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Incontro con il duca: Harmony Jolly
Incontro con il duca: Harmony Jolly
Incontro con il duca: Harmony Jolly
E-book124 pagine1 ora

Incontro con il duca: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Mari Mitsialos vorrebbe solo godersi in pace le nozze del suo regale cugino. Invece è costretta a guardarsi le spalle dal giovane principe Mikhail che le fa una corte spietata. Mari non può fare altro che abbandonare il ricevimento e nascondersi sino a quando il suo pressante ammiratore non se ne sarà andato. L'autista che l'aspetta in macchina e che ha l'ordine di portarla ovunque lei voglia, è bello da mozzare il fiato. Con lui, sì, scapperebbe volentieri per non tornare mai più.



Il duca Lysander di Persolis ha avuto l'incarico di fare da autista alla cugina del re, Mari. Per lui è solo un obbedire agli ordini della casa reale, peccato che lei abbia un fascino che farebbe rimescolare il sangue a qualsiasi uomo sano di mente. Lysander non deve lasciarsi distrarre, lui serve il re non il proprio cuore.
LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2017
ISBN9788858975077
Incontro con il duca: Harmony Jolly
Autore

Melissa James

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Incontro con il duca - Melissa James

    1

    Palazzo Reale, Orakidis, Hellenia

    Il matrimonio di Sua Altezza Reale la Principessa Giulia con Tobias, il Granduca di Malascos.

    Quella giornata, anzi tutto l’anno appena trascorso, sarebbero bastati a convincere Mari Mitsialos che le favole a lieto fine esistevano davvero. Non stava forse partecipando a un matrimonio reale in qualità di damigella d’onore?

    La vita a volte riservava degli imprevisti... ma in questo caso la sorpresa era davvero meravigliosa. Entrambi i suoi cugini, che fino a un an no prima vivevano alla periferia di Sydney e conducevano una vita normalissima, avevano sposato la persona dei loro sogni, la loro anima gemella, ma Charlie aveva scoperto di essere un re e Giulia, detta Lia, una principessa!

    E lei, allora, che cos’era? Per metà aveva dei legami con una famiglia reale e per metà era una persona assolutamente comune, e Mari non riusciva a decidere quale delle due cose preferisse.

    Vedendo Toby, come chiamavano in famiglia il nuovo granduca, che conduceva sua cugina Lia nel meraviglioso valzer viennese che avevano scelto come colonna sonora del loro matrimonio, Mari sorrise.

    Gli occhi azzurri di Toby rilucevano lasciando trasparire tutto l’amore incondizionato che provava nei confronti della moglie che, dal canto suo, riusciva a stento ad allontanarsi dal fianco del marito per salutare educatamente gli ospiti, tra i quali erano peraltro comprese tutte le teste coronate d’Europa.

    Solo il fatto di trovarsi lì le sembrava così strano, figurarsi essere la cugina nonché la damigella d’onore di una sposa reale.

    Ma a dispetto della sua indole sognatrice, Mari si sforzò di restare con i piedi per terra. Lei, infatti, faceva parte del ramo greco della famiglia, quello che non vantava illustri natali.

    Zia Katina era una ragazza originaria delle montagne che circondavano Atene e che ben quarant’anni prima si era imbarcata per l’Australia, dove, a una festa greca organizzata a Marrickville, nei pressi di Sydney, aveva incontrato zio Arthur, il suo futuro sposo.

    I due avevano perso la vita in un tragico incidente d’auto prima di scoprire di avere un titolo nobiliare: zio Arthur, infatti, a seguito della caduta in disgrazia del ramo dei Marandis di Hellenia, aveva ereditato inaspettatamente un regno.

    Fino a un anno prima, Charlie e Lia non avevano la più pallida idea di chi fossero davvero. I genitori di Arthur, i prozii Kyri e Georgias, si erano infatti guardati bene dal rivelare il loro segreto ad anima viva. Kyri era un granduca che aveva voltato le spalle alla propria famiglia per sposare la bambinaia che lavorava a corte.

    Ciononostante, zio Kyri aveva fatto un ottimo lavoro nell’educare i propri discendenti, persino dalla tomba. Aveva infatti preteso che le tradizioni di famiglia non si perdessero. Aveva tenuto in vita la lingua e gli usi di Hellenia, comprese le danze reali, e aveva inculcato nei figli, Arthur compreso, e nei nipoti un forte senso del dovere, così che non appena avevano scoperto la loro vera identità e che il loro paese d’origine aveva bisogno di loro, i nipoti non avevano esitato un attimo a farvi ritorno per sempre e a impegnarsi per risollevarne le sorti.

    Nel suo testamento, zio Kyri aveva lasciato a Toby, suo figlio adottivo e miglior amico di Charlie, un ducato e duecentocinquanta milioni di euro. Ma non era tutto. Cosa ben più importante, aveva anche offerto a Lia l’uomo dei suoi sogni e a Toby la sposa perfetta.

    Stretta a suo fratello Stavros, Mari continuò a ballare accanto ai novelli sposi. Se fosse appartenuta all’altro ramo della famiglia, quello discendente da zio Arthur, che cosa sarebbe stata?

    Trovarsi così vicino al genere di vita che chiunque sognava di poter condurre, eppure esserne tagliata fuori per via dei suoi natali era... strano.

    Strano però descriveva quella duplice sensazione solo fino a un certo punto, poiché in effetti persino lei, la sognatrice della famiglia, non era poi così certa di voler far parte della stirpe reale.

    In quei giorni aveva avuto modo di vedere il rovescio della medaglia, ovvero le orde di fan adoranti che non si saziavano mai dei pettegolezzi e delle foto pubblicate dagli innumerevoli giornali scandalistici e dalle riviste di cronaca rosa, e davvero non era certa che sarebbe stata in grado di reggere una simile morbosa curiosità e quella costante invasione della sua privacy.

    «Vorrei ballare con tua sorella, se non ti dispiace.»

    Una voce raffinatamente impostata e allo stesso tempo autoritaria la richiamò alla realtà, e Mari si accorse che il valzer era finito e che la gente sulla pista da ballo stava cercando nuovi partner.

    Mari non ebbe nemmeno bisogno di voltarsi per capire chi avesse parlato. Conosceva fin troppo bene la voce di Sua Altezza Reale il Principe Mikhail, erede al trono di un piccolo regno euroasiatico confinante con Hellenia chiamato Chalnikan.

    Lo aveva incontrato cinque mesi prima, in occasione del matrimonio di Charlie con Jazmine, di cui era stato testimone. Da allora, una volta fatto ritorno a Hellenia per aiutare Lia a preparare le nozze, aveva sentito la sua voce con una certa regolarità.

    Non solo lui le aveva mandato regali e l’aveva tempestata di messaggi, ma l’aveva anche contattata telefonicamente. Ogni volta il messaggio era una variazione dello stesso tema: vieni a vivere con me e diventa la mia amante.

    Che romanticismo: un principe che si interessava di una ragazza qualunque... Forse sarebbe stato davvero romantico se lui le avesse chiesto di andare a vivere insieme e di diventare sua moglie, anziché di fargli compagnia tra le lenzuola finché ne avesse avuto voglia.

    La domanda era: come faceva il sogno di tante ragazze - ovvero quello di trovare il principe azzurro - a trasformarsi in un incubo?

    Risposta: bastava che il suddetto principe fosse uno snob arrogante e sgradevole che ci provava con qualunque donna gli capitasse a tiro. Aveva infatti cercato di sedurre sia la Principessa Lia che Jazmine, con l’intento di sposarle.

    Con Mari invece il fine era diverso. Si sarebbe accontentato di portarsela a letto per allietare quella breve vacanza lontano dalle grinfie e dal controllo dei suoi genitori.

    E come era possibile che Stavros, il più possessivo di tutti i fratelli, lo stesso che a partire dal suo quattordicesimo compleanno aveva tenuto a bada un numero incalcolabile di spasimanti, adesso lo lasciasse fare senza batter ciglio?

    «Cosa vuoi che faccia, Mari? Quello è un principe» si era giustificato il giovane, quando Mari gli aveva chiesto di proteggerla.

    Non appena si lasciò stringere dalle braccia di Sua Altezza, i suoi genitori le lanciarono un sorriso a trentadue denti. Dal loro punto di vista, se Charlie aveva sposato una principessa e Lia aveva scoperto di esserlo, non c’era nessun motivo per cui un erede al trono non potesse innamorarsi di Mari.

    «Non sei forse stata incoronata reginetta per quattro anni di seguito, quando eri ancora alle superiori?» le aveva fatto presente suo padre quando lei aveva sottolineato che le intenzioni di Mikhail nei suoi confronti non potevano essere serie.

    «Diventare la reginetta di una festa folkloristica greca a Marrickville non è esattamente la stessa cosa che fidanzarsi con un principe ereditario, papà» aveva sospirato Mari. «Inoltre il voto non è stato del tutto super partes, visto che il capo della giuria era zio Harry e anche il papà di Pedro era uno dei giurati.»

    Lo sapevano tutti che Pedro, il migliore amico di Stavros, aveva sempre avuto un debole per lei. Le aveva chiesto un’infinità di volte di uscire e i suoi genitori l’avevano incoraggiata, almeno finché all’orizzonte non era spuntato Mikhail. Persino sua madre sembrava aver abbandonato le proprie resistenze all’idea di vederla sposata con un uomo che non fosse greco, cosa che fino a pochissimo tempo prima era sempre stata considerata un’eresia. Le era bastato guardare per un attimo gli occhi castani di Mikhail, o meglio scoprirne l’identità.

    «Cosa credi che fosse la Principessa Mary di Danimarca prima di sposare il Principe Federico? Una ragazza qualunque, nata e cresciuta nell’anonimato, proprio come te! Le cose oggi giorno sono cambiate e del resto sei la cugina di coronati. Charlie e Lia non sono forse stati educati come te?»

    «Sei degna di un re, cara» aveva concluso suo padre con una convinzione tale che Mari aveva deciso di non sprecare altro fiato.

    «Sei molto bella, Mari» le sussurrò Mikhail in un orecchio, stringendola a sé con un po’ troppo ardore. «Con addosso questo vestito lucente assomigli a una stella.»

    «Grazie, Sua Altezza» rispose con riluttante educazione, ma quando lui la avvicinò ancora di più a sé, Mari si irrigidì, in modo da guastargli il più possibile la festa.

    «Sei sempre così fredda?» le chiese lui con un atteggiamento a metà tra l’imbronciato e il provocante. «Non ti sono bastati i regali che ti ho fatto e tutto il tempo che ho passato a convincerti che sei tu, mia cara, al centro dei mie pensieri e che le mie intenzioni nei tuoi confronti sono serie?»

    Intenzioni? Quali intenzioni? Stava quasi per chiederglielo, ma a cosa sarebbe servito? Lui non avrebbe fatto altro che lanciarsi in dettagliate descrizioni di tutti i vantaggi che diventare l’amante di un futuro sovrano comportava. Sarebbe diventata famosa, ricca, avrebbe frequentato locali esclusivi, bella gente... almeno finché quella storia fosse durata.

    Poi, quando lui si fosse stancato, come buonuscita avrebbe avuto

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