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In una grande foresta: Le favole per chi ama la natura
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E-book165 pagine2 ore

In una grande foresta: Le favole per chi ama la natura

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Info su questo ebook

Se hai in mano questo libro, probabilmente ti ricordi quanto era piacevole ascoltare storie da bambino e, in fin dei conti, sai bene quanto ti piaccia tuttora, sebbene tu stia cercando un libro di favole per i tuoi figli. Grande era il potere di quelle narrazioni nel creare momenti magici. Tanto hai imparato da esse!
I racconti di questo libro vogliono riscoprire quel piacere e insegnare, attraverso le favole, a osservare la natura per conoscerla e amarla.
Il fiume e la goccia d'acqua, gli animali domestici e selvatici, l'ornello e le altre piante, il sole e la luna, il mare, il cielo e il vento, coinvolgono con fascino il lettore nei fenomeni della natura.
LinguaItaliano
EditoreNonno Tony
Data di uscita9 giu 2019
ISBN9788834135037
In una grande foresta: Le favole per chi ama la natura

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    Anteprima del libro

    In una grande foresta - Antonio Ranieri

    Antonio Ranieri

    In una grande foresta

    Le favole per chi ama la natura

    UUID: 33255f04-856a-11e9-b26d-bb9721ed696d

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    BIOGRAFIA DELL’AUTORE

    PREFAZIONE

    IL FIUME

    CAPPUCCETTO ROSSO E IL LUPO

    IL GRILLO, LA LUCERTOLA, IL GATTO, IL CANE E IL GHEPARDO

    IL GALLO E LA VOLPE

    LA VOLPE E IL LUPO

    IL PULCINO E LA MUCCA

    LE AVVENTURE DEL TOPOLINO LUIGINO

    IL PASSERO E IL CUCULO

    IL RICCIO LUIGINO

    IL FAGIANO E LE API

    IL CONIGLIO E LA VOLPE

    L’OCA E IL CANE

    L’OCA E IL GALLO

    L’ORNELLO

    UNA FAMIGLIA DI ROSPI

    IL NONNO E I NIPOTINI

    UNA GOCCIA D’ACQUA

    IN UNA GRANDE FORESTA Le favole per chi ama la natura

    Ai nipotini

    Sofia, Achille, Elisa e Iris

    Se hai in mano questo libro, probabilmente ti ricordi quanto era piacevole ascoltare storie da bambino e, in fin dei conti, sai bene quanto ti piaccia tuttora, sebbene tu stia cercando un libro di favole per i tuoi figli. Grande era il potere di quelle narrazioni nel creare momenti magici. Tanto hai imparato da esse!

    I racconti di questo libro vogliono riscoprire quel piacere e insegnare, attraverso le favole, a osservare la natura per conoscerla e amarla.

    Il fiume e la goccia d'acqua, gli animali domestici e selvatici, l'ornello e le altre piante, il sole e la luna, il mare, il cielo e il vento, coinvolgono con fascino il lettore nei fenomeni della natura.

    «A fine autunno, l'ornello e tutti gli altri abitanti della foresta erano pronti per affrontare un nuovo inverno e il succedersi delle stagioni.

    E così, di anno in anno, si rinnovava il miracolo della natura, sempre uguale a se stesso, perfetto e armonioso nella sua immutabilità, ma mai noioso. Una storia che vive tuttora e che, se gli uomini lo meriteranno, continuerà per molti anni ancora.»

    (L'ornello)

    Ogni pianta non appartiene al proprietario, ma a chiunque può e sa ammirarla ed è capace di gioire del dono ricevuto da Madre Natura.

    L'Autore

    BIOGRAFIA DELL’AUTORE

    Antonio Ranieri, classe 1943, nasce a Cagnano Varano, paese del Gargano, in Puglia.

    Da ragazzo inizia a lavorare nei campi di proprietà familiare, appassionandosi alla natura che lo circonda e agli animali della fattoria. Crescendo, riesce a conciliare il lavoro con lo studio fino alla laurea. La passione diventa lavoro presso il Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste e nell'Ente Regionale di Sviluppo Agricolo in Abruzzo. Conclude la carriera, come in una bella favola, in qualità di direttore della Regione Abruzzo, la regione più verde d'Europa.

    Risiede da più di cinquant'anni nella città di L'Aquila, dove ha vissuto in prima persona il tragico evento del terremoto del 6 aprile 2009. In un episodio, ne descrive alcuni tratti.

    Antonio Ranieri

    PREFAZIONE

    Se hai in mano questo libro, probabilmente ti ricordi quanto era piacevole ascoltare storie da bambino e, in fin dei conti, sai bene quanto ti piaccia tuttora, sebbene tu stia cercando un libro di favole per i tuoi figli. Grande era il potere di quelle narrazioni nel creare momenti magici. Tanto hai imparato da esse!

    Anche io ho sempre sentito molta vicinanza all'arte del raccontare e dell'ascoltare, finché la nascita dei nipoti ha fatto sì che anni di storie raccontate, di immaginazione e di esperienze nella natura si riversassero nelle pagine che seguono.

    Vedendo crescere prima i figli e poi i nipoti, ho riflettuto sulle differenze generazionali e la voglia di scrivere è venuta anche dal desiderio di raccontare come veniva visto il mondo da chi aveva la necessità di interagire con la natura.

    La mia generazione, infatti, è cresciuta senza gli strumenti disponibili oggi. Anche l'orologio era posseduto da poche persone e chi lo aveva, lo lasciava a casa quando andava a lavorare per timore che si rompesse. L'uomo della mia generazione doveva supplire alla carenza di questi strumenti con l'esperienza che si costruiva con l'osservazione dei fenomeni naturali.

    Anche senza l'orologio si doveva sapere l'ora. Bisognava imparare a conoscere il percorso del sole in ogni stagione, a orientarsi senza la bussola, a capire se il temporale fosse in arrivo o se stesse per finire. Si doveva comprendere in quale parte del cielo guardare per vedere la luna, distinguere le fasi lunari, sapere come si formano i venti locali.

    Tutte queste conoscenze sono state acquisite dalla mia generazione e fanno parte del patrimonio conservato nella memoria di ciascun individuo.

    Le nuove generazioni, superaccessoriate di strumenti tecnologici, attingono ogni informazione da queste macchine e, se ne fossero sprovviste, non saprebbero come sopperire.

    I racconti di questo libro mirano proprio a insegnare, attraverso le favole, le regole basilari dei fenomeni naturali e a far scattare il piacere di saper ammirare la natura.

    Sono racconti, o meglio, episodi di fantasia ambientati in una grande foresta e ai suoi margini.

    Il libro si apre con Il Fiume e termina con le coinvolgenti avventure di Una Goccia d’Acqua nata alla sorgente di quel fiume.

    In mezzo ci sono storie nuove e alcune prese da antiche favole, ma sviluppate in forma completamente originale e moderna.

    Gli episodi sono trattati in modo divertente e sono ricchi di stimoli per suscitare l’interesse verso distinte discipline naturalistiche. Essi, infatti, tendono a far sorgere nel lettore la gioia di saper osservare, conoscere e amare la natura. Mentre si parla di degrado sempre maggiore dell’ambiente naturale, queste storie rappresentano un atto d’amore verso la natura e l’ambiente.

    Il fiume e la goccia d'acqua, gli animali domestici e selvatici, l'ornello e le altre piante, il sole e la luna, il mare, il cielo e il vento, coinvolgono il lettore nei fenomeni della natura in maniera affascinante.

    Il volume si adatta bene all’educazione e alla crescita dei bambini e dei ragazzi, ma la sua lettura piace anche agli adulti.

    Durante l’età prescolare, gli episodi potranno essere proficuamente letti dai genitori, i quali sapranno stimolare l’interesse del bambino che comincerà a porre sempre più perché? Il lettore noterà con gioia che si è sviluppato il piacere del sapere. Infatti, sono stati inseriti appositamente degli spunti di riflessione che il bambino sottoporrà al lettore.

    Una volta che il ragazzo saprà ripercorrere da solo gli episodi, oltre ad abituarsi alla lettura divertendosi, potrà arricchire la fantasia e il suo bagaglio culturale.

    Buona lettura da nonno Tony.

    IL FIUME

    I n una grande foresta, dove c’erano tanti alberi, vivevano tanti animali. Ai piedi di una montagna, nasceva un fiume lungo lungo. Vicino alla sorgente il fiume era piccolo. Era appena nato e perciò era debole, con poca acqua, ma con molta energia, proprio come accade con i bambini. Era vivace e aveva tanta voglia di esplorare il mondo che ancora non conosceva. Si mise, quindi, a correre forte, saltellando e canticchiando. Era riuscito a fare un salto di dieci metri ed era contento.

    Ogni tanto, rallentava la corsa per guardare le piante e ammirare gli animali che gli andavano incontro per bere la sua acqua. Come è buona questa acqua! È fresca e saporita! dicevano. Così, il piccolo fiume conobbe l’ orso , il lupo , la volpe , il cinghiale , il cervo , la lince, il tasso, la lepre, il riccio . Come sono belli questi animali! esclamava, ma non poteva fermarsi perché doveva conoscere tante altre cose belle.

    Riprendeva la corsa con più velocità. I salti diventavano sempre più alti e più scendeva e più cresceva, perché ruscelli e altri piccoli fiumi gli portavano la loro acqua, felici di unirsi a lui per diventare un unico fiume, grande e forte.

    Oltre a dissetare gli animali, egli offriva il ristoro derivante dalla sua acqua all’erba e agli alberi che crescevano rigogliosi.

    Andando avanti, il fiume allargava il suo letto. Ormai, era diventato forte e non aveva più paura di fare dei salti alti anche centinaia di metri. Niente lo intimoriva. Con la sua potenza travolgeva qualsiasi ostacolo che incontrava. Era molto orgoglioso di sé.

    ***

    L a sua acqua, con il trascorrere dei giorni, diventava più fredda. L’estate era passata ed era arrivato l’ autunno . I giorni erano sempre più corti. Nel primo pomeriggio, il sole tramontava dietro la cima di una montagna e la mattina si alzava tardi, quasi a fatica. Sembrava stanco, aveva i raggi molto deboli, era pallido e illuminava poco la foresta.

    Gli alberi si erano accorti dell’autunno e sapevano che presto sarebbe arrivato il freddo dell’inverno e, con esso, anche molta neve. Si prepararono, perciò, a difendersi dal difficile periodo invernale, incominciando a ridurre la linfa alle foglie, che diventavano ogni giorno più gialle. Le foglie di alcuni alberi si coloravano di rosso, quelle di altri assumevano il grigio, altre, invece, sceglievano sfumature diverse. Tutta la foresta si era dipinta di molti colori. Era bellissima e il fiume spesso rallentava la corsa per ammirare tanta bellezza. Più tardi, le foglie caddero alleggerendo i rami che, così, avrebbero sopportato meglio il peso della neve.

    Anche gli animali incominciavano a patire il freddo. La notte tremavano e facevano fatica a prendere sonno. I più freddolosi capirono che era giunta l’ora di andare in letargo; solo così si sarebbero salvati dall’inverno. Ognuno cercò una tana: chi in una grotta e chi dentro il tronco accogliente di un grande albero. Quelli più bravi scavarono sotto la terra per avere un posto nascosto dai cespugli. Trovata o costruita la tana, ognuno portò dentro l’erba secca da utilizzare come un letto. Gli animali meno freddolosi, che sapevano di non morire di freddo, non andarono invece in letargo e utilizzarono la tana solo quando faceva troppo freddo o c’era una bufera. Se il tempo lo consentiva, uscivano per andare a mangiare quel poco che trovavano.

    Il fiume osservava tutto ciò che avveniva nella foresta. Nulla gli sfuggiva. Aveva notato che gli animali stavano dimagrendo e anche per questo era triste. Sapeva che non avrebbe visto tanti animali per molti mesi e che la foresta sarebbe diventata silenziosa e oscura.

    Fu un inverno piuttosto lungo e molto freddo. Le bufere, però, non riuscirono a far cadere gli alberi, che ormai si erano abituati agli inverni rigidi ed erano diventati forti e robusti. Solo qualche piccolo ramo si spezzò.

    Il fiume si era fatto nel contempo silenzioso. Spesso, la nebbia offuscava la sua vista e non gli consentiva di vedere oltre pochi metri. La sua acqua era molto fredda e in alcuni posti, dove ce n’era poca, era diventata ghiaccio. Gli animali non si recavano a bere la sua acqua. Il fiume soffriva, si sentiva solo, abbandonato da tutti, in mezzo a una foresta quasi disabitata, con alberi che dormivano e con animali che non si facevano vedere. Sapeva, però, che non si sarebbe dovuto fermare: non si poteva permettere di ghiacciarsi tutto. Doveva portare l'acqua al mare. Sapeva anche che questo brutto periodo sarebbe passato. Doveva resistere e, così facendo, aspettare tempi migliori.

    ***

    All'improvviso, difatti, venne una bella giornata con l’aria tiepida che accarezzava l’acqua in superficie. Il fiume gioì in silenzio, per aver capito che l’inverno stava per terminare e che la primavera si avvicinava, ma sapeva che altre giornate fredde sarebbero tornate ancora. Nei giorni successivi, infatti, si alternarono giornate fredde a giornate tiepide e con queste ultime che prendevano il sopravvento.

    Un giorno, vide passare uno stormo di anatre selvatiche che volavano verso nord. Due giorni dopo, vide una nuvola nera che si dirigeva anch’essa verso nord. La osservò con attenzione. Sperava che fosse ciò che stava pensando. La nuvola cambiava forma: diventava più chiara, si estendeva, poi si trasformava in una nuvola più piccola di un colore nero intenso. Capì che erano folaghe, perché si ricordò che l’anno precedente l’immenso stormo di questi uccelli neri, col becco e la placca frontale bianchi, si era fermato a rifocillarsi nelle acque di un suo laghetto e aspettava che le condizioni del tempo migliorassero. Il fiume emise allora un grido di gioia che rimbombò per tutta la foresta, quasi ad avvertire gli abitanti che ormai l’inverno era passato e che le anatre, le folaghe, i cigni e altri uccelli stavano tornando nei paesi del Nord, perché la primavera era in arrivo. Dopo una settimana, giunsero anche le rondini che, con il loro gaio e spensierato svolazzare per ogni dove, confermarono l’arrivo della nuova stagione.

    Con la primavera tutto cambiò nella foresta. Anche il fiume mutò aspetto. Dovette allargare l’alveo per contenere la

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