Ubiqua

Di Luca Masala

“Ubiqua è tutto e niente, è inizio e fine insieme, è la rappresentazione grafica della poesia stessa, raggiungibile - qui e in ogni dove - esclusivamente dagli spiriti eletti, una città fragile e fortificata, che si erge maestosa ed incurante dell’umanità insensibile. Una rocca impenetrabile che, nonostante tutto, diventa “dimora”, una casa che protegge gli esseri viventi e le loro anime, li fa viaggiare attraverso il tempo, li rende eterni.”

In copertina: Alexandre Cabanel, L'Angelo caduto (1847), dettaglio.

Luca Masala, scrittore e artista poliedrico, nasce a Cagliari nel 1970.
Laureato in Lettere, formatore professionista, Life Coach e impegnato fin da giovanissimo in svariate attività culturali, partecipa nel 2008 alla prima edizione del concorso nazionale artistico-letterario “Il Volo di Pègaso”, dove si classifica tra i dieci finalisti nella sezione “Poesia”. Nell’ottobre del 2013 è vincitore del premio speciale al XV concorso poetico nazionale “Città di Iglesias” con il brano “Apogeo”, mentre nel 2016 riceve una menzione per “La gigantessa” al IV concorso poetico regionale “Carta Bianca”.
“Ubiqua”, raccoglie per la prima volta “Questo mio tempo”, poesie e cantici composti tra il 2008 e il 2012, insieme a “La dimora del matto”, opera completata nel 2018 e finora inedita.

Foto: Arianna Giuntini. Tutti i diritti riservati.

• Lingua: Italiano
• Editore: Amico Libro
• Data di uscita: 19 apr 2020
• ISBN: 9788835364351

Anteprima del libro

LUCA MASALA

UBIQUA

aMICOlIBRO

Luca Masala

Ubiqua

Proprietà letteraria riservata

l’opera è frutto dell’ingegno dell’autore

© 2020 AmicoLibro

Vico II S. Barbara, 4

09012 Capoterra (CA)

www.amicolibro.eu

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Prima Edizione

gennaio 2020

Il tempo e il matto

Questo mio tempo

Confine

Alluvione

Ottobre

Notte Uno

Arianima

Memorial (2001-2011)

La torre

MCMXL

Canzone dell’infedele

Solitudo

Canto dell’agnostico

Notte Due

Preghiera di Gaza

Madre

Totentanz

Primavera

AmoRoma

La grande menzogna

Pegaso

Assonanze

Entropia

YAK-42D (Tramonto di Jaroslavl)

Crepuscolo

Ultima cena

Vita in scatola

Commiato

La Chiamata

Questo mio tempo

Metanoia

La dimora del matto

La dimora del matto

Apogeo

Paradigma

La fiera dell’obsolescenza

La gigantessa

Italian graffiti

Frammento IV

Invettiva I – All’amico

Frida

Una promessa

Invettiva II – All’amica

Frammento VIII

Moto perpetuo

Trenodia

Raymond

Frammento LXX

Omir

Oltre le torri: riflessioni su Ubiqua

A coloro che mi sono rimasti accanto

anche quando sarebbe stato più ragionevole fuggire.

Il tempo e il matto

Io non sono un poeta. A volte faccio il poeta. Ma nella vita faccio molte altre cose che con la poesia hanno poco a che vedere. Mi piace scommettere con la vita. La metto alla prova. Anche questo libro è una scommessa. Non so se vinta o meno, ma è una prova che sentivo di dover affrontare. Questa, che io definisco raccolta di raccolte, mi è parsa nascere quasi per caso ma, la periodica lontananza e vicinanza dai versi composti nell’arco di una decina d’anni, mi ha fatto comprendere quanto invece avessi la volontà di rilegare definitivamente in un volume questi pezzi di cuore per darli in pasto alla confusa voracità del mondo.

In fondo scrivere poesie è come dichiarare l’anima alla dogana, come aprire una vecchia valigia dal contenuto sconosciuto, che giace sopita e impolverata in un angolo buio da chissà quanto, arrivando a constatare di persona quanto sia difficile raccontarsi e uscire allo scoperto, pur con il gusto di rinvenire qualcosa che pensavamo di non possedere o credevamo smarrito per sempre.

In Questo mio tempo il protagonista è proprio il tempo, un tempo mai abbastanza vissuto, un tempo sognato, rubato e trascinato attraverso due secoli di storia intrisa di avvenimenti, cose, persone vicine e lontane. A smuovere e a dar forma al sentimento poetico un leitmotiv unico e complesso che racchiude la moltitudine di idee, sentimenti e passioni che lo hanno reso indelebile attraverso i versi, non sempre immediati e diretti, ma non per questo meno penetranti.

Un lungo lavoro di sperimentazione e ricerca mi ha successivamente portato alla composizione della seconda raccolta intitolata La dimora del matto, anch’essa un’opera concettuale retta dai fili invisibili dell’intuizione e della rabbia creativa (la stessa che si può leggere negli occhi