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La lupa e la mezzaluna
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La lupa e la mezzaluna
E-book56 pagine35 minuti

La lupa e la mezzaluna

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Info su questo ebook

Fantascienza - racconto lungo (30 pagine) - Spionaggio, colpi di scena, omicidi politici. Sembra l’Italia degli anni ’70 ma è la Roma, alternativa, di Alì, e David, detective rispettivamente musulmano ed ebreo che collaborano a un’indagine su un progetto di attentato a quel Califfo che, nei secoli, ha sostituito re e presidenti in un Paese dominato per secoli dall’Islam.


Italia, oggi: una penisola divisa in due domini Islamici. Il califfato di Roma e il sultanato Narbonese si dividono quasi tutto il territorio, dopo che, secoli addietro, i Franchi vennero sconfitti dagli Arabi e il Papa costretto all’esilio in Britannia. Un agente segreto viene incaricato dal Pontefice di assestare un colpo mortale al nemico musulmano, ma sul complotto indaga una coppia inedita di poliziotti romani: l’islamico Alì e l’ebreo David. Andrea Perina, dirigente ospedaliero, al suo debutto su Ucronica, svela una Roma insieme familiare ed estranea.


Andrea Perina è nato nel 1960 a Torino. Dirigente biologo in un ospedale pubblico, ha iniziato a scrivere nel 2015 racconti e romanzi brevi, soprattutto di fantascienza, prima su piattaforme di self-publishing (Booksprint e Youcanprint) e poi su NASF (racconti brevi in antologie con altri autori) e Edizioni Scudo, con una serie di racconti su Sherlock Holmes (Gli X-Files di Sherlock Holmes) e un'antologia di racconti e romanzi brevi (Sottotraccia).

LinguaItaliano
Data di uscita21 set 2021
ISBN9788825417432
La lupa e la mezzaluna

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    Anteprima del libro

    La lupa e la mezzaluna - Andrea Perina

    1.

    Sempre ladri di galline e poveracci senza arte né parte, mai un caso per cui valesse la pena spremersi un po' le meningi… Alì cominciava a essere stanco di quel distretto di Roma, famoso per essere stato il primo quartiere dell'antica civitas. Il fatto era che, con la speculazione edilizia in corso, la classe media era stata gradualmente espulsa dalla zona centrale della città, per fare posto a uffici pubblici ed esercizi commerciali. Il risultato era stato che la maggior parte dei reati erano borseggi o risse per conti non pagati, alcuni accoltellamenti finiti in tragedia ma mai un vero omicidio premeditato con tanto di indiziati e di moventi presunti. Quelli erano riservati ai quartieri alti, alla gente per bene che disprezzava i poveracci che vivevano di stenti negli alloggi fatiscenti – non ancora demoliti – della Suburra, ma che ogni tanto si lasciava andare ad atti violenti, per i soliti motivi: sesso, denaro e potere.

    In realtà Alì conosceva benissimo il quartiere, essendoci nato e vissuto per molti anni, anche se tendeva a rimuovere quei ricordi, ancora dolorosi. Andò con gli occhi della mente a quel caffè all'angolo di piazza della Suburra, nel quale lui si sedeva ad aspettare il padre che a sera arrivava dalla vicina caserma della Guardia del Califfo. I due sorseggiavano un tè alla menta e poi a casa, alle cure amorevoli di mamma Khadija, sempre innamoratissima, ricambiata, del marito.

    Poi, all'improvviso, era cambiato tutto: il califfo, padre di quello attuale, aveva avuto la pessima idea di fare un giro ai confini settentrionali, per verificare la situazione. C'erano state numerose scorrerie dei predoni dell'Appennino, che avevano terrorizzato prima la città di Al Bolan e poi si erano spinti fino ad Al Ankon. Il padre di Alì, un veterano di molte battaglie di confine contro il sultanato di Narbonne, fu scelto per far parte della spedizione. Lungo la via Emilia il convoglio del califfo venne attaccato con armi pesanti, e due vagoni carichi di soldati saltarono in aria; il califfo se la cavò, ma il padre di Alì e altri venti commilitoni non furono altrettanto fortunati.

    Alì così crebbe senza una guida, e diventò un adolescente problematico: qualche furtarello e alcune risse, niente di serio. Ma bastava questo a far soffrire mamma Khadija, che aveva deciso di crescere da sola quel figlio ribelle, contro tutto e tutti; siccome la pensione di guerra era misera, lei si adattò a fare tutti i lavori più umili, arrivando ad averne anche quattro contemporaneamente, tutto per far studiare Alì e farlo diventare una persona importante.

    Tuttavia, fu un incontro fortuito a indirizzare il ragazzo nella giusta direzione.

    2.

    Charles Dagobert era tutto sudato: un fatto inusuale, per un novizio abituato a vincere in poche mosse, nella lotta coi bastoni. Eppure, quel vichingo sapeva il fatto suo; aveva parato il suo ultimo colpo e, con uno scatto improvviso, calò il bastone sulla testa di Charles. Ma, così facendo,

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