L’orgoglio di essere ITALIANI (NON razzisti)
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Anteprima del libro
L’orgoglio di essere ITALIANI (NON razzisti) - Gabriele Golean
politico)
Parlare diventa un obbligo...
scriveva Oriana Fallaci nel 2001, ed io in questi giorni di agosto del 2018 non riesco più a stare zitto.
Non avrei mai voluto scrivere queste pagine, volevo starmene fuori
a scrivere i miei libri sulla bellezza e la storia d’Italia.
Ma davvero non se ne può più.
I finti buonisti
di sinistra continuano a scrivere, parlare, farneticare che dobbiamo accogliere (tutta l’Africa, mi chiedo io?!) i 177 migranti che in questi giorni (oggi siamo il 20 agosto) sono bloccati a Catania sulla nave italiana Diciotti della Guardia Costiera dal ministro Matteo Salvini, che invece è l’unico che finalmente applica il rispetto delle leggi e dei confini, e soprattutto il rispetto degli italiani, rispetto che per anni è stato completamente dimenticato dalla sinistra.
Non si tratta di essere razzisti o di essere senza umanità.
Il fatto è, e non capisco come i sinistroidi non possano capire, scusate il gioco di parole, che l’Italia è prima di tutto degli italiani, dei nostri padri fondatori che sono morti per noi, che l’hanno difesa nelle guerre, che l’hanno costruita pezzo per pezzo rendendola sempre più bella, che ce l’hanno consegnata, malgrado tutti i difetti che volete, ricca e prosperosa.
E noi italiani, i figli e i nipoti, cosa facciamo, cosa stiamo facendo?
Lasciamo che venga invasa da orde di popolazioni che non hanno nessun rispetto delle nostre leggi, ma soprattutto non hanno nessun rispetto della nostra cultura.
Anche perché in maggioranza sono mussulmani, e vogliono imporre le loro leggi.
Allora io non ce l’ho con nessuno, ma solo in pochi articoli di giornale che ho letto ad agosto 2018 voglio farvi notare che sono loro che non vogliono integrarsi, anzi, sono loro che vogliono cambiare le nostre leggi e le nostre usanze, imponendo nel contempo le loro.
Ecco a voi un piccolo grande esempio che ho letto sul quotidiano La Stampa
di Torino il 20 agosto 2018, e poi giudicate voi.
Diecimila al Parco Dora di Torino per l’Eid Al-Adha, la festa del sacrificio
.
Oltre 10mila persone si sono radunate questa mattina sotto la tettoia di Parco Dora per celebrare la Festa del Sacrificio, una delle più importanti e sentite festività della religione musulmana.
La preghiera dell’Eid Al-Adha è stata officiata dall’imam della moschea della Pace di corso Giulio Cesare, Ahmed Haouas, che ha rivolto un pensiero alle vittime del crollo del viadotto Morandi a Genova.
Alle celebrazioni, cui hanno partecipato persone da tutto il Piemonte, è intervenuto anche l’assessore ai Diritti della Città di Torino, Marco Giusta.
Ma vi sembra normale che a Torino, 10mila persone occupino una zona di questa città, che tra l’altro è stata la capitale del Risorgimento e dell’unità nazionale, per sgozzare e sacrificare animali in base ai loro precetti religiosi?
Tra l’altro di una crudeltà immonda.
Se non lo sapete il problema non è costituito soltanto dalle uccisioni clandestine, ma anche dalla macellazione rituale
una pratica che, in forza di una deroga di legge dettata da motivi religiosi, consente l’uccisione di animali per dissanguamento (tramite rescissione della carotide), senza obbligo di stordimento preventivo.
Infatti, secondo il credo islamico, soltanto tale pratica sarebbe in grado di preservare la purezza della vittima, la cui morte avviene con una lenta e straziante agonia. Durante l’intera procedura l’animale sacrificale
resta vigile e cosciente, vivendo impotente l’esperienza della propria morte.
Ma perché non lo vanno a fare a casa loro?
Ma perché non glielo proibiamo?
Anzi, l’assessore ai Diritti (di chi??!!) di Torino ha partecipato per confermare il processo di integrazione con le altre culture.
Ma è completamente pazzo?!
Questi vogliono imporci le loro usanze medievali, crudeli e immonde, e noi, con i nostri politici, i nostri amministratori, li accogliamo e gli permettiamo tutto questo.
Per meglio illuminarvi vi riporto allora le parole di un vescovo polacco che non usa mezzi termini, ma è questo che ci vuole perché anche gli italiani si sveglino.
Dobbiamo svegliarci e ribellarci.
Monsignor Tadeusz Pieronek, vescovo e già segretario della Conferenza episcopale polacca disse testualmente in una intervista al quotidiano online cattolico.
Non escludo che possa esserci un piano per cancellare l’identità dell’Europa, collegato al flusso di migranti
.
Parole dure, dirette, contro l’islam che continua ad insanguinare l’Occidente. Altro che dialogo, altro che integrazione.
"L’Occidente, sentenzia Mons. Pieronek, da molta parte degli islamici è visto come nemico e questo abbiamo il dovere di considerarlo.
Certamente esistono islamici bravi e non violenti, e con loro dobbiamo dialogare e convivere, ma per tanti di loro eravamo e siamo infedeli da sottomettere
.
Infatti "non credo che sia corretto fare la distinzione tra Islam buono e Islam cattivo. L’Islam si basa sul Corano, un testo nel quale la violenza esiste ed è contemplata.
Semmai esistono singoli islamici buoni e cattivi come dappertutto.
Questo non elimina il mio giudizio sul Corano che è la base dell’Islam, siamo al cospetto di un libro nel quale si predica la sottomissione con la forza degli altri, tra i quali ci sono i cristiani".
Quei cristiani abbandonati anche nel loro continente, con il rischio che diventino minoranza.
"Io credo che ci sia un rischio di islamizzazione nel continente europeo, continua il religioso, una sorta di invasione insidiosa da non sottovalutare.
Mentre gli islamici pregano cinque volte al giorno e sono costanti nella loro fede, i cristiani, meglio l’Europa, ha smarrito le sue radici e non ha il coraggio di manifestare in pubblico la fede e di testimoniarla nella vita di ogni