Delirio notturno

Di Alfonso Caputo

L’opera “Delirio notturno” di Alfonso Caputo è stata scritta venti anni fa, nel 1993, ma non ha una sua lezione temporale in quanto la sincera contemporaneità del contenuto restituisce la sua profonda, attuale comprensione. Il testo si sviluppa in un tempo “ternario”: passato remoto, passato prossimo e presente e inseguendo la circolarità emotiva sussurra alla coscienza indizi sensibili del proprio vissuto. Il corpo, presenza attiva, emigra mutando luogo, l’anima mantenendo la sua fiducia sul recinto dell’attesa, ispirata dalle coraggiose occasioni delle esperienze. (…) Leggere “Delirio notturno” è come immergersi in una continua ed imprevedibile esplorazione immaginifica, è riconoscere la vita nella sua realtà laddove le responsabilità cominciano dai sogni, ed è infine “risvegliarsi dal torpore onirico”.

• Lingua: Italiano
• Editore: Edizioni Simple
• Data di uscita: 2 ago 2013
• ISBN: 9788862598903

Anteprima del libro

DELIRIO NOTTURNO

Alfonso Caputo

EDIZIONI SIMPLE

Via Weiden, 27

62100, Macerata

[e-mail] / www.edizionisimple.it

ISBN edizione digitale: 978-88-6259-890-3

ISBN edizione cartacea: 978-88-6259-806-4

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Via Weiden, 27 - 62100 Macerata

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Prima edizione cartacea luglio 2013

Prima edizione digitale luglio 2013

Copyright © Alfonso Caputo

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Indice

Prefazione

Passato remoto

Passato prossimo

Presente

Delirio notturno

Prefazione

L’opera Delirio notturno di Alfonso Caputo è stata scritta venti anni fa, nel 1993, ma non ha una sua lezione temporale in quanto la sincera contemporaneità del contenuto restituisce la sua profonda, attuale comprensione.

Il testo si sviluppa in un tempo ternario: passato remoto, passato prossimo e presente e inseguendo la circolarità emotiva sussurra alla coscienza indizi sensibili del proprio vissuto.

Il corpo, presenza attiva, emigra mutando luogo, l’anima mantenendo la sua fiducia sul recinto dell’attesa, ispirata dalle coraggiose occasioni delle esperienze.

Così il delirio è più un esclusivo stato di grazia abitato da ricordi, un respiro familiare che si mescola al profumo lontano dei compagni di viaggio e dilegua tra le tinte amare di un confuso vapore, destinando alla terra delle origini il dominio imperturbabile di un futuro in cammino.

Il confine delle parole è luogo senza tempo e motivo interiore. Attraverso la sincera nitidezza delle visioni evocate si snodano lacerazioni, strappi, separazioni, crepe ideologiche, mutamenti materiali e spirituali, emergono barriere storiche, si contaminano identità e sentimenti.

L’autore delinea un personale sogno di utopia, alimentato da visibili speranze senza la paura della nostalgia e consuma spazi di memoria sulla linea del fuoco, nel solco valicabile di ogni