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One Of A Kind: L'uomo che scoprì il futuro
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One Of A Kind: L'uomo che scoprì il futuro
E-book114 pagine1 ora

One Of A Kind: L'uomo che scoprì il futuro

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Info su questo ebook

"all'età di 23 anni valevo più di un milione di dollari, a 24 più di 10 milioni e a 25 più di 100, ma non mi pareva una cosa così importante, dato che non l'ho mai fatto per i soldi"
I cambiamenti e le innovazioni più importanti di Steve Jobs

 
LinguaItaliano
Data di uscita16 ago 2019
ISBN9788834172025
One Of A Kind: L'uomo che scoprì il futuro

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    Anteprima del libro

    One Of A Kind - Davide C. Monticelli

    FILM

    INTRODUZIONE

    Steven Paul Jobs, nasce a San Francisco il 24 febbraio 1955, viene dato in adozione a pochi giorni dalla nascita, con la nuova famiglia si trasferì a Mountain View, cittadina della campagna californiana, lì dove pochi anni più tardi sarebbe sorta la Silicon Valley.

    I suoi genitori naturali avevano posto come condizione per l'adozione che frequentasse l'università, ma Steve abbandonò il Reed College, in Oregon, già dopo il primo semestre, anche se in seguito avrebbe continuato a frequentare i corsi a cui era interessato …

    Lavorò per un breve periodo alla Atari, una tra le prime aziende produttrici di videogiochi, con i soldi guadagnati intraprese un viaggio in India alla ricerca dell'illuminazione, viaggio che contribuirà alla sua ispirazione spirituale. Al ritorno cominciò a frequentare Steve Wozniak, e il 1 aprile 1976 Steve Jobs e Steve Wozniak fondano la Apple Computer Inc., dopo avere messo a punto il progetto del primo computer nel garage della casa di Jobs. Assieme creano Apple I. In seguito cavalcando l’onda del successo la Apple lancia Macintosh, una macchina con una tastiera, all-in-one, riconosciuto come il prodotto che rivoluzionò l’industria dei personal computer.

    all'età di 23 anni valevo più di un milione di dollari, a 24 più di 10 milioni e a 25 più di 100, ma non mi pareva una cosa così importante, dato che non l'ho mai fatto per i soldi

    Creare una tecnologia semplice da usare per il più ampio numero possibile di persone, era l’obbiettivo principale.

    In seguito ad una lunga disputa con gli altri dirigenti dell’azienda da lui fondata, viene estromesso nel 1985, e deciso a vendicarsi del torto, crea subito una nuova azienda, la NeXT, mantenendo nel frattempo in vita, per una decina di anni, una società di grafica computerizzata, acquistata da George Lucas, il creatore di Guerre Stellari. L’azienda viene ribattezzata PIXAR, Jobs ci rimette di tasca propria 60 milioni di dollari, anche se successivamente vede sfornare una serie di successi… tra cui alcune delle più famose pellicole di animazione, interamente prodotte al computer, come Toy Story, A Bug’s Life, Monsters, Alla ricerca di Nemo.

    Mentre con la NeXT non riusciva a decollare, infatti in seguito a problemi finanziari venne comprata da Apple, che navigava anche lei in cattive acque. Jobs rientra a casa madre come amministratore delegato, portando con se il software sviluppato alla NeXT, che divenne la base del software Mac Os X e nel 1998 sotto la sua direzione, Apple lancia l’iMac. In seguito ci furono soltanto successi nel 2001 l’ iPod stravolge il mercato della musica promuovendo l’idea delle «1000 canzoni nella tua tasca» e nel 2003 Apple lancia il negozio di musica on-line iTunes Music Store, che vende 200.000 canzoni per 99 centesimi l’una. Fino ad arrivare ai giorni nostri dove ormai tutti sentono parlare di iPhone e iPad, tutto ciò è stato ideato da una sola società, e da un uomo che ha cambiato il modo di pensare.

    CAPITOLO 1

    Stay Angry Stay Foolish

    Il suo discorso a Stanford è uno dei più forti rivolti, nel nostro tempo, alle giovani generazioni, uno sprone a non smettere mai di sognare, a cercare di far diventare realtà questi sogni, a non smettere mai di parlare di futuro.

    (Discorso pronunciato da Steve Jobs, CEO di Apple e della Pixar, il 12 giugno 2005, in occasione della cerimonia annuale per il conferimento delle lauree a Stanford.)

    "È per me un onore essere qui con voi, oggi, alle vostre lauree in una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. Anzi, per essere onesto, questa è l’esperienza più vicina ad una laurea che mi sia mai capitata. Oggi voglio raccontarvi tre storie della mia vita. Tutto qui, niente di eccezionale: solo tre storie.

    Da questa piccola introduzione al suo discorso, si può notare la sua modestia e la sua grande capacità di comunicare, utilizzando poche semplici parole per aprire uno dei discorsi che rimarrà nella storia…

    Prima storia:

    unire i puntini

    Lasciai il Reed College dopo il primo semestre, ma continuai a frequentare in maniera ufficiosa per circa 18 mesi prima di abbandonare definitivamente. Perché mollai?

    Tutto cominciò prima che nascessi. Mia madre biologica era una giovane studentessa di college non sposata e decise di darmi in adozione. Credeva fortemente che avrei dovuto essere cresciuto da persone laureate e fece in modo che tutto fosse organizzato per farmi adottare alla nascita da un avvocato e da sua moglie. Quando arrivai al mando, però, loro decisero all’ultimo minuto che preferivano una bambina. Così i miei genitori, che erano in lista d’attesa, ricevettero una chiamata nel bel mezzo della notte: C’è un bambino, un maschietto, non previsto. Lo volete?. Loro risposero: Certamente. Solo dopo, mia madre biologica scoprì che mia madre non si era mai laureata e che mio padre non aveva neanche finito il liceo. Rifiutò di firmare le ultime carte per l’adozione. Accettò di farlo mesi dopo, solo quando i miei genitori promisero formalmente che un giorno io sarei andato al college.

    Diciassette anni dopo andai al college. Ma ingenuamente ne scelsi uno costoso tanto quanto Stanford e tutti i risparmi dei miei genitori finirono nelle tasse universitarie. Dopo sei mesi, non riuscivo a vederci nessuna vera opportunità. Non avevo idea di quello che avrei voluto fare della mia vita e non vedevo come il college potesse aiutarmi a capirlo. Eppure ero là, a spendere tutti quei soldi che i miei genitori avevano messo da parte lavorando una vita intera. Così decisi di mollare e avere fiducia che tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi. Era piuttosto spaventoso all’epoca, ma guardandomi indietro è stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Nell’attimo stesso in cui abbandonai il college, smisi di seguire i corsi che non mi entusiasmavano e cominciai invece a frequentare quelli che trovavo più interessanti.

    Non fu tutto rose e fiori. Non avevo più una camera nel dormitorio ed ero costretto a dormire sul pavimento delle camere dei miei amici. Riportavo al negozio le bottiglie di Coca Cola vuote per avere i cinque centesimi di deposito e poter comprare da mangiare. E tutte le domeniche camminavo per sette miglia attraverso la città per avere finalmente l’unico buon pasto della settimana all’Hare Krishna. Adoravo tutto questo. E quello che trovai seguendo la mia curiosità e la mia intuizione risultò, solo dopo, essere senza prezzo.

    Vi faccio subito un esempio. Il Reed College all’epoca offriva probabilmente la migliore formazione del Paese in calligrafia. In tutto il campus ogni poster, ogni etichetta, ogni cartello era scritto a mano con grafie bellissime. Dato che avevo mollato i corsi ufficiali, decisi che avrei seguito il corso di calligrafia per imparare a scrivere così. Fu lì che imparai i caratteri serif e sans serif, la differenza tra gli spazi che dividono le differenti combinazioni di lettere, quello che rende eccezionale un’eccezionale stampa tipografica. Era bello, storico, artistico e

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