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Passioni e Inganni - Raccolta Volume 1
Passioni e Inganni - Raccolta Volume 1
Passioni e Inganni - Raccolta Volume 1
E-book1.525 pagine22 ore

Passioni e Inganni - Raccolta Volume 1

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Info su questo ebook

Questo ebook è una raccolta di romanzi d'amore e passione. Nove storie differenti accomunate dalle trame sentimentali e coinvolgenti dai risvolti emozionanti e imprevedibili, nove storie d’amore completamente diverse l’una dall’altra, coinvolgenti, sorprendenti, accattivanti, stuzzicanti, perfette per chi ama la narrativa rosa sensuale e i romanzi a lieto fine che fanno sognare. Perché accontentarsi di un solo romanzo quando se ne possono leggere 9 raggruppati nello stesso ebook? Approfittatene!!! Emozioni forti e situazioni piccanti assicurate pagina dopo pagina!
LinguaItaliano
Data di uscita11 mag 2017
ISBN9788826089553
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    Anteprima del libro

    Passioni e Inganni - Raccolta Volume 1 - Paola Secondin

    Paola Secondin

    Passioni e Inganni

    UUID: c7b4f778-c654-11e7-b9bc-49fbd00dc2aa

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Note Editoriali

    Paola Secondin

    Passioni e Inganni

    Raccolta di romanzi d’amore

    Copyright © Paola Secondin 2017

    © Tutti i diritti riservati all’Autore

    Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il preventivo assenso dell’Autore.

    Questa raccolta di romanzi è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi ed eventi sono il prodotto dell’immaginazione dell’autore o sono stati usati in modo fittizio. Qualsiasi riferimento a fatti o a luoghi reali o a persone realmente esistenti o esistite è puramente casuale.

    Contenuto dell’ebook

    Love Tales

    Inseparabili

    Per Sempre Mia

    Awakening

    Irresistibile Follia

    Splendore

    Un Meraviglioso Domani

    Love Tales

    Romanzo suddiviso in quattro parti:

    - Il Re venuto dal mare

    - Come Fulgide Stelle

    - Sarang, un amore senza fine

    - Epilogo

    Il Re venuto dal mare

    1

    Lo chiamavano il Re venuto dal mare.

    Secondo l’antica leggenda tramandata di padre in figlio nel corso dei secoli, il suo nome era Sander Branstock, figlio di Eirik Branstock e unico erede di un nobile clan normanno. Alla morte del padre, il giovane Sander aveva ereditato la corona e lo status di sovrano all’età di 27 anni, decidendo di attraversare il Mare di Norvegia a bordo di navi drakkar provenienti dalle gelide terre del Nord per approdare sulle aspre coste rocciose delle Isole Shetland, ribattezzate dai normanni che lo avevano preceduto con il nome di Hjaltland. Non era il primo normanno che invadeva quelle isole abitate dai celti, e non sarebbe stato nemmeno l’ultimo, ma la sua storia era stata scritta e raccontata nel corso degli anni perché fra tutti gli invasori che avevano ripetutamente calpestato le terre dei celti, il giovane Sander era stato il solo a regnare con nobiltà d’animo, lasciando la piena libertà alle popolazioni sparse nelle verdi vallate delle isole a nord della Scozia. Non aveva razziato i villaggi, né schiavizzato i suoi abitanti, il suo arrivo era stato pacifico, come il suo insediamento presso la Contea di North Roe, dove alcuni predecessori vichinghi avevano lasciato intatto il loro maniero. Il giovane Sander aveva posto il suo trono all’interno di quel gelido castello nominandolo Branstock Borg, il suo vessillo raffigurante uno scudo circolare sovrastato da due asce incrociate sormontate da un falco che reggeva una corona tra gli artigli era stato issato sulle quattro torri del maniero, i suoi soldati avevano costruito alte mura di cinta attorno al castello e nell’arco di alcune settimane il suo dominio si era esteso per centinaia di miglia più a sud, racchiudendo nel suo feudo numerosi villaggi. Cavalieri biondi e barbuti dall’aspetto nordico erano stati inviati presso ogni villaggio per comunicare la notizia che il Re normanno Sander Branstock si era instaurato a North Roe impossessandosi pacificamente delle terre su cui essi vivevano.

    Non temete, la vostra libertà non sarà usurpata, non ci saranno dazi da pagare né obblighi da rispettare, d’ora in avanti voi sarete il popolo di Re Sander Branstock, venuto a regnare su queste terre chiedendo in cambio solamente la vostra fedeltà e lealtà. Rispettate il vostro Re e sarete rispettati.

    Questo era il messaggio che i cavalieri avevano portato agli abitanti delle Hjaltland, un messaggio accolto con sollievo da contadini, allevatori, falegnami e fabbri, umili genti sopravvissute alle barbarie dei vichinghi che lo avevano preceduto. La curiosità della gente verso il Re venuto dal mare si era diffusa tra i villaggi spingendo uomini e donne a recarsi fino a North Roe per vedere da vicino il Branstock Borg con i suoi vessilli ondeggianti nel vento, e in molti avevano raggiunto la fortezza portando capi di bestiame e sacchi di cibarie come omaggio per il sovrano. Le guardie reali che proteggevano le mura del castello avevano l’ordine di accogliere i nuovi sudditi all’interno del grande cortile di Branstock Borg per accettare i loro omaggi. Quando ciò accadeva, Re Sander era solito affacciarsi sulla scalinata di pietra dell’ingresso principale in segno di ringraziamento e talvolta scendeva i gradini per stringere le mani ruvide dei lavoratori della terra e degli allevatori di pecore, elargendo sorrisi gentili alle donne e carezze affettuose ai bambini. Era un giovane uomo di alta statura e robusta corporatura, regale nell’abbigliamento e nei gesti, mostrava volentieri il suo volto dai tratti nordici di rara bellezza, gli occhi blu come il mare del nord e i capelli biondi chiarissimi dai riflessi paglierini. Ritornati ai loro villaggi, quelli che lo avevano incontrato di persona parlavano di lui con fervore, raccontando quanto fosse gentile e soprattutto bello. Le fanciulle in età da marito si chiedevano se avesse già una lady che attendeva di divenire sua sposa e Regina, e molte di loro fantasticavano su di lui mentre portavano al pascolo le pecore o quando si radunavano sulle rive dei fiumi per lavare i panni sporchi. Re Sander Branstock era sbarcato nelle Hjaltland poco prima del solstizio d’inverno, non aveva una moglie e nemmeno una lady. Come stabilito dalle ultime volontà scritte dal padre Eirik sul letto di morte, Re Sander aveva ereditato la corona, il trono e il titolo di sovrano, nonché la flotta marina e le guardie reali che avevano servito suo padre per tre decenni. Ma non era tutto. Re Eirik aveva imposto al suo unigenito figlio maschio l’obbligo di prendere moglie entro un anno dalla sua morte, in modo da garantire la continuità della stirpe dei Branstock con la nascita di un erede che in futuro avrebbe preso il posto di Re Sander sul trono. Consapevole di essere costretto a rispettare il volere del padre e continuamente incalzato dai consiglieri di corte, Re Sander annunciò pubblicamente la sua volontà di sposarsi dopo quattro mesi dal suo arrivo nelle Hjaltland. La notizia giunse per bocca degli stessi cavalieri che avevano comunicato al popolo l’inizio del suo regno.

    Il vostro sovrano, Re Sander Branstock di North Roe, vi annuncia la sua intenzione di prendere in moglie entro l’estate una fanciulla da incoronare come legittima Regina di North Roe. La giovane in questione sarà scelta fra tutte le ragazze nubili in età da marito dei villaggi. Alcuni consiglieri di fiducia del Re saranno inviati presso ogni villaggio con il compito di esaminare le fanciulle comprese tra i sedici e i vent’anni, al fine di appurare l’intelligenza, la cultura, le buone maniere, la salute, la purezza fisica e la bellezza di colei che sarà prescelta a divenire la sposa del Re.

    L’annuncio fu accolto con stupore. Non vi erano ragazze nobili in quelle terre, solamente figlie plebee che non avevano nulla da offrire al sovrano eccetto se stesse. Molte di loro erano già fidanzate, sposate e madri, chi non aveva un compagno aveva perduto la verginità già da tempo, le ragazze che sapevano scrivere e leggere erano poche e chi lo sapeva fare non possedeva una ricca cultura degna di una futura Regina. La bellezza non era di certo una qualità predominante nella razza celtica poiché le invasioni di pitti, unni, barbari e vichinghi avevano contaminato la purezza dei geni, e in quanto a salute, la povertà e la mancanza d’igiene e di cure mediche aveva causato infezioni alla pelle, ai bronchi, malattie infettive e il proliferare dei pidocchi. La possibilità che il Re Sander trovasse tra le ragazze delle Hjaltland una moglie bella, sana, colta, intelligente, educata e vergine era quasi un’utopia, questo si diceva nei villaggi in seguito all’annuncio. Eppure, come predetto, nei mesi che seguirono ogni villaggio ebbe modo di ospitare i consiglieri inviati dal Re, uomini colti di nobili origini che si soffermavano a guardare le fanciulle intente a lavorare la terra nei campi, a mungere le vacche, ad accudire i greggi di pecore, a lavare i panni nelle acque dei ruscelli, a raccogliere legname nei boschi. Le osservavano da vicino, studiavano i loro comportamenti, parlavano e scherzavano con loro, si sedevano alla loro stessa tavola, nelle loro case, con le loro famiglie, mangiando pasti frugali in loro compagnia. Andavano e venivano da un villaggio all’altro, di giorno in giorno, come cacciatori alla ricerca di una preda rara e preziosa. Poi, al culmine dell’estate, tutti i consiglieri di corte del Re sparirono improvvisamente facendo ritorno a North Roe, e il popolo pensò che dopo tanto cercare alla fine non avessero trovato la ragazza giusta destinata a diventare la futura moglie del Re Sander. Ma si sbagliavano. Perché uno di loro, Lord Njall Kollsvein, giunse a Branstock Borg dal lontano villaggio di Bardister e fece la sua trionfale entrata nella sala del trono esclamando a gran voce:

    Sua Maestà! L’ho trovata! La futura sposa! L’ho trovata! Ed è perfetta!

    Il suo nome era Maire Kendric. Figlia di un falegname e di una tessitrice, l’ultimogenita di cinque figli, la sola femmina nata dopo quattro maschi. Maire era stata allevata con ammirevoli cure dalla madre Erinn, che le aveva insegnato la buona educazione, l’obbedienza e il rispetto. Fin da piccola, Maire era stata istruita alla scrittura e alla lettura, sapeva cucire, rammendare, tessere e ricamare, era cresciuta imparando a cucinare, lavare i panni, coltivare piante e fiori, aveva cura di se stessa e dei propri cari, era in grado di accudire i bambini, sanare una ferita e curare la febbre, praticava il culto cristiano e pregava prima di ogni pasto. Il padre Aiden e i fratelli maggiori l’avevano protetta gelosamente dagli altri maschi del villaggio di Bardister, preservandone la purezza fisica e l’integrità morale. Era una vergine, nessun uomo l’aveva mai sfiorata. Aveva la freschezza dei suoi diciannove anni e la saggezza di una giovane donna già matura. Lord Njall Kollsvein l’aveva incontrata sul portone di una piccola chiesetta cristiana mentre usciva dopo le preghiere del mattino. Era stato colpito dalla sua incantevole bellezza, dovuta al corpo snello e sinuoso, alla pelle d’alabastro, al viso dai tratti delicati dove spiccavano due occhi verdi come smeraldi e una bocca dalla labbra rosse come ciliegie mature, e quando la fanciulla aveva abbassato il cappuccio del mantello che indossava sopra l’abito di lino, era rimasto affascinato dallo splendore dei suoi capelli rossi come il rame, che portava sciolti sulle spalle, lisci e lunghi fino al gomito, perfettamente curati. La giovane Maire l’aveva salutato con un inchino, riconoscendo in lui la figura di un nobile consigliere del Re, e Lord Njall Kollsvein si era offerto di accompagnarla verso casa, approfittando del tragitto per osservare le sue movenze, la pacatezza con cui parlava, la gentilezza dei suoi gesti, l’umiltà riflessa nei suoi occhi. La sua famiglia l’aveva accolto con calore, e la bella Maire si era prodigata nell’apparecchiare il tavolo e versare le pietanze per ciascuno di loro. Le aveva posto domande alle quali Maire aveva risposto con acutezza, dimostrando di essere intelligente e acculturata, e a Lord Njall Kollsvein tutto ciò era bastato per vedere in lei il ritratto della sposa perfetta per un sovrano. Re Sander non poteva chiedere di meglio, Maire Kendric era bellissima, casta, sana, educata, pronta per vestire i panni di una Regina.

    Nel villaggio di Bardister dove Maire viveva con la sua famiglia nessuno si sarebbe mai aspettato di rivedere il consigliere del Re cavalcare il suo bianco destriero lungo i sentieri erbosi della campagna assolata. Era una mattina di Giugno inoltrato quando Lord Njall Kollsvein bussò alla porta della famiglia Kendric. Chiese il permesso di entrare e quando fu accolto all’interno della casa rimase in piedi annunciando subito:

    Sono venuto per vostra figlia Maire, disse, rivolto ai genitori della giovane, mentre lei assisteva in silenzio accanto ai quattro fratelli maggiori riuniti a tavola. Ho la gioia di annunciarvi che il Re Sander Branstock di North Roe mi ha inviato qui per chiedere la mano di vostra figlia.

    Nel silenzio immobile che fece seguito alle sue parole, Lord Njall si avvicinò a Maire e le sorrise.

    Siete la prescelta. Diverrete la sposa di Re Sander. Sarete incoronata Regina di North Roe e siederete al suo fianco sul trono di Branstock Borg. D’ora in poi il vostro nome sarà Lady Maire Kendric.

    Come narra la leggenda, il Re venuto dal mare aveva trovato la sua sposa in una ninfa plebea dai capelli ramati e gli occhi smeraldini cresciuta ai margini dei boschi del villaggio contadino di Bardister. Era l’inizio di una favola che avrebbe avuto dei risvolti inaspettati e sorprendenti, perché Re Sander Branstock celava un segreto di cui nessuno era al corrente entro le fredde mura del castello di Branstock Borg.

    2

    Maire Kendric non avrebbe mai immaginato che il futuro avesse in serbo per lei un destino da regina al fianco di un sovrano normanno bello e buono come Sander Branstock. L’idea di poter essere scelta come sua sposa non le aveva nemmeno sfiorato la mente. Era la figlia di un falegname, una comune popolana, troppo povera e totalmente priva di qualunque titolo nobiliare. Come avrebbe potuto sognare di rivestire il ruolo di Regina?...

    Eppure Lord Njall Kollsvein era venuto a Bardister per comunicarle la notizia di essere la prescelta del Re Sander Branstock, proprio lei, Maire Kendric, cresciuta nella convinzione che un giorno avrebbe sposato uno qualunque dei numerosi giovani contadini del villaggio, ripercorrendo la strada di sua madre Erinn e di suo padre Aiden. Sarebbe stata una moglie perfetta e una madre amorevole, così come le era stato insegnato da bambina. Questo era tutto ciò che lei si aspettava prima dell’arrivo di Lord Njall Kollsvein. E invece, come in un bel sogno, il consigliere l’avrebbe scortata a North Roe per darla in sposa a Re Sander Branstock, l’uomo dagli occhi marini e dai capelli biondissimi di cui parlavano tutte le fanciulle nubili delle Hjaltland. Maire sapeva che la sua umile vita stava per cambiare drasticamente. Non avrebbe più mangiato in scodelle di legno e non avrebbe più indossato logori abiti di lino grezzo, non ci sarebbero più state rape e patate da pelare per il pranzo e non avrebbe più dormito in un letto di paglia e fieno. Ma soprattutto, avrebbe detto addio per sempre alla sua famiglia, perché una sposa plebea eletta a Regina non avrebbe potuto mantenere alcun legame con i suoi parenti d’origine, fatta eccezione per alcune visite occasionali concesse dal sovrano.

    Per questo, mentre si apprestava a salutare la sua famiglia prima di partire per North Roe, gli occhi di Maire si riempirono di lacrime che sgorgarono calde scivolando sul suo bel viso. Salutò i fratelli uno per uno, baciandoli sulle guance e lasciandosi stringere dalle loro braccia muscolose, promise alla madre di scriverle lunghe lettere e fece tesoro del suo consiglio materno di essere devota e rispettosa con il Re Sander, e infine abbracciò il padre promettendogli che sarebbe stato per sempre lui l’uomo più importante della sua vita. Aiden Kendric guardò la figlia negli occhi e le disse:

    Non dimenticare mai chi sei e da dove vieni. E adesso vai, colomba mia, e sii felice.

    Pochi attimi dopo, Maire uscì di casa indossando il mantello grigio che tanto adorava sull’abito migliore che possedeva, quindi salì in groppa ad un cavallo dal manto nocciola che Lord Njall aveva condotto lì per lei, e con gli occhi ancora lucidi di pianto salutò per l’ultima volta la sua famiglia.

    Siete pronta, Lady Maire?, le chiese Lord Njall, in sella al suo destriero bianco. Possiamo andare?

    Maire guardò il nobile Lord abbigliato elegantemente, un uomo sulla sessantina con la barba brizzolata ben curata e i capelli quasi bianchi tagliati molto corti, lo sguardo fiero di un combattente con la dolcezza impressa negli occhi chiari, e annuì con un cenno del capo.

    Sì, sono pronta.

    L’uomo le sorrise, come a volerla rassicurare dai timori che intravedeva nei suoi occhi spaesati.

    Ci aspetta un lungo viaggio, prima a cavallo e poi via mare, ma non temete, arriveremo a North Roe prima che sorga la luna, e una volta arrivati al castello, potrete riposarvi.

    Detto ciò, l’uomo spronò al trotto il suo destriero, e Maire, che aveva imparato a cavalcare da bambina, lo seguì d’appresso in groppa al suo cavallo nocciola.

    Ben presto i sentieri erbosi e le verdi colline di Bardister scomparvero oltre le spalle di Maire, e con essi anche una parte della sua vita.

    ***

    Il viaggio verso North Roe fu davvero molto lungo. Cavalcarono per ore, attraversando boschi e lande incolte in direzione delle coste a nord dell’isola, che raggiunsero verso mezzogiorno. Nelle acque del Mare di Yell, una nave drakkar era ormeggiata a pochi metri dagli scogli. Lord Njall e Maire scesero dai loro cavalli e li condussero a piedi fino alla spiaggia, dove un gruppo di guardie reali li prese per le redini facendoli salire a bordo della nave. Maire non aveva mai visto una drakkar, era una nave imponente e solida, con enormi vele bianche tese dal vento e lunghi remi che fuoriuscivano dai fianchi dell’imbarcazione.

    Siete mai stata in mare, Lady Maire?

    No, mio signore, mai. Questa è la prima volta.

    Vi prego, chiamatemi Njall. Avete la stessa età di mia figlia, e ogni volta che vi guardo me la ricordate.

    Avete una figlia?

    E anche una moglie. Ma non sono qui, le ho lasciate in patria, nelle terre scandinave.

    Perché non le avete portate con voi?

    Un guerriero al servizio del Re non mette mai in pericolo la propria famiglia.

    Ma il Re Sander è venuto qui in pace, non ha nemici su queste terre.

    Voi dite il giusto. Ma è comunque l’ultimo erede del clan dei Branstock, e il suo defunto padre Eirik si è lasciato alle spalle molti nemici in terra scandinava. Nemici che potrebbero attaccare Re Sander in qualunque momento per impadronirsi dei suoi possedimenti qui nelle Hjaltland, per questo io sono qui, per proteggerlo.

    Spero che nessuno dichiari mai guerra a Re Sander.

    Lady Maire, non preoccupatevi, se dovessero arrivare dei nemici a bordo di navi drakkar per attaccare North Roe, troveranno una flotta marina degna di affrontarli e sconfiggerli. Re Sander è al sicuro, e voi lo sarete con lui.

    Salirono a bordo della drakkar, e Maire si soffermò sul ponte di prua osservando il mare spumeggiante a ridosso della fiancata.

    Quando la nave partì, ebbe la sensazione che le venisse a mancare il pavimento sotto i piedi, e si tenne stretta al parapetto per non perdere l’equilibrio.

    Oggi il mare è agitato, disse Lord Njall, sostenendola con un braccio. Se non siete mai stata su una nave prima di oggi, vi verrà sicuramente il mal di mare. Tenete, masticate questa.

    Le porse quella che sembrava una radice essiccata.

    Che cos’è?

    Radice di zenzero. Vi terrà a bada lo stomaco.

    Vi ringrazio, mio signore.

    Njall, chiamatemi Njall.

    Maire annuì in segno di scusa e ripeté:

    Grazie, Njall.

    Così va meglio, detesto le formalità.

    Mentre la nave acquistava velocità puntando dritta verso nord, Maire si mise in bocca la radice di zenzero e prese a masticarla nonostante il suo sapore forte, aspro e tendente al piccante. Al suo fianco, Lord Njall la proteggeva come fosse un oggetto raro e prezioso, e Maire iniziava a sentirsi a proprio agio. La tristezza provata quel mattino mentre salutava la sua famiglia e abbandonava il suo luogo natio si era già affievolita, sostituita dalla crescente eccitazione che provava al solo pensiero di arrivare a North Roe e scoprire la nuova vita che l’attendeva. Si chiedeva se il Re Sander la stesse aspettando, come l’avrebbe accolta, se fosse davvero bello come tutti dicevano e se lei gli fosse piaciuta. Temeva di non essere abbastanza bella per lui, e l’idea di poterlo deludere la metteva in agitazione.

    A cosa state pensando, Lady Maire?

    Lord Njall sembrava averle letto nel pensiero.

    A molte cose, rispose, elusiva.

    Per esempio?

    Posso essere sincera con voi?

    Certamente. Ditemi cosa vi angustia.

    Ecco, io… Mi stavo chiedendo se Re Sander mi apprezzerà come sua futura sposa… Non mi ha mai vista, cosa accadrà se non dovessi piacergli?... Mi rimanderà a casa?

    La risata di Lord Njall la fece arrossire.

    Voi non conoscete Re Sander. E’ un uomo d’onore, ha preso l’impegno di sposarvi e lo manterrà. Voi siete una creatura meravigliosa, appena vi vedrà rimarrà abbagliato dalla vostra bellezza. Vi apprezzerà per la semplicità e la modestia che possedete, e imparerà a scoprire tutte le vostre qualità, dall’intelligenza alla saggezza. Ha bisogno di una moglie, e di un erede, e voi siete perfetta per lui, posso garantirvelo.

    E se non riuscisse ad amarmi?

    Lo farà. Magari non subito, come spesso accade nei matrimoni combinati, dovrete solo pazientare e dargli il tempo di conoscervi e affezionarsi a voi.

    Ma lui com’è?

    E’ un bravo Re. Ama il suo popolo e lo rispetta. E’ dotato di pazienza e di nobili principi, ha un cuore valoroso e impavido, è stato in battaglia e sa combattere per difendere il proprio regno, ama andare a cavallo e a cacciare con i falchi che ha addestrato personalmente, ha stretto molte amicizie con i Lord Scozzesi a sud delle Hjaltland e spesso lascia il castello per passare del tempo con loro, ha un animo gentile e tratta le donne con il dovuto rispetto, è istruito e ama leggere, ha la passione per gli scacchi e per le carte da gioco, non è un gran bevitore e in vita mia non l’ho mai visto ubriaco, ripone molta fiducia nei membri del consiglio di corte, di cui io stesso faccio parte, non è autoritario e tantomeno dispotico, tratta i suoi servitori come suoi pari e la servitù lo adora, non ama la solitudine e proprio per questo è sempre in compagnia di Sir Lorens Ingmar, il suo primo cavaliere, l’uomo di cui si fida ciecamente e l’unico a corte che conosce i suoi più intimi segreti. Oltre a tutto ciò, il vostro futuro marito è un uomo dotato di prestanza fisica e di notevole bellezza.

    Sembra il ritratto di un uomo perfetto.

    Non rimarrete delusa, avrete modo di constatarlo di persona.

    Sarà lui ad accogliermi quando arriveremo al castello?

    No, non questa sera. E’ nostra tradizione che la futura sposa non veda il Re il giorno prima delle nozze, per cui al nostro arrivo non lo troverete ad aspettarvi. Sarà Sir Lorens Ingmar ad occuparsi di voi.

    Il primo cavaliere si occuperà di me?

    Sì, è uno dei suoi compiti. Sir Lorens Ingmar è un giovane cavaliere olandese di ventidue anni, la gentilezza fatta persona, vi accoglierà a Branstock Borg e vi condurrà nella vostra stanza, dove troverete un’ancella incaricata di occuparsi dei preparativi per le nozze. Quando sarete Regina, Sir Lorens Ingmar diventerà il vostro protettore, sarà al vostro fianco ogni volta che il Re Sander dovrà lasciare il castello, potrete affidargli la vostra vita sapendo di essere sempre al sicuro.

    Come fosse un angelo custode.

    Esattamente. Un angelo munito di spada.

    Sospirando, Maire si strinse nel suo mantello di lino grigio, rassicurata dalle parole di Lord Njall.

    Vi sono molto grata per aver risposto alle mie domande, ora mi sento più serena.

    Lady Maire, è un mio dovere essere utile alla futura Regina di North Roe. Sarò sempre al vostro servizio.

    Lei gli rivolse un sorriso pieno di gratitudine.

    Per me è un onore aver fatto la vostra conoscenza, siete un vero gentiluomo. Sono ansiosa di incontrare Sir Lorens Ingmar e di vedere con i miei occhi il Re Sander.

    Il vostro futuro marito, Lady Maire, non dimenticatelo. Sarà per voi prima di tutto un compagno di vita, e solo relativamente un Re.

    Avete ragione. Un marito, non solo un Re.

    Maire sorrise a Lord Njall, che la guardò con gli occhi amorevoli di un padre.

    Il viaggio in mare proseguì tranquillamente per tutto il pomeriggio, portando Maire sempre più vicina all’incontro con il suo destino.

    3

    Come Lord Njall aveva previsto, il sole era tramontato da poco quando la nave drakkar giunse ai piedi della maestosa scogliera di North Roe. Il cielo era color indaco, la luna non era ancora sorta, e una leggera brezza marina soffiava sul viso di Maire affacciata al parapetto dell’imbarcazione. Nonostante fosse estate, il clima delle Hjaltland era fresco e umido, e lì a North Roe la sera era molto più fredda di come fosse nel piccolo villaggio di Bardister.

    Mentre la drakkar si accostava alla spiaggia sabbiosa, Maire sollevò il cappuccio del mantello per coprirsi il capo e si strinse l’indumento attorno al corpo per proteggersi dall’umidità. Accanto a lei, Lord Njall sollevò in avanti il braccio destro indicando la sommità della scogliera.

    Quello è il Branstock Borg, il castello di Re Sander.

    Maire riusciva a vederlo perfettamente nella penombra azzurrina che precedeva l’arrivo della notte. Era un grande maniero di pietra a pianta rettangolare con quattro torri di vedetta poste su ciascun angolo che svettavano nel cielo protetto da un alto muro di cinta merlato. I vessilli del sovrano ondeggiavano nel vento dalla sommità delle quattro torri, e una corona di fiaccole ardeva lungo tutto il perimetro della cinta. Anche la facciata del palazzo era illuminata da fiaccole, così come la saracinesca in ferro battuto che serrava il passaggio dell’entrata principale. Era un castello dall’aspetto spartano eretto sul promontorio erboso della scogliera, facilmente attaccabile da eventuali invasori nemici, ma di certo ben protetto dalle guardie reali appostate sulle torri di vedetta e lungo la cinta muraria.

    Coraggio, Lady Maire, è giunto il momento di scendere da questa nave, disse Lord Njall porgendole un braccio a cui aggrapparsi.

    Emozionata e trepidante, Maire si lasciò condurre a terra senza proferire parola, e quando mise piede sulla spiaggia si rese conto di essere ormai giunta al compimento del suo destino. Un brivido le scivolò lungo la spina dorsale e il suo cuore prese a battere con ritmo serrato. Era arrivata a North Roe, stava per entrare a Branstock Borg, l’aspettava una nuova vita da affrontare alla quale non era del tutto certa di essere preparata. Era successo tutto troppo in fretta, se ne rendeva conto solo in quel momento.

    Lady Maire, state tremando come una foglia al vento, avete freddo? O siete spaventata?

    Maire non rispose, era troppo tesa per parlare. Lord Njall si pose di fronte a lei e la guardò dritta negli occhi.

    Qualunque sia il vostro timore, scacciatelo via senza indugio. Siete una giovane donna intelligente, saprete adeguarvi benissimo alle regole di corte, non abbiate paura, nessuno si aspetta grandi cose da voi, il Re stesso sa da dove venite, vi darà tutto il tempo necessario per calarvi nei panni di moglie e sovrana. Sorridete, drizzate le spalle e sfoderate la vostra fierezza. Nessuno nasce con la corona, ma chiunque può imparare a portarla sul capo. Capite cosa voglio dire?

    Maire annuì con la testa, quindi deglutì il nodo di terrore che le serrava la gola e trasse un lungo respiro, poi sollevò il mento, drizzò le spalle e sorrise.

    Benissimo, così siete perfetta. Ora prenderemo i cavalli e saliremo lungo il sentiero che conduce al castello. Fate attenzione, la salita è piuttosto ripida. Io vi precederò, voi seguitemi.

    Maire si fece forza, salì in sella al cavallo nocciola e seguì il destriero bianco di Lord Njall che s’inerpicava lungo uno stretto passaggio scavato negli scogli. Quando giunsero in cima, percorsero al passo un breve tragitto pianeggiante, e poi una breve salita che li condusse dinnanzi all’entrata del maniero. La saracinesca era abbassata, ma due guardie armate poste di guardia provvidero immediatamente a sollevarla, permettendo ai cavalli di procedere all’interno del cortile del palazzo. La saracinesca in ferro battuto si richiuse rumorosamente alle loro spalle, scesero a terra e uno stalliere si avvicinò di corsa per prendere i cavalli.

    Bentornato, mio signore, disse il giovane salutando il Lord con reverenza. Era alto, snello, e dall’aspetto nordico.

    Grazie Syver. Dai da mangiare ai cavalli e strigliali per bene, hanno cavalcato per ore.

    Sarà fatto, mio signore.

    Lo stalliere afferrò gli animali per le briglie e li condusse via con passo svelto, sparendo dentro una bassa e lunga costruzione sul lato est del cortile dov’erano poste le stalle che ospitavano tutti gli altri cavalli del castello.

    Eccoci qui, Lady Maire. Benvenuta a Branstock Borg, la vostra nuova dimora.

    E’ un castello imponente… Visto da lontano sembrava più piccolo, osservò Maire guardandosi attorno.

    Nei giorni a venire avrete modo di visitarlo e scoprirete le meraviglie che si nascondono al suo interno.

    Quali meraviglie?

    I giardini, per esempio. A voi piaceranno sicuramente. Ognuno ha il suo nome. Il giardino delle rose, il giardino dei pavoni, il giardino dei falchi, il giardino delle ninfee… Piccole oasi di tranquillità create apposta per voi, dove potrete passare il tempo senza annoiarvi quando sarete sola, in assenza del Re.

    Maire sollevò gli occhi verso la facciata del palazzo illuminata dalle torce. Era il primo castello che vedeva di persona, e lo trovava magnifico, regale e ospitale.

    Lady Maire, siete pronta a mettere piede all’interno di Branstock Borg?

    Credo di sì… Sì, sono pronta.

    Emozionata?

    Oh sì, moltissimo!

    Allora possiamo annunciare il nostro arrivo.

    Maire non ebbe il tempo di chiedersi in che modo sarebbe stato annunciato il loro arrivo. Ad un piccolo gesto della mano di Lord Njall, un paggio di corte appostato sulla scalinata che conduceva al portone in legno massiccio dell’ingresso suonò per due volte di seguito dentro un corno di bue, producendo un suono forte e cupo che riecheggiò nell’aria immobile della sera inoltrata squarciando il silenzio. In risposta a quel richiamo sonoro, le finestre a bifora del palazzo e delle torri laterali s’illuminarono una dopo l’altra, come se tutti gli abitanti del castello fossero stati svegliati di colpo.

    Venite, Lady Maire, entriamo a palazzo.

    Ubbidiente, Maire seguì Lord Njall con il cuore nuovamente in tumulto, attraversarono il cortile, salirono la scalinata in pietra, e attesero che il portone si aprisse. Furono altri due paggi a spalancare le pesanti ante, salutando entrambi con un inchino. Proseguirono lungo uno stretto corridoio, quindi un’altra porta si aprì dinnanzi a loro, e con suo immenso stupore, Maire si ritrovò nella luminosa e spaziosa sala del trono di Re Sander. Sul fondo della sala pavimentata, posto al di sopra di tre livelli da terra, si ergeva un grande trono di ferro ricoperto di velluto blu con la spalliera sormontata da un falco con le ali spiegate nell’atto di sollevarsi in volo. Maire trattenne il fiato alla vista del trono dove Re Sander si sedeva per accogliere i suoi ospiti e i suoi cavalieri, e tentò di immaginare l’uomo che stava per diventare suo marito seduto lì sopra, per poi rendersi conto che una volta divenuta sua moglie, anche lei avrebbe occupato quel posto al suo fianco. Sentì le ginocchia farsi di burro e tremare sotto il peso del suo corpo, mentre una voce nella sua mente le sussurrava " Stai sognando Maire, non può essere vero, stai solo sognando…", ma in realtà sapeva che non era affatto uno scherzo della sua immaginazione e che tutto stava accadendo veramente, proprio a lei…

    Vi piace il trono di Re Sander?, sentì sussurrare alle proprie spalle.

    E’ stupendo…, rispose, sognante, senza voltarsi verso Lord Njall. Il falco in volo è il simbolo del Re?

    Sì, simboleggia il suo casato. E’ il figlio di una stirpe di falconieri. E il colore blu rappresenta il mare del nord che bagna le sue terre d’origine.

    Come vorrei vederlo seduto sul suo trono in questo momento…

    Lo vedrete domani, quando vi presenterete a lui in abito da sposa. E al termine del rito, potrete sedervi anche voi su quel trono.

    Ne sarò onorata.

    Lord Njall le posò una mano sulla spalla in gesto affettuoso, quindi le disse:

    Il mio compito finisce qui, Lady Maire. E’ stato un piacere scortarvi a North Roe. D’ora in poi Sir Lorens Ingmar si occuperà di voi, io mi ritiro nelle mie stanze.

    Certo… Grazie di tutto, Njall, buona notte.

    Maire ruotò il viso di lato giusto in tempo per vedere Lord Njall che si voltava e abbandonava la sala del trono a passo spedito lasciandola sola. Rimase ferma dov’era, in attesa, circondata dal silenzio. Si chiese dove fosse il Re Sander, cosa stesse facendo, se stesse pensando a lei, se anche lui fosse ansioso e desideroso di incontrarla…

    Un leggero fruscio di scarpe sul pavimento rapì la sua attenzione, Maire si girò di scatto alla sua sinistra e sussultò sorpresa. Accanto a lei vide un giovane uomo alto, slanciato, e bellissimo. Capelli biondo miele folti e ricci circondavano con morbidi boccoli un volto dalla pelle chiara, privo di barba, nel quale brillavano due occhi chiarissimi di un celeste cristallino sormontati da sottili sopracciglia simili ad ali di gabbiano, e nel mezzo, un naso aristocratico dalla punta diritta, sotto il quale spiccavano due labbra sensuali piegate in un dolce sorriso, il sorriso di un arcangelo dai denti bianchi perfettamente allineati, e sul mento arrotondato, una piccola fossetta appena visibile. Maire non aveva mai visto in tutta la sua vita un uomo dalle fattezze così eleganti e delicate, ne rimase abbagliata, o per meglio dire, conquistata. Indossava una tunica di lino azzurra con le maniche lunghe arricciate ai polsi e chiusa sul petto da lacci dorati incrociati a x, e un soprabito dello stesso colore senza maniche aperto sul davanti lungo fino al ginocchio, pantaloni in pelle di daino e scarponcini di cuoio brunito con il risvolto abbassato sulle caviglie. Una grossa cinta di cuoio gli stringeva la vita e il manico lucente di una spada spuntava dal fodero della cinta cadendo penzoloni sulla gamba sinistra.

    Per un attimo Maire credette che fosse Re Sander, tanto era bello e affascinante, ma non indossava nessuna corona sul capo, allora capì di trovarsi al cospetto del primo cavaliere del Re, il suo protettore e confidente, Sir Lorens Ingmar.

    Buona sera, signore, mormorò, accennando un inchino.

    Buona sera a voi, Lady Maire.

    Nel salutarla, il cavaliere si portò una mano al petto e si chinò di fronte a lei con rispetto.

    Perché vi inchinate?, chiese Maire ingenuamente.

    Lui si risollevò e le sorrise.

    Perché siete la mia futura Regina, ovviamente.

    Bè, non ancora. Sono solo una plebea.

    Lui la guardò con occhi penetranti.

    E’ un piacere conoscevi, Lady Maire. Io sono Sir Lorens Ingmar, il primo cavaliere di Re Sander.

    Lord Njall mi ha parlato di voi durante il viaggio in mare. Sapevo che mi avreste accolto voi al posto di Sua Maestà.

    Il giovane cavaliere annuì con il capo seguitando a scrutarla con i suoi occhi chiarissimi.

    Siete un incanto. Un meraviglioso fiore delle Hjaltland. Avete il volto aristocratico di una Regina. Mi stupisce che una umile plebea possieda una tale bellezza, sono sorpreso.

    Maire arrossì nel sentire quei complimenti, e si coprì le guance imporporate con le mani.

    Non siate timida, e non vergognatevi del rossore sul vostro viso, vi rende ancora più bella.

    Scusatemi, non sono abituata a ricevere complimenti.

    Li meritate. E adesso, con il vostro permesso, vorrei chiedervi di togliervi il mantello.

    Senza chiedere spiegazioni, Maire slacciò i cordini del mantello, si scoprì il capo coperto dal cappuccio, e con le mani fece scivolare a terra l’indumento di lino grezzo. Sir Lorens Ingmar restò immobile per alcuni secondi, fissandola intensamente.

    I vostri capelli sono splendidi, hanno il colore del rame.

    Si mosse piano girandole attorno, osservandola in silenzio da capo a piedi.

    Siete alta, sinuosa, aggraziata… e ben fatta.

    Maire sapeva che il vestito di lino bianco che aveva scelto, il migliore che possedeva, era leggero e avvolgente, quindi si vergognò del fatto che Sir Lorens Ingmar riuscisse a vedere le forme del suo corpo attraverso il tessuto. Quando lui smise di girarle attorno e la fissò negli occhi, vide la malizia riflessa nelle sue iridi e per la prima volta nella sua vita si sentì bella e desiderata. E ciò la fece arrossire ancora di più.

    Vi sto mettendo in imbarazzo, Lady Maire?

    Lei scosse la testa. No, signore.

    Siete veramente bella. Lord Njall Kollsvein ha fatto un ottimo lavoro, ha trovato una perla rara in mezzo al fango. Il Re vi adorerà, ne sono certo.

    " Mi adorerà quanto voi?", si chiese Maire, mentre lui le studiava il volto. Non avrebbe dovuto nemmeno pensarlo, ma in quel momento si domandò se anche il Re Sander l’avrebbe guardata con lo stesso desiderio dipinto nello sguardo di Sir Lorens Ingmar… E in cuor suo sperò che lo facesse.

    Sono ammaliato dai vostri occhi, non ho mai visto un colore simile, voi sapevate di possedere due smeraldi incastonati in un viso di porcellana?

    Non vi ho mai fatto caso, signore.

    Vi prego, non chiamatemi signore", mi fate sentire estremamente vecchio, e vi giuro che non lo sono."

    Come dovrei chiamarvi?

    Lorens. E’ così che mi chiamo. Semplicemente Lorens.

    Anche il Re Sander vi chiama così?

    Certamente. Il nostro rapporto è molto confidenziale, sono per lui molto più di un cavaliere armato di spada.

    Sarete un confidente anche per me?

    Se lo desiderate…

    Sì, lo desidero. Chiamatemi Maire, vi prego.

    In realtà dovrei portare maggiore rispetto alla mia futura Regina… Ma se voi me lo ordinate, io vi chiamerò con il vostro nome di battesimo.

    Allora ve lo ordino. Come vostra futura Regina.

    Sir Lorens Ingmar annuì e disse:

    E così sia. Benvenuta a Branstock Borg, Maire. D’ora in poi questo castello sarà la vostra nuova dimora.

    Sollevata e felice, Maire sorrise. E lui ricambiò a sua volta il sorriso. L’attimo seguente, si chinò a terra per raccogliere il mantello di Maire e riconsegnarglielo.

    Abbiamo molte cose da fare in previsione del matrimonio di domani con Re Sander. Volete seguirmi? Vi mostrerò la vostra stanza privata, dove vi aspetta Deirdre, l’ancella che ho scelto per voi come vostra servitrice.

    Sir Lorens Ingmar le porse il braccio, e Maire fu ben contenta di aggrapparsi a lui.

    Sono molto stanca, il viaggio è stato lungo e snervante.

    Portate ancora un po’ di pazienza, dormirete quando avremo stabilito tutti i dettagli del matrimonio.

    Potrei avere qualcosa da mangiare? Sono affamata.

    Darò ordine alla servitù di portarvi la cena nella vostra stanza. Avete delle preferenze?

    Qualunque cosa andrà bene, purché sia cibo.

    Me ne occuperò personalmente.

    Grazie, Lorens.

    Dovere, Maire.

    Si avviarono insieme lungo un luminoso corridoio laterale, lasciandosi alle spalle la sala del trono.

    Quanti anni avete, Marie?

    Diciannove.

    Siete giovane, ma a quanto ho sentito dire dalla bocca di Lord Njall la saggezza è una delle vostre principali virtù.

    Sono cresciuta con quattro fratelli maschi maggiori, ho imparato da loro ad essere saggia e responsabile.

    Il Re apprezzerà la vostra maturità. Una moglie assennata è il sostegno morale di qualunque sovrano.

    Lord Njall mi ha detto che siete voi il suo punto di forza.

    Non lo nego. Come suo primo cavaliere ho il compito di sostenerlo e consigliarlo in tutto ciò che fa, ma ha bisogno anche di una donna al suo fianco, di una compagna su cui contare, e di una madre per i suoi eredi al trono. Quella donna sarete voi, a partire da domani.

    Pensate che sarò all’altezza del compito per cui sono stata scelta, nonostante abbia solo diciannove anni?

    Mi sono posto la stessa domanda quando Re Sander mi ha nominato suo primo cavaliere. Pensavo di essere troppo giovane e inesperto, ma mi sbagliavo. La mia intesa con il Re è stata fin da subito eccellente, a dimostrazione che l’età non conta quando si possiede la saggezza.

    Avete ventidue anni, e il Re ne ha ventisette, cinque anni di differenza non sono poi molti… Otto anni sono di più, non credete?

    La moglie di un Re dev’essere sempre più giovane, e la vostra freschezza lo aiuterà a non irrigidirsi sotto il peso dei suoi doveri di sovrano.

    Mentre salivano i gradini della scala a chiocciola della torre ovest del castello, Maire osservava il profilo nobile del volto di Sir Lorens, i suoi morbidi e folti riccioli biondi, la sua espressione fiera e al contempo carica di dolcezza, e si chiese se avesse una lady che lo amava e lo rendeva felice.

    Lorens, posso farvi una domanda personale?

    Certamente. Ditemi, cosa volete sapere?

    Maire non ebbe alcun indugio a chiedere:

    Siete sposato? O forse avete una compagna?

    Lui sorrise prima di rispondere.

    Non mi aspettavo questa domanda… Comunque la risposta è no, non sono sposato e non ho una compagna.

    E come mai? Siete un uomo così bello.

    Lorens si fermò sull’ultimo gradino della scala e la guardò.

    Molte donne mi fanno questo genere di complimento, devo ammetterlo, tuttavia essere il primo cavaliere di un Re comporta alcuni sacrifici, tra cui l’impossibilità di amare una donna.

    Mi state dicendo che non ne avete il tempo?

    Esattamente. Devo essere sempre a completa disposizione del Re, sia di notte che di giorno, come potrei ritagliare uno spazio per una donna nella mia vita? Finirei sicuramente per trascurarla, e lei ne soffrirebbe.

    Quindi non vi siete mai innamorato?

    No, mai. E non accadrà nemmeno in futuro. L’amore non è una delle mie priorità.

    Tutto ciò è molto triste… Non desiderate sposarvi e avere dei figli, come qualunque altro uomo?

    Capisco che per voi sia difficile da comprendere, ma non tutti gli uomini necessitano di moglie e figli, e io sono quel tipo d’uomo.

    Dunque siete insensibile all’amore? Non sentite il bisogno di amare e di essere amato? Non provate nemmeno il desiderio di giacere nello stesso letto con una donna e possederla fisicamente?

    La domanda lo spiazzò, lasciandolo senza parole, e la sua risposta tardò ad arrivare. Maire colse l’ombra del turbamento e dell’imbarazzo nei suoi occhi, e pensò di essere stata troppo impertinente. Stava per scusarsi, quando lui rispose:

    Io non sono insensibile al sentimento dell’amore, so cosa si prova ad amare e ad essere amati, e conosco fin troppo bene il desiderio fisico. Vorrei potervi dire di più, ma preferisco non spingermi oltre… E’ un argomento troppo personale, che tengo segretamente custodito nel mio cuore.

    Maire annuì con un cenno del capo.

    Ora capisco, non vi piace parlare della vostra vita privata. E’ giusto, non siete obbligato a dirmi tutto, e vi chiedo scusa per essere stata così maleducata, mi dispiace.

    Lo sguardo di Lorens si addolcì.

    Maire, vi assicuro che non mi avete offeso, e non avete peccato di maleducazione. Siete stata sincera, perché la vostra anima è spontanea, e la vostra curiosità è priva di malizia. Non scusatevi, non ve n’è bisogno.

    D’accordo. Comunque prometto che in futuro eviterò di farvi domande troppo personali, in segno di rispetto nei vostri confronti.

    Ripresero a camminare, percorrendo un corridoio sul quale si affacciavano le porte di due stanze.

    Quella in fondo è la vostra stanza, disse Lorens indicando la porta al termine del corridoio. Sarà il vostro rifugio personale anche dopo il matrimonio, quando vorrete passare dei momenti in completa solitudine. Per questa notte dormirete lì, mentre domani condividerete la stanza reale in compagnia del Re, nella torre est del castello. E la stanza qui accanto è quella di Deirdre, la vostra ancella personale, che sarà sempre a vostra disposizione.

    Non sono abituata ad essere servita e riverita, so badare a me stessa.

    Non ne dubito, comunque sarete voi a decidere cosa chiedere a Deirdre, nessuno farà obbiezioni se vorrete spazzolarvi i capelli da sola e prepararvi l’acqua del bagno senza chiamare la vostra ancella. Ma per questa sera avremo bisogno di lei, perciò direi che possiamo disturbarla subito.

    Prima che Lorens bussasse alla porta dell’ancella, Maire lo trattenne per il braccio.

    Aspettate, devo chiedervi un’altra cosa.

    Ditemi pure.

    Maire lo guardò con espressione supplichevole.

    Com’è il Re Sander? Fisicamente, intendo dire… E’ bello quanto lo siete voi?

    Gli occhi di Lorens brillarono e un sorriso divertito incurvò la sua bella bocca.

    Maire, come siete curiosa… Ma vi capisco, state per sposare un perfetto sconosciuto… Dunque, Re Sander è un uomo molto, molto bello. I suoi occhi sono più scuri dei miei, blu come il mare, i suoi capelli sono più corti, di una tonalità decisamente più chiara, tipicamente scandinava, meno ricci, ma pur sempre ondulati, sopracciglia più folte, un volto più maschio, dai lineamenti più decisi, non si rade, per cui ha sempre un velo di barba su mento e guance, è più alto e più robusto, e nel complesso è un uomo davvero affascinante. So che vorreste vederlo prima di sposarlo, è comprensibile, ma fidatevi di me, vi basterà uno sguardo per innamorarvi di lui.

    Soddisfatta dalle parole di Lorens, Maire gli strinse forte il braccio tradendo tutta la sua emozione.

    Grazie Lorens, ora riesco a immaginare il suo volto nella mia mente, e spero che domani arrivi presto.

    Morite dalla voglia di sposarlo a quanto vedo… Ma vi manca l’abito nuziale, e si sta facendo notte, perciò basta con le domande e seguitemi nella stanza di Deirdre, così potrà prendervi le misure e cucirvi l’abito in tempo per domani, va bene?

    Vi siete dimenticato che sono affamata.

    Avete ragione, dovete ancora cenare… Rimanete qui dove siete, immobile, vado a rimediarvi qualcosa da mangiare, anche se non rientra nei miei compiti, ma per voi farò un’eccezione. Torno subito, non muovetevi.

    Va bene, vi aspetto… Grazie!

    Mentre Sir Lorens riscendeva la scala a chiocciola per intrufolarsi nelle cucine e ordinare alla cuoca di riscaldare al volo un piatto di zuppa di verdure per la futura sposa e sovrana di Branstock Borg, Maire rimase ad aspettarlo affacciata alla finestra del corridoio della torre ovest respirando l’aria salmastra proveniente dal mare ai piedi del maniero e contando le stelle del firmamento celeste.

    Grazie alla descrizione di Lorens, se chiudeva gli occhi riusciva a immaginare il viso di Re Sander, e sentiva crescere dentro di sé un’emozione incontenibile. Non vedeva l’ora che giungesse il momento di percorrere la sala del trono in abito da sposa, andando incontro all’uomo che sarebbe diventato il suo compagno di vita e il suo Re. E mentre sognava tutto ciò, al contempo ringraziava Dio per averle donato una gioia così grande e inaspettata.

    Era una ragazza fortunata, avrebbe fatto del suo meglio per essere amata da Re Sander e ricambiarlo con la stessa dose d’amore.

    4

    La luce del giorno filtrava dal leggero tendone bianco della finestra della stanza privata di Maire e il sole splendente di fine Giugno proiettava fasce luminose sulle pareti di pietra nuda.

    Distesa sul morbido letto con addosso solamente una lunga camicia da notte, Maire dormiva ancora quando la sua ancella personale bussò alla porta con tre colpi vigorosi. Non ottenendo risposta, bussò nuovamente, e al secondo tentativo Maire sbatté le palpebre emergendo dal sonno. Si drizzò a sedere sul letto e disse:

    Avanti!

    Deirdre spalancò la porta energicamente ed entrò nella stanza quasi correndo, reggendo un vassoio d’argento tra le mani.

    Buongiorno mia signora. E’ ora di alzarsi, il sole è già alto nel cielo! Se non scendete subito dal letto non farete in tempo a prepararvi per la cerimonia!

    Maire sobbalzò sul materasso ed esclamò:

    Oh buon Dio! Il matrimonio! Mezzogiorno è già passato?

    No mia signora, ma manca poco. Forza, alzatevi.

    Sì, eccomi, scendo subito.

    Maire balzò giù dal letto e infilò i piedi in un paio di babbucce di stoffa ricamata, corse alla finestra e scostò il tendone.

    Che giornata meravigliosa!

    Oh sì, perfetta per un matrimonio reale. Venite a fare colazione, vi ho portato del pane caldo di forno e latte di capra appena munto.

    Maire gettò un rapido sguardo oltre la finestra e vide il cortile del palazzo gemito di servitori che correvano da un lato all’altro reggendo ceste di cibarie e vettovaglie.

    C’è molta confusione laggiù.

    Naturale! Oggi il Re Sander si sposa, tutto dev’essere perfetto, inoltre sono arrivati molti Lord dal sud delle Hjaltland per assistere alle nozze e partecipare al banchetto di questa sera, la servitù è indaffarata con i preparativi.

    Abbandonata la finestra, Maire si sedette sul bordo del letto, prese il vassoio d’argento e strappò un pezzo di pane con le dita.

    Avete dormito bene?, s’informò Deirdre.

    Benissimo, come un ghiro.

    Beata voi, io ho fatto l’alba per cucire il vostro abito da sposa, mi reggo in piedi a stento.

    Mi dispiace tanto, Deirdre…

    Sciocchezze! L’ho fatto volentieri, e il vestito è venuto benissimo. Sapete, io sono un’umile sarta, e cucire l’abito da sposa della futura moglie di Re Sander è stato un onore!

    Maire bevve un sorso di latte, addentò un altro pezzo di pane e osservò la sua ancella che preparava la tinozza di legno per il bagno mattutino. Deirdre era una popolana come lei, una ragazza di ventitré anni nata e cresciuta lì a North Roe. Era bassa di statura e scura di capelli, agile come una gazzella, dotata di entusiasmo e umorismo, era sveglia, intelligente e bravissima a confezionare vestiti. Quando Re Sander era sbarcato a North Roe, Deirdre si era presentata al castello chiedendo di poter lavorare come sarta ed era stata subito accolta tra i membri della servitù. Lavorare a Branstock Borg era un grande privilegio per lei.

    Maire terminò la colazione, quindi si spogliò e si immerse nella tinozza che Deirdre aveva riempito di acqua calda mista ad essenza di rosa.

    Volete che vi dia mano, mia signora?

    No, grazie, faccio da sola.

    Va bene, allora darò una rassettata al letto e poi andrò a prendere il vostro abito da sposa.

    Mentre si faceva il bagno strofinandosi il corpo con un panno, Maire ripensò alla sera precedente. Sir Lorens le aveva mostrato la sua stanza, spartana ma accogliente, e le aveva tenuto compagnia mentre mangiava un piatto di zuppa di verdure e una coscia di pollo bollito che lui stesso le aveva portato direttamente dalle cucine reali. Poi le aveva presentato Deirdre, e l’ancella le aveva preso le misure per confezionare il suo abito da sposa utilizzando una cordicella di cuoio, quindi, mentre la notte avanzava, Sir Lorens le aveva spiegato che il rito nuziale si sarebbe svolto nel tardo pomeriggio all’interno della sala del trono, seguito da un banchetto con musica e danze nella sala dei ricevimenti che si sarebbe protratto fino a notte fonda, e al suo termine, Re Sander l’avrebbe condotta nella loro stanza matrimoniale per consumare la prima notte di nozze.

    Maire apprezzava i modi gentili e galanti di Sir Lorens, la tenerezza con cui la trattava, la dolcezza con cui la guardava, e le premure che mostrava nei suoi confronti. Le ricordava suo fratello Finn, il terzogenito, che aveva la stessa età di Lorens ed era premuroso e affettuoso con lei nel medesimo modo. Prima di lasciarla sola affinché potesse riposarsi dalla stanchezza del lungo viaggio, Sir Lorens le aveva augurato di fare bei sogni, e nell’andare via l’aveva salutata con un bacio sulla fronte. Maire si era addormentata subito, ma il suo ultimo pensiero prima di lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo era stato per lui, per Sir Lorens, e non per Re Sander.

    Ripensandoci in quel momento, Maire si disse che dopo aver conosciuto il Re, l’infatuazione che provava per Sir Lorens sarebbe svanita, sostituita dall’amore per suo marito, Re Sander Branstock dagli occhi blu.

    Terminato il bagno, Maire uscì dalla tinozza e si avvolse in un telo per asciugarsi.

    Profumate come un bocciolo di rosa, mia signora!

    Merito vostro e dell’essenza cha avete diluito nell’acqua.

    Ho pensato che avrebbe fatto piacere al Re avere accanto una sposa bella e profumata come un fiore, per questo ho usato quell’essenza. Ora vado a prendere il vostro abito, ci metterò giusto un attimo.

    Maire la vide uscire dalla stanza in un battito di ciglia, terminò di asciugarsi e Deirdre riapparve reggendo l’abito adagiato su entrambe le braccia.

    Eccolo qui, spero vi piaccia.

    Lo distese sul letto, in modo che Maire potesse vederlo.

    Oh, cara Deirdre, è bellissimo…

    Era un abito lungo dalla linea semplice e morbida, di un lino leggerissimo color bianco avorio, con le maniche lunghe e svasate sui polsi, la scollatura rotonda sul petto, e una fascetta sotto il seno.

    Voglio indossarlo e vedere come mi sta.

    Certo, vi do una mano.

    Maire lasciò cadere a terra il telo, indossò degli indumenti intimi che Deirdre le aveva cucito apposta per lei, quindi infilò le gambe e le braccia dentro l’abito da sposa e Deirdre le allacciò i cordini che chiudevano il corpino dietro la schiena.

    Ecco fatto. Direi che è perfetto.

    Maire lisciò le pieghe della gonna con le mani e si sistemò la scollatura sul seno.

    Mi piace moltissimo, ti ringrazio Deirdre!

    Prego, mia signora. Sono felice di non aver sbagliato la misura, temevo di averlo cucito troppo stretto.

    Affatto, mi fascia benissimo, siete stata molto brava.

    Vi ringrazio, mia signora.

    Deirdre si chinò sul letto e prese una spazzola di setole di cinghiale, e Maire si lasciò pettinare i lunghi capelli rossi finché non divennero lisci come seta. A quel punto Deirdre usò un bastoncino di legno sottilissimo per dividere i capelli a metà creando una scriminatura centrale sulla testa di Maire, spazzolò nuovamente i capelli prima da un lato e poi dall’altro, depose la spazzola e sollevò tra le mani una coroncina di fiori di biancospino intrecciati e con grazia la depose sul capo di Maire.

    Ho sempre sognato di sposarmi abbigliata in questo modo. Vorrei tanto che la mia famiglia potesse vedermi…

    Non preoccupatevi di questo, ho sentito dire che a corte ci sarà un artista incaricato di disegnare voi e Re Sander durante la cerimonia nuziale.

    Dite sul serio? Questo significa che potrò inviare un ritratto alla mia famiglia?

    Esatto, così i vostri genitori e fratelli avranno un ricordo di quanto eravate radiosa in questo importantissimo giorno, e vedranno il volto dell’uomo che sarà vostro marito e sovrano.

    E’ stata un’idea di Re Sander?

    Credo di sì, ma potrebbe essere stato anche Sir Lorens Ingmar, vi ha preso molto a cuore, sapete?

    Sì, effettivamente l’ho notato.

    Dovete averlo colpito molto, non l’ho mai visto così preso da una donna prima del vostro arrivo.

    Maire sentì un fremito allo stomaco, ma lo ignorò di proposito. Doveva concentrarsi su Re Sander, dopotutto anche lui era un bell’uomo, e lei voleva amarlo con tutta se stessa. Sarebbe stata un’encomiabile Regina.

    Il bussare improvviso alla porta la riportò alla realtà. Si voltò e vide Sir Lorens spuntare sull’uscio della stanza.

    Buongiorno Maire. Posso entrare?

    Maire fu felice di vederlo. Gli andò incontro sorridendogli.

    Buongiorno Lorens. Accomodatevi, Deirdre mi stava aiutando a prepararmi per le nozze. Vi piace il mio abito da sposa?

    Lui le rivolse uno sguardo ammaliato, sostando sulla porta socchiusa, gli occhi chiari che brillavano nel volto angelico. Era vestito come la sera prima, con tunica e soprabito, ma di colore blu mare anziché di azzurro. E reggeva tra le mani un cofanetto di metallo.

    Se solo il Re potesse vedervi in questo momento… Siete splendida Maire, una visione poetica.

    Chiuse la porta e si avvicinò di qualche passo.

    Vi porto un omaggio di Re Sander, un gioiello che lui mi ha chiesto di farvi indossare.

    Mentre Deirdre sedeva in un angolo della stanza in silenzio, Lorens sollevò il coperchio del cofanetto. Al suo interno, v’era una collana d’argento con un rubino rosso a forma di goccia incastonato in un pendente dorato.

    Apparteneva alla madre di Re Sander, la regina Cèlyn. Era il regalo di nozze del Re Eirik. La indossava il giorno del loro matrimonio e l’ha portata fino alla morte. Da oggi sarà vostra, per volere di Re Sander.

    Io… Non so cosa dire… E’ un tale onore…

    Lorens depose il cofanetto e tenne fra le mani la collana con il prezioso pendente.

    Voltatevi, così posso mettervela al collo.

    Maire eseguì il suo ordine, permettendo a Lorens di scostarle di lato i capelli con la mano per allacciarle la collana alla base del collo.

    E’ una collana meravigliosa, disse lei, sfiorando con le dita la goccia di rubino che si adagiava sul suo petto. Sono felice di portarla, non la toglierò mai, lo giuro.

    Non dovete prometterlo a me, piuttosto a Re Sander.

    Lo farò. Lo ringrazierò di questo dono oggi stesso.

    L’ho visto pochi attimi fa, nella sua stanza. E’ terribilmente agitato, ha avuto bisogno del mio aiuto per vestirsi.

    Veramente? E cosa lo mette in agitazione?

    Il matrimonio, naturalmente. Non si sente pronto.

    Oh… Non dovreste dirmi una cosa del genere.

    Invece sì Maire, perché oggi dovrete essere forte anche per lui. Il matrimonio è un passo importante, che Re Sander avrebbe volentieri posticipato di qualche anno, ma non ha potuto sottrarsi alle ultime volontà del padre, perciò deve prendervi in moglie e superare i suoi timori.

    E io cosa dovrei fare?

    Sostenetelo. Fategli capire che lo amerete e sarete sempre al suo fianco. Mostratevi fiera e amorevole. E conquistatelo con la vostra bellezza.

    Pensavo che il Re fosse un uomo impavido.

    Infatti lo è quando si tratta di governare e gestire gli affari politici. E’ solo l’amore che lo spaventa. Una parte di lui è molto fragile, ma voi saprete dargli coraggio.

    Cosa ve lo fa pensare? Sono solo una ragazza cresciuta in un povero villaggio di artigiani.

    Non è vero. Voi siete una giovane donna piena di ardore, avete il fuoco nei capelli e nel sangue, la passione che brucia nelle vostre vene, e nulla vi spaventa, nemmeno essere qui da sola, in terra straniera, circondata da estranei, lontana dai vostri cari. Siete una donna forte Maire, e il Re ha bisogno di essere contagiato da voi. Lo farete?

    Maire sollevò il mento e disse: Sì… Vi prometto che lo farò. Sarò una brava moglie. Un’intrepida Regina.

    Lorens annuì con il capo e le prese le mani fra le sue, deponendovi un bacio di gratitudine. Quando le lasciò andare le mani, a Maire quasi dispiacque. Sir Lorens aveva il potere di farla sentire adorata, e questo le piaceva.

    Ora che siete vestita da sposa e che indossate la collana della Regina Cèlyn, non vi resta che aspettare che arrivi il momento del rito nuziale. E visto che mancano ancora cinque ore, vi andrebbe di imparare a giocare a scacchi?

    Vorreste insegnarmelo? Adesso?

    Re Sander adora il gioco degli scacchi. Se vi chiederà di fare una partita, dovrete sapere come si fa.

    Avete ragione… Accetto la vostra proposta.

    Benissimo. Vado a prendere la scacchiera.

    Sir Lorens uscì dalla stanza, e Maire si voltò a guardare Deirdre seduta nell’angolo della stanza.

    Sir Lorens vi adora, mia signora. Se potesse farlo, scommetto che vi sposerebbe lui al posto di Re Sander, commentò l’ancella con sguardo malizioso.

    Maire si sedette sul letto e pensò che Deirdre diceva il vero, perché Sir Lorens le riservava fin troppe attenzioni. Forse era il suo modo di fare, oppure… No, preferiva non pensare ad altre alternative, non nel giorno del suo matrimonio con Re Sander.

    Scacciò via ogni pensiero e rammentò a se stessa che presto avrebbe percorso la sala del trono al braccio di Sander Branstock.

    ***

    Scacco matto!

    Con un gesto della mano rapido e sicuro, Sir Lorens mosse l’alfiere di ebano scuro sulla scacchiera e mangiò la pedina della regina di faggio chiaro aggiudicandosi la vittoria.

    Avete vinto di nuovo, non è giusto!, esclamò Maire, dispiaciuta per aver perso la sesta partita consecutiva. Siete troppo bravo, non vi batterò mai.

    E’ un semplice gioco d’astuzia. Dovete immaginare quale sarà la mossa dell’avversario e precederlo evitando che metta in pratica il suo intento di sconfiggervi.

    Non è così facile, dovrò esercitarmi a lungo prima di imparare i vostri trucchi. Essere sempre sconfitta non è affatto piacevole.

    Se volete posso lasciarvi la scacchiera, così potrete giocare con Deirdre.

    Grazie, la terrò con piacere.

    Sir Lorens raccolse le poche pedine rimaste sulla scacchiera di legno e le ripose in un sacchetto di iuta insieme alle altre, mentre Maire si alzava in piedi e infilava i piedi nelle scarpine di pelle di cervo che si era tolta per sedersi sul letto a giocare a scacchi.

    Deirdre aveva lasciato la stanza dopo la prima partita, e il tempo era volato via in un soffio. Il sole si stava abbassando sul mare, segno che il tardo pomeriggio era ormai arrivato.

    Sono stanca di aspettare, non è ancora il momento di scendere di sotto?

    Dobbiamo attendere il suono del corno. Sarà l’annuncio ufficiale dell’inizio della cerimonia. Non dovrebbe mancare molto, l’attesa sarà presto finita.

    Maire si accostò alla finestra spalancata contemplando il cielo azzurro sfumato d’arancio e rosa pallido. Sospirò, e si stupì di sentirsi tanto calma

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