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Guida pratica all’utilizzo del Triage Psichiatrico Territoriale (TPT)
Guida pratica all’utilizzo del Triage Psichiatrico Territoriale (TPT)
Guida pratica all’utilizzo del Triage Psichiatrico Territoriale (TPT)
E-book73 pagine47 minuti

Guida pratica all’utilizzo del Triage Psichiatrico Territoriale (TPT)

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Lo strumento organizzativo del Triage Psichiatrico Territoriale (TPT), si rivolge a medici e infermieri dei servizi territoriali di salute mentale; si è rivelato utile, negli anni di sperimentazione, sia per definire criteri oggettivi di priorità di accesso, in urgenza, di pazienti noti ai servizi, sia per misurare le attività, spesso poco o per nulla quantificate, che medici e infermieri dedicano agli interventi non programmati.
LinguaItaliano
Data di uscita13 dic 2019
ISBN9788831649261
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    Anteprima del libro

    Guida pratica all’utilizzo del Triage Psichiatrico Territoriale (TPT) - Giovanni Spaccapeli

    633/1941.

    Prefazione

    La necessità di uno strumento operativo ed organizzativo, com’è il Triage Psichiatrico Territoriale, non risiede, come molti potrebbero pensare, nel bisogno di catalogare rapidamente gli accessi ai Servizi di Salute Mentale, quasi come se questi fossero dei Pronto Soccorsi presi d’assalto da una gran moltitudine di bisognosi.

    Nonostante l’uso del termine Triage, preso in prestito proprio dagli ambienti dell’Emergenza/Urgenza, lo strumento che proponiamo in questo pratico manuale si propone un diverso obiettivo: dimostrare, oggettivandole, un discreto numero di azioni clinico-assistenziali che altrimenti si perderebbero nel dimenticatoio.

    Azioni clinico-assistenziali che, invece, hanno un grande valore epidemiologico (oltre che anamnestico), poiché raccontano ciò che del paziente non si racconta, ovvero di piccole richieste quotidiane, di bisogni inespressi, di reiterate istanze, di quotidiani accessi al Centro di Salute Mentale che poi finiamo per considerare noiose e ridondanti, inutili questue che il paziente in carico ai Servizi Psichiatrici continua a riproporre agli operatori, spesso per dare risposta unicamente ad un unico, grande bisogno, ovvero quello di esistere.

    Tuttavia, tra le maglie di questi frequenti accessi ai Servizi Territoriali di Salute Mentale si nasconde, sovente, anche un vero bisogno sanitario, che sia clinico o assistenziale, ed ecco che lo strumento del Triage Psichiatrico Territoriale assolve, in questo modo, anche ad un’altra funzione, importantissima, cioè quella di intercettare l’urgenza o l’emergenza sanitaria e per questa funzione ecco che tornano utili anche i codici di priorità, affinché si possa dare, a quel bisogno, la giusta risposta nei giusti tempi.

    Siamo convinti, quindi, che lo strumento del Triage Psichiatrico Territoriale, una scheda di valutazione apparentemente semplice, possa prestarsi a diversi utilizzi, aprendosi a studi ed analisi di varia natura, sia epidemiologica, sia clinica, sia assistenziale, sia organizzativa.

    Gli autori

    Introduzione

    Il Triage rappresenta, ormai da diversi anni, un modello operativo molto noto nell’ambito dell’emergenza-urgenza, sia intra sia extra ospedaliero, che permette la valutazione delle priorità clinico-assistenziali in ogni ambito operativo sia di base sia specialistico.

    Tale valutazione consiste nello stabilire un ordine di accesso agli interventi sanitari, molto spesso alla visita medica, ponderato sulla gravità dei sintomi accusati (Gruppo Formazione Triage - GFT).

    Tale metodologia è utilizzata all’interno dei Dipartimenti di urgenza-emergenza sin dagli anni 70, mentre nell’ambito della Salute Mentale la gestione delle emergenze-urgenza è stata affrontata con approcci organizzativi piuttosto empirici.

    Sempre all’interno della Salute Mentale, ma a livello territoriale, l’obiettivo del Triage, che potrebbe a prima vista essere fuori luogo, è invece il medesimo, ovvero: determinare quali pazienti sono più bisognosi di cure nell’immediato, rispetto ad altri che per la loro condizione psico-fisica possono, invece, attendere.

    All’interno della moltitudine dei pazienti in carico ai servizi territoriali di Salute Mentale, ovviamente, più la persona è nota e maggiormente si riescono a decodificare, e quindi valutare, le espressioni di patologia.

    Nel 2004 in Lombardia, il Piano Regionale Triennale per la Salute Mentale sancì che la gestione delle urgenze psichiatriche non era più considerabile solo di esclusivo interesse ospedaliero ma, anche e soprattutto, di interesse territoriale, tutto ciò anche con il fine di ridurre gli accessi impropri nei Pronto Soccorsi.

    La prima revisione della letteratura condotta nel 2005 e quella successiva del marzo 2013 restituirono che, a livello internazionale, esistono strumenti che consentono agli enti sanitari di gestire e oggettivare l’urgenza in ambito di Salute Mentale, ma non in Italia, ad eccezione del Triage Psichiatrico Territoriale (TPT).

    Le maggiori evidenze riscontrate si concentrano, geograficamente, in Australia, per la presenza di ben tre scale: l’Australian Triage Scale (ATS) che, da una ricerca condotta nel 2008 (Creaton et al.) si è dimostrata inefficace e, quindi, non più utilizzata; la Mental Health Triage Scale (MHTS), derivata da modifiche della precedente (Broadbent et al., 2002; Broadbent et al., 2007), e la Crisis Triage Rating Scale (CTRS) (Brooker et al., 2007).

    Nel 2006, presso il Centro Psico Sociale di Monza, per motivi diversi, nessuno degli strumenti internazionali poc’anzi citati, è risultato utilizzabile e, a causa della mancanza di strumenti validati in lingua italiana, si rese necessario procedere alla strutturazione di uno strumento

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