Il silenzio di Edgardo Mortara. Le sue memorie e alcune lettere scritte a mia madre Clarissa Mortara
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Recensioni su Il silenzio di Edgardo Mortara. Le sue memorie e alcune lettere scritte a mia madre Clarissa Mortara
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Anteprima del libro
Il silenzio di Edgardo Mortara. Le sue memorie e alcune lettere scritte a mia madre Clarissa Mortara - Simonetta Villoresi
633/1941.
Testimonieranno i loro sentimenti :
Sua Santità Pio IX, Sua Eminenza Padre Giacomo Antonelli, Padre Pier GaetanoFeletti, Marianna Mantovani, Momolo Mortara e l’intero gruppo di Spiriti che ad Edgardo furono legati da profondo affetto.
Il gruppo di Lavoro
Alla stesura di questo libro hanno partecipato molte Presenze che si sono avvicinate spontaneamente la sera in cui ho ritrovato le lettere che Edgardo aveva scritto a mia madre Clarissa Mortara.
Ciascuna Presenza ha aggiungto al proprio nome, una piccola dedica per le persone che ancora li ricordano.
Talvolta non ho potuto scrivere il loro nome e cognome. Ad esempio Cesare, è uno dei Martiri di tutte le Guerre ed è il nome che quello spirito ha scelto per farsi riconoscere perché al momento non si ricorda il suo. E così Paolo, che non ricorda il proprio cognome ma sa che chi lo ha amato potrà riconoscerlo. Molti non ricordano i loro nomi a causa del trauma che hanno dovuto subire a causa delle torture morali e fisiche alle quali furono sottoposti dall’allora nemico tedesco (mi riferisco in modo particolare ai Martiri delle Fosse Ardeatine) o perché, nella dimensione in cui si trovano lo ricordano soltanto quando sono nominati dai propri cari diversamente non lo ricordano affatto perché per loro ormai contano soltanto i sentimenti che li animano.
Presentazione dei membri del gruppo con piccole dediche per le persone che li ricordano
Sua Eminenza Padre Giacomo Antonelli:Dedico la mia testimonianza ai miei pronipoti che sono fieri di me anche se uno di essi sbaglia a considerarmi come sono stato descritto in alcuni libri, perché fui migliore
- Marianna Mantovani: (madre di Edgardo):Vorrei che si sapesse che ho perdonato Pio IX in nome dei sentimenti che hanno animato
.Carlo Alberto Perroux:Non pensavo di aver lasciato dietro di me tanta sofferenza. Mi scuso in ginocchio di fronte a mia figlia
.- Renato Villoresi " Insieme a tutti i Martiri delle Fosse Ardeatine : " Ringrazio tutti coloro che ci ricordano con amore" – Luigi Villoresi: (mio nipote). "Mando un abbraccio assoluto a mia madre Ricky e alla mia morettina - Padre Florianne:Io continuai a scrivere a tua madre Clarissa anche dopo la dipartita di Edgardo e oggi le dedico il mio più grande ringraziamento
.-Pio IX, Giovanni Pio Maria Mastai Ferretti: Ringrazio chi ha voluto onorare la mia memoria dedicandomi una preghiera molto sentita
– Elena Odescalchi: Ricordo di aver pagato un prezzo altissimo alla vita e voglio renderne testimonianza
- Madre Simonetta Peruzzi dei Medici: Desidero ricordare il piccolo ganese che amava tanto il mio Gesù e spero che lui possa prendere contatto con te al più presto, Simonetta. Offro a Dio una preghiera per le alunne del Sacro Cuore che ancora mi ricordano e spero che una di loro voglia portarmi un fiore al cimitero dell’Antella
-Vittoria Villoresi:(sorella di Arturo Villoresi, mio nonno paterno): Sono felice di essere qui, con tutti voi
- Arturo Villoresi: Non ricordo che poche cose della mia vita ma tutto di te, Simonetta
-Gemma Furst Mortara:" Dedico un abbraccio fraterno ai miei discendenti e alle donne e ai bambini ebrei che ho aiutato a trovare una casa e un lavoro in Argentina.(e aggiunge)Un augurio molto speciale al mio Lorenzo per la sua vita e la sua gioia! (come gli dicevo quando era ancora piccolo, facendolo felice)" - Clarissa Mortara: (mia madre): " Amo tutti e spero che ognuno possa avere la libertà che io non ricordo di avere avuto - Carlo Gamba: Io fui amico di tuo nonno Arturo e di voi tutti da sempre e per sempre. Dedico a te Paolo e Cristina che mi onorate della vostra memoria un abbraccio colmo di affetto. Aggiungo a voi Lorenzo e Laura che non ho avuto modo di conoscere
- Carlo De Mouxy de Loche: Dedico i miei sentimenti migliori a mia sorella Henricie e a te che le somigli tanto
- Raffaella Tommasi E.: Dedico questo spazio ai miei figli e spero che un giorno essi possano credere alla sopravvivenza dello Spirito
– Vanda Zenerle: Ho amato mio figlio più di me stessa e spero che lui dimentichi il dramma che io l’ho costretto a vivere a causa della mia sete di vita
- Lorenzo Sanpaolesi: Dedico questo spazio ai miei tre figli con l’amore di sempre, per sempre
-Riccardo Cheval de la Gardienne : Non avrei mai pensato di aspettare una donna che a volte finge di non ricordarsi di me
-Carlo Zanella:" Affido il ricordo di Alfonsina Cottini a questo libro affinché non vada perduto e prego coloro che furono testimoni della sua infinita bontà di renderne testimonianza affinché Simonetta, possa completare il libro che stai scrivendo su di lei"- Anna Morisi: Oggi posso sorridere come un tempo non potei fare se non dopo il mio secondo matrimonio
- Giovanna Toschi C.: "Dedico il mio costante pensiero ai miei tre figli e a alle mie adorate nipotine che mi amano senza riserve affinché sappiano che sono sempre nel mio cuore- Adriana Malvicini Kular:" Dedico la memoria della Terra a mio marito che non vuole dimenticarmi e a mio fratello Carlo che amo con tutta me stessa – Geronimo Mortara – (padre di Edgardo, detto anche Momolo): Invito ognuno a difendersi dai pregiudizi affinché nulla di ciò che avvenne abbia mai più a ripetersi
- Cristina Villoresi: Desidero che il mio bambino, il piccolo Leonardo, non si dimentichi di me e spero che mio marito non tema di innamorarsi di nuovo
-Henricie De Mouxy de Loche:In questa dimensione ho ritrovato tutti i miei cari e insieme a loro potrò ripercorrere i sentimenti di un tempo che non ricordavo più a causa della mia malattia
- R.Padre Paul Isaac: Non saprei dove altrimenti stare per essere veramente felice
– Padre Carlo: Mando un pensiero speciale ai miei confratelli in Belgio che hanno molti ricordi di Edgardo che mi premono e spero che vogliano renderne testimonianza
- Sergio Mortara (mio zio perché fratello di mia madre): Io non amavo più l’umanità, prima di conoscerti meglio, Simonetta
– Marie: Non mi sono mai sentita così bene e spero che un giorno sia lo stesso anche per te, Simonetta
– Padre Pier Gaetano Feletti dell’Ordine dei Predicatori domenicani: Vorrei essere ricordato per i miei veri sentimenti che, all’epoc dei fatti furono diversi da quelli che sono passati alla storia
- Eliana Mortara: Prego per i miei amici argentini e ricordo della tua gentilezza, Simonetta
- Paolo: Saluto Renata con amore ricordando le nostre bellissime conversazioni
– Luigi Villoresi: (mio padre) " Spero che quello che deve essere fatto sia fatto con giustizia, e non altrimenti. - Ilda Morelli:" Mando a mia nipote un abbraccio grandissimo e due abbracci ai miei più cari amici che ancora mi ricordano con amore e riconoscenza.
Infine il protagonista di questo libro: Edgardo Mortara: Nonostante che la mia morte sia avvenuta due anni prima della tua nascita, io sono sempre stato ricordato con affetto e rispetto da tutti voi: Paolo, Cristina, Lorenzo, Laura e tu Simonetta che di me siete fieri. Desidero ringraziare anche mia nipote Elena Mortara e la invito a parlarmi così che anch’io possa conoscerla meglio
- I Rivoltosi di tutte le guerre che hanno Cesare come portavoce: Dedico un pensiero sereno ai giovani che hanno combattuto per un ideale con la speranza di un futuro migliore. Oggi preghiamo affinché nessuno debba più amorire in nome di cose che con la vita, che è sacra, non hanno nulla a che fare
.
Infine un affettuoso saluto a chi non ha nessuno sulla terra che possa ricordarsi di lui e prega affinché la vita, che ognuno di noi sta vivendo, possa portarci in dimensioni sempre più luminose.
Dediche mie
Simonetta - Ai Martiri della Fosse Ardeatine, tutti presenti, intendo dedicare un libro a parte perché molti di loro, tra cuimio cugino Renato Villoresi, Giuseppe Cordero di Montezemolo, Don Pietro Pappagallo vorrebbero che si sapesse quello che avvenne quel giorno affinché le vostre lacrime possano curare le ferite che furono inferte al loro corpo e al nostroSpirito, in dispregio di ogni senso di umanità, dall’allora nemico tedesco col pretesto di Leggi atroci, che essi dissero di aver rispettato come in realtà non avvenne.
A mia madre Clarissa Mortara ho fatto stampare un libro, scritto da lei stessa, intitolato: La mia famiglia
dove sarà evidente come, durante tutto l’arco della sua esistenza, la sua anima di splendida farfalla e di sensibile artista si sia posata di fiore in fiore cercando di ignorare ogni bruttura.
Ilda Morselli e Alfonsina Cottini: Nel libroVite straordinarie
potranno dirvi gli effetti devastanti che ebbero sul loro animo la calunnia e l’invidia. Entrambe sono felici di sapere che affiancherò alla loro storia quella di mia nonna Gemma Furst che lavorò per anni per fare in modo che le donne ebree e i loro bambini, in fuga dall’Europa, potessero trovare in America del Sud un abbraccio fraterno e una casa.Elena Odescalchi: principessa romana, invidiata da tutti per bellezza e intelligenza, fu proditoriamente colpita in giovane età dalla morte prematura di suo figlio Riccardo. Del suo immenso dolore vuole rendere testimonianza.-.Il conte Luigi Villoresi (mio nipote):che nei suoi trentatre anni di vita non poté esprimere compiutamente la sua sensibilità e intelligenza a causa di un incidente devastante che ebbe in giovane età che limitò le sue possibilità di eloquio . Oggi dedica tutto il suo impegno e la sua gioia a una dolcissima amica americana che non gli ha mai fatto mancare il suo affetto e il suo ricordo. - Simonetta Peruzzi dei Medici, superiora del collegio del SacroCuore
di Firenze, che dopo anni e anni passati in convento, al Poggetto
, fece la scelta di aiutare le donne di strada a crescere i loro bambini piuttosto che restare, al sicuro, in convento. Il suo ricordo va la bambino del Gana che amava tanto il suo Gesù e lo prega di prendere contatto con te, Simonetta.
Altri Spiriti parleranno nel libro intitolato: Quello che non fecero in tempo a dire o a fare
per la gioia e la serenità di tutti loro.
A ciascuna Presenza, in qualunque dimensione si trovi, va il mio ringraziamento.
IL SILENZIO DI EDGARDO MORTARA
Le sue memorie e alcune lettere scritte da lui stesso o da alcuni suoi confratelli a mia madre
Clarissa Mortara
***
Edgardo – Cara Simonetta figlia della diletta nipote Clarissa;prima di tutto grazie per essere riuscita a stabilire con noi un contatto mentale e affettivo di giorno in giorno più profondo che oggi ci permette di esprimere i nostri sentimenti con assoluta liberà.E grazie per aver esclamato, rivolta a tua sorella Cristina, guardando la mia scrittura:
Libero, Cristina! Lui voleva essere libero!
Non sai come sia stato importante per me sentire quell’esclamazione che ti veniva dal cuore perché tu non sei un’esperta di grafia ma, col cuore, hai sentito che in quella scrittura vi era una prigione. Era la prigione nella quale alcune volte sono vissuto e se sebbene oggi io sia libero, per me è stato importante sapere che un membro della mia famiglia con una sola occhiata aveva capito come quell’antica sofferenza mi abbia accompagnato per tutta la vita anche se libero, in senso fisico, lo fui molto presto grazie all’intelligenza del Papa e di mia madre.
Oggi, col tuo aiuto e quello della mia Guida, cercherò di capire altre cose su me stesso delle quali non ho tenuto conto e comprendere se stessi è una delle principali ragioni per le quali siamo in questa dimensione dove, nella calma e nella serenità di questo luogo, possiamo capire il significato che ha avuto la nostra esistenza dal punto di vista spirituale così da procedere verso dimensioni sempre più luminose perché, nel mondo dello spirito tutto è in progressione e niente può frestare nascosto alla nostra coscienza di uomini e di spiriti.
Vorrei ringrazire tua madre Clarissa che ha conservato le mie lettere.Lei si era convertita al cristianesimo per sposare tuo padre che era cattolico ma quando scoppiò la guerra cercò in me le sue radici. Per lei io ho sempre provato sentimenti di grande tenerezza, la sua gentilezza mi è rimasta nel cuore.
Dopo la mia dipartita, Padre Carlo e Padre Florienne, che oggi sono qui vvicino a me, continuarono a scriverle tanto sembrò loro bello e importante il nostro rapporto epistolare. Di loro troverai traccia nelle carte del Monastero di Bouhay a Bresson – desLiége, in Belgio e là troverai traccia anche di Paul Isaac, Chanonié Reguliere de Latran, che all’epoca dirigeva L’Echò de Lourdes
a Bouhay, un carissimo amico che il 31 marzo del 1940 con delicatezza si assunse il compito di annunciarle la mia dipartita con quella lettera che ti ha rubato il cuore e che comincia con la parola: Hélas!
Infine ringrazio Marie che con la sua presenza e il suo amore ha reso il mio ultimo mese di vita sereno.
***
Vorrei approfittare di questa occasione per dire soltanto due parole sul clima di quegli anni, così che i tuoi lettori potranno capire meglio il contesto nel quale avvennero i fatti di cui parleremo.
Su noi e sui nostri costumi giravano delle calunnie che a volte sfociavano in reazioni violente fino ad arrivare a dei veri e propri eccidi di massa ma questo avvenne specialmente nei paesi dell’Est ( mi sto riferendo ai Pogrom), che vi furono molto anni prima dell’Olocausto, che fu la strage più crudele e sistematica a cui abbia assistito la storia.
Ovunque fossimo ci sentivamo ospiti poco graditi.
A renderci invisi ai cattolici credo sia stata l’accusa di essere stati noi, ovvero il Sinedrio di duemila anni fa, a lasciare che fosse condannato Gesù alla croce. Questa accusa, che in parte hanno meritato i nostri sacerdoti di allora (Caifa in particolare) ci è rimasta appiccicata addosso come un marchio di infamia tanto che ogni differenza tra noi e le popolazioni che ci ospitavano veniva spesso vista con un certo timore
Perché poco graditi?
Perché senza Patria.
Io credo che questa sia stata la principale ragione del senso di superiorità che la maggior parte delle popolazioni ha spesso mostrato nei nostri confronti. L’altra, una solidarietà che tra noi ci fu sempre e che ci ha reso invisi a molti oltre al fatto di essere fieri di noi stessi e questo urtava la sensibilità di chi ci ospitava che si sentiva diversi da noi e migliore perché aveva diritti che a noi erano negati e che ci siamo dovuti conquistare via via e con non poca fatica.
Tua madre, nelle lettere che mi scriveva, mi parlava del suo dramma di madre di tre figli piccoli che a causa delle leggi razziali sarebbero potuti finire insieme a lei nelle liste delle persone da deportare. E dunque a chi, se non a un vecchio zio che aveva alle spalle una storia piuttosto dura avrebbe potuto raccontare i suoi timori?
***
Ma veniamo subito alla mia storia.
Io sono nato a Bologna il 27 agosto 1851 da genitori ebrei.
All’epoca gli ebrei dovevamo ubbidire a leggi concepite soltanto per loro tra le quali una modificò la mia esistenza:Quando un bambino ebreo viene battezzato, deve essere educarlo nella religione cattolica
.
Avevo un anno quando fui battezzato di nascosto da una domestica cattolica che, pensandomi in punto di morte, volle regalarmi il Paradiso perché, all’epoca, i cattolici credevano che un bambino non battezzato non potesse andare in Paradiso.
Avevo cinque quando il Sant’Uffizio fu messo al corrente della cosa e a sei fui sottratto alla mia famiglia e portato a Roma.
Il mio caso fece molto scalpore a causa della mia giovane età e perché l’Italia era in guerra contro lo Stato Vaticano (erano gli anni del Risorgimento) e il mio caso si prestava ad attaccare il Papa e le leggi dello Stato.
La mia storia fu usata dall’Italia, per screditare la Chiesa e dalla mia Comunità per ottenere quelle libertà che gli ebrei avevamo già ottenuto in Piemonte.
***
Vicende come la mia non erano rare a quei tempi ma il mio caso ebbe molta risonanza perché mio padre allertò l’intera comunità ebraica di Bologna, la stampa ingigantì la cosa e alcune famiglie ebree, tra le più importanti del mondo - i banchieri Rothschild, in particolare – tentarono un’opera di mediazione presso il Papa che però fallì, trattandosi di materia religiosa.
Tra