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Trovare un Taxi la Vigilia di Natale Ovvero Un'Impresa Impossibile
Trovare un Taxi la Vigilia di Natale Ovvero Un'Impresa Impossibile
Trovare un Taxi la Vigilia di Natale Ovvero Un'Impresa Impossibile
E-book62 pagine46 minuti

Trovare un Taxi la Vigilia di Natale Ovvero Un'Impresa Impossibile

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Info su questo ebook

Dickens incontra Io, Robot in questa moderna rivisitazione de Il Canto di Natale.

Per poter tornare a casa la notte della Vigilia, Scrooge deve necessariamente prendere un taxi. Quando lo troverà, la corsa lo porterà a fare i conti col suo passato, il suo presente e il suo futuro. E niente sarà più come prima.

Ambientato in un'Atene dei giorni nostri, questa versione fantascientifica del classico natalizio vi farà tremare di paura e morire dalle risate.

LinguaItaliano
Data di uscita14 dic 2020
ISBN9781386218784
Trovare un Taxi la Vigilia di Natale Ovvero Un'Impresa Impossibile

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    Anteprima del libro

    Trovare un Taxi la Vigilia di Natale Ovvero Un'Impresa Impossibile - George Saoulidis

    George Saoulidis

    Trovare un Taxi la Vigilia di Natale

    Ovvero

    Un’Impresa Impossibile

    ––––––––

    Traduzione di Amigdala Pala

    Primo Atto

    Marley, tanto per cominciare, era morto. Su questo non c’era il minimo dubbio, lesse ad alta voce dalla prima pagina per poi chiudere il libro di scatto. Sbuffò e, mentre una nuvola di fiato condensato gli si andava formando davanti alla bocca, esclamò, E questa dovrebbe essere una fiaba? Ma quanto è macabra?!

    Osservò il libro che teneva in mano, un’autentica copia de Il Canto di Natale di Charles Dickens. Era soltanto una ristampa a buon mercato, di quelle prodotte in serie, ma oggigiorno era comunque un pezzo d’epoca. Marco, il suo defunto socio d’affari, gliel’aveva lasciato sulla scrivania, con tanto di dedica. Scrooge non capì mai il perché.

    Il suo nome, tra l’altro, non era nemmeno Scrooge. Era John.

    Le persone avevano semplicemente iniziato a chiamarlo così e il soprannome era diventato ufficiale. Era solo che ogni Vigilia di Natale dalla morte del suo socio, morto proprio il 24 Dicembre, ripensava a lui. Scrooge non aveva nessuna foto e nessun ricordo, solo quel vecchio libro consumato nel cassetto. Non si era mai messo a leggerlo, era troppo cupo. Quindi si limitava a tenerlo in mano, toccando la carta, riflettendo. C’è qualcosa nella struttura dei libri che affascina le persone. Lo schermo levigato e luminoso dei moderni apparecchi di lettura non ricordano assolutamente nulla di simile.

    Dall’altra parte dell’ufficio –ufficio dove si gelava- si trovava la sua assistente, Clara. Una madre sola con un bimbo, di quasi quarant’anni e in estremo bisogno di rifarsi la tinta. Sarebbe anche potuta essere attraente, se solo avesse avuto tempo per dormire, abbastanza soldi per pagare le bollette e un miracolo che le sollevasse tutte le preoccupazioni dalle spalle. Era una contabile, l’unica impiegata di Scrooge, e alla fine svolgeva lei tutte le mansioni. Come rispondere al telefono, aggiustare i vari apparecchi, rendere l’ufficio un minimo accogliente con qualche pianticella qua e là. E poi sbrigava anche la contabilità.

    Al momento era arrotolata in una coperta, che la faceva assomigliare a una specie di kebab, scossa dai brividi e col naso che colava. Il gelido ufficio era scuro, illuminato solo dalle luci di fuori, quelle colorate delle decorazioni natalizie e quelle semplici dei lampioni. Ma anche dallo schermo dei computer. Indossava guanti di lana variopinti e stava forsennatamente cliccando sul cellulare. Fermandosi di continuo per controllare qualcosa sul desktop, sospirare e ritornare al cellulare. Squillava in continuazione, con tutti gli auguri di buon Natale da e per familiari e amici lontani. I guanti di solito non funzionano sullo schermo degli smartphones, ma lei indossava quei popolarissimi guantini fatti apposta per continuare a messaggiare anche quando il freddo minaccia di segarti via le dita. Erano comunque di poco conforto nell’ufficio gelato.

    Signor Tsifoutis, è ancora bloccato, si lamentò Clara, in realtà con nessuno in particolare. 

    Il server funziona metà del tempo, il che è più che sufficiente. Di quante ore hai bisogno per inserire un paio di conti, donna? sbottò Scrooge senza guardarla.

    Ma è più di un’ora che aspetto di finire per tornare a casa. L’assistenza tecnica non risponde, devono aver finito prima perché oggi è la Vigilia. Clara si soffiò il naso. All’inizio cercava di essere discreta, quasi signorile, ma dopo anni e anni di freddi inverni in ufficio, soffiava quel naso manco fosse un corno da guerra.

    Bah! E lo chiamano servizio clienti! È la stessa identica storia ogni Natale, non si lavora da nessuna parte, sputò Scrooge fuori dai denti, lo sguardo avvelenato.   

    Le persone vogliono solo tornare a casa dalle loro famiglie, signor Tsifoutis, tentò timidamente di spiegare Clara.

    Scrooge colse la palla al balzo. "Giorni di ferie pagati! Ai miei tempi, si poteva lavorare anche quattordici ore al giorno, sette giorni su sette e non venire pagati fino a quattro mesi dopo," disse concitato, le mani che gli tremavano.

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