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Energetica delle Emozioni: Fiori di Bach e oli essenziali secondo i cinque elementi della medicina cinese
Energetica delle Emozioni: Fiori di Bach e oli essenziali secondo i cinque elementi della medicina cinese
Energetica delle Emozioni: Fiori di Bach e oli essenziali secondo i cinque elementi della medicina cinese
E-book82 pagine1 ora

Energetica delle Emozioni: Fiori di Bach e oli essenziali secondo i cinque elementi della medicina cinese

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Energetica delle Emozioni nasce con l’intento di fornire a chi è appassionato del settore bionaturale e in particolare a chi ha esigenze formative come naturopati e operatori olistici, un manuale che unisce materie quali chimica delle emozioni, medicina cinese, floriterapia di Bach e oli essenziali. Un manuale pronto all’uso che deriva da anni di studio e approfondimento di queste materie che rappresentano il cavallo di battaglia professionale dell’autrice. Una guida pratica di come il Naturopata può intervenire sull’emozione mediante l’utilizzo di tecniche idonee per il riequilibrio energetico emozionale come i fiori di Bach e gli oli essenziali, associati a una diagnosi bioenergetica. Dalla definizione biochimica di emozione alla danza delle emozioni, secondo l’energetica cinese, il testo associa fiori di Bach e oli essenziali alle cinque logge energetiche. Un bellissimo connubio fra occidente e oriente, fra biologia molecolare ed energetica orientale.
LinguaItaliano
Data di uscita26 lug 2023
ISBN9788863656848
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    Energetica delle Emozioni - Antonella Ferrulli

    CAPITOLO 1

    Il ruolo delle emozioni nella storia

    Del rapporto esistente fra il corpo e la mente si trova traccia già nei tempi più antichi: dai proverbi di Salomone agli insegnamenti di Pitagora, ai pensieri espressi con sufficiente esattezza e costante convinzione da Ippocrate, esponente di una scuola con sede a Kos, la quale, sostenendo l’importanza di curare l’uomo nella sua unicità e globalità, polemizzava con la scuola di Knidos che invece riteneva utile studiare le malattie classificandole in base ai loro sintomi, nel tentativo di trovare delle leggi universali valide per ogni essere umano.

    Ed è proprio dalla medicina ippocratica che nasce il concetto di costituzione che consente di analizzare l’individuo in tutti i suoi aspetti: sanguigno, flemmatico, melanconico, collerico sono i quattro umori che determinano effetti, modi di essere, di agire e di pensare in maniera del tutto personale. La tradizione ippocratica, già in tempi remoti, con la sua insistenza nella relazione fondamentale tra corpo, mente e ambiente, aveva orientato lo studio delle malattie in modo totalitario. Le influenze ambientali, lo stile di vita, gli equilibri chimici e ormonali definiti umori dovevano armonizzarsi con gli elementi emotivi definiti passioni per comporre un quadro organico in equilibrio, senza che un aspetto predominasse sull’altro. Per quanto riguarda l’arte della guarigione Ippocrate aveva messo in rilievo l’importanza delle forze risanatrici intrinseche agli organismi viventi, mentre il ruolo del medico diventava quello di aiutare con rimedi naturali a sviluppare il processo di guarigione senza nuocere al malato. La malattia andava vista come un’unica entità che pervadeva tutto l’organismo, ma che si manifestava solo con i sintomi derivanti dall’organo più colpito. La tradizione ippocratica aveva già espresso il concetto di unione, di unità inscindibile corpo-mente e posto le basi delle diverse tecniche psicofisiche necessarie per il mantenimento nel tempo di un buono stato di salute, concetti su cui si basa oggi tutta la naturopatia olistica.

    Dopo Ippocrate vi è Platone, autore della frase «questo è il grande errore dei medici nel nostro tempo, tenere separata l’anima dal corpo», che anticipa addirittura il concetto di anima come entità che risiede non solo nel cervello, ma anche nel petto e nell’addome. Lo stesso concetto veniva ripreso da Aristotele per il quale il corpo era lo strumento dell’anima. L’importanza dei fattori psichici per la salute dell’individuo è un concetto che rimane impresso in tutta la civiltà greca, romana e anche nel Medioevo.

    La malattia fin da allora veniva concepita come conseguenza di uno stato di disarmonia, di uno squilibrio relazionale con l’ambiente, con se stessi o con i propri simili.

    La conoscenza di queste leggi era fondamentale per la terapia perché ogni malattia che si manifestava nel corpo doveva essere studiata anche nelle sue cause psicologiche, così come ogni disturbo emotivo doveva essere studiato anche nei suoi effetti somatici. Questa impostazione tuttavia subì profonde revisioni secondo il prevalere delle diverse correnti filosofiche che si andarono affermando nel corso della storia.

    La rivoluzione culturale più marcata fu sicuramente quella indotta da Galileo e Cartesio che introdussero una nuova visione meccanicistica della vita, dove il tutto cede il posto alla singola parte, mentre scompare nel nulla quell’unione che comunque rende possibile la vita in tutte le sue funzioni. Da questo momento in poi la medicina cosiddetta scientifica si è andata via via affermando, non solo come tecnica di studio, ma anche come metodo di approccio all’uomo e alle sue problematiche.

    Al verificarsi di questa tendenza, i fattori emotivi, pur sapendo che esistono e che tanto influiscono sulla vita dell’uomo, non vengono approfonditi o presi in considerazione. L’attenzione viene invece centrata sui determinanti puramente somatici della malattia: i sintomi. Nasce una medicina sintomatica mirata a eliminare il sintomo, mentre la causa silente è ancora attiva dentro l’individuo, pronta a manifestarsi altrove; l’approccio sintomatico continua, questa volta un po’ più forte di prima.

    I progressi della medicina scientifica si indirizzano quindi verso cure farmacologiche, metodi diagnostici e tecniche chirurgiche di avanguardia. In questo caso la medicina si trova a curare un uomo senza testa, cioè un’entità meccanica senza emozioni, senza comunicazione, senza rapporti sociali, isolata da qualsiasi ambiente nel quale vive ma funzionante in modo puramente automatico sulla base di complessi meccanismi di omeostasi biochimica. All’interno delle scienze mediche moderne si inserisce poi la psichiatria che limita il suo interesse biologico allo studio dei meccanismi biochimici e neurofisiologici cerebrali come causa possibile di malattie mentali, lavorando questa volta su un uomo senza corpo, ossia una macchina comunicativa senza substrato biologico, dotata di un cervello funzionante secondo meccanismi in gran parte sconosciuti, e non tenendo conto della forte influenza dei fattori somatici sul comportamento.

    Ci si rende conto che sia l’uomo senza testa che l’uomo senza corpo in realtà sono due visioni molto analitiche, quello che manca è proprio l’unione fra le parti; cerca dunque di affermarsi una nuova disciplina che funge da anello di congiunzione tra la testa e il corpo, nasce la medicina psicosomatica.

    La medicina psicosomatica cerca dunque di fungere da connessione tra medicina del corpo e medicina del comportamento, ormai scisse. Il suo sviluppo è infatti legato alla necessità di recuperare l’integrità perduta; è un nuovo

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