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Il segreto di Dante: Un tentativo di guardare oltre il velame delli versi strani
Il segreto di Dante: Un tentativo di guardare oltre il velame delli versi strani
Il segreto di Dante: Un tentativo di guardare oltre il velame delli versi strani
E-book197 pagine2 ore

Il segreto di Dante: Un tentativo di guardare oltre il velame delli versi strani

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Info su questo ebook

Che la “Divina Commedia” nasconda una chiave occulta di lettura, Dante stesso lo afferma nel Convivio, dove parla dei “quattro sensi” della scrittura

… il più alto e nascosto dei quali è il senso anagogico, o sovrasenso: cioè il significato spirituale della parola.

Che è segreto nella misura in cui non è esplicito; ma cessa di esserlo allorquando il lettore riesce ad entrare in sintonia con quella dimensione.

Nella sua Commedia, infatti, Dante adombra un’avvincente esperienza interiore: un viaggio iniziatico dalla tenebra alla luce, nell’uomo ed oltre l’uomo, fino alla folgorante visione di Dio e alla rivelazione di un Suo inaspettato volto femminile.

E apre interessanti prospettive sul significato della tradizione alchemica e delle antiche vie iniziatiche; come pure sull’esoterismo cristiano, lo gnosticismo e il mistero dell’ordine templare.

Da qui il senso e la ragione di questa ricerca, che non risponde a una curiosità letteraria, ma a un bisogno esistenziale: quel “segreto” ci avvicina al senso più profondo della vita, alla tensione dialettica tra bene e male, alla possibilità di riscatto fino allo sbocciare di una vita nuova. Per Dante, come per tutti noi.
LinguaItaliano
Data di uscita22 feb 2021
ISBN9788868675318
Il segreto di Dante: Un tentativo di guardare oltre il velame delli versi strani

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    Anteprima del libro

    Il segreto di Dante - Cesare Pirozzi

    Cesare Pirozzi

    Il segreto di Dante

    Un tentativo di guardare oltre il velame delli versi strani

    © 2021 - Gilgamesh Edizioni

    Via Giosuè Carducci, 37 - 46041 Asola (MN)

    gilgameshedizioni@gmail.com - www.gilgameshedizioni.com

    Tel. 0376/1586414

    ISBN 978-88-6867-531-8

    È vietata la riproduzione non autorizzata.

    In copertina: Progetto grafico di Dario Bellini.

    © Tutti i diritti riservati.

    ISBN: 978-88-6867-531-8

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    PREFAZIONE

    1. UN LINGUAGGIO A QUATTRO DIMENSIONI

    L’antefatto: il Convivio

    Gli indizi disseminati nella Commedia

    Il linguaggio dei simboli

    2. L’INIZIO

    La selva

    Una data significativa: la Pasqua del 1300

    Le tre fiere

    Papato e Impero

    Virgilio

    Lucia e Beatrice

    Il programma del viaggio

    3. L’INFERNO

    Conosci te stesso

    L’opera al nero

    Il contrappasso

    Francesca e Paolo

    Rectificando

    4. IL PURGATORIO

    La preparazione di Dante e la conquista della libertà

    La musica e le altre arti

    La valletta dell’antipurgatorio

    L’opera verde ed il serpente

    Un nuovo intervento di Lucia

    L’incontro con Beatrice

    5. LA DONNA GENTILE

    6. IL PARADISO

    L’ascesa e la trasformazione

    Astri e pianeti

    L’amore

    7. LA CONCLUSIONE DEL VIAGGIO

    San Bernardo e l’Ordine templare

    La Madonna secondo Dante

    A tu per tu con Dio

    Trasumanar, il destino dell’uomo

    8. CONCLUSIONI

    APPENDICE

    Che cos’è l’esoterismo

    Una visione olistica

    La conoscenza di sé

    La trasformazione di sé

    Esoterismo e religione

    Ragioni pratiche di segretezza

    BIBLIOGRAFIA

    Scrivi una recensione al mio romanzo. Grazie mille!

    Note

    ENKI

    Saggistica

    PREFAZIONE

    Sono passati più di sette secoli da quella primavera del 1300, ove Dante colloca il suo viaggio nei tre regni dell’aldilà, e il mondo – apparentemente – non è più lo stesso. Viviamo immersi in una tecnologia che allora non era neppure immaginabile, ma oggi ci è del tutto familiare e condiziona il nostro modo di vivere e di pensare. Nei secoli che ci separano dal medioevo sono cambiate più cose che nei millenni precedenti: Dante, la sua epoca, il suo pensiero sembrano così remoti! Certo, la Divina Commedia è ancor oggi letta e studiata, ma come un monumento antico, quasi un resto archeologico, non come qualcosa di vivo, capace di parlare al lettore e di influenzarne il pensiero, forse la vita.

    Tuttavia, nonostante i mutamenti esteriori, l’uomo di oggi non è poi così diverso da allora: grattando via la vernice dell’apparente progresso, ci rendiamo conto che ben poco è cambiato da quel lontano medio evo e che, forse, il mondo non va per niente meglio. È certamente più comodo dal punto di vista materiale, ma solo per una minoranza dell’umanità, e a che prezzo! Più di 800 milioni di persone non hanno abbastanza da mangiare, il 35% dei bambini del mondo è malnutrito; milioni di profughi cercano scampo dalla fame e dalla guerra a costo di morire nel loro viaggio disperato; i paesi ricchi consumano le risorse del pianeta indifferenti a inquinamento, desertificazione e cambiamenti climatici; la ferocia di alcuni regimi politici fa impallidire persino il nazismo, che sembrava avesse raggiunto il massimo possibile di crudeltà e insensatezza. Per non parlare del terrorismo: è indubbiamente una pratica nuova e moderna, ma quale progresso rappresenta?

    E poi, anche dal punto di vista scientifico, siamo molto più vicini di quanto non si pensi a quell’epoca lontana. Ad esempio, gli attuali motori di ricerca informatica funzionano in base ad algoritmi e questi ci vengono direttamente dal Medioevo, da un matematico persiano del IX secolo di nome al-Khwarizmi [¹] , di cui il termine algoritmo è la corruzione: lui li ha inventati, noi stiamo solo usandoli.

    No, non si può dire che vi sia stato un vero progresso. Se la tecnologia ha fatto passi da gigante, l’umanità è rimasta molto indietro. Siamo ancora strani esseri incerti e indecisi e tra bene e male. Capaci di costruire bellezza con l’arte e di avvelenare il mondo con altre attività; di fabbricare grattacieli ed astronavi e di distruggere il pianeta su cui viviamo; di scrivere la dichiarazione dei diritti dell’uomo e di calpestarli ogni giorno; siamo capaci di sfruttare la potenza dell’atomo, ma impotenti di fronte all’endemico ripetersi di guerre e genocidi. Se non bastasse, c’è la cronaca quotidiana, ricca com’è di omicidi, ruberie, violenze e attentati, a dimostrare che, fondamentalmente, non siamo poi così cambiati, se non forse in peggio.

    Anche noi, come Dante, siamo smarriti nella selva oscura di questa vita . Ma, a differenza del Poeta, non ce ne rendiamo più conto: anzi, ci illudiamo di sapere e potere tutto o quasi. Le stesse bestie (avidità, ignoranza, superbia, ferocia, ipocrisia...) fanno buona guardia per impedirci la risalita verso la luce; ma – che importa! – noi continuiamo a sentirci benissimo quaggiù.

    Soprattutto, non sappiamo più chi siamo né dove stiamo andando. Quel che sembrava un luminoso avvenire di progresso e libertà si sta trasformando in un incubo, dove la libertà è sempre più limitata e la pace è un miraggio lontano, mentre respiriamo un’aria sempre più sporca, beviamo acqua inquinata e mangiamo cibi adulterati – almeno quelli che hanno da mangiare. Non dovremmo forse fermarci a riflettere? Non dovremmo ritrovare un baricentro e una direzione che abbiano senso? Dante ci riporta, con il suo ritrovarsi in quella selva oscura, proprio alla condizione che ancor oggi noi umani stiamo vivendo: non c’è un orizzonte visibile, non si sa come risalire verso la luce, siamo smarriti come nell’ombra intricata di quella foresta. Ma, soprattutto, ci dice che è ora di prenderne coscienza.

    Abbiamo, oggi come non mai, bisogno di una guida e di un percorso che ci conducano verso un radicale cambiamento, obbedendo all’inascoltato e frainteso invito evangelico: Μετανοείτε! Cioè cambiate, fate una rivoluzione dentro di voi con la mente e con il cuore, abbandonate le vostre rassicuranti abitudini. Abbiamo un disperato bisogno di cambiar direzione, di ritrovare il senso della nostra umanità. Il viaggio fantastico di Dante è un viaggio individuale ed eroico, compiuto con l’aiuto spirituale di un pagano (Virgilio) senza – e forse contro – la Chiesa del tempo. Esso indica una strada antica e nuova: conoscere se stessi a partire dal lato più oscuro, affrancarci dalle tendenze inferiori ed egotiche per conquistare la libertà e il dominio di sé; infine, trasumanare : cioè realizzare la nostra realtà spirituale trascendendo la nostra natura apparente.

    Può interessarci?

    1. UN LINGUAGGIO A QUATTRO DIMENSIONI

    Dante non è semplicemente un poeta e la Divina Commedia non è soltanto letteratura.

    Il poema di Dante – almeno per me – è la cosa più bella che sia mai stata scritta al mondo in tutti i tempi: per la musica [²] delle sue terzine ricca di ritmi, timbri e temi diversi; e per il racconto che vi si svolge, pieno com’è di personaggi, storie ed idee.

    Il viaggio di Dante attraverso i tre regni dell’aldilà è, invero, una storia assai complessa, che affronta i molteplici aspetti della vicenda umana. Vi compaiono i sentimenti più profondi, dall’odio più feroce all’amore nelle sue diverse espressioni, e i diversi aspetti della condizione umana e della cultura del tempo. Attraverso i personaggi che lo animano, si dipanano la cronaca e la storia, con le quali si intreccia la personale esperienza di esule del poeta. Narra di battaglie e di politica, di filosofia

    e teologia, di astronomia e fisica, di esperienze personali e di vita sociale. Nel farlo, il poeta utilizza il volgare toscano, che adatta alle diverse necessità espressive forgiando una lingua nuova, complessa e compiuta: l’italiano. Dotta e popolaresca, essa è capace di ingaglioffirsi in ingiurie e sberleffi come di ragionare di astronomia e filosofia; di esprimere i più profondi sentimenti e di raggiungere le vette della più alta spiritualità, esprimendo tutta la gamma dell’umano sentire.

    Ma… se tutto questo già fa della Commedia un’opera immortale, tutto questo non basta ancora a coglierne l’intero significato. Perché il viaggio che Dante da vivo compie nell’aldilà e lo conduce a superare i limiti umani ( trasumanar ) è identificabile con un percorso di conoscenza di sé e radicale trasformazione, che inizia dalla profondità della terra e termina oltre il cielo con la visione di Dio. Difatti, nella trama principale del viaggio si inseriscono allegorie e simboli, che adombrano ulteriori e più nascosti significati da molti Autori intuiti e – almeno in parte – portati alla luce. Nasce da qui la suggestione che nel poema vi sia un messaggio meno palese, ma visibile in filigrana attraverso il significato letterale dei versi. Trattandosi di un senso non esplicito si può definirlo "esoterico [³] o iniziatico", cioè riservato ad una cerchia ristretta di lettori che con Dante condividevano il cifrario necessario a decrittarlo; od anche, più semplicemente, dissimulato in versi dal significato meno compromettente per una legittima difesa dal rischio di censure o condanne, all’epoca per niente improbabili; o, infine, rinchiuso nei versi quale integrante seppur nascosto sovrasenso .

    Ma è proprio vero, o si tratta di un’interpretazione gratuita, non sostenuta da prove o, per lo meno, indizi consistenti?

    Abituati come siamo alla comunicazione digitale, sempre più povera e meno espressiva, può sembrarci strano che la scrittura (come dice Dante nel Convivio ¹ ) possa racchiudere nella stessa frase più significati sovrapposti. Ma in realtà anche il linguaggio di tutti i giorni può avere un significato più ricco di quanto non appaia.

    Per fare un esempio banale, le parole ti amo, così abusate nelle canzonette come nella vita quotidiana, sembrano avere un solo significato. Ma immaginate che un diciottenne lo dica alla sua ragazza; immaginate, poi, che una madre lo dica al figlio appena nato. Le stesse parole non hanno forse una gamma più articolata di significati?

    Altro facile esempio è il senso che le parole acquistano nell’ambito della psicanalisi, diventando rivelatrici di timori, desideri, tendenze caratteriali di cui proprio colui che parla non è consapevole ² . Involontariamente (in questo caso, sarebbe meglio dire inconsciamente), le parole diventano la chiave per una comprensione più profonda, perché rivelano anche ciò che non si vorrebbe o saprebbe dire.

    Non deve quindi stupire che anche i versi di Dante abbiano, oltre al significato letterale, un senso per così dire subliminale che non avvertiamo immediatamente, ma che, tuttavia, ce ne fa maggiormente apprezzare la lettura. Un po’ come quando diversi ingredienti e spezie, usati

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