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La Medicina Naturale e la Riabilitazione Funzionale: Proposta di un protocollo integrato nelle problematiche muscolo-scheletriche Metodo Barbarisi C.1 Livello
La Medicina Naturale e la Riabilitazione Funzionale: Proposta di un protocollo integrato nelle problematiche muscolo-scheletriche Metodo Barbarisi C.1 Livello
La Medicina Naturale e la Riabilitazione Funzionale: Proposta di un protocollo integrato nelle problematiche muscolo-scheletriche Metodo Barbarisi C.1 Livello
E-book254 pagine2 ore

La Medicina Naturale e la Riabilitazione Funzionale: Proposta di un protocollo integrato nelle problematiche muscolo-scheletriche Metodo Barbarisi C.1 Livello

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Il libro si pone l’obiettivo di sensibilizzare in particolar modo i professionisti che si occupano di salute, sul possibile utilizzo della medicina naturale/complementare nel campo sanitario offrendo gli strumenti operativi per poter realizzare protocolli integrati specificamente nella riabilitazione funzionale e nei soggetti che presentano problematiche muscolo-scheletriche.
Nella prima parte (di ambito generale) accessibile anche ad un pubblico neofita dopo aver tracciato il profilo ideale della persona in “buona salute” secondo l’OMS, ed aver compreso i nuovi sistemi di classificazione della disabilità, si prosegue con l’inquadramento delle discipline naturali nei principi essenziali che sono alla base di tali discipline (fisica classica, biofisica e così via) per comprendere come si possa creare quel parallelismo e ricercare quei punti di contatto per instaurare un confronto nell’ottica dell’integrazione con la medicina allopatica.
Mentre, nella seconda parte prettamente specialistica, si esamina e si propone l’utilizzo della medicina integrata con lo sviluppo di un protocollo integrato proponendo obiettivi e realizzando risultati considerevoli nelle problematiche muscoloscheletriche in termini di efficienza con la dimostrazione dei risultati ottenuti.
Gli argomenti descritti possono risultare un punto di partenza nel panorama delle    medicine naturali e quindi essere un momento di confronto sull’ utilizzo di una possibile integrazione non soltanto con le discipline naturali cosiddette “medico-sanitarie” (agopuntura, antroposofica, altro) ma anche con le altre discipline (riflessologia, iridologia, tui-na, fisiognomica, altro) con lo scopo di dare certezza e riscontro vantaggioso in termini di costi-benefici.
LinguaItaliano
Data di uscita20 giu 2022
ISBN9788869829567
La Medicina Naturale e la Riabilitazione Funzionale: Proposta di un protocollo integrato nelle problematiche muscolo-scheletriche Metodo Barbarisi C.1 Livello

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    Anteprima del libro

    La Medicina Naturale e la Riabilitazione Funzionale - Carmine Barbarisi

    PREMESSA

    ¹

    L’uomo nella sua evoluzione filogenetica ha condiviso (all’interno dell’ecosistema) la propria esistenza con la natura (come gli antichi orientali che definirono il microcosmo all’interno del macrocosmo).

    La natura ha realizzato un ambiente congeniale dove poter sviluppare e crescere in armonia, infatti, l’uomo, per curarsi, ma soprattutto per vivere in salute, ha utilizzato fino a circa il 1800, prima dell’avvento della chirurgia e della farmacologia, i rimedi e le piante e tutto ciò che la natura spontaneamente gli offriva, sperimentandone in modo empirico l’efficacia dei principi salutistici.

    Un ambiente ideale ha permesso uno sviluppo adeguato alle esigenze degli essere viventi, inoltre molti processi fisiologici sono legati a meccanismi che seguono le leggi della fisica, citeremo, ad esempio, la conduzione dello stimolo neuromotorio che avviene per mezzo degli impulsi elettrofisiologici, o gli scambi ionici tra liquido intra ed extracellulare per mezzo della diffusione, oppure l’importante produzione dei CEM "Campi Elettro Magnetici" nei processi di riparazione e consolidamento della matrice ossea.

    In ogni caso tra l’uomo e la natura si è instaurato un rapporto di convivenza e di reciprocità che risulta indispensabile per la sopravvivenza di entrambi.

    Lo scambio si realizza sia per le proprietà degli elementi presenti in natura: la luce, il sole, le piante, l’acqua; In grado di produrre, generare e sviluppare energie utilizzate dall’uomo, ad esempio: termica, elettrica, acustica, per la psicologia della comunicazione attraverso il linguaggio del corpo, etc.

    Tutto serve a creare le condizioni ottimali per un obiettivo comune di benessere e salute, dove la natura dispone dei mezzi, mentre l’uomo produce e organizza gli strumenti per soddisfare le proprie esigenze e i suoi bisogni.

    In generale, alla base della relazione uomo-natura vi sono meccanismi fisio-bio-energetici che diventano la forma più semplice e naturale di ricezione e trasmissione con lo scopo principale di evocare informazioni di diverso contenuto.

    I recettori (i corpuscoli del Pacini, gli otoliti dell’endolinfa, i coni e bastoncelli etc.) dislocati su varie zone del corpo ed in zone riflesse: viso, piedi, mani, orecchie, occhi, etc¹.

    Essi hanno il compito di ricevere stimoli provenienti principalmente dal mondo esterno e le strutture anatomo-funzionali (canali sensitivo-sensoriali, gangli linfatici, percorsi neurovegetativi ecc...) veicolano le informazioni in entrata input fino ai centri nervosi (Sistema Nervoso Centrale e Periferico, Sistema Nervoso Vegetativo, ecc...) che elaborano e decodificano (sensibilità somato-percettiva e somato-viscerale) il messaggio e rimandano l’informazione in periferia agli organi effettori (muscoli, ghiandole, ecc...).

    INTRODUZIONE

    ²

    I recenti piani sanitari nazionali e regionali pongono sempre più attenzione ai bisogni di salute del cittadino, ma in definitiva, cosa significa essere in buona salute?

    L’Organizzazione Mondiale della Sanità, definisce lo stato di salute; come il benessere psico-fisico in relazione all’ambiente ed a molteplici fattori che ne condizionano il perdurare.

    Gli esseri viventi ed in particolare l’uomo, in natura trova ciò di cui necessita per soddisfare le proprie esigenze ed i propri bisogni, attraverso azioni che comportano lo svolgimento delle attività di vita quotidiana con buoni livelli di autonomia.

    Il percorso esistenziale nell’individuo genera bisogni di diversa natura da quelli primordiali connessi alla stessa esistenza (bere, mangiare, etc.), ad altri invece legati al contesto familiare, ambientale i quali assicurano una fattiva partecipazione sociale e relazionale (cammino, fare le scale, vestirsi, svestirsi).

    Entrambi i tipi di bisogno hanno come obiettivo l’indipendenza negli atti della vita quotidiana.

    Oggi è sempre più frequente, nei soggetti affetti da patologia che comportano disabilità di vario grado, il ricorso nel trattamento curativo e terapeutico, a tecniche e metodiche naturali, più precisamente complementari, nel senso letterale del termine.

    Tale definizione è utilizzata in quanto le stesse, attualmente, non sono contemplate nei prontuari terapeutici, nelle cure riconosciute per adesso dalla medicina ufficiale.

    Il mondo accademico preferisce avere un atteggiamento difensivo e pessimistico rispetto all’utilizzo di tali metodiche, anche se, prima di disconoscere a priori qualsiasi effetto sulle disfunzioni ed in particolare sulle problematiche muscoloscheletriche, andrebbero almeno analizzati i contenuti ed i risultati sperimentati e prodotti su tali affezioni.

    Quanto detto dovrebbe portare ad una riflessione del tipo: "Quanti e Quali trattamenti tradizionali possono giovarsi dell’aiuto e del supporto di tecniche complementari, tali da indurre delle modifiche sostanziali sul piano dell’autonomia del paziente, migliorando la qualità di vita dello stesso?"

    Quindi, per essere certi bisogna, analizzare proposte, contenuti e risultati in termini di efficacia e dotare gli operatori sanitari di strumenti idonei a perseguire tali obiettivi in modo da favorire processi organizzativi dei servizi sanitari che va verso quest’orientamento.

    Il produrre attività professionalizzanti apporta un contributo notevole nel migliorare l’assistenza sanitaria, ponendo l’accento su servizi essenziali per dare risposte concrete e con maggiore immediatezza ai bisogni del cittadino in termini di salute.

    Quindi l’obiettivo principale potrebbe essere quello di valutare l’utilità di tali metodiche e verificare l’efficacia di una possibile integrazione con le tecniche tradizionali, mettendola in relazione ai diversi protocolli esistenti, per capire in quali patologie è possibile l’uso integrato.

    CAPITOLO 1: L’ANALISI DEI BISOGNI: Il bisogno di salute³

    1.1 I cittadini chiedono un’assistenza sanitaria su misura.

    La domanda di salute del cittadino oggi, più di prima, è sempre più orientata verso soluzioni connotate dall’impiego di metodiche ad alto contenuto tecnologico con un elevato grado di personalizzazione.

    Quindi, dare risposte concrete diventa impegnativo e molto dispendioso in termini di risorse umane, strumentali ed economiche, poiché impegna il SSN in una mobilizzazione di risorse sempre più crescente per adeguare le risposte in termini di salute, pur sapendo che esistono carenze strutturali per le risorse destinate al Servizio Sanitario Nazionale con cui confrontarsi quotidianamente.

    L’OCSE in un recente rapporto declara tra i principali indirizzi delle politiche sanitarie europee, i seguenti:

    Aumento della flessibilità e crescita economica con responsabilizzazione del livello locale;

    Aumentodell’efficienzaedellaqualitàdeiservizi,ancheinconsiderazionedellapresenzadelprivato accreditato;

    Maggioreresponsabilizzazionedelcittadinorispettoalbilanciosalute-costi;

    Attenzioneall’indicedisoddisfazioneespressodaicittadini;

    Utilizzodelleevidenzescientifiche.

    Gli ultimi tre punti ormai dovrebbero essere inseriti in tutti i processi organizzativi ed in special modo nell’area della riabilitazione, tentativo proposto con la stesura del protocollo integrato.

    Le indicazioni seppur datate ma sempre attuali, nel rapporto Healthcast 2010: smaller world, bigger expectations, sono frutto di uno studio condotto nei principali paesi europei (Canada, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Australia) sul futuro del settore sanitario, attraverso ricerche mirate ed interviste a opinion leader, dove sono emersi dei punti qualificanti dei sistemi sanitari dei prossimi decenni, alcuni di essi sono:

    Saranno vincenti le organizzazioni sanitarie orientate al paziente più consapevole dei propriproblemi sanitari;

    Qualitàdelservizioetempidirispostavelocisarannolechiavidelsuccessoperlaclientsatisfaction;

    Nellacorsaaifinanziamentivinceràchisaràingradodidimostraredipossederetredoti:qualità,efficienza eattenzioneal paziente;

    Lastrutturatradizionaledelsistemasanitariodovràessererivistaesostituitadaunmodellopiùintegratoetrasparente;

    Ridistribuirelerisorsealfinediriqualificareilpersonaleperfarfrontealconsumerismoeallo sviluppodella tecnologia;

    Laprofessionemedicadeveelaborareprocedureclinico-diagnosticheeterapeutichestandard,applicabilia livello internazionale.

    Mi permetto di aggiungere come punto qualificante, una maggiore autonomia degli operatori della salute nella individuazione e nella gestione nei percorsi socio-sanitari.

    La valorizzazione dei ruoli deve coinvolgere tutte le professionalità sanitarie, tenendo conto della crescente responsabilità riconosciuta dalla legge 251/2000 agli operatori che intervengono nel percorso assistenziale, in campo sanitario.

    Tale legge, ha sancito definitivamente in tema di autonomia e di responsabilità novità molto interessanti in primis, con il riconoscimento di una formazione accademica per gli operatori diplomati con le scuole Regionali che, ha permesso, attraverso percorsi postlaurea, la possibilità di aggiornarsi, approfondire ed arricchire il proprio bagaglio culturale e professionale.

    L’innovazione tecnologica e le metodiche e tecniche insegnate e apprese nel percorso di formazione, dotano l’operatore sanitario di strumenti idonei per una valutazione globale del paziente proponendo un trattamento secondo scienza e coscienza dettato dal livello attuale di conoscenze rispetto alle problematiche da trattare.

    Conoscenze adeguate poiché l’operatore nel contesto lavorativo in cui opera (Domicilio, reparto, palestra, etc.) stando a diretto contatto con il paziente, assorbe tutte le problematiche e gli umori di cui egli nella sua unicità è portatore, poiché è un soggetto che necessita di un’assistenza rivolta alla sua interezza psico-fisica.

    L’introduzione nei percorsi di formazione degli operatori di discipline (come la medicina naturale) rende possibile con una conoscenza e preparazione adeguata dopo la formazione di base, di operare in modo efficace per gestire al meglio i propri tempi e spazi in autonomia.

    1.2 I bisogni Emergenti

    Oggi l’utenza chiede sempre di più percorsi e terapie che, a loro dire, rispecchiano in maniera sostanziale le problematiche di cui soffrono.

    Nel 2000⁴ erano poco più di 6 milioni, dopo l’omeopatia le preferenze vanno alla fitoterapia, all’osteopatia e alla chiropratica.

    I dati Eurispes⁵ confermati dalla Associazione Amiot ci dicono che, oltre un italiano su 5 (il 21,2% della popolazione) fa uso di medicinali non convenzionali (con un +6,7% rispetto al 2012) e l’omeopatia risulta essere la cura alternativa più diffusa.

    Quando si decide infatti di non affidarsi alla medicina tradizionale, ci si orienta prima di tutto all’omeopatia (76,1%), seguita dalla fitoterapia (con il 58,7%), l’osteopatia (44,8%), l’agopuntura (29,6%) e, infine, la chiropratica (20,4%).

    I dati del Rapporto Italia 2017 di Eurispes - rilanciati da AMIOT, l’Associazione Medica Italiana di Omotossicologia - sottolineano una crescita esponenziale che si allinea con i trend europei di diffusione delle Medicine Non Convenzionali.

    L’aumento della fiducia nei confronti delle cure alternative è stato tale che se si fa un raffronto con i dati storici si scopre che in questi anni sono più che raddoppiati: oggi scelgono le medicine non convenzionali ben 12.861.000 di cittadini, mentre nel 2000 erano poco più di 6 milioni.

    La maggiore richiesta proviene dalle donne, circa 5.5 milioni, e da utenti adulti compresi nella fascia di età tra i 25 e i 64 anni.

    Sempre secondo la stessa fonte, i rimedi non convenzionali riscuotono più successo nel nord est, dove li usa una persona su 4, mentre al centro vengono utilizzati da una persona su 6 e al sud una su 15".

    Le attività di medicina non convenzionale: l’agopuntura, la medicina tradizionale cinese, la fitoterapia, l’omeopatia e l’omotossicologia. Sono ormai entrate nella pratica corrente sia in ambito privato, sia in ambito pubblico come dimostrano le indagini effettuate dai media o dagli istituti scientifici sulla materia.

    Nei Paesi in cui le statistiche sono disponibili, si riscontra che la medicina non convenzionale viene utilizzata dal 20% al 50% della popolazione e la sua popolarità cresce con il passare del tempo.

    In diversi Paesi della Comunità Europea queste medicine trovano, talora, spazio nelle prestazioni dei servizi sanitari pubblici, nel sistema della formazione del personale sanitario, e soprattutto nel mercato sanitario privato.

    Quindi a maggior ragione da quanto espresso dagli studi di settore è importante dare risposte appropriate sulla possibilità di utilizzo in campo sanitario di tali discipline, attraverso finanziamenti pubblici come hanno intrapreso alcune regioni, ma soprattutto operando nel campo della ricerca, finalizzando gli interventi di medicina naturale o complementare, dimostrando la loro efficacia con studi controllati e randomizzati per inserire la medicina naturale a pieno titolo nella programmazione sanitaria.

    A

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