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Dio al centro della tua vita
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E-book201 pagine2 ore

Dio al centro della tua vita

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Info su questo ebook

Dalla meditazione alla preghiera e all'alimentazione. Un percorso accattivante, etico-scientifico, attraverso riflessioni profonde sul nostro modo di vivere e i suoi effetti sulla salute.
LinguaItaliano
Data di uscita10 feb 2021
ISBN9791220303255
Dio al centro della tua vita

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    Anteprima del libro

    Dio al centro della tua vita - Antonella Migliorati

    Antonella

    CAPITOLO I

    Frammenti della mia storia: il motivo per cui è anche la vostra, quella che conta realmente.

    Mi chiamo Antonella e sono nata a Roma da due genitori meravigliosi, Elio e Rosaria. Papà e mamma si sono sposati giovanissimi e mi hanno avuta quasi subito. Hanno insegnato per diversi anni nelle scuole superiori degli anni Sessanta, nella bella Roma. Mamma insegnava tedesco e papà francese. All’inizio degli anni Settanta, papà decise di trasferirsi a Cerignola per non lasciare soli i miei nonni materni, perché erano già anziani, e mia madre era figlia unica. La nonna materna si chiamava Geltrude ed era insegnante. Il nonno materno si chiamava Luigi ed era farmacista. Certo tante volte penso a quanto deve essere stato grande l’amore di questi due genitori che, pur di vedere la loro unica figlia felice, l’hanno fatta studiare a Roma già dalle superiori. Mia madre non voleva rientrare a Cerignola, ma per amore dei genitori e di papà, è ritornata nel suo paese nativo. Quando muore nonno Luigi, la mia mamma segue le orme del padre, riprende gli studi e si laurea in Farmacia, avendo già quattro figli.

    È stata per me un grande esempio di costanza, di perseveranza, di forza, insomma una mamma coraggio, perché studiare con i figli non è per niente facile. Una mamma che ha sempre incoraggiato tutti nel lavoro e nella famiglia, un grande insegnamento per me.

    Papà era professore e scrittore, infatti ha scritto diversi libri. Io credo che qualcosa mi sia stata trasmessa dal mio caro papà. Insomma, ho preso un po’ da mamma e un po’ da papà. In quanto a me, sono farmacista da ventotto anni, sono sposata con Rocco e ho una figlia meravigliosa e bellissima, Mariangela Pia, che ha quattordici anni e frequenta il secondo anno del liceo scientifico tradizionale in Cerignola. Ho seguito le orme di mamma scegliendo la professione di farmacista, che mi consente di aiutare il prossimo, chi soffre ed è malato. Ho avuto una grande fortuna di lavorare con mia madre, di condividere tante cose con lei, e ancora oggi lavoro con mamma e mia sorella Deborah che è laureata in CTF, Chimico tecnico farmaceutico.

    Appena laureata, mentre lavoravo, ho capito l’importanza della fitoterapia, dell’alimentazione e della cosmetica. Così ho deciso di continuare a studiare ed ho acquisito un Master in Fitoterapia, una specializzazione in Scienza dell’alimentazione, un Dottorato di Ricerca in Biologia e Fisiopatologia cellulare, un diploma di estetista e un master ayurveda. Il Dottorato di ricerca è stato, secondo me, lo studio più importante nella mia vita. È durato cinque anni presso l’Università degli studi di Siena, nella facoltà di Medicina e Chirurgia. Trattava dei radicali liberi, dell’effetto degli integratori e della prevenzione dell’invecchiamento, visto che tutti vorrebbero vivere a lungo e nessuno vorrebbe invecchiare.

    Sono sicura che vi state chiedendo cosa mi ha spinto a scrivere Metti Dio al posto dell’Io, per questo adesso ve lo spiego.

    Sono una donna che ha fede, una donna che crede in Dio. Quando è morto mio padre, vittima di un errore medico e di malasanità, sono stata molto male e sono entrata nel tunnel della depressione, ma la fede mi ha aiutata. L’amore di Dio mi ha aiutata attraverso mia figlia e le persone che ho incontrato e che non mi hanno fatto sentire mai sola. Nell’andare a messa tutti i giorni e nel continuo pregare, a un certo punto, Dio mi ha fatto conoscere la via migliore per aiutare il mio cuore che traboccava d’ amore. La via consisteva nello scrivere poesie. Dio mi ha fatto capire che la salute abbraccia tutte le sfere della vita umana, fisica, sociale, mentale, spirituale, e che per raggiungere l’equilibrio psicofisico e quindi ridurre la cascata dei radicali liberi in eccesso e protrarre la vita più a lungo possibile, è indispensabile badare al nutrimento dell’anima, che insieme a quello del corpo, convergerebbe verso un obbiettivo comune, cioè valorizzare i doni che ci vengono da Dio, autore ed elargitore di ogni bene. Il segreto della gioia è l’amore. Quando Gesù dice nel Vangelo amatevi come io vi ho amati, è quel come che fa la differenza, poiché Gesù ci ha amato donandoci la sua vita.

    La mia esperienza professionale come farmacista nutrizionista mi ha indotto a riflettere sulle tante povertà visibili e non visibili. Queste povertà scaturiscono da un bisogno d’amore insoddisfatto che, purtroppo, quasi sempre si trasforma in paura d’ amare, lasciando spazio all’ apparire anziché all’ essere. Da sempre ragiono col cuore e quindi, nella mia vita e nel mio lavoro, l’amore conta più di ogni altra cosa e mette al primo posto la persona. Per questo scrivo le poesie e i libri di carattere scientifico, in quanto essi svelano le ricette di quel benessere che abbraccia mente, corpo e anima. Quando scrivo è il mio cuore che si esprime, poiché solo quando è quel battito pulsante d’amore a parlare si può essere spontanei autentici, si può aiutare il prossimo lasciando un’impronta d’amore per sempre. Tratto la realtà attuale nei vari aspetti e l’amore in tutte le sue forme quale segreto della gioia anche parlando di argomenti scientifici. Tutto è stato creato da Dio con amore infinito per l’umanità. Sono grata a Dio che mi ispira mi illumina mentre prego. Cosa e come scrivere non è merito mio ma di Dio e di mia figlia Mariangela che mi incoraggia e mi sostiene nel mio percorso artistico culturale, accorgendosi per prima di un senso reale di benessere durante la lettura delle opere sia scientifiche che poetiche. La fede in Dio e la preghiera mi hanno aiutata a uscire dalla depressione. Mia figlia Mariangela, a soli tredici anni, mi ha aiutato tanto dicendomi: Tutto quello che hai passato, la sofferenza, la depressione, scrivilo, e se ne usciremo, perché io ti sarò accanto sempre, potrai aiutare chi come te è entrato in questo tunnel. Anche se aiutassi una sola persona, capiresti quanto la tua testimonianza e la tua vita possano essere di aiuto a chi ha bisogno. Tu dici sempre che bisogna fare del bene sempre, quindi anche con uno scritto puoi fare del bene Ringrazio Dio per averla ascoltata.

    Nella nostra vita solo l’amore dovrebbe guidare i nostri gesti, il coraggio di donare amore, di non scoraggiarsi mai, di ricominciare sempre, di non smettere di sognare e sperare in un futuro migliore senza guerre e violenza, ma solo pace e condivisione. Siamo legati l’uno all’ altro in una famiglia che è l’Umanità che Dio ha creato meravigliosa. Dunque, rispettiamoci l’un l’altro e rispettiamo il pianeta, poiché spetta a noi non distruggere ciò che Dio ci ha donato con amore.

    Capitolo II

    Mio padre mi ha insegnato a porre Dio al centro della mia vita. La sua vita in breve.

    Mio padre era un uomo di grande fede in Dio, che, insieme a mia madre, mi ha trasmesso l’importanza della preghiera e della messa sin da quando ero piccola. Il mio legame con Dio, la necessità di metterlo al centro della mia vita e poi scoprire come ti consola e ti fa rinascere anche dopo un dolore di qualunque natura, è maturato in età adulta ed è legato alla vita e alla morte del mio caro papà.

    Lo Spirito Santo ha sempre illuminato il mio papà anche negli ultimi giorni della sua vita terrena visto quello che mi ha consigliato e fatto promettere. Mio padre si chiamava Elio Migliorati ed era nato a Contigliano (Rieti). Professore di francese, ha insegnato a Roma per diversi anni, nelle scuole superiori, nelle stesse scuole dove la mia mamma insegnava tedesco. I miei genitori si sono laureati a Roma in Lingue e Letterature Straniere e si sono sposati a Roma, nella stessa città in cui sono nata io, il frutto di questo grande amore. Mamma non voleva rientrare a Cerignola, però il mio papà, vedendo i miei nonni materni diventare anziani e soli, decise di chiedere il trasferimento. Egli ha dedicato gran parte della sua vita all’ insegnamento. Fu trasferito prima a Foggia e in seguito a Cerignola. A Foggia fondò il Sindacato, di cui fu segretario provinciale e regionale, che ottenne notevoli riscontri a livello nazionale. Nel frattempo, i miei genitori avevano avuto quattro figli. Innamorato della Puglia e di Cerignola, mio padre ebbe esperienze varie sia nell’ambito universitario che in quello politico come dirigente prima della DC e poi del CCD a livello cerignolano e provinciale, oltre a ricoprire la dirigenza dell’Ufficio di Presidenza della Giunta Regionale del Centro Cristiano Democristiano. Ha rivolto particolare interesse alle periferie della città di Cerignola, fondando il Centro Sportivo a Borgo Tressanti, il Comitato di Quartiere Santa Barbara e occupandosi di numerose iniziative. Ha promosso il Centro Culturale Francescano di Foggia e ha creato le basi per la Libera Università in Capitanata. Ha svolto anche attività di pubblicista con articoli attinenti alla scuola e i suoi problemi. Ha scritto e pubblicato diversi libri che hanno riscontrato notevoli apprezzamenti come il libro intitolato Italia e Francia tra Storia Arte e Poesia e Insieme la tradizione continua. Dalla Valle Santa alla Valle dell’Ofanto. È stato membro della Commissione Ricorsi del Provveditorato agli Studi di Foggia, della Commissione dell’Ufficio Scolastico interregionale per la Puglia e la Basilicata, della Commissione Esaminatrice per il Concorso a Borse di Studio per l’anno scolastico 1974/1975. È stato presidente dell’Associazione Etica Onlus, una associazione della quale facevano parte illustri personaggi i quali avevano in animo di portare avanti un programma il cui fine era valorizzare il territorio sotto il profilo storico, artistico, culturale, senza trascurare il valore della terra e l’importanza del turismo. Mio padre è stato un uomo attivo e molto umile. Ricordo sempre una sua frase che diceva più ti è concesso di sapere, più devi dare a chi non sa. Ricordati che sei a servizio degli altri con umiltà. Amante della natura, gli piaceva andare in montagna e sciare. Nel 2015, come facevano da diversi anni, mio padre e mia madre dovevano andare in montagna per una settimana, ma il cardiologo glielo sconsigliò perché la località era troppo in alto e papà soffriva di ipertensione. Allora essi gli obbedirono e con tristezza rinunciarono alla vacanza, senza sapere quello che sarebbe successo da lì a pochi mesi.

    Tutto ebbe inizio a febbrai0

    Era il 27 febbraio. Da alcuni giorni papà aveva male alla pancia e al braccio, ma un suo amico medico gli disse che si trattava di ansia, invece si stava preparando un infarto, forse per il dolore della morte del suo amico Vincenzo, spentosi il lunedì precedente. Ricordo che, quando apprese la notizia, mi disse: Devo andare a trovarlo a casa. Ed io: No papà, ti farà male, ti accompagno.

    Lo accompagnai e osservai ogni suo gesto. Nell’abbracciare la bara piangeva, mentre io avevo paura. Finalmente, dopo una buona mezz’ora, andammo via. Speravo solo in Dio che non accadesse nulla, visto che papà, qualche anno prima, aveva subito un intervento alle carotidi che erano un po’ ostruite. Quando ritornammo in farmacia, sembrava tutto a posto. Dopo mangiato, come solito, andò a riposare con mamma, ma aveva un mal di stomaco che continuò ad avere anche nei giorni successivi.

    Nel primo pomeriggio di venerdì 27 febbraio, andò a riposare, ma si sentiva mancare l’aria. Io stavo riposando, erano circa le quindici quando fui chiamata al telefono da mia madre:

    Vieni, sali subito, tuo padre non si sente bene. Salgo e trovo mamma con un viso dolce come sempre ma triste che era in camera con papà il quale subito mi rassicura: Sto meglio. Incitata a chiamare il 118, purtroppo lo chiamo, e il medico decide che è meglio ricoverarlo in ospedale a Foggia. Io provo a dirgli di no, ma il dottore mi spaventa con una frase: Hai la vita di tuo padre nelle tue mani. A questo punto, cedo e gli dico: A Foggia no, là me lo ammazzano, meglio a Bari. Purtroppo, papà verrà portato a Foggia dove il medico che effettuò la coronografica e applicò gli stent, lo ha riportato in sala operatoria il giorno dopo, sottoponendolo ad un’altra cronografia per controllare gli stent che aveva applicato, non attenendosi alle ore di protocollo che devono trascorrere tra un mezzo di contrasto e l’altro. Quest’ultima dose di mezzo contrasto gli fu letale e gli rovinò i reni. Il lunedì io e mamma fummo chiamate in ospedale e circondate da medici e infermieri. Purtroppo, papà era stato intossicato dal mezzo di contrasto e aveva bisogno di qualche seduta di dialisi. I medici si giustificarono dicendo che poteva accadere. Lo dicemmo a papà. Papà rispose a proposito della dialisi: Se si deve fare facciamola.

    Papà si ritrovò nel giro di tre giorni

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