratre, un guerriero forte e coraggioso, ma con un carattere difficile poco adatto a governare un regno. Purtroppo, la giovane principessa è stata promessa in sposa al re del nord per suggellare un’alleanza militare. Kassandra, però, si innamora del capitano delle guardie, Artax, ed insieme lotteranno per poter vivere liberamente il loro amore. Sfortunatamente, la vita serena del regno viene minacciata da Mefistore, fratello minore di Medoro, che grazie alla magia nera crea un esercito di immortali. A causa di tale minaccia, la vera natura di Kassandra verrà fuori. Infatti, la ragazza scopre di essere la reincarnazione della dama bianca, la divinità protettrice dei guerrieri e di coloro che lottano per la giustizia. La fanciulla, presa coscienza dei suoi poteri, aiuterà i quattro cavalieri più valorosi del regno ad affrontare un lungo e periglioso viaggio per recuperare le armi sacre, l’unica cosa che sia in grado di fermare Mefistore e il suo esercito nero.
LinguaItaliano
Data di uscita22 mar 2018
ISBN9788899333430
La Dama Bianca: Il potere delle armi sacre

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    Anteprima del libro

    La Dama Bianca - Stefania D'Amato

    http://write.streetlib.com

    Capitolo 1

    Kassandra era la secondogenita di re Medoro.

    Era considerata la fanciulla più bella del reame con i suoi lunghi capelli nero corvino, i suoi occhi azzurri e la sua carnagione chiara, ma la cosa che più apprezzavano in lei, non era la bellezza. Infatti, Kassandra era dotata di un grande intelletto ed era molto saggia nonostante la sua giovane età. Suo padre molte volte si era rammaricato che non fosse lei l'erede al trono. Purtroppo, la legge stabiliva che solo il primo genito maschio era legittimato a diventare sovrano e Medoro, nonostante fosse il re, non poteva far nulla per cambiare le cose. I saggi del reame, che erano lì per far sì che le leggi dettate dagli dei fossero rispettate alla lettera, non lo avrebbero mai permesso.

    Con grande dispiacere del re il suo primo genito, Eratre, era un ragazzo forte e coraggioso, ma non aveva una mente molto arguta. Era un guerriero valoroso e grazie al suo esercito aveva conquistato molti territori contribuendo a far diventare il regno di suo padre il più grande mai visto nella storia della loro famiglia. Era stato capace di difendere la capitale del regno da molti attacchi, rendendola, così, praticamente inespugnabile. Tanta gloria in battaglia aveva fatto sì che Eratre fosse molto amato dai sudditi che lo consideravano un vero eroe.

    Ma la forza sarebbe stata sufficiente per governare un regno?

    Quando Eratre nacque suo padre era felicissimo ed aveva grandi aspettative su di lui, ma purtroppo era chiaro già in tenera età che l'intelligenza non sarebbe stata la sua dote migliore e questo preoccupava non poco Medoro.

    Come avrebbe potuto affidare il suo regno e i suoi sudditi ad uno così?

    Governare non significava solo tenere a bada i nemici, ma era soprattutto un gioco di potere, politica e diplomazia cose che a suo figlio proprio non entravano in testa.

    Kassandra sì che era adatta, ma, essendo una giovane principessa, il suo destino era quello di andare in sposa ad un giovane principe di un regno vicino per solidificare un'alleanza o per crearne una nuova.

    Suo padre, però, avrebbe voluto mille volte trattenerla a corte come consigliere del futuro re.

    Purtroppo, conoscendo il carattere testardo e orgoglioso di Eratre, sapeva che non avrebbe mai accettato una cosa del genere. Anzi, Medoro aveva il forte sospetto che il suo primo genito odiasse sua sorella proprio perché aveva capito che suo padre la preferisse a lui.

    Ovviamente aveva sempre negato questa sua avversione e si era sempre sforzato di comportarsi come un bravo fratello, ma, fra i suoi vari difetti, c'era anche quello di non saper mentire.

    L’attuale regina, Charlotte, era una donna alta e slanciata e dal suo portamento regale ed aggraziato si capiva subito che Kassandra avesse ereditato da lei la sua bellezza. Quando era giovane era così bella che Medoro, quando era solo un giovane principe, aveva letteralmente perso la testa per lei tanto che volle a tutti costi che diventasse la sua sposa nonostante fosse solo una serva. Suo padre si oppose con tutte le sue forze a queste nozze perché per lui era inconcepibile che un futuro re sposasse una sguattera.

    Il re fece di tutto per far sì che suo figlio cambiasse idea proponendogli in moglie ogni nobildonna del reame e addirittura ogni principessa in età da marito dei regni vicini e lontani. Ma Medoro non volle sentire ragioni, disse a suo padre che se non avesse potuto sposare la sua Charlotte, sarebbe rimasto solo per il resto della sua vita.

    Tale testardaggine stava per costare a Medoro la successione al trono proprio perché un re senza una regina non poteva esistere, era necessario che il futuro re fosse sposato in modo da garantire il proseguimento della stirpe reale. Proprio nel momento in cui suo padre stava per dichiarare come erede al trono suo fratello Mefistore, una grave malattia lo fece morire prematuramente facendo sì che Medoro salisse sul trono senza alcun problema.

    Tutto questo non andò giù a Mefistore, che da tempo conosceva l'intenzione di suo padre di nominarlo erede al posto di suo fratello. Purtroppo, per lui non fece in tempo a rendere la sua decisione ufficiale e non avendo prove di tutto questo i saggi non poterono far altro che incoronare Medoro come diceva la legge sacra.

    Una volta divenuto re la prima cosa che fece Medoro fu quello di sposare la donna che amava. Per fortuna Medoro era un grande re e anche Charlotte era una regina che aveva mille doti positive molte delle quali anche nascoste. Era una donna con molti segreti che custodiva gelosamente per il suo bene e quello dei suoi figli.

    Secondo le leggi sacre nel regno era bandita la magia proprio perché le creature magiche, con le loro doti, venivano considerate un grave affronto alle divinità che erano le uniche creature che potevano avere poteri sovrannaturali e nessuno poteva essere pari o superiori a loro.

    Per questo motivo chiunque avesse poteri magici veniva condannato a morte. Sfortunatamente Charlotte era la figlia di un potente druido che, per sfuggire alla condanna a morte, era scappato in un luogo segreto dove fece perdere le sue tracce.

    Charlotte, dal giorno della sua fuga, non seppe più nulla di lui e per non ricevere la stessa condanna che era stata data a suo padre, cambiò nome e per nascondere la sua vera identità si abbassò a fare la serva presso la corte del re.

    Fece qualsiasi cosa per non farsi notare da nessuno, cercando di apparire come una ragazza come tante in modo da passare in osservata e condurre una vita serena e tranquilla. Purtroppo, per lei era una ragazza speciale e Medoro capì subito che in lei c'era qualcosa di più.

    Charlotte non voleva diventare la moglie del re perché aveva paura che qualcuno un giorno scoprisse il suo segreto, ma quando Medoro salì al trono e la scelse come sua sposa non potette rifiutare.

    Con il tempo aveva imparato a conoscere e ad amare l'uomo che aveva sposato, ma non passava giorno che non vivesse nel terrore di commettere un passo falso e di essere scoperta. Ma, la sua paura più grande era che uno dei suoi figli avesse ereditato le sue doti speciali e pregava ogni giorno che questo non fosse accaduto. Per il momento sembrava che le sue preghiere fossero state ascoltate.

    Nello sfortunato caso in cui qualcuno avesse scoperto il suo segreto o che uno dei suoi figli avesse ereditato i suoi poteri e, non preparato alla cosa, si fosse fatto scoprire, le leggi sacre erano molto chiare a riguardo: ogni creatura magica, qualunque fosse il suo lignaggio, sarebbe stata condannata a morte e neanche l'intervento del re avrebbe potuto salvarli.

    Aron era il gran maestro ed era a capo del consiglio dei saggi. Da come si comportavano era chiaro che quest'ultimi non avessero una loro opinione, ma che pendessero dalle sue labbra e facessero e dicessero tutto ciò che lui volesse. Aron era un uomo dalle umili origini.

    Era figlio di contadini, ma fin da piccolo si dimostrò diverso dai suoi fratelli. Nonostante fosse il più piccolo era quello più scaltro e non accettò mai quella vita di fatiche e sacrifici a cui sembrava essere destinato.

    Ormai adolescente, Aron riuscì a convincere tutti di essere in grado di parlare con le divinità e questo fece sì che fosse allontanato dalla sua famiglia e condotto al grande tempio dove fu istruito fino a diventare gran maestro. Divenne in questo modo un uomo molto potente ed alcune volte le sue parole avevano più importanza di quelle del re, perché quando le divinità parlavano attraverso Aron anche Medoro doveva abbassare la testa e obbedire.

    Ma, nonostante avesse un potere cosi grande ad Aron non bastava. Era l'eterno insoddisfatto e voleva sempre di più. Quello che bramava più di tutto era di salire sul trono. Con il potere della corona e con il volere degli dei dalla sua parte nessuno avrebbe potuto più ostacolarlo e per il regno e per i sudditi sarebbe stato lui stesso una divinità.

    Ma, nonostante fosse un uomo molto scaltro, non aveva ancora capito come impossessarsi del trono e questo lo faceva essere sempre più impaziente e sempre più agitato. Charlotte aveva capito fin dall'inizio le sue intenzioni, ma accusare senza prove il gran maestro non era una mossa molto saggia neanche per la regina.

    L’unica cosa che potesse fare era stare all'erta.

    Subito dopo l’incoronazione di suo fratello, Mefistore decise di lasciare il regno. Aveva anche provato a convincere i saggi che la volontà di suo padre era un'altra, ma purtroppo per lui nessuno volle dargli ascolto.

    Suo padre era morto senza rendere ufficiale la sua decisione e la legge sacra era chiara l'erede al trono era il primo genito maschio a meno che costui non avesse avuto un comportamento indegno e tale affronto avesse costretto l'attuale re a far succedere un altro dei suoi figli.

    Non esisteva nessuna legge scritta che impedisse a Medoro di sposare una serva era solo una cosa che infastidiva suo padre perché voleva che il sangue reale rimanesse puro, quindi, anche se il re avesse reso palese la sua intenzione di diseredare Medoro e nominare re Mefistore, questo non sarebbe stato possibile.

    Purtroppo, Mefistore non voleva sentire ragioni. Sapeva che suo padre voleva che lui salisse al trono e quindi aveva passato il resto della sua vita in un'altra corte a meditare come avrebbe potuto riprendersi di ciò che, secondo lui, gli fosse stato ingiustamente tolto. Era consumato dall'odio e dal rancore verso suo fratello e verso la sua indegna sposa. Medoro, dopo che aveva lasciato la corte del re, non aveva più saputo nulla di lui. Non sapeva in quale regno avesse trovato rifugio o se fosse vivo o morto.

    Quando se ne era andato aveva giurato vendetta e nei primi anni del suo regno Medoro era stato sempre allerta, ma dopo un po' aveva pensato che le minacce del fratello erano solo parole dettate dalla rabbia del momento e che in realtà erano vuote e prive di fondamento.

    Anzi, nel corso degli anni aveva sperato che, passata la rabbia iniziale, Mefistore avesse capito che nessun torto gli fosse stato arrecato e che il fatto che loro padre gli avesse detto che era lui che doveva salire al trono erano promesse prive di fondamento. Per anni Medoro aveva sperato che suo fratello tornasse a casa e che prendesse il posto che gli spettava al suo fianco come consigliere del re.

    Purtroppo, gli anni passavano ma di Mefistore nessuna traccia. Aveva mandato i suoi uomini a cercarlo in tutte le terre conosciute, ma sembrava come se fosse stato inghiottito dalla terra.

    Dopo anni di vana ricerca Medoro aveva rinunciato a veder realizzato il suo sogno di riavere con sé suo fratello. Mefistore, però, non era morto, come molti pensavano. Aveva cambiato nome e si era alleato con un re che da sempre era nemico della sua famiglia. Aveva provato più volte a riconquistare ciò che era suo, ma Eratre, con il suo potente esercito, glielo aveva sempre impedito.

    Il suo sciocco nipote non aveva mai capito con chi stesse lottando. Era talmente stupido e pieno di sé che pensava di aver sconfitto un nemico come tanti senza capire che quello che si era messo contro di lui era il suo stesso sangue. Nonostante le innumerevoli sconfitte riportate, Mefistore non si era mai arreso ed era certo che prima o poi avrebbe trovato il modo di avere ciò che tanto bramava. Col passare del tempo il re, che gli aveva dato rifugio, era morto e, non avendo figli, lo aveva nominato suo erede.

    Mefistore aveva finalmente una corona sulla sua testa, ma questo non gli bastava. Per lui, sapere suo fratello seduto su quel trono con accanto quella donna, era un'offesa troppo grande alla memoria del suo amato padre, offesa a cui avrebbe a tutti i costi posto rimedio. Erano anni che non attaccava più il regno perché stava aspettando solo il momento propizio, il momento in cui, sentendosi ormai al sicuro, avessero abbassato la guardia. Dopo anni di pace nessuno si sarebbe aspettato che la guerra fosse dietro le porte e presi i suoi nemici alla sprovvista, Mefistore avrebbe finalmente vinto.

    Capitolo 2

    Kassandra viveva le sue giornate in modo spensierato fra passeggiate a cavallo e balli sfarzosi. Era serena e ancora non immaginava cosa il destino avesse in serbo per lei.

    Anche se le piaceva molto divertirsi, come normale che fosse per una ragazza della sua età, era anche molto giudiziosa. Suo padre aveva ordinato che le venisse impartita la stessa educazione e la stessa istruzione che aveva avuto suo fratello alla sua età.

    Kassandra aveva obbedito e si impegnava al massimo anche se non capiva il motivo di questa scelta di suo padre dato che non era lei l'erede al trono. Medoro le aveva spiegato che un giorno, non molto lontano, sarebbe andata in sposa ad un giovane principe che avrebbe fatto di lei la sua regina. Suo padre voleva assolutamente che lei fosse una grande donna e non una di quelle che siede accanto al re con un bel visino messa lì solo per far scena, come un trofeo da esibire.

    Medoro voleva assolutamente che sua figlia fosse una regina saggia che sapesse ben consigliare suo marito in modo che anche lui diventasse un grande re.

    Kassandra non avrebbe mai disobbedito a suo padre, ma l'idea di sposare una persona che non amava, anzi che conosceva appena, non la entusiasmava. Suo padre le aveva sempre raccontato della sua storia d’amore con sua madre. Aveva sognato quando gli aveva detto che il loro era stato amore a prima vista e che era così grande che era riuscito a superare tutte le difficoltà e gli ostacoli che gli erano stati messi di fronte. Una cosa non era chiara a Kassandra, quando chiedeva a sua madre di raccontargli la stessa storia, gli dava una versione totalmente diversa. Le aveva sempre detto che all'inizio non era innamorata di suo padre e che non si era potuta rifiutare di sposarlo perché lui era il re e lei una semplice domestica, poi, col passare del tempo e conoscendolo meglio, aveva capito di aver sposato un grande uomo e quindi aveva imparato ad amarlo.

    Crescendo, Kassandra si era convinta che la versione della storia che le aveva raccontato il padre era quella giusta e che la madre l'aveva cambiata per consolarla del fatto che un giorno sarebbe stata costretta a sposare un uomo che non amava, cercando di convincerla che col passare del tempo anche lei avrebbe imparato ad essere felice.

    La principessa, anche se non sopportava le bugie, aveva apprezzato lo sforzo della madre e l'amava ancora di più per questo. Mentre era immersa nei suoi pensieri, senza neanche accorgersene, si ritrovò sulla terrazza del grande salone ad ammirare l’orizzonte.

    Mentre godeva della bellezza del panorama, accadde una cosa stranissima. I suoi pensieri vennero interrotti da uno strano suono e quando cercò di capire di che cosa si trattasse, vide che sulla ringhiera, non molto lontano da lei, si posò un'enorme aquila bianca che la guardava con i suoi enormi occhi azzurri.

    Il suo sguardo e quello di quello strano animale si incrociarono e i due si guardarono a lungo. Kassandra si sentiva attratta da quella misteriosa creatura e provava delle sensazioni che non aveva mai sentito prima. Allungò una mano e mentre stava quasi per riuscire ad accarezzarla, l'aquila spiccò il volo.

    - Che strana ed affascinante creatura, non credo di averne mai visto una simile in vita mia. -

    Kassandra sobbalzò nel sentire alle sue spalle quella voce profonda e si girò. Vide Aron avvicinarsi a lei con fare lento e sicuro di sé.

    - Mi creda altezza, quello sicuramente è un presagio mandato dagli dei, speriamo solo che voglia dire qualcosa di positivo. -

    Kassandra non ebbe il coraggio di dire una parola ed Aron si allontanò da lei sparendo nell'ombra. La ragazza era un po' preoccupata da quello che le aveva appena detto il gran maestro. Aron si allontanò sorridendo soddisfatto, forse la chiave per ottenere quello che voleva era proprio la giovane principessa, quindi per lui era meglio tenerla d'occhio. Charlotte aveva assistito a tutta la scena da debita distanza facendo in modo di non essere vista da nessuno. Era molto preoccupata per quello che era appena successo. Aron aveva in mente sicuramente qualcosa, lo aveva capito dall'espressione soddisfatta che c'era sul suo volto. Su una cosa il gran maestro aveva ragione, quell'aquila bianca era un segno divino.

    Da ragazza l'aveva vista anche lei poco prima che i suoi poteri si rivelassero. Questo voleva dire solo una cosa: che Kassandra aveva ereditato le sue doti speciali. Non sapeva se Aron conoscesse il vero significato di quell'apparizione, ma per non correre rischi doveva trovare il modo di portare Kassandra il più lontano possibile da lì.

    Ma come avrebbe potuto fare?

    Suo marito non le avrebbe mai permesso di allontanarsi dalla corte con sua figlia senza una valida ragione e Charlotte non poteva certo dirgli la verità.

    La regina era disperata, non sapeva cosa fare. Ah, se solo suo padre fosse stato lì accanto a lei. Lui sì che aveva il potere di sconfiggere qualsiasi pericolo, mentre lei si sentiva così debole. Aveva nascosto i suoi poteri per così tanto tempo che ormai li sentiva come assopiti dentro di lei, però, sapeva che se qualunque cosa avesse minacciato la vita di sua figlia, sarebbero riemersi più forti che mai.

    Aron tornò nelle sue stanze, aveva molto su cui meditare. Aveva la piacevole sensazione che presto avrebbe avuto ciò che tanto bramava. Doveva solo escogitare il piano giusto. L’unica cosa di cui era certo e che Kassandra era la chiave di tutto.

    Forse avrebbe potuto far uccidere quell'idiota di suo fratello in modo che la ragazza diventasse la legittima erede al trono, poi avrebbe potuto convincere suo padre che gli dei avevano parlato e che avevano ordinato che la giovane principessa divenisse la sua sposa in modo da creare un legame indissolubile fra la corona e la fede. All'inizio Aron credeva di aver escogitato un piano semplice, ma efficace.

    Però, pensandoci bene, non era certo che il re sarebbe stato così d'accordo a fargli sposare sua figlia. Quando si trattava di Kassandra suo padre diveniva molto più vigile e attento. Inoltre, in tanti anni che era gran maestro non aveva mai fatto un riferimento specifico a lui nelle profezie degli dei. Aveva troppa paura che in quel caso le persone che lo circondavano capissero che lui non aveva nessuna dote speciale, anzi si rendessero conto che era solo un ciarlatano, un vero e proprio truffatore e che non c'era nessuna voce divina a cui dare retta. In quel caso, non solo non avrebbe ottenuto mai quello che voleva, ma, cosa peggiore, avrebbe perso anche tutti i suoi privilegi.

    Se il re si fosse accorto che fino a quel momento lui aveva imbrogliato tutti, lo avrebbe sicuramente condannato a morte e Aron teneva alla sua vita più di ogni altra cosa. Aveva bisogno di un piano migliore. Non doveva avere fretta, doveva saper aspettare e riflettere bene su quali mosse attuare per raggiungere il suo scopo.

    Dopo tanto sforzo e tanto impegno sarebbe sicuramente stato premiato. Per il momento si sarebbe limitato a far osservare Kassandra dalle sue spie.

    Con le giuste informazioni gli sarebbe venuto in mente sicuramente qualcosa di più efficacie.

    In cima alla montagna rocciosa esisteva un piccolo regno dove la magia non era proibita. Un’oasi di pace dove le creature magiche, che riuscivano a sfuggire al tremendo destino che li attendeva nel resto del regno, potevano

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