Last Christmas (Riverside 0.5)

Di Bianca Rita Cataldi

**Prequel della trilogia di Riverside. Il libro può essere letto anche da chi non conosce il contenuto della saga**

Riverside, Regno Unito. Sono i primi giorni di dicembre e il paese è già coperto di neve. Tra le strade e nelle piazze si respira l'aria del Natale. Amabel, ventiquattrenne pragmatica e anche piuttosto cinica, deve fare i conti non solo con un periodo dell'anno che detesta, ma anche con una recente delusione d'amore che non le permette di godere appieno neppure del calore della sua famiglia e, in particolare, dell'entusiasmo natalizio di sua nipote Magdalen. Intanto, nella Lucretius Grammar School, fervono i preparativi per il concerto d'inverno e Damian, un ragazzino di quindici anni, passa le sue giornate annoiandosi a scuola tra libri che non ha voglia di leggere e amicizie che diventano ogni giorno più ingombranti. Damian e Amabel non si sono ancora incontrati e non sanno che quello che stanno vivendo è l'ultimo Natale benedetto dalla normalità. Le loro vite stanno infatti per cambiare per sempre, trascinando nel loro vortice la loro quotidianità e quella della stessa Riverside.

Gli altri volumi della serie, tutti disponibili su Amazon in ebook:

- Riverside (Riverside #1)

- Dollhouse (Riverside #2)

- Rewind (Riverside #3)

Disponibile in cartaceo: - Riverside (La trilogia)

• Lingua: Italiano
• Editore: Bianca Rita Cataldi
• Data di uscita: 1 dic 2016
• ISBN: 9788822873064

Anteprima del libro

Bianca Rita Cataldi

Last Christmas

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Indice dei contenuti

AMABEL

1..

DAMIAN

2..

AMABEL

3..

DAMIAN

4..

EPILOGO

NOTA DELL'AUTRICE

AMABEL

1.

Quell’inverno la neve arrivò in anticipo, a Riverside. Le strade si erano ormai rivestite di un bianco sporcato a tratti dai segni delle catene delle auto e dalle impronte dei doposci di chi ancora aveva voglia di avventurarsi a piedi sotto la tempesta.

Amabel non amava particolarmente la neve e, per essere precisi, non amava neppure l’inverno in generale e men che meno il Natale. Del Natale le piacevano i dolci alla cannella, la cioccolata calda e i bastoncini di zucchero alla menta, ma si sarebbe volentieri tagliata una mano pur di non dover assistere a quella giostra di ipocrisie che era la vigilia in famiglia, al calore del caminetto acceso, con i regali impacchettati sotto l’albero e di cui tutti fingevano di non conoscere il contenuto.

Eppure quell’anno, forse per la luce che aveva intravisto sin dai primi giorni di dicembre negli occhi di Magdalen, sua nipote, qualcosa era cambiato e persino lei, la razionale Amabel, colei che non credeva nei sentimenti e nelle tradizioni, aveva sistemato una ghirlanda sulla porta d’ingresso.

Mancavano dieci giorni al Natale quando Magdalen, in una mattina piena di sole in cui la luce si riverberava contro il candore della neve in cortile e invadeva la cucina, mentre spugnava i biscotti nel caffellatte, la chiamò:

«Zia…».

Amabel, seduta a tavola di fronte alla nipote, stava sorseggiando un caffè nero bollente mentre sfogliava il quotidiano del giorno. Rita era già uscita per andare al lavoro, mentre Magdalen quel giorno non sarebbe andato a scuola per via del concerto di Natale che avrebbe tenute impegnate le sue maestre con i bambini di due anni più grandi di lei.

«Mmm?» mugugnò, senza alzare gli occhi dal giornale.

«Mi dovresti aiutare a fare una cosa per Natale» continuò la bambina, imperterrita, benché avesse capito che Amabel non la stava nemmeno ascoltando per davvero.

«Per Natale?».

«Sì». Magdalen si fermò un attimo per buttar giù un biscotto che stava annegando nel latte. «Voglio cucire un vestito per la mia bambola, così anche lei potrà essere bella il giorno di Natale».

Se Amabel non avesse avuto