Gnosi: Alle radici della massoneria
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Questo libro tenta di tracciare un quadro esaustivo sullo gnosticismo dei primi secoli e, successivamente, descrivere il momento iniziatico della massoneria come esempio di commistione variopinta di gnosi e retaggi esoterici di diverse culture. Nella massoneria il sincretismo la fa da padrone: per tale ragione è impossibile accostare la filosofia alla massoneria – priva di un argomentare veritativo, ma totalmente intrisa di simbologie e richiami – così che lo stesso Grande Architetto si ritrova isolato e distante, disinteressato ai mondi decaduti, proprio come il Pleroma gnostico.
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Anteprima del libro
Gnosi - Nicola Tomasso
Bibliografia
Prefazione
Corrado Gnerre
Scrive il noto scrittore americano Edgar Allan Poe: Per creare esseri individuali pensanti, era necessario incarnare porzioni dello spirito divino. Così l’uomo è individualizzato. Spogliato del vestimento corporeo, egli sarebbe Dio.
Queste parole, al di là delle individuali intenzioni, sintetizzano bene l’essenza della Gnosi, pur non essendo Poe uno studioso dell’argomento.
Con il termine gnosi, infatti, s’intendono tutte quelle credenze pseudo-religiose che ritengono che l’uomo possa raggiungere la salvezza attraverso la conoscenza ( gnosis, vuol dire appunto conoscenza
).
La Gnosi (che preesisteva al Cristianesimo e che poi ha cercato di contaminarlo) crede in un divino impersonale (chiamato pleròma o plèroma a seconda dell’accentuazione latina o greca). Da questo divino impersonale sarebbero venute fuori delle scintille
spirituali, che poi sarebbero state imprigionate
nella materialità (cioè nei corpi) da un dio inferiore, una sorta di demiurgo cattivo.
Stando così le cose, per la gnosi l’uomo avrebbe una componente divina (il suo spirito), la quale sarebbe purtroppo imprigionata
in un corpo. Concezione, questa, diametralmente opposta a quella cristiana che invece concepisce l’uomo come sintesi di spirito e corpo.
Ma per la Gnosi chi sarebbe questo demiurgo cattivo? Il Dio tradizionale e personale. E, per quanto riguarda il Cristianesimo, sarebbe colui che viene chiamato Dio Padre.
La Gnosi, dunque, dice all’uomo che non solo non sarebbe inferiore a Dio, ma che lui stesso sarebbe Dio; e, perché questo si realizzi pienamente, l’uomo deve quanto prima spogliarsi della sua individualità e corporeità. Ecco il senso esatto delle parole di Poe.
A questa conoscenza specialissima, convincersi di essere Dio nel proprio spirito, possono aspirare in pochi (ed ecco perché la Gnosi è il comune denominatore di molte sette esoteriche); ma questa conoscenza, e solo questa, permetterebbe la vera salvezza.
Ora -è chiaro- questa pretesa gnostica va di pari passo con la mentalità moderna e con quella post-moderna che esigono che l’uomo trovi solo in se stesso la risposta e il senso della sua vita; che esigono anche che l’uomo non si assoggetti ad alcuna autorità (Dio), ma che faccia di se stesso e della sua coscienza gli unici criteri di giudizio.
Prima abbiamo parlato di come la Gnosi proponga una lettura della realtà diametralmente diversa dal Cristianesimo. Infatti, il vero antidoto alla Gnosi è proprio il Cristianesimo. Ma attenzione: il Cristianesimo nella sua interezza, nella sua integrità, nella sua ortodossia.
Il Cristianesimo autentico non parla di un Dio che si fa idea, ma uomo. Il criterio di giudizio dell’esperienza cristiana, pertanto, non è la conoscenza intellettuale di Cristo. Come lo Spirito Santo procede dal Figlio, così la conoscenza precede logicamente l’amore. Ma ciò non vuol dire che il rapporto con Dio si misuri con la conoscenza di Dio. Esso si misura con l’amore. Anche se è un amore da non intendere come semplice emozione, ma come esito della conoscenza. che pur non si esaurisce in questa. Così, non è più cristiano il teologo e meno cristiano l’ignorante che prega il Signore. Anzi! Dice sant’Agostino: Forse, o Signore Dio di verità, ognuno che conosce quelle dottrine già piace a te? Infelice è l’uomo che pur conoscendole tutte, non conosce te! Beato invece chi conosce te, anche se è ignorante in quelle dottrine.
( Confessiones, V, 4). Ciò in teologia viene definito primato della volontà libera. Il criterio della salvezza è nella conformazione della propria volontà con la volontà di Cristo, è la capacità di sostituire al proprio criterio di giudizio il criterio di giudizio di Cristo e rendere tale criterio fondamento di tutte le manifestazioni della propria quotidianità.
Il libro di Nicola Tomasso offre una panoramica approfondita del movimento gnostico, che, pur nelle sue numerose varianti, esprime il suo comune denominatore: l’odio verso la creazione così come il Dio personale l’ha voluta, progettata e realizzata.
Introduzione
Cari lettori, la ricerca di oggi verterà su un vocabolo desueto, che forse non avrete mai incontrato nei vostri libri, ma che, molto più di altri, pervade in modo silente e felino i meandri, i più remoti, del nostro mondo. È a mio dire l’olio che permea i meccanismi della perversione del reale, del rovesciamento delle menti e dell’uomo. Tale vocabolo è gnosi . Vedremo in queste pagine qual è il suo significato, tentando di tracciare i passi del movimento che lo caratterizza, lo gnosticismo, per l’appunto.
Parlare di gnosticismo è come addentrarsi in una foresta tortuosa il cui computo dei sentieri risulta innumerabile e nei cui reconditi grovigli si annidano cosmogonie, teosofie, protuberanze speculative, soteriologie e forzature teleologiche dai caratteri più vari e dalle tinte più policromatiche. È un mondo non collocabile geograficamente, non ordinabile storicamente, non sistematizzabile filosoficamente. Le più originali teorizzazioni hanno spinto storici e studiosi d’ogni sorta ad approfondire e comprendere gli arcani meandri della gnosi, le sue articolazioni e curvature nelle varie correnti di pensiero. Nel tentare una trattazione sistematica dello gnosticismo dobbiamo certamente convenire col De Faye secondo cui un’esposizione sintetica dell’origine, della natura e dei fondamenti è un’ambizione a dir poco inattuabile [1] . Vi è innanzitutto un problema di fonti: quali testi appartengono allo gnosticismo? Quali autori sono dichiaratamente gnostici? Da quali culture o substrati di culture possiamo far derivare la simbologia e la mitologia gnostica? Esiste una cultura gnostica ufficiale ed organica? Sono tutti interrogativi che, nonostante gli approfonditi studi a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, ad oggi non trovano ancora risposta esaustiva, ma che ci consentono di trarre delle riflessioni di carattere apologetico. Possiamo, ad esempio, affermare realisticamente il carattere profondamente esoterico dello gnosticismo. Questo continuo sfuggire ad una sistematizzazione coerente ed ufficiale, quel soggiacere silente nel corso dei secoli alle culture formalmente riconoscibili, quell’ambiguità costante nella formulazione di giudizi e di verità, collocano senza dubbio la gnosi nella categoria delle materie occulte, iniziatiche, riservate ai pochi. Valentino, padre dello gnosticismo maturo
, dichiara coerentemente la divisione dell’uomo in tre generi al cui vertice vi sono gli pneumatici
, cioè coloro i quali sarebbero dotati della scintilla divina grazie alla quale alla morte ci sarebbe un immediato ritorno al divino originario [2]. Non è un caso che alcune caratteristiche dello gnosticismo si presentano regolarmente in tutte le correnti e i gruppi esoterici fino ai nostri giorni, spingendo alcuni studiosi ad affermare che la gnosi è la base di tutte le eresie. Senza dubbio la presenza di simbologie e miti dell’estremo oriente [3], il profondo sincretismo e il riaffiorare sempre in funzione anticattolica, pongono lo gnosticismo in netta e persistente contrapposizione all’ortodossia cristiana, fino ai nostri giorni dove pezzi di gnosi sono facilmente riconoscibili nella massoneria [4]. Per inquadrare la questione bisogna opportunamente muovere da una definizione condivisa di gnosi. La gnòsis è la dottrina secondo cui la conoscenza
è lo strumento per raggiungere la verità e la perfezione. È evidente che già una simile definizione apre ad una infinità di interpretazioni, a partire dalla domanda: quale sarebbe tale conoscenza? Probabilmente, proprio il carattere misterico di alcuni movimenti precristiani ha offerto alle culture ufficiali inclini ed interessate a tali pratiche l’occasione per classificare questi segreti come vera conoscenza, cioè gnosi, andando così a sedimentare nell’immaginario collettivo una definizione che, se per sua natura appare generica ed innocua, nei fatti fa riferimento ad una precisa modalità associativa ed iniziatica. Non c’è da meravigliarsi allorquando Paolo mette in guardia:
«Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente; perché la sapienza di questo mondo è