Rischio: Truffa e Trading Un confine molto sottile
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Info su questo ebook
Una storia comune a 8 milioni di italiani, persone per bene che credono nella giustizia e nella professionalità. Operano annualmente per gioco, per passione, per prova, perché si trovano all'ultima spiaggia, nel mondo dell’investimento on line stimolato, proposto, indotto da una pressante e mirata pubblicità e strategie aggressive di marketing diretto. La mafia albanese che fornisce dovcumenti e false identità italiane che danno diritto a muoversi liberamente in europa e un sistema bancario compiacente unito all'assenza totale delle Istituzioni e di qualunque forma di protezione efficace permettono il proliferare di truffatori certi dell'impunità.
Una giustificazione ai famigliari delle vittime di chi subisce la truffa e perde tutto.
Purtroppo ci sono stati anche suicidi per disperazione e vergogna e la gente non capisce il perchè una persona normale, un imprenditore, serio, dedito e posato, possa fare queste cose.
Un monito a chi avendo risparmiato per una vita, a chi avendo speranze di miglioramento, a chi trovandosi con un surplus di soldi che non rendono nulla, a chi vuole sperimentare nuove vie affascinato dalla tecnologia.
Il mondo è pieno di imbonitori, venditori di miracoli.
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Anteprima del libro
Rischio - Antonio Balzani
Antonio Balzani
Rischio
Truffa e trading un confine molto sottile
ISBN: 9788828361619
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
http://write.streetlib.com
Indice dei contenuti
RISCHIO
Personaggi e interpreti:
Eccomi
06/ aprile
PARTE SECONDA:
09 / aprile
Reclamo
Una sorpresa piacevole, appare un contribute
di circa 102.000$:
17/aprile
La Piattaforma.
18/aprile
Ansia!
21/aprile
26 /aprile.
28/aprile
04 maggio
8 maggio: l’accordo
09/maggio
10/maggio
14/maggio
16/maggio
17/maggio
18/maggio
19/maggio
21/maggio: Lunedì
22/maggio
Pomeriggio:
23/maggio
Ricerche su internet
Altroconsumo Finanza
CONTO GESTITO FOREX: OCCHIO ALLA TRUFFA!
Sono le dodici sempre del 23 maggio
Ore 15: sono tornato in ufficio!
LE LISTE NERE
Affidabilità di ForexSuperior
CONFORTANTE?
24/maggio
25/maggio
ore 12,59.
27/maggio
Lunedì 28/maggio
Ore 19 circa
Martedì 29/maggio
30/maggio
31/maggio
Il nuovo reclamo formale
01/giugno
Lunedì 4/giugno.
05/giugno
Frode truffa e danno; simulazione di errore!
La denuncia
Riassumendo:
Navigando su internet:
05/giugno: pomeriggio tardi
Ore 18.42
06/giugno
07/ giugno
Coinvolgere i Grandi Capi?
11/giugno
12 / giugno
Ore 18 circa
23/ giugno
27/giugno
FINALE
Documentazione tracciata: il metodo della truffa!
LA TRUFFA
Ore 15 circa del giorno 7/giugno 2018
Eppure… non è ancora finita
05 settembre
06 settembre
Ricominciamo?
18 settembre
Epilogo
Da una storia vera
VADEMECUM PER PICCOLI INVESTITORI NEL TRADING
RISCHIO
TRUFFA E TRADING Un confine molto sottile
Un thriller dai profondi risvolti psicologici. Da una storia vera e documentata.
Una storia comune a molti, dagli 8 fino ai 14 milioni di italiani, persone per bene che credono nella giustizia e nella professionalità, nella correttezza e nei valori di solidarietà che operano annualmente per gioco, per passione, per prova, perché si trovano all'ultima spiaggia, in ogni modo, nel mondo dell’investimento e del gioco on line stimolato, proposto, indotto da una pressante e mirata pubblicità di risultati mirabolanti.
Una storia dedicata a loro e alle famiglie di coloro che non hanno resistito. Una giustificazione ai famigliari delle vittime.
Un monito a chi avendo risparmiato per una vita, a chi avendo speranze di miglioramento, a chi trovandosi con un surplus di soldi che non rendono nulla, a chi vuole sperimentare nuove vie affascinato dalla tecnologia.
Il mondo è pieno di imbonitori, venditori di miracoli, succedanei della fatica fisica e mentale. I miracoli possono accadere, forse accadono ma la via facile, spesso, porta a risultati molto deludenti!
Personaggi e interpreti:
Aristide Calcagni, pensionato, benestante, investitore.
Gilberto Cedrone e Ivano Leoni: operatori di Forex Superior, società di Investing forex online, con sede operativa (apparente) a Londra e sede legale in Europa dell’est, comunque Europa, con proprietà a Singapore. La società è data, al tempo, come affidabile dalle informazioni reperibili su internet!
Un sistema istituzionale e bancario che permette la presenza operativa per quanto illegale in Italia ma incontrollata di migliaia di società (di nome) probabilmente solo di associazioni temporanee di professionisti della truffa.
La mafia, soprattutto quella albanese che disperde nel mondo identità fasulle! Un sistema che permette la funzionalità di un sistema truffaldino idoneo al riciclaggio rapido di capitali di provenienza anche criminale. Un sistema che garantisce loro la più completa e totale impunibilità. Le istituzioni, almeno quelle italiane che dovrebbero vigilare e proteggere i cittadini sono assenti e comunque impotenti.
Il sistema giudiziario non fa semplicemente e scandalosamente acqua: annega senza alcun ritegno.
D'altronde sono scelte personali e perdite personali, la società perché dovrebbe preoccuparsene?
Un sistema finalizzato all'acquisizione e al furto di capitali da investitori fiduciosi che glieli hanno affidati in gestione, convinti dalla pubblicità giornalistica sui social network e televisiva e poi tramite una pressione telefonica costante e ancora successivamente mediante dimostrazioni di efficienza e di possibilità, ad opera di consulenti tecnici incaricati dalle società stesse.
Le società in oggetto sfruttano spesso l’immagine e l'assonanza (cloni) di altre, conosciute e certamente serie. I loro consulenti ne millantano l’appartenenza, attribuendosi funzioni rispettabili e qualificate.
Una volta per il mercato azionario si definiva il meccanismo come 'il mercato dei buoi'.
Non tutte le vittime che più o meno ingenuamente hanno abboccato hanno poi la forza di affrontare le conseguenze. Molti, troppi e purtroppo, scappano definitivamente suicidandosi.
Eccomi
Ormai ho una certa età, comincio a considerare seriamente la possibilità di andare in pensione. Ho la possibilità di andarci anche se con un importo stimato attorno ai mille euro al mese. Decisamente insufficienti per mantenere il tenore di vita attuale. Si fa presto a fare due conti. Ho tre figli che non sono totalmente autonomi finanziariamente e anche se non hanno particolari esigenze, anzi mi stupisce quanto poche ne abbiano, costituiscono comunque un costo costante. La mia casa è un albergo con ristorante e supermercato e loro sono clienti affezionati. Personalmente lo considero un successo. Ognuno vive in modo indipendente ma spesso ci incontriamo, pranziamo o cuciniamo insieme, chiacchieriamo, discutiamo. Per un genitore è tutto sommato un apprezzabile risultato, credo. Quattro macchine significano però assicurazioni carburante e bolli, gomme invernali ed estive etc. cui si possono aggiungere i quattro appartamenti, uno per me e uno ciascuno per i miei figli. Un pezzetto di terreno in montagna, roba di famiglia non produce ma costa; aggiungiamo un piccolissimo capannone attrezzato e funzionale, dove ho svolto la mia attività per tutta la vita. Sono ricco dunque? Effettivamente qualcuno potrebbe definirmi tale, qualcuno della mia generazione, quelli che basavano il loro obiettivo di crescita e sviluppo sul possesso della roba
, come diceva Pirandello. La roba, il patrimonio. Sicuramente lo pensa l’Agenzia delle Entrate. Speriamo non si inventino una patrimoniale aggiuntiva. In ogni caso la roba
non si mangia e ai prezzi attuali, con il mercato in crisi, non si possono vendere né affittare a prezzi accettabili e dunque vanno solo conservati per quanto possibile. Conservare il patrimonio immobiliare costa: bollette, gas luce, acqua, riscaldamento e climatizzazione, tasse periodiche e puntuali, assicurazioni contro l’incendio a garanzia dei mutui, già perché per acquistarli ho dovuto impegnarmi aprendo mutui con la banca. Devo dire che la banca con me si è comportata sempre bene, ma si fa pagare, eccome se si fa pagare. I soldi in banca non rendono niente ma costano anche loro, interessi, commissioni e quant'altro inventano in continuazione. Ma dove li tieni i soldi? Sotto il materasso? Ovvio che ho risparmiato qualcosa durante una vita di lavoro, devo pur pensare al mio futuro che non si prospetta affatto roseo: sto invecchiando perbacco. A casa mia e nel piccolo capannone sono già passati i ladri ben quattro volte in ognuna. Anche loro pensano forse che io sia ricco. Solo io non mi sento tale, non nel modo in cui lo vedono loro. Ricco secondo me è uno che ha molto più di quanto gli necessita per vivere bene, togliersi qualche sfizio, con qualche soldo di scorta per ogni evenienza e soprattutto una salute accettabilmente buona. Altri pensano diversamente. Ricco dovrebbe essere di uno che non deve continuamente pensare a come far quadrare i conti a fine mese eppure quelli che possono, invece non fanno altro che pensarci: i loro conti devono sempre tornare in positivo con un buon margine, sennò ci stanno male. Costoro non sono da invidiare tuttavia, poiché siccome non sanno cosa farsene di tutto quel di più, si prodigano affannosamente per rovinarsi la salute cercando modi inutili di utilizzarlo. Pagano fior di quattrini per riprendersi la salute che si rovinano. I ladri non hanno rubato nulla, forse perché nulla c’'era da rubare ma danni ne hanno fatti. Ogni volta sono costati circa un migliaio di euro di ripristini e riparazioni. Allora si sono fatti avanti i truffatori! La mia generazione, a differenza di quelle attuali contava per la sua affermazione sociale sul possesso della roba, case, palazzi o della terra, che dava solidità e tranquillità lasciando un minimo margine al denaro contante, quello spendibile e utilizzabile per le necessità. La mia casa, la mia auto, mia moglie, i miei figli. Tutto improntato al possesso. Una fetta importante era comunque e sempre destinata al risparmio. L’Italia è nota per le risorse legate al risparmio e il numero dei proprietari di case. Oggi i giovani non hanno alcun interesse a possedere le cose, loro desiderano utilizzarle quando servono; pagano per l’utilizzo e poi non gli interessa altro. A loro serve il denaro liquido, quello che si può spendere per realizzare e soddisfare i bisogni e i desideri. Più spendono e più sono o si sentono affermati socialmente; ecco dunque il continuo cambio di abiti rigorosamente griffati, di cellulari, di viaggi vacanza, di divertimento e sfizio. L’auto si compra a rate mensili e ogni tre anni si restituisce senza mai cambiare olio o gomme: si apre cioè un mutuo a vita sull'auto che mai si possiederà, mai si curerà come un’amica importante. Neppure i rapporti personali si discostano da questo modello. I ragazzi si trovano e si lasciano in continuazione. Se instaurano un rapporto più duraturo lo fanno senza impegni responsabili di durata prevista lunga come la vita. Ognuno a casa sua, si frequentano al bisogno seguendo il desiderio e stanno per conto loro in caso contrario. Escono con gli amici, con le amiche. Se non lo fanno ritengono di non avere una vita. Un modo di vivere altrettanto costoso direi ma che non lascia traccia: volatile, sarebbe una buona definizione commerciale. Io sono sposato da circa quarant'anni. Nel bene e nel male, tra alti e bassi andate e ritorni ma siamo ancora qui, io e mia moglie, nel nostro appartamento che proviamo a sostenere i nostri figli e ad affrontare la quotidianità senza perdere la speranza di riuscire a fare ancora un passo avanti. Il risparmio dicevo, un mito della mia generazione. La certezza di poter contare su un minimo di sostanza in caso di bisogno, di potere pagare il dovuto quando necessario, di andare con la schiena diritta tra la gente che sa di poter contare sulla tua correttezza. Inoltre, non si sa mai, l’età avanza e potrebbe essere necessario avere liquidità in tempi brevi. Mio padre mi diceva sempre che non avrei mai dovuto lamentarmi per dover pagare le tasse. Diceva che se dovevo farlo era perché avevo ricavato abbastanza da doverlo e poterlo fare. Bastava tenerne conto prima di spenderli. Non credo siano più in molti a pensarla così! Anch'io ho risparmiato nonostante tutto pur avendo vissuto senza privarmi, me e la mia famiglia, del necessario e anche di qualcosa di più. Ho messo da parte circa settantamila euro per il futuro. Sono investiti in banca a un ridicolo tasso d’interesse, vicino allo 0,00 % e per quella parte di capitale liquido bloccata per sicurezza sotto forma di obbligazioni, addirittura in perdita. Non si perdono i soldi, se va bene e coi tempi che corrono e per quello che si sente; ciò dà un minimo di tranquillità ma neppure rendono. Toccarli significa ridurre il capitale senza poterlo ripristinare. Sto per andare in pensione dicevo e comunque prima o poi dovrò farlo. Io non temo la pensione, non ho mai sofferto la noia, ho molti interessi e svolgo ancora qualche attività, così giusto per integrare e per togliermi di casa continuando a sentirmi un membro attivo della società. La mia attuale capacità di produrre reddito tuttavia è molto bassa, sono passati i tempi d’oro, quelli in cui avevo la forza e l’aggressività necessarie per affrontare qualunque ostacolo e il mondo intero. Ora ho perso pian piano soprattutto l’interesse a combattere. Non m’interessa più dibattermi per affrontare i problemi che poi sono quelli degli altri, quelli dei miei clienti. Io dico le cose, se mi danno retta bene, li seguo e insieme facciamo le cose. Se no, allora che vadano avanti da soli, io lascio. Se le cose da affrontare sono complicate, mi costa sempre maggior fatica occuparmene quindi scelgo e tengo solo pochi clienti che conosco, di cui ho già affrontato le problematiche e nella gran parte queste si sono risolte. Clienti che si fidano e di cui mi fido: clienti che pagano. Purtroppo, sono una razza in estinzione. Negli ultimi anni sempre più sono stati quelli che hanno avuto vere difficoltà, che sono addirittura falliti lasciando buchi e debiti a destra e a manca ma sono tanti, veramente tanti invece i furbetti, coloro che le difficoltà se le hanno avute le hanno ingigantite, se non le hanno le accampano. Risultato: sempre più spesso mi sono trovato a fare da banca per loro. Cosa significa? Ve lo spiego: fai un lavoro per cui hai regolarmente stipulato un preventivo accettato dopo aver discusso, trattato, affrontato una concorrenza che per avere il lavoro è disponibile a ogni prezzo e compromesso. Il lavoro l’ottieni tu perché il cliente ti conosce e sa che probabilmente solo con te riuscirà ad arrivare ad una soluzione soddisfacente ma avendone la possibilità contratta fino allo spasimo. Il cliente è mio
, dicevano alcuni colleghi che non avevano capito: è tuo sì per ora ma poi per cinquanta euro ricorre ad un altro, salvo tornare da te quando si trova nuovamente in difficoltà. Dio ce li dà e noi ce li dobbiamo gestire e di grazia se ci sono! Raramente riesci a ottenere un anticipo. Raramente riesci ad ottenere saldi parziali in corso d’opera. Fatturi fino all'ultimo centesimo perché i tuoi elaborati viaggiano tra Enti e professionisti, comunque persone esterne che lavorano su di essi e con essi. Hai concordato il pagamento a sessanta giorni come da prassi, anche se una volta era normale pagare a trenta giorni, e non dalla fine del lavoro ma dalla presentazione della fattura. Appena presenti la fattura anticipi tutti gli oneri collegati: l'iva al 22% il contributo al 5%, la ritenuta al 20% che intanto paghi con certezza. Poi c’è il commercialista: è indispensabile e fondamentale, deve essere bravo, attento, responsabile dunque... costoso. Senza di lui o se lui fosse un superficiale, i costi per errori e omissioni anche involontarie sarebbero enormi. Il fisco non guarda in faccia a nessuno. Già così non mancano i problemi. Non ci sarebbe nulla di male se tutti rispettassero gli accordi, una partita di giro che una volta fatta girare la ruota per la prima volta sostiene sé stessa. Ma non va così. I clienti non pagano, quelli che non falliscono allungano i tempi, da sessanta a novanta, da novanta a centoventi con scuse le più varie, e tu cosa fai? Continui a lavorare sempre più intensamente cercando sempre nuovi clienti perché hai bisogno di fatturare per alimentare il carrozzone di spese che sostieni e anticipi. Arrivano quindi le tasse sui redditi, quei redditi elevati che non hai incassato ma dimostrato e allora paghi. Devi pagare. Per fortuna la banca ti concede un fido, un piccolo margine di fiducia che ti permette di movimentare più soldi di quanti ne hai disponibili. Naturalmente la banca è generosa: se sa che hai i soldi, il lavoro, che sei un buon pagatore scrupoloso e possiedi capitali sufficienti a pagare l’affidamento, i soldi non te li nega. In sostanza, ti dicono, per avere fido ci vogliono garanzie e solvibilità! E se le cose vanno male la solvibilità viene a mancare e beh, allora non esitano a ricorrere alla garanzia per ristorare la loro generosità. Per farla breve le tasse complessivamente, tra dirette ed indirette incidono per circa il 70 -72% sul reddito, cioè si lavora per il 30% del fatturato o del ricavo. Sono suddivise in una settantina di aliquote e scadenze per una quindicina di enti incassatori. E questo vale per tutti. Devi ricavare, vendere, fatturare per centomila euro per avere un guadagno netto di venticinque - trentamila euro. Con questi devi vivere. E sei tra i fortunati. Se sei da solo e nulla tenente, con poche esigenze e responsabilità, allora stai bene! Se non è così allora ti bastano appena appena, altro che risparmio. Posso capire i giovani! Vorrei tornare a esserlo anch'io. In ogni caso e per farla breve, in tutta la vita ho costruito qualcosa, ho cementato le basi per il futuro dei miei figli, gli ho messo un tetto sopra la testa ma ho deciso che fosse ora di pensare un poco anche a me ed a mia moglie. Mi sono informato, i social sono pieni di informazioni, la banca mi stimola ad investire fuori dal mercato di basso rischio e mantenimento per aumentare, anche di poco la resa dei miei risparmi, chiedendo però commissioni di ingresso e importi elevatissimi e senza alcuna garanzia di rendimento o se presente, proposta sul lungo periodo, a valori attorno al tre - quattro % che oggi sono decisamente buoni. Se c’è il rendimento, se gli operatori non fanno scelte sbagliate se sono solidi e affidabili, se i mercati non subiscono oscillazioni impreviste a causa delle condizioni politiche etc. etc. Se, Se. Se. Mio figlio mi mostra il trading on line, mi informa, su come funziona. Lui ci gioca con le demo presenti. Un gioco appassionante. Capisco che il rischio è elevato se operi fuori da ogni controllo professionale ma i tempi operativi sono brevi e i risultati positivi ci stanno proprio per questo motivo. Si decide il capitale da impegnare, si muove un investimento di breve periodo, da pochi minuti alla giornata. Si fanno puntate pari al dieci % del capitale depositato, ci si ferma se la perdita arriva al dieci % della puntata di investimento e si riprova con altri mercati. Quando i risultati son positivi e il capitale è incrementato del 10% questo si preleva o almeno si dovrebbe farlo, riportandolo in banca sotto forma di denaro sonante da virtuale che era. Semplice ed efficace, basta rispettare un’unica regola aurea, non muovere mai oltre il 10% del capitale. Il rischio rimane, puoi incappare in scelte sbagliate una due, anche tre volte ma prima o poi riuscirai ad imbroccare la sequenza giusta.
No papà! Non è un gioco! Non è come andare al casinò e puntare sul rosso o sul nero; bisogna studiare l’andamento, il grafico, le notizie, i segnali, le informazioni, gli indicatori. Occorre individuare le tendenze, decidere alcuni mercati e studiarli, imparare a conoscerli, sapere a cosa sono sensibili e come si comportano. I mercati salgono e scendono in modo differente l’uno dall'altro ma nulla succede per caso. Sarà! In ogni modo sono incuriosito, è una curiosità intellettuale, qualcosa di nuovo da imparare. Non ho mai resistito a questo richiamo. Accedo ad una piattaforma virtuale che mi permette di operare in modalità demo cioè facendo finta di usare soldi veri, con finalità, ti dicono, educative, informative, di addestramento come fa mio figlio. È bellissimo. Un gioco per computer affascinante, coinvolgente e anche se di soldi virtuali si tratta, il rischio fa salire l’adrenalina. Un gioco che ti prende. Ti ritrovi ad operare per ore e ore: valuta, coppia di valuta, valuta trainante, materie prime influenzate, sale, sale, compra svelto, hai 250 € il 10% dai, oscilla, oscilla, scende, decisamente scende, cavolo non si ferma, ho perso il 10%, chissenefrega, aspetto ancora un poco, cambierà no? Non cambia anzi, continua a calare, compra in calo allora, compensa la perdita: altro 10% ecco vedi, si compensano, possiamo aspettare finché non torna indietro poi chiudiamo la vendita in più e lasciamo tornare in più anche la compera. Dopo sei ore di saliscendi stai perdendo 16 € in vendita altrettanti in compera! Bisognerebbe aspettare ancora ma non possiamo controllarlo, i mercati chiudono, chissà come andrà domani. Ma dai lascialo aperto, dovrà pur decidersi e domani guardiamo da che parte si sposta, e chiudiamo quella che perde. Risultato: l’indomani si riapre alle nove pieni di speranza e curiosità. Nella mezz'ora finale, quando io ormai