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«Il Caffè» numero uno: Dieci Ottobre 2020
«Il Caffè» numero uno: Dieci Ottobre 2020
«Il Caffè» numero uno: Dieci Ottobre 2020
E-book53 pagine40 minuti

«Il Caffè» numero uno: Dieci Ottobre 2020

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Info su questo ebook

Rivista settimanale del 10 Ottobre 2020. Direttore: Stefano Poma.Condirettore: Federico Bini. Redattori: Suor Anna Monia Alfieri, Fabio Belgrano, Alessandro Benedetti, Isabella Bianchi, Domenico Bonaventura, Giacomo Carrus, Federico Cartelli, Vanessa Combattelli, Ferrante De Benedictis, Elisa Demartini, Nicola Galati, Amedeo Gasparini, Tommaso Giacomelli, Enrico Lentini, Vincenzo Mangione, Lucio Quinzio, Francesca Sonedda, Gerardo Verolino.Indipendenti, idealisti e cultori di un giornalismo di qualità. Così è giusto definire la redazione de «Il Caffè», più che una rivista settimanale e mensile una grande sfida editoriale. In un mondo, quello del giornalismo in continua evoluzione, due ragazzi con una grande passione per la storia e il proprio Paese, Stefano Poma e Federico Bini, assieme a una giovane e preparata squadra, hanno deciso di fondare questa rivista - che uscirà in versione cartacea e e-book sabato tre ottobre - per contribuire ad arricchire il panorama culturale italiano. Spesso ci sono ragazzi validi e competenti che non riescono a trovare spazio nelle redazioni dei vari quotidiani o settimanali, motivo per cui abbiamo deciso di offrire una piccola ma ambiziosa isola felice in cui raggruppare giovani talenti con capacità di scrittura e visione critica dei principali fatti nostrani e mondiali, dalla politica alla cultura e alle dinamiche socio-economiche. «Il Caffè» vuole essere una rivista generalista, dove appunto parleremo di tutto, ispirandoci sia in senso editoriale che giornalistico ai grandi maestri del giornalismo del Novecento, tra cui spiccano Leo Longanesi e Indro Montanelli. Maestro e allievo in un’Italia che ha smarrito la bellezza nel fare informazione con etica, obiettività e sarcasmo. Buona lettura.
LinguaItaliano
Data di uscita8 ott 2020
ISBN9791220205696
«Il Caffè» numero uno: Dieci Ottobre 2020

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    «Il Caffè» numero uno - Stefano Poma

    «Il Caffè»

    DIRETTO DA STEFANO POMA

    CONDIRETTORE FEDERICO BINI

    REDATTORI:

    Suor Anna Monia Alfieri, Fabio Belgrano, Alessandro Benedetti, Isabella Bianchi, Domenico Bonaventura, Giacomo Carrus, Federico Cartelli, Vanessa Combattelli, Ferrante De Benedictis, Elisa Demartini, Nicola Galati, Amedeo Gasparini, Tommaso Giacomelli, Enrico Lentini, Vincenzo Mangione, Lucio Quinzio, Francesca Sonedda, Gerardo Verolino

    RIVISTA SETTIMANALE, PRIMO NUMERO, 10 OTTOBRE 2020

    Sommario

    L’italiano di Stefano Poma

    L’ascesa dei governatori di Federico Bini

    Stravince De Luca, il Crozza col lanciafiamme di Gerolamo Verolino

    Perché abolire il reddito di cittadinanza di Federico Cartelli

    La scuola e il nostro futuro di Suor Anna Monia Alfieri

    Lib-lab, quando Craxi irruppe al Giornale di Montanelli di Amedeo Gasparini

    Il Covid rivoluziona la comunicazione: Trump si rifugia in Twitter? di Domenico Bonaventura

    Dieci parole ed espressioni dantesche che usiamo ancora oggi di Elisa Demartini

    La battaglia di Hampton Roads, l’alba di una nuova era di Giacomo Carrus

    Christopher Nolan, il manipolatore del tempo di Fabio Belgrano

    L’uomo custode della natura di Ferrante De Benedictis

    Versione elettronica 0,99 euro
    Versione cartacea 3,99 euro
    Tutti i diritti riservati.
    ISBN 9798693964143
    «Il Caffè» è edito dalla casa editrice L’Universale editore (www.luniversaleditore.it).
    Esce ogni sabato con tre versioni settimanali di quarantotto pagine e una mensile, a tema unico, di novantasei. Per eventuali collaborazioni o pubblicità contattare il numero +39 349 817 3189.

    L’italiano

    di Stefano Poma

    Prima dell’invenzione della stampa, avvenuta nel 1454 per opera del tipografo tedesco Gutenberg, i libri venivano minuziosamente copiati a mano, risultando rari e costosi; la cultura era, di conseguenza, un lusso. Per la quasi totalità della popolazione sapere leggere e scrivere non era né considerato necessario né utile: la loro cultura si basava sull’apprendimento per imitazione dei comportamenti sociali e delle capacità lavorative presenti nella propria comunità.

    Si cominciava molto presto, da bambini, ad aiutare gli adulti nel lavoro agricolo, artigianale e domestico, raggiungendo già dalla tenera età un’approfondita conoscenza dei mestieri che si sarebbero dovuti svolgere, meccanicamente, per tutto il resto della vita. La fantasia, la libertà di pensiero era fatalmente abolita: la cultura veniva tramandata attraverso la tradizione orale dei cantastorie, la quale garantiva la trasmissione, di generazione in generazione, di leggende popolari e di poemi epici.

    I cambiamenti intervenuti dall’età premoderna in poi, hanno sconvolto l’equilibrio tradizionale delle cose fatte in casa; l’alfabetizzazione, nei Paesi industrializzati, si è estesa a gran parte della popolazione. Ed ecco arrivare i librai, le case editrici, i giornali a larga diffusione, Giuseppe Pomba, Giovan Pietro Viesseux e l’editore genovese Emilio Beuf. Ecco arrivare gli scrittori, gli intellettuali, i giornalisti, i lettori; ecco nascere un nuovo mercato: ecco che l’uomo dal lavoro contadino, dai campi, dalla carpenteria, passa a quello della penna.

    Ma è un passaggio molto labile: l’atteggiamento è lo stesso, si coltivano allo stesso modo cultura e carciofi. Il concime è sempre lo stesso, quello della tradizione, delle antiche leggende e dei poemi epici. Si produce il prodotto nella speranza di venderlo, ripiegando sui gusti dei potenziali acquirenti, evitando di preparare in cucina una nuova pietanza, un nuovo piatto frutto della propria fantasia. Così l’intellettuale perde la propria libertà, la propria autonomia, la propria indipendenza, in cambio di una penna che traccia inchiostro in modo meccanico, figlio della imitazione e della tradizione collettiva, tramandata come la cultura della vendemmia da una generazione all’altra.

    In una società in cui l’apparenza, l’arruffio, la superficialità hanno preso il posto della cultura, avere una cultura è un peso insostenibile; l’evoluzione editoriale avuta con Gutenberg si ferma

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