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Come riacquistare l'equilibrio psichico - La psicosomatica
Come riacquistare l'equilibrio psichico - La psicosomatica
Come riacquistare l'equilibrio psichico - La psicosomatica
E-book183 pagine2 ore

Come riacquistare l'equilibrio psichico - La psicosomatica

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La sovreccitazione continua della vita moderna lede il nostro organismo più di quanto si possa immaginare. Non sempre ci si rende conto che bastano poche ore di lavoro straordinario per dare il colpo di grazia ad una psiche sovraccarica di pensieri, di preoccupazioni, di affanni. Il sistema nervoso non è indipendente dal resto dell'organismo. Una lesione di qualsiasi parte del corpo può urtare per contraccolpo il cervello, una anche temporanea stanchezza cerebrale può favorire l'insorgenza di una malattia organica. La medicina psicosomatica ha messo in luce importanti connessioni esistenti fra Psiche e Soma o corpo. Da queste recenti conoscenze è sorta la psicoterapia, potente arma di difesa e di prevenzione contro la maggior parte delle disarmonie e degli squilibri psico-organici. Troverete in queste pagine utilissimi insegnamenti. Nel susseguirsi dei vari mutamenti sociali si sono delineati numerosi stati di incapacità all'adattamento, e grande è il numero di coloro che non hanno saputo far fronte a tali difficoltà. Ecco perché i “nevrastenici” si contano oggi a schiere. Le nevrosi di cui essi sono affetti, pur prendendo molte volte un aspetto veramente preoccupante ed essendo accompagnate da stati d'animo penosi e da dolore, vengono purtroppo assai spesso considerate, nell'ambiente che circonda i malati, come “malattie immaginarie”. Sentendosi abbandonati da tutti e credendo per tale ragione di essere stati classificati come malati incurabili, i nevrastenici finiscono per cadere nella più nera disperazione. Incatenati da questa specie di abbassamento morale, coscienti della loro inferiorità, provano un senso di profonda vergogna per la loro malattia, si tirano in disparte e rinunziano di loro spontanea volontà a comparire nel consorzio umano. Il dare a malati un consiglio come: “Non ci pensi più!” è certo il modo migliore per istradarli verso la guarigione, ma espressa con queste poche parole, la formula non è completa. Bisogna infatti insegnare loro il metodo da seguire per non pensare più alla malattia e bisogna cercare di convincerli poco a poco. Ecco dunque chiarito il primo punto: si tratta proprio di una “rieducazione” che farà riacquistare al malato la padronanza del proprio sistema nervoso, che permetterà di pensare ed agire, che lo riadatterà al suo ambiente, alla vita normale, all'attività sociale. Ed ora il secondo punto: la natura di questa rieducazione deve essere “psicoterapica”. Ignorando l'esistenza di qualsiasi medicamento essa mira a ristabilire l'equilibrio nervoso mediante semplici pratiche a sfondo psicologico. Siamo in grado di affermare che i medici possederanno un'arma potentissima che arricchirà straordinariamente il loro arsenale terapeutico e che molti nevropatici riacquisteranno la speranza e la fiducia se comprenderanno cosa sia una psiconevrosi sotto il punto di vista psicologico e soprattutto quando sapremo con certezza che la rieducazione psicoterapica può e deve render loro l'equilibrio e la gioia di vivere.
LinguaItaliano
EditoreGIANLUCA
Data di uscita14 gen 2020
ISBN9788835366317
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    Come riacquistare l'equilibrio psichico - La psicosomatica - Pierre Prost

    PROST

    COME RIACQUISTARE

    L'EQUILIBRIO PSICHICO

    LA PSICOSOMATICA

    INTRODUZIONE

    Le tracce dell'ultima guerra che ha straziato tanta parte dell'Umanità e le difficoltà economiche del dopoguerra sono ancora evidenti in ciascuno di noi. La nostra vita attuale infatti, il continuo senso di agitazione interiore, la costante tensione nervosa e la lotta per l'esistenza ne sono chiari segni.

    Nel susseguirsi dei vari mutamenti sociali si sono delineati numerosi stati di incapacità all'adattamento, e grande è il numero di coloro che non hanno saputo far fronte a tali difficoltà. Ecco perché i nevrastenici si contano oggi a schiere.

    Le nevrosi' di cui essi sono affetti, pur prendendo molte volte un aspetto veramente preoccupante ed essendo accompagnate da stati d'animo penosi e da dolore, vengono purtroppo assai spesso considerate, nell'ambiente che circonda i malati, come malattie immaginarie. Tali persone vengono continuamente rimproverate, maltrattate e, ci sia permesso di dirlo, poco a poco si vedono sfuggite anche dal loro medico che, stanco di aver tentato senza successo tutte le cure che conosceva, trova un bel giorno la forza di dir loro: Lei non ha niente. È solo una cosa di origine nervosa. Non ci pensi più!

    Sentendosi finalmente abbandonati da tutti e credendo per tale ragione di essere stati classificati come malati incurabili, i nevrastenici finiscono per cadere nella più nera disperazione. Incatenati da questa specie di abbassamento morale, coscienti della loro inferiorità, provano un senso di profonda vergogna per la loro malattia, si tirano in disparte e rinunziano di loro spontanea volontà' a comparire nel consorzio umano.

    Possiamo incolparli di non sapere cose che nessuno si è mai curato di insegnare loro?

    I vari disturbi nervosi di cui ci occuperemo sono generalmente di origine psichica (cosciente o incosciente). In ogni modo, l'elemento psichico ha sempre una parte di primo piano in tutte queste manifestazioni.

    Il dare a malati di questo tipo un consiglio come quello che abbiamo riportato poco fa Non ci pensi più! è certo il modo migliore per istradarli verso la guarigione, ma espressa con queste poche parole, la formula non è completa. Bisogna infatti insegnare loro il metodo da seguire per non pensare più alla malattia e bisogna cercare di convincerli poco a poco.

    Ecco dunque chiarito il primo punto: si tratta proprio di una rieducazione che farà riacquistare al malato la padronanza del proprio sistema nervoso, che gli permetterà di pensare ed agire, che lo riadatterà al suo ambiente, alla vita normale, all'attività sociale.

    Ed ora il secondo punto: la natura di questa rieducazione deve essere psicoterapica. Ignorando l'esistenza di qualsiasi medicamento essa mira a ristabilire l'equilibrio nervoso mediante semplici pratiche a sfondo psicologico. Secondo l'espressione di Grosset si tratta dunque di una cura specifica per lo spirito.

    Assai spesso dalla bocca dei malati guariti è uscita questa domanda: Dal momento che soffrivo da tanto tempo di tali disturbi, perché non sono stato avvertito prima di ora che era possibile fare una cura psicoterapica?.

    Tale osservazione è giustissima e per questo ci siamo proposti di scrivere il libro che ora leggerete, nel quale esamineremo insieme i seguenti capitoli:

    Il meccanismo delle psiconevrosi.

    L'importanza del fattore psicologico.

    I diversi processi di rieducazione psicoterapica.

    La sempre maggiore precisione con la quale tale tecnica viene applicata.

    Le numerose applicazioni della psicoterapia.

    Il suo avvenire.

    Ci proponiamo infine di confutare le varie critiche che sono state mosse contro il metodo che stiamo per descrivere, fino dall'epoca di Charcot. Si tratta di una lunga serie di luoghi comuni che evidentemente si è portati ad adottare ciecamente, essendo assai più comodo agire così che non adoperare il ragionamento per formarsi delle opinioni personali su una data cosa.

    Desideriamo che questo libro venga letto anche dai medici e, per quanto modesto sia, il nostro sforzo otterrà la sua ricompensa se essi potranno farsi un'idea più precisa, dopo questa breve lettura, della rieducazione psicoterapeutica.

    In tal modo, non potranno più confonderla con la psichiatria oppure con la neurologia e neanche potranno più considerarla come una delle tante frasi pietose o come le parole di incoraggiamento che si dicono ai malati in genere.

    Siamo in grado di affermare che i medici possederanno un'arma potentissima che arricchirà straordinariamente il loro arsenale terapeutico e che molti nevropatici riacquisteranno la speranza e la fiducia se comprenderanno cosa sia una psiconevrosi sotto il punto di vista psicologico e soprattutto quando sapremo con certezza che la rieducazione psicoterapica può e deve render loro l'equilibrio nervoso e la gioia di vivere.

    E soprattutto in questo momento ci sembra conveniente parlare di psicoterapia, dato che l'America ce ne ha inviato un nuovo modello, rimodernato e arricchito di un nuovo nome: la "psicosomatica».

    Ed ormai non si può più dubitare che, in forza dell'espansione mondiale che ha avuto in questi ultimi anni, la psicoterapia eserciti su di noi una maggiore attrattiva e che essa abbia finalmente ottenuto quel diritto di cittadinanza che fino a poco tempo fa le veniva negato da parte di alcuni, colpevoli dell'unico torto di averla sempre considerata con poca attenzione.

    CAPITOLO I

    IMPORTANZA DELLA PSICHE E DEL SISTEMA NERVOSO

    Relazioni tra psiche e corpo.

    Il corpo umano nella sua unità è formato dall'armonia dei vari organi ciascuno dei quali riveste un'importanza essenziale. I disturbi che insorgono a livello di ogni organo si ripercuotono più o meno su tutti gli altri. Senza avere la pretesa di stabilire arbitrariamente una specie di gerarchia fra le varie parti che costituiscono l'insieme del corpo, dobbiamo tuttavia riconoscere che la correlazione fra esse è mantenuta dal sistema nervoso. Con la mediazione quindi di tale apparato si possono correggere e compensare (spontaneamente oppure con l'aiuto di una terapia qualsiasi) gli eventuali disturbi generali.

    Si può così comprendere agevolmente come Cuvier abbia avuto ragione di dire: Il sistema nervoso è, in fondo, tutto l'essere vivente. Tutti gli altri organi sono alle sue dipendenze.

    Ora, la psicologia e la fisiologia moderne ci mostrano come il sistema nervoso possegga funzioni assai più complesse di quanto non potesse immaginare lo stesso Cuvier.

    Grazie a questo sistema riusciamo a percepire le diverse impressioni dei nostri sensi e ad interpretarle.

    Allo stesso modo, sotto la spinta del sistema nervoso siamo in grado di agire, comandando ai nostri muscoli striati di contrarsi per produrre i gesti e i movimenti che abbiamo deciso di fare.

    Ed è ancora grazie al sistema nervoso che i nostri riflessi di difesa sono inconsciamente ben coordinati e il nostro equilibrio organico rimane stabile essendo ottimamente regolata la circolazione del sangue nei vari distretti dell'organismo, secondo il variare delle necessità fisiologiche e le modificazioni dell'ambiente esterno.

    Tutti i nostri organi secretivi, ghiandole a secrezione interna o esterna, sono ugualmente regolati dal sistema nervoso che in questo caso mantiene entro i limiti fisiologici le loro funzioni.

    Ma soprattutto le nostre facoltà psicologiche sono dominio del sistema nervoso: attenzione, intelligenza, ragione, emotività, sentimenti, giudizio, memoria. Tinti questi e gli infiniti, altri aspetti della personalità umana si raggruppano sotto una denominazione comune dal significato assai vasto: il morale, ossia la psiche. L'importanza di questo complesso di manifestazioni dello spirito è, come facilmente si può comprendere, grandissima.

    Le molteplici funzioni del sistema nervoso che abbiamo fin qui enumerato reagiscono inoltre le une con le altre producendo la ben nota influenza dello spirito sul corpo fisico, e del corpo sullo spirito.

    Un'immagine, un'idea, un'emozione possono provocare delle contrazioni, dei movimenti, degli spasmi, possono esagerare alcune secrezioni oppure arrestarle, possono, per azione vasodilatatrice o vasocostrittrice, dar luogo ad anemie o a congestioni in varie regioni dell'organismo. All'inverso un disturbo funzionale qualsiasi genera sempre una ripercussione sulla nostra mentalità e sui nostri sentimenti.

    Possiamo dunque affermare senz'altro che il corpo e la mente formano nell'uomo un tutto intimamente correlato. Il voler considerare separatamente l'uno e l'altro è uno sbaglio di capitale importanza.

    Bernheim, rivolgendosi a quei medici che hanno occhi solo per la materia che forma il corpo umano, e che sembra vogliano ostinarsi ad ignorare quelle idee e quelle emozioni che si accompagnano sempre alle sensazioni fisiche, disse: Se ci ostiniamo a disconoscere l'importanza del fattore psichico nelle malattie e se non vogliamo dargli peso come elemento patogeno e terapeutico, non siamo in realtà dei medici, ma dei veterinari.

    Anche i veterinari però si interessano attualmente alla psicologia degli animali. Le esperienze interessantissime di Pavlow, condotte sui cani, rappresentano una delle prove più sicure circa l'influenza della psiche sulla materia.

    Pavlow, nel suo laboratorio, operò alcuni cani lasciando, ad operazione terminata, che il loro stomaco comunicasse con l'esterno per mezzo di una fistola che gli permetteva di prelevare in qualsiasi momento un campione di succo gastrico, in modo da poterne fare l'analisi. Egli constatò in tal modo che bastava far vedere al cane una scodella piena di pappa perché il suo stomaco si mettesse a secernere abbondantemente. Ma le sue esperienze non si fermano qui: riuscì infatti a dimostrare anche che le percentuali delle sostanze contenute nel succo gastrico si modificavano, secondo la natura dell'alimento mostrato all'animale.

    In epoca ancora più recente Metalnikoff ha pubblicato negli Annali dell'Istituto Pasteur (febbraio 1931) i risultati di diverse serie di esperienze molto importanti sui riflessi condizionati, riuscendo così a stabilire le leggi che regolano il meccanismo dell'immunità in genere.

    Questo ricercatore iniettava ad alcuni conigli delle culture di vibrioni del colera sottoposte a riscaldamento; prima di fare l'iniezione, egli grattava l'orecchio dei timidi animaletti, oppure suonava una tromba: tale operazione fu ripetuta per un periodo che oscillava dai quindici ai trenta giorni.

    Nell'organismo dei conigli avveniva una reazione di difesa contro l'immissione di vibrioni del colera, che si traduceva in un aumento della leucocitosi (ossia dei numero dei globuli bianchi presenti nel sangue). Il numero dei globuli bianchi ritornava alla normalità dopo aver sospeso il trattamento per una quindicina di giorni circa.

    A questo punto bastava sottoporre i conigli alla sola parte, diciamo così, psichica dell'esperimento (ossia bastava grattare loro l'orecchio oppure suonare la tromba) per provocare lo stesso aumento di globuli bianchi ottenuto nella prima esperienza.

    Benché lo scopo degli esperimenti che abbiamo descritto non fosse questo, tali prove sono adattissime a dimostrare quale sia la forza di suggestione anche su quegli organismi che non arrivano allo sviluppo psichico umano: il solo suono di una tromba, il solo atto di grattare un orecchio sono capaci di alterare la normale composizione del sangue!

    Malattie funzionali e squilibrio mentale e nervoso.

    Condizione necessaria al buon funzionamento di un motore, è naturalmente che tutti i suoi ingranaggi siano in piena efficienza ed in ottimo stato di conservazione, ma questo non basta: bisogna che anche il motore nel suo insieme sia ben regolato. Ciò si Ottiene per mezzo di un acceleratore che permette di aumentare il numero di giri se il ritmo di lavoro del motore è troppo lento, e per mezzo di un freno che al contrario sia in grado di moderare la velocità qualora il movimento divenga eccessivamente veloce.

    Lo stesso accade per tutte le funzioni del corpo umano. Esse si devono svolgere tutte nella più perfetta armonia d'insieme e il meccanismo adatto a regolarle è il sistema nervoso che distribuisce l'energia alle diverse parti del corpo, a seconda delle necessità.

    Per ottenere che ogni apparato sia regolato bene, è necessario che il sistema nervoso si trovi nelle condizioni del più perfetto equilibrio e che l'individuo, sapientemente allenato, sia in grado di accelerare o di frenare, a seconda, dei casi.

    Si chiamano malattie organiche quelle che derivano da una lesione di qualche organo. Esse corrispondono nel parallelismo meccanico che abbiamo citato, al caso che il motore non funzioni più perché uno dei suoi ingranaggi è rotto, consumato o arrugginito. Tali malattie si giovano esclusivamente della medicina o della chirurgia.

    Si chiamano invece malattie funzionali quelle affezioni che non sono causate da qualche lesione, ma che sono invece espressione di un deragliamento ossia di uno squilibrio del sistema nervoso. Riprendendo il nostro esempio del motore esse corrispondono al caso nel quale i diversi ingranaggi si trovino in condizioni ottime per funzionare, ma il motore non renda come dovrebbe perché è regolato male.

    Questi disturbi funzionali sono proprio quelli che trovano la loro indicazione curativa nella rieducazione morale o meglio nella rieducazione psicoterapeutica. Il fine che questa forma di cura si prefigge è il raggiungimento dell'equilibrio del sistema nervoso e il modo di mantenere tale equilibrio, una volta che lo si sia raggiunto, per mezzo di processi psicologici capaci di regolare l'influsso nervoso, sia mobilizzandolo al bisogno, sia immagazzinandolo nelle riserve.

    Non c'è affatto da meravigliarsi che un'azione simile sia possibile, perché la psicologia è per definizione la scienza della condotta umana.

    Qualcuno però ha sollevato l'ipotesi che le malattie funzionali di cui abbiamo fatto parola fossero semplicemente delle malattie organiche le cui lesioni, dell'ordine di grandezza inferiore al minimo possibile alle capacità umane, sfuggissero al nostro esame.

    Se si vuole accettare questa obiezione teorica, basterà dire, per mettere chi legge in condizioni di comprenderci, che noi intendiamo raggruppare, sotto la denominazione di malattie funzionali, ritte quelle affezioni che sono suscettibili di essere curate e guarite per mezzo della psicoterapia.

    Naturalmente noi stessi ammettiamo senza riserve che il cattivo funzionamento di un organo o di un apparato possa, a lungo andare, provocare delle lesioni organiche. Può darsi però che in un determinato momento l'incipiente lesione sia talmente piccola da essere debellata dalla psicoterapia. Ma non vogliamo ulteriormente approfondirci in una discussione barocca per- sapere se in questo caso la psicoterapia ha vinto una malattia organica oppure una affezione funzionale.

    D'altra parte anche nel

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