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Davanti al caminetto
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E-book135 pagine1 ora

Davanti al caminetto

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Il caminetto, simbolo del calore e dell’intimità familiare, è stato fino a pochi decenni fa il centro della vita domestica: attorno ad esso prima che sopraggiungesse la televisione si raccoglieva tutta la famiglia al termine della giornata, per conversare, discutere, fare progetti per l’avvenire… Il profumo e il rumore della legna che arde hanno il potere di evocare nell’autrice momenti lontani, sensazioni di un passato mai dimenticato che inteneriscono il cuore. Si intrecciano così i ricordi dell’infanzia, trascorsa tra le campagne della Ciociaria, a quelli dell’adolescenza, dei primi amori fino ad arrivare alle tappe fondamentali della sua esistenza, alle sfide vinte contro ogni ostacolo, alle domande ancora in attesa di risposta… Davanti al caminetto racconta con linguaggio semplice e diretto alternando narrativa e poesia – scene di vita quotidiana, capaci di suscitare emozioni forti e preziose riflessioni sul presente.
 
Saveria Di Ruzza è nata e cresciuta a Castrocielo (FR), in una contrada detta Strada Romana, in cui ha costruito un casolare e trascorre le sue vacanze. Laureata in Pedagogia presso La Sapienza di Roma, ha insegnato nella scuola elementare per 21 anni; poi, diventata Dirigente Scolastico, si è trasferita a Milano, dove è rimasta un anno. Successivamente ha prestato servizio a Civita Castellana (VT) e quindi a Roma, dalla periferia di Finocchio alla Roma di Via Veneto e Cinecittà. A Roma ha fatto parte di numerose commissioni di concorso e si è dedicata a tante esperienze connesse al mondo della scuola, la sua grande passione. Nel 2008 ha lasciato il suo mondo scolastico e si è rifugiata in quello degli affetti familiari, dedicandosi soprattutto ai nipoti, alla madre e al fratello. Per loro ha cominciato a scrivere le prime fiabe e filastrocche e a loro sono rivolti tutti i suoi scritti, pieni di amore e di nostalgia per il suo mondo rurale e per i valori veri della vita. E per loro si firma nonna Silvana. Ha già pubblicato Il casolare incantato (2010, Ludedizioni).
LinguaItaliano
Data di uscita30 apr 2019
ISBN9788862067171
Davanti al caminetto

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    Anteprima del libro

    Davanti al caminetto - Saveria Di Ruzza

    Presentazione

    Non è facile per me esprimere la gamma di emozioni provate nel leggere quest’ultima opera della Dott.ssa Saveria Di Ruzza. Tali e tanti sono i sentimenti che scaturiscono da queste pagine intrise di poesia vera, frutto di un atto di amore sincero che si rimane confusi, storditi, ammirati. Ritornano prepotentemente nella mia mente le emozioni suscitate dai racconti appassionati con cui mia madre amava narrare, quando ero bambino, i momenti più significativi della sua infanzia vissuta in un dopoguerra avaro di gioie e costellato di sacrifici. Un mondo duro dove l’amore per la famiglia, la dignità, il desiderio di riscatto e la speranza rappresentavano tuttavia dei valori imprescindibili. Pagine di poesia intensa ma sincera, accompagnano il lettore lungo un viaggio attraverso i sentimenti di una donna che, cresciuta in ambiente semplice ma denso di valori autentici, ha perseguito e raggiunto con sacrificio e tenace passione i propri obiettivi umani e professionali. I dolci ricordi dell’infanzia trascorsa nell’amato paese natale, le liriche dettate da momenti significativi della vita o da particolari avvenimenti di cronaca, le delicate fiabe sapientemente sospese tra reale a e irreale sono gli strumenti abilmente utilizzati dall’autrice per tratteggiare momenti di vera poesia da cui emergono i desideri, i sogni, le emozioni, le aspirazioni, gli sfoghi sinceri, le speranze di chi ha sempre vissuto e vive pienamente e con generosità il ruolo di figlia, madre, sorella, moglie o nonna. Il tema dell’amore per la famiglia si materializza nella figura ricorrente del focolare domestico, testimone muto della vita quotidiana e cuore pulsante della casa. Metafora potente della famiglia perché punto d’incontro da cui si irraggiano il calore fisico del fuoco e il calore interiore degli affetti. Il focolare luogo privilegiato dove confidarsi, raccontare storie, trasmettere la propria saggezza, vivere emozioni. Il focolare domestico, simbolo della famiglia patriarcale. Una famiglia diversa da quella attuale dove i nonni non erano dei semplici babysitter o factotum al servizio di genitori sempre indaffarati ma, in quanto testimoni orgogliosi di una saggezza genuina e profonda, educavano, confortavano, proteggevano i nipoti, raccontavano storie antiche, forse ingenue ma sempre affascinanti che restavano impresse nella mente e nei cuori di quei nipotini che una volta diventati a loro volta nonni, continuavano a trasmettere con passione alle generazioni successive. I giovani lettori, figli di una società demotivata e senza sogni, troveranno inoltre in questo straordinario viaggio poetico la testimonianza autentica di quanto la speranza e l’ottimismo siano necessari anche nei momenti più bui. La vita è un eterno divenire dove soprattutto le difficoltà rappresentano i momenti di crescita e la speranza nel futuro è determinante poiché rappresenta l’unico appiglio per ripartire e ritrovare il vigore necessario per affrontare la vita. Una forza interiore che si rinnova quotidianamente alimentata dall’intima e inesauribile necessità di continuare ad amare i propri cari nonostante tutto. Con questa sua opera la Dott.ssa Di Ruzza si è ribellata alla inesorabile malvagità del tempo che tutto travolge e cancella fissando luoghi, affetti, emozioni e sentimenti in pagine struggenti dove eleganti ma vivaci acquerelli poetici rievocano un passato custodito gelosamente che merita di essere salvato dall’oblio. Ricordare per non dimenticare, trovare nelle proprie radici la linfa per alimentare il futuro, questo è il vero scopo del libro, un dono sincero ma prezioso per tutti i fortunati lettori, per i propri cari, ma soprattutto per gli adorati nipoti che, al momento opportuno, troveranno in queste pagine la traccia di un amore antico ma profondo.

    Massimiliano Germani

    Premessa

    Sono nata e cresciuta in un casolare di campagna in un paesino ciociaro, Castrocielo, nella contrada Strada Romana, dove ancora trascorro i miei fine settimana e le mie vacanze.

    Nel mondo rurale ogni casa colonica un tempo aveva una enorme cucina con un caminetto grande che serviva per tutti gli usi domestici. Esso occupava una parete intera e costituiva l’elemento simbolo dell’ agiatezza della famiglia: più esso era grande, più la famiglia era benestante.

    Nelle pignatte di coccio si cuocevano fagioli e verdure per gustose zuppe; sulle fornacelle nel tegame di coccio si faceva pippiare per ore il sugo; sul treppiedi nel paiolo di rame si cuocevano pasta, gnocchi, polenta preparati in casa con le farine macinate prodotte direttamente nei campi.

    Al fianco del caminetto si facevano lievitare il pane e i dolci della nonna. Davanti ad esso si preparavano salsicce, prosciutti, lardo, strutto quando si ammazzava il maiale in casa e si faceva una grande festa che culminava nella tradizionale padellaccia con carne tagliata a pezzi, rosolata e cotta con l’olio d’oliva della casa e contornata da abbondanti patate e peperoni sottaceto.

    Il tutto annaffiato da vino rosso novello della casa.

    In ogni occasione la famiglia si ritrovava a consolarsi o a gioire, allargando il palmo delle mani protese verso la fiamma che saliva lungo la cappa verso il comignolo e verso il cielo.

    Davanti a esso si dialogava, discuteva, decideva, condividevano gioie e dolori propri e dei vicini di casa, quando fuori pioveva o faceva freddo e non si poteva lavorare nei campi.

    Si commentavano l’abbondanza o la scarsità del raccolto (di grano, uva, mais), si prevedevano le spese necessarie e, tra queste, anche quelle dei libri e del nostro anno scolastico.

    Lo spazio antistante il caminetto era il salotto di allora e lì si ricevevano amici e conoscenti per scambiarsi opinioni, idee, consigli.

    Sul grande camino della cucina mia troneggiava un boccale di rosso fragolino che mio nonno sorseggiava a tutte le ore da solo o con gli ospiti (mentre nonna Francesca lo richiamava ai suoi lavori invano).

    Davanti a quel caminetto, da bambina, ho ascoltato

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