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Delle cinque piaghe del canto liturgico: Trattatello sulle deviazioni nella musica di Chiesa
Delle cinque piaghe del canto liturgico: Trattatello sulle deviazioni nella musica di Chiesa
Delle cinque piaghe del canto liturgico: Trattatello sulle deviazioni nella musica di Chiesa
E-book80 pagine1 ora

Delle cinque piaghe del canto liturgico: Trattatello sulle deviazioni nella musica di Chiesa

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Info su questo ebook

Quando Antonio Rosmini nel 1848 pubblicava il suo opuscolo sulle cinque piaghe della Santa Chiesa, egli certamente intendeva mettere in risalto quali fossero le sofferenze che la Chiesa attraversava in quel dato momento storico, o perlomeno quelle che lui percepiva come tali. L'autore, una delle menti più elevate della cultura cattolica, aveva con il suo pensiero spaziato negli ambiti più diversi, anche a volte controversi, ma mai perdendo di vista il suo essere figlio della Chiesa, come viene reso più ancora evidente dall'ardore da lui dimostrato nel lavoro sulle cinque piaghe. Un lavoro in cui lui certo muoveva alcune critiche, alcune obiezioni, ma sempre tenendo di fronte a lui la maternità della Chiesa come elemento fondante del suo agire. Non è possibile anche criticare la propria madre senza cessare di amarla? Oggi ci sembra che ogni critica debba essere considerata alla stregua di un tradimento, di una mancanza imperdonabile di rispetto, di un affronto ai diritti della nostra santa religione. Ma in realtà è attraverso critiche costruttive che possiamo evolvere, correggere, modificare per il meglio.
Uno sguardo caustico ma sincero sui mali che affliggono la musica e la liturgia. Perché si può criticare quando è in gioco un bene così grande come quello della liturgia, della sua dignità, del suo decoro, anche attraverso l'uso della musica. Si può criticare, anzi in alcune circostanze, si deve.
LinguaItaliano
EditoreChorabooks
Data di uscita14 nov 2018
ISBN9789887896982
Delle cinque piaghe del canto liturgico: Trattatello sulle deviazioni nella musica di Chiesa

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    Anteprima del libro

    Delle cinque piaghe del canto liturgico - Aurelio Porfiri

    Bibliografia

    Prefazione

    Prof. Giacomo Baroffio

    Ispirato da Antonio Rosmini non solo nella scelta del titolo, ma anche nell’argomentazione di momenti particolarmente forti nell’esperienza liturgica della Chiesa cattolica, Aurelio Porfiri tratteggia con un respiro universale cinque scenari che offrono spunti di riflessione su il clericalismo, l’antropocentrismo, il sentimentalismo, il dilettantismo, l’opposizione alla Tradizione. Non si tratta di semplici e isolate deformazioni individuali nella pratica quotidiana. Ognuno di questi ambiti rivela un’intricata connessione che ormai da secoli – tanti e pochi a seconda della situazione specifica – costituiscono un sistema. Non sono errori o devianze casuali, spesso inavvertite, di singoli. Si tratta di vere piaghe che minano nel profondo la vita dell’organismo Chiesa, piaghe che si propongono, a seconda dei casi, come causa o effetto di un malessere generale.

    Il M° Porfiri non scopre nulla di nuovo, scopre una realtà ammalata che per sua natura si diffonde come un’epidemia grazie al fascino di ideologie pseudoculturali e alla non conoscenza dei fatti reali. A partire dall’aver coscienza degli aspetti fondamentali della fede cristiana: la Santissima Trinità, l’incarnazione del Verbo di D-i-o, la Chiesa fondata su Pietro e gli Apostoli, la liturgia quale azione di Cristo e del suo Corpo mistico, la Parola di vita, la grazia e il peccato, il Paradiso e l’Inferno…

    Molti guai deturpano il volto della Chiesa nella celebrazione dei misteri. Guai che si riflettono in modo macroscopico nelle azioni liturgiche e nello stato, perlopiù miserevole, della musica nella liturgia. Ma la crisi non è musicale, bensì si radica altrove, nel cuore dell’essere cristiano, cioè nella vita in Cristo. Cristo sempre al di là dei nostri orizzonti, ma pur sempre vicino al nostro cuore e alla nostra mente. Nella misura in cui è amato per essere conosciuto, è conosciuto per essere adorato, è adorato per essere in ciascuno di noi l’uomo nuovo che s’incarna in ogni persona quando si accoglie la sua grazia, il dono della redenzione, l’eredità che accomuna tutti i figli di D-i-o.

    Le cinque piaghe non esauriscono la casistica che deturpa l’armonia della liturgia. Si potrebbe scrivere un grosso volume affrontando altre situazioni pietose. Urgente è prendere coscienza di un fatto: non si può ignorare lo sfacelo attuale che rischia di abbattere l’edificio ecclesiale. Occorre iniziare dall’ambito che meglio si conosce, in cui è possibile compiere gesti concreti. Bisogna pertanto affrontare il capitolo musica nella liturgia senza illudersi di eliminare abusi e colmare lacune: quello che conta è una vita di fede animata dalla Parola, illuminata da maestri, guidata da pastori, sorretta dall’esempio dei santi.

    Introduzione

    Quando Antonio Rosmini nel 1848 pubblicava il suo opuscolo sulle cinque piaghe della Santa Chiesa, egli certamente intendeva mettere in risalto quali fossero le sofferenze che la Chiesa attraversava in quel dato momento storico, o perlomeno quelle che lui percepiva come tali. L'autore, una delle menti più elevate della cultura cattolica, aveva con il suo pensiero spaziato negli ambiti più diversi, anche a volte controversi, ma mai perdendo di vista il suo essere figlio della Chiesa, come viene reso più ancora evidente dall'ardore da lui dimostrato nel lavoro sulle cinque piaghe. Un lavoro in cui lui certo muoveva alcune critiche, alcune obiezioni, ma sempre tenendo di fronte a lui la maternità della Chiesa come elemento fondante del suo agire. Non è possibile anche criticare la propria madre senza cessare di amarla? Oggi ci sembra che ogni critica debba essere considerata alla stregua di un tradimento, di una mancanza imperdonabile di rispetto, di un affronto ai diritti della nostra santa religione. Ma in realtà è attraverso critiche costruttive che possiamo evolvere, correggere, modificare per il meglio. Se una persona cara beve troppo, non glielo dici? Sarebbe vero amore quello di tacere e lasciare la persona intossicarsi con l'alcol? A volte penso che questa è tutta una bella scusa per poter mantenere lo status quo, in modo da poter conservare certi privilegi a scapito della salvezza dell'istituzione. Forse lo pensava anche il buon Rosmini. Ma noi siamo certamente in un periodo storico di questo tipo, un periodo storico in cui si è colpiti non perché viene dimostrato che le proprie idee sono sbagliate ma malgrado la giustezza o meno delle stesse. Ecco perché si colpisce la persona e non le idee, in quanto la persona è molto più vulnerabile, come si dice, nessuno è perfetto.

    Questo lavoro, quello delle cinque piaghe, scritto in realtà 16 anni prima, si collocava in un periodo storico pieno di turbolenze per la Chiesa e per il mondo. Rosmini decideva di paragonare le sofferenze del corpo di Cristo, le piaghe, a quelle che la Chiesa stava attraversando, un coraggio critico e una parresia che gli costeranno la condanna all'indice dei libri proibiti. Ieri, come oggi, il coraggio critico non rende certo in termini di carriera, come detto sopra, anzi crea molti problemi per chi ritiene che si debba decidere di parlare chiaramente quando c'è in gioco qualcosa di molto più grande della propria traiettoria professionale, dei propri interessi personali, del proprio orticello. Plinio Corrêa de Oliveira, importante pensatore cattolico brasiliano, affermava: " Equilibrio non è la posizione di un uomo seduto pacatamente su una poltrona. Il vero equilibrio è quello del cavaliere sul suo cavallo, mentre realizza con la massima intensità tutte le sue potenzialità". Lo stesso pensatore aggiungeva con un'altra frase molto significativa:

    " Nell'egoista frustrato che sei stato, comincia a sorgere, come un giglio che nascesse dal pantano, oppure una fonte in un arenile desertico, qualcosa di nuovo. È l'amore. Non l'egoismo, che è amore esclusivistico di te stesso. Ma l'amore dei principi eterni, degli ideali folgoranti, delle cause elevate e senza macchia, che vedi risplendere nella dama ineffabile, e che cominci a volere servire. Servire, dedicare te stesso, immolare te stesso, e tutto quanto ti appartiene, ecco il nome della tua nuova felicità. Questa felicità la trovi in tutto quanto evitavi: la dedizione non ricompensata, la buona volontà incompresa, la logica derisa da ipocriti oppure ignorata da sordi volontari, il confronto con la calunnia che ora ulula come un uragano, ora agita discreti sonagli come un serpente, ora, infine, mente come una brezza tiepida e carica di miasmi fatali. Ora la tua gioia consiste nel resistere a tanta infamia, nell'avanzare, nel vincere benché ferito, rifiutato, ignorato".

    Fu certamente

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